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Un dubbio sempre più grande “Vaccinare o non vaccinare”?

La prima domanda di un genitore è “vaccinare o non vaccinare i propri figli”?

Una serie di link per iniziare ad approfondire in merito a questa scottante tematica.

studi
A seguito delle vostre numerose domande,sentiamo il bisogno di rispondervi tramite queste poche righe.

Alla domanda “cosa devo fare” rispondiamo con  un percorso di studio; nessuno di noi può consigliare in merito.

La genitorialità è sacra, pertanto nessuno dovrebbe influenzare alcuna scelta, così come nessun medico dovrebbe perpetrare terrorismo psicologico verso quelle madri che hanno legittimamente dei dubbi sulla profilassi vaccinale.

Ultimamente assistiamo ad una vera e propria caccia alle streghe  nei confronti di chi condivide materiale scientifico inoppugnabile,e sopratutto verso gli stessi Dottori (ricordiamo il Dr.Serravalle,Gava,Miedico,Ascani etc) i quali mantengono la loro correttezza e rispettano il primo principio di un Medico “PRIMUM NON NOCERE”.

Evidentemente il loro corretto operato si scontra con la volontà degli stessi (ci permettiamo di definirli come) ORGANI (IN)COMPETENTI.

Una scelta dovrebbe essere effettuata in maniera consapevole.

Consigliamo ai genitori dubbiosi di contattare i medici e professionisti; ascoltate i loro pareri,ponete loro tutte le domande del caso ma approfondite.

Informatevi seriamente; non seguite solo articoletti scritti da chi ha interesse nell’omettere e distorcere la realtà dei fatti.

Non abbiate paura di effettuare una scelta e qualora vi trovaste di fronte un pediatra che alza la voce (purtroppo lo fanno in molti) registrate il tutto e denunciate.

Nel caso lui dovesse continuare nelle proprie posizioni,chiedete di mettere nero su bianco ciò che afferma ovvero “I VACCINI SONO SICURI AL 100%”.

Vedrete che non sottoscriverà un bel niente; sarebbe una responsabilità troppo grande la sua,ma voi tenete a mente quale sia la vostra e non lasciatevi intimorire.

Qualora vi doveste trovare di fronte una forzata richiesta di firma del “consenso informato” (che informato non è in realtà),ricordate di non firmare alcunché. Portate dietro il VOSTRO consenso e chiedete alla struttura sanitaria di protocollarvelo.

Non fermatevi a guardare programmi televisivi che non hanno alcuno scopo di dare spazio alla controparte scientifica per paura che la verità sia una volta per tutte raccontata ai cittadini.

Non abbiate paura di approfondire.

Solo la conoscenza rende davvero libero l’uomo. Molti genitori chiedono cosa fare,come muoversi; lo studio è l’unica risposta che possiamo fornire loro.

Quando ci si sentirà maturi ed un minimo informati,allora la scelta verrà da sé.
Il primo step è iniziare a leggere,studiare,informarsi,in particolare da questo argomento.

Una libera informazione per una consapevole scelta,questo il nostro motto.

Di seguito una serie di link utili per i primi approfondimenti relativi alla onerosa tematica della vaccinazione.

vero-falso

 

 

 

CORRELATI

REAZIONI AVVERSE A SEGUITO DI VACCINAZIONI. GLI STESSI PRODUTTORI DICHIARANO QUANTO SEGUE.
Qui di seguito i dati essenziali di questo rapporto:

1. Reazioni avverse in più di 40 paesi – Il documento della società GSK è basato su 1.742 referti medici internazionali inviati “spontaneamente” durante due anni. In totale, 41 paesi hanno partecipato allo studio. I rapporti raccolti provengono principalmente da Italia, Germania e Francia.
2. Milioni di dosi distribuite – Durante il periodo, sono state iniettate 24.283.415 dosi di vaccino Infanrix Hexa. Sono tra 6 e 24 milioni i bambini che sono stati vaccinati, in numero variabile secondo il dosaggio raccomandato. Complessivamente, più di 70 milioni di dosi sono state distribuite dal lancio del vaccino nel 2000.
3. Ben 825 casi differenti di complicazioni mediche – In circa trenta pagine, il documento presenta, in varie tabelle, tutte le reazioni avverse elencate nelle varie relazioni mediche redatte dopo la vaccinazione. Le reazioni avverse possono interessare tutti i sistemi e gli organi del corpo del bambino: sistema respiratorio, sistema cardiovascolare, sistema nervoso, sistema immunitario ecc.
4. Centinaia di casi gravi – Il documento riporta 559 casi gravi , ma solo 56 sono elencati nel documento ufficiale, in merito al vaccino Infanrix hexa. L’autismo, la morte improvvisa in culla, problemi di anemia e problemi polmonari sono elencati nelle tabelle.
5. AUTISMO – A dispetto di coloro che si affannano ad affermare il contrario, gli eventi di Autismo compaiono più volte nelle tabelle riportate nel report [ad es. a pag. 27], ma non è chiaro come GSK giudichi questi eventi [nel caso di pag. 27 lo riporta nel gruppo dei “Mental Impairment Disorders” e lo classifica come Serious]. L’Autismo compare poi a pag. 626, 632, 756, 995, 1147, 1201, 1206.
6. Decesso di 14 bambini – Durante il periodo in analisi, sono stati riportati 14 decessi di bambini vaccinati. La cosa sconcertante nei report sui decessi è la chiara correlazione temporale fra vaccinazione e decesso [ad es. il primo caso a pag. 1220 avvenuto 11 giorni dopo la vaccinazione, e il secondo caso ancora 11 giorni dopo la vaccinazione – morte in culla – ma in nessuno dei due è disponibile l’autopsia], mentre la GSK dichiara il contrario a sostegno della propria opinabile linea di condotta in cui gli eventi sono considerati seri solo se corrispondono ai criteri medici stabiliti da se stessa..
7. Risultati positivi – In conclusione al documento la GSK ritiene che la tolleranza del profilo di rischio-beneficio di Infanrix Hexa continua ad essere favorevole, malgrado questa via crucis. Infine, l’azienda farmaceutica sarebbe impegnata a sostenere le autorità a monitorare attentamente le complicazioni più gravi e i decessi.
http://www.informasalus.it/…/infanrix-hexa-complicanze.php

DAL MANUALE MERK

Merck è un produttore di vaccini.

<<La barriera ematoencefalica in un bambino è completa solo per l’80 % all’età di due anni.
Qui si parla di “Encefalite” da vaccino, la barriera ematoencefalica non è completa dopo i due anni e il manuale Merck riporta cosa può accadere quando i virus nei vaccini arrivano fino al cervello.>>

http://www.merckmanuals.com/…/brain…/encephalitis

 

MENINGITE

LE MENINGITI (Neisseria meningitidis (meningococco) –  Streptococcus pneumoniae (pneumococco) –  (emofilo o Hi)Haemophilus influenzae) http://www.epicentro.iss.it/problemi/meningiti/EpidItalia.asp

La malattia è in genere di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi. La forma virale, detta meningite asettica, è quella più comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. La forma batterica è più rara ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali.

Per meningite fulminante si intende una forma di meningite particolarmente aggressiva, dal decorso repentino che non lascia spazio a terapie. Queste sono particolarmente aggressive e non c’è prova che non possano colpire anche i soggetti vaccinati anche in considerazione del fatto che i vaccini coprono solo alcuni ceppi e che talvolta non danno copertura.

Vi sono infatti stati casi di meningite fulminante che hanno colpito soggetti vaccinati

Non esiste la meningite, ma esistono diversi tipi di meningite, provocati da batteri diversi. Di questi batteri esistono diversi sierotipi, ovvero sottogruppi diversi contro i quali produciamo anticorpi specifici. Relativamente al Meningococco, ne conosciamo 13 sierotipi, di cui i più frequenti da noi sono il tipo B e C ed il vaccino protegge solo contro il meningococco C. Di Pneumococco ne esistono 90 forme diverse e per ciascuna di esse sono necessari degli anticorpi specifici. La diffusione dei sierotipi è estremamente variabile in base a diversi fattori: vari da regione a regione, nel tempo ed in base all’età del soggetto. Da ciò consegue che tale batterio è estremamente variabile, una sorta di bersaglio mobile, contro il quale non possediamo tutti i proiettili giusti.In vaccino antipneumococco oggi in commercio copre soltanto 7 sierotipi. Anche se è vero che questi 7 sierotipi sono quelli più comuni in realtà riescono a coprire (nella migliore delle ipotesi) circa il 60% dei casi e non è quindi in grado di garantire la copertura del 100% verso il batterio. Inoltre, vale la pena sottolineare come i sette sierotipi sono stati “scelti” o meglio elaborati sulla base dei dati statunitensi, perché il vaccino antipneumococco è un vaccino d’importazione, prodotto per un paese dove l’incidenza della malattia è alta e quindi importato in Italia senza andare troppo per il sottile sulle differenze di diffusione dei ceppi.Senza considerare poi che, prescindendo dai potenziali DANNI DA VACCINAZIONE una buona percentuale delle vaccinazioni (pare intorno al 20% ma altri affermano essere maggiore) non offre la copertura auspicata talvolta a causa di problemi legati al vaccino altre volte a causa di una anomala risposta immunitaria del bambino.Inoltre, a prescindere dai vari ceppi, contro meningite batterica fulminante non c’è vaccino che tenga! Questo è il motivo per cui molti bimbi colpiti da meningite erano in realtà vaccinati.

  • Meningite da Meningococco tipo C e vaccino antimeningococco tipo C

“Sull’efficacia di questo vaccino si è espresso anche l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia in un comunicato pubblicato sul Bollettino dell’Ordine dei Medici della Lombardia del marzo 2007: Non vi è ad oggi alcuna evidenza scientifica a riguardo della sua efficacia e noi non siamo legittimati a far correre un rischio vaccinale senza avere la garanzia dei vantaggi che questo può portare. I dati della Comunità scientifica sono tuttora controversi e la possibile efficacia del vaccino è valutata intorno al 30%. Gava Roberto

(Tratto dal libro: Gava R. Le Vaccinazioni Pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 3a ed., 2010)

http://www.coriv.org/caratteristiche-vaccini/416/

  • PNEUMOCOCCO:

Lo Streptococcus pneumoniae (o Pneumococco) è un batterio molto diffuso che può essere presente nella gola e nel naso di bambini e adulti sani senza dare alcun segno di sé (ciò accade nel 40-60% dei bambini). Esistono circa 90 tipi diversi (sierotipi) di questo germe e alcuni di questi, di solito, sono chiamati in causa più frequentemente quando capita che, per abbassamento delle difese immunitarie dell’individuo, il germe provochi una patologia generalizzata (malattia “invasiva”).

In età pediatrica il Pneumococco può dare infezioni invasive (meningite e un’infezione sistemica) oppure localizzate (otite media acuta, sinusite, polmonite). Il bambino, soprattutto nei primi 2-3 anni di vita, risulta maggiormente esposto a tale infezione perché incapace di rispondere adeguatamente ad antigeni di natura polisaccaridica propri del germe.

Esistono due tipi di vaccini ed entrambi sono composti solo da alcune parti del microrganismo e sono definiti multivalenti perché proteggono verso più sierotipi di Pneumococco:

– il vecchio vaccino antipneumococcico polisaccaridico (23-valente), che si somministra in dose singola per via intramuscolare o sottocutanea;

– il nuovo vaccino antipneumococcico coniugato (7-valente o eptavalente) che si somministra per via intramuscolare e il cui numero di inoculazioni varia in base all’età di inizio del ciclo vaccinale.

Non è sensato somministrare milioni di dosi con una situazione che vede solo pochissimi bambini all’anno in Italia danneggiati dalla malattia. In sanità pubblica occorre scegliere gli interventi di massa sulla base del beneficio che questi possono portare in termini di salvaguardia di vite umane e di miglioramento della qualità della vita e una vaccinazione di massa contro il Pneumococco non soddisfa questi requisiti. Inoltre, se ci dovessero essere effetti indesiderati rari emergerebbero somministrando il vaccino su larga scala. Non siamo in grado di fare un bilancio approfondito tra rischi e benefici. Il nuovo vaccino contro il Pneumococco è stato studiato su misura per i sierotipi di Pneumococco isolati negli Stati Uniti, mentre in Italia i sierotipi presenti non sono ancora noti. Quindi, c’è la possibilità che il vaccino non sia nemmeno molto efficace per la nostra realtà. Inoltre, negli USA l’incidenza della malattia è maggiore rispetto all’incidenza bassissima che c’è nel nostro Paese”.

http://www.coriv.org/caratteristiche-vaccini/malattia-pneumococcica-e-vaccino-antipneumococcico/

  • Meningite B Bugiardini o foglietti illustrativi del nuovo vaccino 

http://www.ema.europa.eu/ema/index.jsp?curl=pages%2Fmedicines%2Fhuman%2Fmedicines%2F002333%2Fhuman_med_001614.jsp&mid=WC0b01ac058001d124

http://downloadpdfz.com/pdf/bexsero-common-name-meningococcal-group-b-vaccine-rdna-88142913.html

http://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2013/20130114125155/anx_125155_en.pdf

http://www.vaccineinjury.info/meningococci/vaccination.html

http://www.novartis.com/newsroom/media-releases/en/2013/1723151.shtml
“Ottenere previsioni di vendita per il vaccino Men B from 2012-2022 nei primi nove paesi (Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito, Giappone, Brasile e Cina)”

http://www.reportlinker.com/p01591434-summary/Bexsero-Meningococcal-Vaccines-Forecast-and-Market-Analysis-to.html

  • Haemophilus influenzae (emofilo o Hib)


è incluso nel vaccino esavalente

  • La vaccinazione esavalente contiene due vaccini non obbligatori. Infatti, i vaccini obbligatori in Italia sono solo Difterite, Tetano, Polio ed Epatite B. Il vaccino esavalente contiene anche:

anti-Haemophilus tipo b (Hib) coniugato e antipertossico (componenti acellulari) (Pa).

 

 

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Poliomielite e relativo vaccino,cosa ci viene omesso? intervista al Dr Tancredi Ascani

Vacciniinforma ringrazia il Dr Tancredi Ascani per aver risposto alle domande dei genitori in merito alla vaccinazione Esavalente.

Informazioni

– si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 2006 presso l’Università di Perugia ed è iscritto all’Albo professionale dei Medici Chirurghi al numero 6872;

– ha regolarmente frequentato il “Corso Triennale di Medicina Omeopatica Hahnemanniana” diplomandosi presso la S.I.M.O.H. (Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana), diretta dal Prof. Dott. Antonio Negro;

– è iscritto nel Registro dei Medici Chirurghi di Perugia che praticano Medicine Non Convenzionali per la disciplina Medicina Omeopatica;

– ha svolto tirocinio pratico e assistenza continuativa, presso studi medici di omeopati di fama internazionale quali il Prof. Dott. Antonio Negro, il Dott.Giampiero Ascani e il Dott. Pindaro Mattoli;

– da molti anni approfondisce e ha acquisito notevole esperienza nel campo della dietologia che integra, nella sua pratica ambulatoriale, alle sue conoscenze di medico chirurgo perfezionato in Omeopatia;

– ha partecipato a varie trasmissioni televisive di Medicina e tiene frequentemente conferenze sulla Medicina Omeopatica e sulle vaccinazioni rilevando come, la natura dell’obbligatorietà di quest’ultime, sia una violazione morale e fisica della libertà personale, oltreché un’illogicità scientifica;

– ha scritto numerosi articoli sull’omeopatia e sulle vaccinazioni pubblicati in riviste medico-scientifiche e quotidiani,

– da qualche anno cura il sito www.omeosan.it, da lui supportato, che vuole essere un servizio informativo e interattivo per l’utente che può richiedere on-line consulti medici gratuiti e può trovare approfondimenti sui principi della vera omeopatia unicista hahnemanniana;

– attualmente svolge attività clinico-ambulatoriale, come medico omeopata unicista ed esperto in alimentazione, presso studi privati in varie città d’Italia.

Reportage esavalente.

(Parte prima)

La poliomielite e la relativa vaccinazione.

studio

Poliomielite: le relative caratteristiche e la composizione del vaccino. E’ essenziale vaccinare contro una malattia quasi debellata?

La poliomielite è una malattia infettiva causata da tre diversi virus (poliovirus 1, 2 e 3) che sono capaci di rimanere attivi nell’ambiente anche per anni dopo la loro espulsione dall’individuo infetto. I virus penetrano nell’organismo solitamente per via orale e si localizzano prima nel faringe e poi si moltiplicano nell’intestino provocando, dopo una incubazione di circa 5-14 giorni, un decorso clinico con pochi sintomi (febbre, mal di gola, vomito e diarrea) o con nessun sintomo nel 90-95% dei casi e lasciando una immunità che dura tutta la vita. Nel 4-8% dei casi, però, il virus continua a moltiplicarsi nel tessuto reticolo-endoteliale intestinale e ritorna nel circolo sanguigno (“viremia maggiore”) causando una sindrome febbrile acuta chiamata “malattia minore”; se la malattia non progredisce ulteriormente e il paziente guarisce in pochi gironi, si parla di “poliomielite abortiva”, che di solito è clinicamente non diagnosticabile. Tuttavia, in un ulteriore sottogruppo di casi pari allo 0,1-1%, nel corso della “viremia maggiore” il virus può invadere il sistema nervoso centrale e causare la cosiddetta “malattia maggiore” che è caratterizzata da due varianti:

– poliomielite non paralitica

 – poliomielite paralitica.

L’origine dell’infezione è sempre l’uomo: sia una persona con i sintomi della malattia acuta, sia un “portatore sano” che non manifesta alcuna sintomatologia. La persona elimina il virus con le feci, con cui possono essere poi contaminati gli alimenti, l’acqua potabile e la terra, ed è appunto attraverso questi veicoli che l’agente patogeno arriva alla bocca di un nuovo individuo.

(per maggiori approfondimenti https://vacciniinforma.it/?p=40)

Esistono due tipi di vaccino antipoliomielitico che prendono il nome dagli studiosi che li hanno messi a punto:

– il vaccino Sabin a virus vivi attenuati

– il vaccino Salk a virus uccisi o inattivati

Il vaccino Sabin è costituito da virus vivi modificati in modo da non provocare la malattia, ma capaci di “stimolare la produzione di anticorpi” nel ricevente.

Quanto è vero tutto ciò?

Il vaccino viene somministrato per bocca.

Talvolta la prima somministrazione può causare una grave complicazione come la poliomielite paralitica post-vaccinica  Inoltre, il virus così modificato può diffondere e provocare la poliomielite addirittura tra le persone che vengono a contatto con il soggetto vaccinato.  Infatti, i virus contenuti nel vaccino rimangono nell’intestino e vengono eliminati con le feci dal bambino vaccinato per circa 4 settimane.

Il vaccino Salk, invece, contiene i virus della poliomielite uccisi e viene somministrato attraverso un’iniezione per via intramuscolare o sottocutanea. Attualmente, nel nostro Paese si usa solo il vaccino si Salk, mentre quello di Sabin (meno costoso) continua ad essere usato nel Terzo Mondo.

(Per eventuali approfondimenti https://vacciniinforma.it/?s=india )

Come si rapporta Dr Ascani in merito a questa vaccinazione?

Eminenti professionisti,dichiarano quanto segue:

“La vaccinazione Salk, causa sicuramente meno reazioni avverse gravi del primo vaccino ma, come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, può determinare, se pure con una bassa frequenza, reazioni allergiche e altre più rare reazioni avverse alterando il delicato bilanciamento della risposta immunitaria Th1/Th2”. Altrettanto per la vaccinazione sabin, non si menzionano i comuni danni provocati all’intestino dei soggetti vaccinati”.*

Se una vaccinazione altera il nostro Th1 Th2,come si può sostenere la totale efficacia della stessa,senza alcuna reazione o danno per il nostro sistema immunitario?

Come ogni altra vaccinazione a microrganismi uccisi, anche quella a virus uccisi di Salk provoca un’alterazione e un indebolimento del nostro sistema immunitario che può predisporre alle più disparate patologie. La protezione conferita da questo tipo di vaccini è in genere inferiore ed è necessario ricorrere a più richiami ravvicinati con conseguente aumento della probabilità degli effetti collaterali del vaccino, anche se meno gravi rispetto al vaccino di Sabin. Il vaccino di Salk, come ogni altro vaccino fatto per via parenterale, provoca un’immunosoppressione che inizia pochi giorni dopo la vaccinazione e può durare per settimane o mesi. In questo periodo quindi il bambino vaccinato sarà più predisposto sia a contrarre disturbi di natura allergica (ad esempio l’asma) che di natura infettiva, questo perché altri microrganismi troveranno un “terreno” più debole e potrebbero quindi prendere il sopravvento causando ulteriori stati patologici.

La capacità del nostro sistema immunitario (soprattutto di quello di un bambino) non è infatti illimitata e trovo illogico ed antiscientifico tenerlo impegnato verso microrganismi che provocano malattie ormai scomparse da decenni, visto che l’ultimo caso in Italia di polio spontanea dovuta a virus selvaggio risale al 1982 e che tutti i successivi casi sono stati provocati dal vaccino stesso. Cosa analoga è avvenuta in tutti i paesi industrializzati con adeguate condizioni igienico-sanitarie: gli unici casi di poliomelite che si verificano sono quelli conseguenti alla vaccinazione.
Noi usiamo il vaccino a virus morti di Salk per cercare di ridurre i danni paralitici da vaccino Sabin che compaiono di solito 29 volte più frequentemente con la prima dose e che sono rappresentati dalla temuta poliomielite paralitica post-vaccinica. La scelta è stata motivata anche con il fatto che nei Paesi industrializzati la poliomielite non è più causata dal virus selvaggio (ma solo dal virus vaccinale) e quindi non è più necessario aggredirla sin dalle prime somministrazioni con il più potente ma anche più pericoloso vaccino vivo Sabin. L’idea di non iniziare con il Sabin orale, bensì con il Salk parenterale, ha permesso di ridurre di circa il 50% i casi di poliomielite e di circa 1/3 i casi di poliomielite paralitica post-vaccinale.  Questa malattia è ormai scomparsa in Italia come nel resto d’Europa: il 21 giugno 2002 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti ufficialmente dichiarato l’Europa libera dalla poliomielite.

Qual è la differenza tra virus selvaggio e non?

Il virus selvaggio è quello che causa la malattia nella sua forma spontanea naturale, è un virus presente in natura da molto tempo (un caso di poliomelite è stato scoperto dagli archeologi già in una mummia egiziana del 3700 a.c. circa) e che il nostro sistema immunitario è sicuramente più pronto nel fronteggiare perché entra in circolo nell’uomo attraverso le porte d’ingresso naturali (ad esempio la via orale), dove iniziano subito le reazioni dell’organismo volte a diminuirne la sua patogenicità. Il virus selvaggio inoltre è meno soggetto a mutazioni (soprattutto se non gli creiamo un ambiente ostile con farmaci e vaccini).

I virus vaccinali invece sono virus che vengono coltivati nei luoghi più innaturali, in genere attraverso colture di tessuti animali, e vengono trattati con sostanze, perlopiù tossiche, al fine di ridurne la patogenicità. Nel caso del vaccino di Salk i virus vengono coltivati in un tipo di coltura tissutale ricavato dal rene di scimmia e poi vengono inattivati con sostanze come la formaldeide, sostanza attualmente considerata cancerogena 1/B. I virus vaccinici, anche se trattati, possono però comportarsi in modo anomalo riprendendo la loro capacità replicativa nell’organismo o andando incontro a mutazioni o a contaminazioni che ne aumentano la pericolosità. Nel caso della vaccinazione di Sabin ad esempio, il virus presente nel vaccino si moltiplica a livello intestinale e può andare incontro a mutazioni che ne facilitano l’accesso alle cellule del midollo spinale da cui parte il processo che può portare alla forma paralitica della malattia. Il virus così modificato può anche diffondersi tra le persone che vengono a contatto con il soggetto vaccinato in quanto viene eliminato con le feci per circa 4 settimane. Per quanto riguarda le possibili contaminazioni e infezioni la storia è piena di esempi che ci mostrano la pericolosità dei vaccini anche per responsabilità umane.  Negli anni ’50, negli USA, in quello che viene ricordato come “incidente Cutter”, un lotto di vaccino di Salk “male inattivato” provocò centinaia di casi di poliomelite da vaccino sia tra i bambini vaccinati che tra i familiari (contagiati dal virus diffuso dai bambini vaccinati) e decine di morti.

Anche in Italia, nel 1957, vi fu un anomalo e rapidissimo raddoppio di casi di polio appena dopo l’introduzione del vaccino di Salk il che lascia trasparire più di un sospetto sulla possibilità che anche tale vaccino potesse contenere virus non correttamente inattivati ma vivi e neurovirulenti. Un altro inquietante fatto coinvolse i vaccini antipolio tra gli anni ’50 e ’60. Si è scoperto che questi vaccini erano stati contaminati con il virus SV40, virus fino ad all’ora sconosciuto, presente nelle scimmie sia africane che indiane, dove non sembra provocare malattie. E’ del 1961 la scoperta che questo virus provoca alcuni tipi di tumore nei roditori e ancora non vi è chiarezza se possa provocare il cancro anche negli uomini visto che tale virus è stato ritrovato in diversi tumori umani, come nei mesoteliomi della pleura, in alcuni tumori cerebrali e negli osteosarcomi. Sta di fatto che milioni di bambini in quegli anni hanno ricevuto un vaccino antipolio contaminato con un virus che potenzialmente potrebbe provocare il cancro e questo la dice lunga sulla sicurezza di tali preparati. E non bisogna pensare che questi fatti ora non possano più accadere.

Lotti di vaccini contaminati, difettosi, mal conservati o comunque non a norma vengono scoperti di continuo anche ai giorni nostri e purtroppo, quasi sempre, ci si accorge del danno dopo che questi sono già stati messi in commercio.

Meccanismi di azione dei medesimi. Differenze di azione tra un virus contratto in maniera naturale ed un virus MODIFICATO nonché iniettato via intramuscolare o sottocutanea del soggetto. In che maniera il nostro sistema immunitario agisce in questi due casi?

Una delle differenze più importanti del virus contratto in maniera naturale, oltre alla minore probabilità di mutare prima menzionata, riguarda l’induzione di un’immunità naturale che dura quasi sempre tutta la vita ed è priva di effetti collaterali. Il virus vaccinale, direttamente iniettato in circolo, bypassa invece tutti i meccanismi di difesa fisiologici naturali, aumentando quindi il rischio di effetti collaterali e conferendo un’immunità (quando questo accade) generalmente solo temporanea. Con il vaccino di Salk gli effetti collaterali sono diminuiti rispetto al vaccino di Sabin ma è diminuita anche la durata della protezione. E’ per questo che si è costretti a fare i richiami. Ma quindi dovremmo continuare a fare richiami ogni 5-10 anni per tutta la vita per un virus ormai scomparso in Europa? E’ facile intuire chi tragga effettivamente vantaggio da una politica del genere, sicuramente non la salute delle persone.

Se i virus della polio possono rimanere in vita anche per anni dopo la loro espulsione,rimanendo attivi nell’ambiente,si può parlare di diffusione della malattia grazie alla stessa vaccinazione?

Assolutamente si, pur essendo stata dichiarata l’Europa libera dalla poliomelite dal 2002, continuiamo ad avere nei paesi industrializzati dei casi di poliomelite ma questi sono esclusivamente indotti dal vaccino. Nel 2015 ci sono stati 70 casi di polio dovuti a virus selvaggio solo nei paesi dove la polio è ancora endemica (Pakistan e Afghanistan) per le precarie condizioni igienico-sanitarie e la grave malnutrizione che compromettono l’immunità dei bambini; invece i casi di polio da vaccino si sono verificati per la stragrande maggioranza in paesi dove la polio non è più endemica e che non hanno più casi di polio dovuta al virus selvaggio.

Tra questi, due casi segnalati in Ucraina. Nei Paesi dove si utilizza il vaccino a virus attenuato di Sabin, il virus vaccinico si replica a livello intestinale, può mutare, divenendo più virulento e venire eliminato nell’ambiente. In genere tale vaccino viene usato nei paesi “poveri”, quelli in cui le condizioni igienico-sanitarie sono inesistenti o scarsissime ed è facile prevedere il perpetuarsi di un circolo vizioso in cui il vaccino stesso diffonde la malattia per cui ci si vaccina.

IMMUNITà BELLA

In che modo,mediante la vaccinazione antipolio,si acquisisce l’immunità ?

Il vaccino di Salk a virus uccisi attualmente usato in Italia stimola una risposta immunitaria linfocitaria di tipo 2 con aumento\alterazione dei linfociti B e della risposta anticorpale e conseguente aumento del rischio di malattie allergiche. L’immunità conferita dalla vaccinazione è solo temporanea, a differenza di quella naturale che dura in genere tutta la vita.

Come agisce il sistema immunitario si un bimbo di pochi mesi? E’ giusto pertanto somministrare in un anno di vita 4 dosi così ravvicinate?

Detto in estrema sintesi, il sistema immunitario di un bambino matura intorno ai 7-8 anni e vi è un delicato equilibrio tra la risposta immunitaria di tipo 1 (mediata dai linfociti T, con produzione di monossido di azoto) e quella di tipo 2 (mediata dai linfociti B e dagli anticorpi). Se tale equilibrio si altera possono verificarsi disturbi autoimmunitari, se prevale la risposta di tipo 1 (come accade con il vaccino a virus vivi attenuati di Sabin) o di natura allergica se prevale la risposta di tipo 2 (è il caso del vaccino a virus inattivati di Salk).*

Le vaccinazioni sono indubbiamente uno delle cause principali di squilibrio del sistema immunitario di un bambino e tanto prima e frequentemente queste vengono fatte, tanto maggiori saranno le probabilità di far danni.

Consigli per i soggetti prematuri?

Consiglio di non vaccinare, in quanto il sistema immunitario è ancora più immaturo e quindi ancora più soggetto agli effetti collaterali dei vaccini.

Chi non dovrebbe assolutamente essere vaccinato contro la suddetta malattia?
Le controindicazioni alle vaccinazioni pur essendo state stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità non sono sufficienti. Ogni vaccinazione andrebbe evitata ogni qual volta vi sia un sospetto, nel bambino, di un qualsiasi malessere importante sia a livello fisico che psicologico e aggiungerei anche semplicemente se sta vivendo un momento di particolare stress psico-fisico. Nel caso della vaccinazione di Salk una storia di allergia è un’ulteriore controindicazione.

Quali sono per tanto i suoi consigli ai genitori insicuri sulla suddetta vaccinazione?

Prima cosa informarsi bene e da più fonti, non fidarsi solo del parere dei soliti personaggi onnipresenti in TV e valutare sempre i possibili conflitti di interessi.

La conoscenza rende liberi, soprattutto dalla paura che spesso ci inculcano in maniera immotivata i grandi media, quasi sempre asserviti a chi detiene il potere e controlla l’informazione. La stragrande maggioranza delle trasmissioni tv o dei più noti quotidiani riportano informazioni distorte, tendenziose, a volte totalmente sbagliate e senza dar spazio ad alcun reale contradditorio. Sapere che da oltre un decennio l’Europa è stata dichiarata polio-free, che da quasi 35 anni non c’è più stato un solo caso di poliomelite spontanea in Italia e che i rari casi che abbiamo avuto sono stati solo quelli conseguenti alle vaccinazioni dovrebbe lasciare ben pochi dubbi sul come comportarsi.

Se proprio si è decisi a vaccinare i propri figli aspettare più possibile (almeno i 2 anni di età) che maturi il sistema immunitario. Una cura omeopatica, prima e dopo la vaccinazione, può aiutare a ridurre il rischio di complicanze.

Ci sono delle anamnesi accurate da effettuare precedentemente alla vaccinazione per riconoscere un soggetto con deficit immunitario?

Ci sono e purtroppo raramente vengono fatte, bisognerebbe visitare ogni bambino e raccogliere una dettagliata anamnesi al fine di escludere ogni possibile stato di malessere che può aumentare enormemente il rischio di danni da vaccino. Un bambino non dovrebbe vaccinarsi se non è in ottime condizioni di salute psico-fisica.

Cosa consiglia ai viaggiatori ?

Consiglio di non recarsi con bambini piccoli in paesi dove alcune pericolose malattie sono ancora endemiche e le condizioni igienico-sanitarie sono troppo precarie.

Agli adulti consiglio di curare bene il proprio “terreno” prima di partire, rinforzando il più possibile le difese immunitarie con una corretta alimentazione, attività fisica e, ove ve ne sia la necessità, con una cura omeopatica profonda da fare prima e durante il viaggio. Sarà compito del medico poi consigliare dei rimedi omeopatici individualizzati da tenere a portata di mano che potrebbero servire durante la permanenza nel luogo in cui si va.

*APPROFONDIMENTI

Th1 e Th2?

Il sistema immunitario riceve continuamente innumerevoli input ai quali risponde in modo sia specifico che aspecifico e sia con reazioni acute che croniche.
Tra le sue reazioni, spiccano però, per frequenza e importanza, le risposte TH1 e TH2 e quella infiammatoria.

RISPOSTA TH1 E TH2

Esistono due tipi di risposta immunitaria linfocitaria: la risposta TH1 e quella TH2.
La risposta TH1 è orientata in senso citotossico nei confronti di virus e batteri. È sostenuta dall’IFN-γ (che attiva la produzione di radicali liberi, NO soprattutto, da parte dei macrofagi e inibisce la risposta TH2) e dall’IL-12 (che stimola le cellule NK a produrre IFN-γ).

È una risposta carente nei Paesi industrializzati ove prevale la risposta TH2.
La risposta TH2 è orientata in senso anticorpale ed è tipica delle malattie allergiche.

*la risposta varia in base ai virus contenuti nei vaccini (vivi o attenuati)

(https://vacciniinforma.it/?p=3370)

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Per eventuali approfondimenti su quanto scritto nella presentazione,cliccare di seguito

http://www.omeosan.it/

oppure consultare la pagina su social

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Vaccinazioni: reale rischio o beneficio? L’intervista al Dottor Miedico

Vaccini Informa ringrazia il Dottor Dario Miedico per il suo prezioso contributo in merito a questa scottante tematica. Ringraziamo per la Sua correttezza e professionalità, nella speranza che si faccia tesoro delle sue preziose risposte e considerazioni.

news

Dottor DARIO MIEDICO

Medico legale, specializzato anche in igiene ed epidemiologia, medicina del lavoro.

Segue la questione delle vaccinazioni da oltre trent’anni ed ha seguito molte decine di cause ad esse correlate.
E’ tra i fondatori dal 1972 di Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute e collabora con diverse associazioni di medici, avvocati e genitori che si battono per la libertà di vaccinazione e per la tutela dei bambini danneggiati

 

Video pubblicato il 10 marzo 2014

Di seguito L’intervento del Dottor Dario Miedico e della Dottoressa Gabriella Lesmo sul tema delle vaccinazioni e dell’abolizione dell’obbligo vaccinale per la Commissione regionale Sanità della Lombardia.

  • Alla luce delle recenti prese di posizione di alcune personalità a livello di governo, le quali hanno affermato che saranno attuate, o demandate all’ordine dei medici, misure repressive contro i sanitari che sconsigliano una profilassi vaccinale, qual è la sua posizione?

Sono assolutamente contrario a qualunque iniziativa repressiva o tendente a limitare la libertà di cura ad opera del medico di base.

Iniziative del genere non solo sono sbagliate ed antidemocratiche ma sono anche pericolosissime per la popolazione”.

 

  • Si è spesso affermato che i non vaccinati siano un pericolo per il resto della popolazione. Cosa ci può dire in merito?

“Questa affermazione è quantomeno assurda: chi si vaccina non dovrebbe avere di queste paure, a meno che non metta in dubbio l’efficacia di questa prassi, mentre chi non si vaccina evidentemente non le ha”.

 

  • Qual è la sua opinione in merito al mito della “Herd Immunity”; La vaccinazione dona una reale immunità? Quali sono i reali rischi?

“Studi scientifici portati avanti da diversi gruppi di ricerca e le stesse dichiarazioni di prestigiosi scienziati come la Dottoressa Tetyana Obukhanych  sfatano questo mito. Non vi è alcuna garanzia che i vaccini svolgano effettivamente la loro funzione, ma il rischio vero è che chi si è vaccinato si consideri immune anche quando in realtà potrebbe non esserlo”.

 

  • Ritiene possibile la trasmissione del virus a causa proprio della vaccinazione?

“È successo in passato (vedi vaccino Sabin orale attualmente sostituito) , ma non dimentichiamo il caso del virus Sirmian SV40, sospetto cancerogeno, scoperto nel vaccino antipolio solo dopo milioni di vaccinazioni eseguite”.

 

  • Le proposte di intensificazione delle vaccinazioni fanno riferimento alla presenza di nuovi focolai di patologie in qualche paese: difterite in Spagna e Polio in Ucraina;cosa può dirci in merito?

“Come una rondine non fa primavera un caso non può essere considerato né focolaio né epidemia. Questi casi andrebbero comunque sempre verificati. Il sito del Ministero riferisce che l’ultimo caso di difterite in Italia risale al 1991 ma posso assicurare, perché l’ho seguito personalmente in qualità di medico legale, che non si è trattato di difterite, mentre l’ultimo caso ufficialmente accertato di Polio è del 1982″.

 

  • Soffermandoci sui danni relativi alle vaccinazioni, quale tra queste è più temibile?

“Le vaccinazioni sono un atto sanitario, che come qualsiasi altro può portare effetti benefici ma espone anche a possibili reazioni avverse.

Per questo va valutato il rapporto tra rischi e benefici, che col mutare delle condizioni ambientali, igieniche, individuali e di effettivo rischio di contrarre la patologia per la quale si viene vaccinati, può far propendere a volte per una scelta, a volte per l’altra.

La situazione italiana di oltre 40 anni fa, ad esempio, non è minimamente paragonabile con quella attuale, e ciò dovrebbe comportare almeno una adeguata revisione del calendario vaccinale, che oltretutto è completamente difforme rispetto alla maggioranza dei paesi europei.

Le vaccinazioni comunque, una volta verificatane la necessità, andrebbero eseguite in condizioni di assoluta sicurezza, dopo aver controllato tramite specifiche indagini la mancanza di controindicazioni, riducendone il numero per inoculazione e ad una età più avanzata.

Nelle condizioni attuali, praticate senza esami preventivi, in dosi uguali per tutti, inoculando fino a sette vaccini contemporaneamente e ad un’età (a volte neppure tre mesi di vita) nella quale il peso del bambino è assolutamente inferiore a qualsiasi standard considerato valido per un adulto, e per di più con l’utilizzo di adiuvanti a loro volta molto pericolosi, possono portare a reazioni avverse anche gravi e gravissime, che si possono verificare portando danni al sistema immunitario, all’encefalo, al sistema nervoso, tutti con ulteriori possibili complicanze sia cognitive che agli altri organi“.  

 

  • Esistono i danneggiati da vaccino?

“I danneggiati da vaccino esistono, ed esiste una specifica legge dello Stato, la 210/92 che prevede un indennizzo per coloro che ne sono vittime.

Una casistica in merito, però, non viene raccolta, poiché l’indicazione di segnalare i casi di reazione avversa non viene rispettata, gli stessi casi vengono in primis ignorati o negati dagli stessi medici e la stessa scienza medica riconosce che ogni dato in merito sia ampiamente sottostimato”.

 

  • Sono possibili danni prodotti dal vaccino a causa delle caratteristiche fisiche del soggetto vaccinato. Quali sono i soggetti che non possono assolutamente sottoporsi ad una profilassi vaccinale?

Una specifica Circolare del Ministero elenca una serie di situazioni patologiche di fronte alle quali viene sconsigliata ogni forma di vaccinazione.

Il vero problema è che non solo quella lista è largamente incompleta, ma soprattutto senza analisi preventive specifiche per ogni soggetto non si è in grado di sapere se quelle patologie non sono già in incubazione o potenzialmente presenti, ad esempio per predisposizioni genetiche”.

 

  • Sostanze contenute nei vaccini; cosa sono e perché sono considerate pericolose?

“In passato nei vaccini l’adiuvante più utilizzato era il  Thimerosal, contenente mercurio.

Dopo centinaia di cause avanzate da famiglie di minori vaccinati e colpiti da reazioni avverse questo è stato parzialmente eliminato, ma sono stati introdotti altri elementi quali formaldeide, squalene, alluminio, tutti tossici ed in quantità esagerate rispetto al peso corporeo dei soggetti destinati a riceverle.

Non entro nel merito della loro cancerogenicità ma sicuramente la loro tossicità è dimostrata”.

 

  • Come mai si continua a negare l’esistenza di studi che confermano la pericolosità di alcune vaccinazioni?

“Negarne l’esistenza è impossibile, esistono, sono presenti nelle banche dati di rilievo internazionale, portano il nome ed il cognome degli scienziati che le hanno pubblicate.

In realtà è un dato certo che sono minoritarie rispetto alle pubblicazioni che invece sostengono l’innocuità o la non afferenza dei vaccini con alcune patologie.

Questo è comprensibile sia se si tiene conto del fatto che la ricerca ha progressivamente perduto la sua autonomia a favore di finanziamenti che solitamente arrivano proprio dalle industrie farmaceutiche, sia tenendo conto che della maggior parte di queste gravi patologie la scienza medica non è ancora riuscita a individuare l’esatta eziologia”.

 

  • Parliamo di prevenzione e del principio di cautela.  Quale l’età migliore per vaccinare un bambino? Condivide la necessità di esami prevaccinali? Quali sono e quali consiglia, sempre a proposito di una corretta anamnesi preventiva? Nel caso di una corretta anamnesi familiare invece quali malattie giudica importanti e rilevanti nei confronti del soggetto da vaccinare?

“Non esistono indicazioni di carattere generale che vadano bene per qualunque situazione.

Se una coppia di genitori decide di optare per la vaccinazione, eseguirà quelle che a suo giudizio possono rappresentare il maggior pericolo, considerando anche l’età del piccolo e fornirà al medico vaccinatore tutti gli elementi necessari per una corretta anamnesi sia individuale che familiare.

Sicuramente una serie di test potrà fornire indicazioni sia relativamente ad una situazione anticorpale già maturata sia rispetto ad eventuali controindicazioni non individuabili altrimenti.

A mio giudizio più si va avanti con l’età minori sono i rischi di reazione avversa”.

 

  • Quanto hanno inciso le vaccinazioni nell’eradicazione di alcune patologie  o quantomeno nella loro sensibile riduzione?

Ritengo che la disponibilità di acqua potabile, una sufficiente alimentazione, l’uso di fognature e di abitazioni adeguate ecc. ecc. siano le reali condizioni che hanno di fatto debellato la maggioranza delle malattie infettive.

Le vaccinazioni hanno sicuramente avuto un ruolo, come ad esempio gli antibiotici (non per questo avrebbe senso l’obbligo di utilizzo di questi ultimi per “prevenire” tonsilliti ed influenze).

Oggi, anche quando alcune di esse si manifestano o si dovessero manifestare, la capacità di un immediato isolamento, le terapie sempre aggiornate e una eventuale immunizzazione del gruppo di contatto possono essere giudicate sufficienti ad affrontarle”.

 

  • Andrew Wakefield e le sue affermazioni. I giornali, ma anche le affermazioni degli esponenti del Ministero richiamano il caso Wakefield, sostenendo che le paure di chi si oppone alla vaccinazione nascono dal caso di uno studio pubblicato su Lancet ma in seguito smentito dallo stesso autore. Cosa è successo veramente?

“Bisogna ricordare che il Dr. Wakefield insieme al Dr. Smith pubblicò i risultati di uno studio che correlava l’autismo alla vaccinazione anti MMR, che in seguito venne giudicato falso e con vizi nella costruzione dello studio stesso.

Il Dr. Wakefield, in seguito alla successiva espulsione dall’Ordine dei Medici inglesi, preferì trasferirsi a proseguire la sua attività negli USA, mentre il coestensore si appellò, vinse la causa e venne reintegrato nel suo ruolo.

Ma più che quello studio, al quale non ha senso fare riferimento, oggi ci si riferisce a quelli di altri scienziati i quali, come Il Dr. Steve Walker e colleghi, dimostrano la presenza di variazioni molecolari nei tessuti intestinali dei bambini con diagnosi di autismo.

Anche la Dottoressa Theresa Deisher afferma che  l’autismo troverebbe correlazione con i frammenti di DNA umano contenuto nei vaccini.

Queste ricerche dovranno essere sviluppate e solo successivamente si potranno esprimere pareri più adeguati”.

 

  • Ma a suo parere le malattie infettive, possono essere davvero debellate?

Si, e lo dimostra la storia dell’uomo e della medicina.

Basta pensare a malattie terribili come la Peste, la Lebbra, Il Vaiolo, ma anche la Malaria ed il Colera in Italia, scomparse senza che per alcune di esse sia mai stato utilizzato un vaccino”.

 

  • Ma cosa significa debellate? Che non esistono più?

“No, la maggioranza delle malattie infettive esistono ancora, ma l’importante è avere la capacità di tenere sotto controllo eventuali casi sporadici per impedire che i singoli casi possano trasformarsi in vere epidemie”.

 

  • In conclusione secondo lei attualmente i vaccini sono da considerare superati?

“No, i vaccini rappresentano una profilassi sanitaria importante, ma devono essere utilizzati esclusivamente per casi individuali, individuati come a rischio, ad esempio per viaggiatori che si recano all’estero in zone dove alcune patologie gravi sono tutt’ora presenti o per operatori sanitari costretti ad intervenire su malattie infettive estremamente contagiose, o di massa ma solo in presenza di reali rischi di epidemie e quando le stesse non fossero altrimenti contrastabili”.

 

studi

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Vaccinati ed epidemie: un reale fallimento sostenuto inequivocabilmente dalle prove epidemiologiche.

Come mai in Cina ci sono epidemie di morbillo nonostante l’altissima percentuale di vaccinati? La copertura raggiunge il 99%.

Forse qualcuno dovrebbe illuminarci in merito

vero falso

 

Aggiornamenti novembre 2015

Focolaio di parotite in Norvegia tra studenti vaccinati

  • http://www.thelocal.no/20151127/norway-facing-mumps-epidemic-students

Fonte riportata a fine articolo datato settembre 2014

(potrete accedere ai correlati mediante i tag)

La Cina conta la maggioranza dei vaccinati rispetto a tutto il mondo e la vaccinazione contro il morbillo sebbene obbligatoria lascia qualche perplessità.

Come mai questo paese ha visto numericamente maggiori focolai rispetto ad altri paesi? Si parla di oltre 700 focolai dal 2009 e 2012.

Un recente studio pubblicato su  PLoS  intitolato “Difficoltà ad eliminare il morbillo, rosolia e parotite: uno studio trasversale” , ha portato alla luce l’inefficacia evidente della suddetta vaccinazione.

Secondo lo studio, la copertura raggiunge il 99 % tuttavia l’incidenza  di queste malattie rimane altissima.

Nonostante gli alti tassi,questo “esperimento” ha palesemente mancato gli obiettivi.

Zhejiang è una provincia costiera orientale della Repubblica popolare cinese e conta ben 55 milioni di abitanti. Tutti i bambini lì ricevono una prima dose obbligatoria a 8 mesi e successivamente a 18-24 mesi.

Nel nuovo studio i ricercatori hanno analizzato un sottogruppo composto da 1.015 abitanti di Zehjiang e hanno scoperto che, nonostante i recenti focolai, il 93,6% dei soggetti risultava essere sieropositivo per gli anticorpi contro il morbillo; avevano quindi degli anticorpi protettivi presumibilmente indotti dal vaccino, eppure,nonostante questa “protezione” l’8,6 % dei soggetti ha sviluppato la malattia.

Un altro studio recente, pubblicato nell’autorevole  Bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha esaminato i recenti focolai di morbillo avvenuti in tutta la Cina scoprendone il numero altissimo:  ben 707 focolai di morbillo nel Paese sono stati registrati tra il 2009 e il 2012, con un trend di forte rialzo nel 2013.

“Il numero di casi di morbillo segnalati nei primi 10 mesi del 2013  è stato tre volte maggiore rispetto all’intero 2012. “

Questo è tanto più strano se si considera che dal 2009 la prima dose copriva oltre il 90% della popolazione. A rigor di logica ci si aspettava il contrario, ovvero la diminuzione dell’incidenza di questa malattia,divenuta oggi,una vera pandemia.

Chiaramente viene messa in dubbio l’efficacia della vaccinazione e il classico concetto dell’immunità di gregge portato avanti da una parte della comunità scientifica,viene smascherato e sostenuto inequivocabilmente dalle prove epidemiologiche.

Questo studio mette in discussione la stessa giustificazione primaria per i vaccini e non senza motivazione.

Il fallimento di titoli anticorpali indotti dal vaccino per la “protezione contro le malattie” non ha molto senso se si considera l’ efficacia dello stesso vaccino.

LA STORIA SI RIPETE

viccinazione

L’obiettivo dell’OMS, ovvero quello di eliminare il morbillo in Cina attraverso la vaccinazione obbligatori non è riuscita.

Nel 2005, il Comitato Regionale dell’OMS stabilì nell’anno 2012, l’obiettivo dell’eliminazione completa da tutte le regioni del morbillo; questa la motivazione che portò il Ministero della Sanità cinese all’obbligatorietà della suddetta vaccinazione.

Un anno dopo, nel 2006, la Cina ha sviluppato una serie di strategie di vaccinazioni di massa per l’esecuzione ed il mantenimento di tale obiettivo.

Eppure, nonostante l’attuazione di questa massiccia pratica vaccinale obbligatoria attraverso una multipla vaccinazione (MPR) i focolai hanno continuato ad affliggere i vaccinati:

“Focolai di morbillo nel 2008, contanto ben 12.782 casi segnalati.  Dal 2009 al 2011, l’incidenza del morbillo è rimasta elevata e allo stesso modo, l’incidenza della parotite è aumentata nel 2007 e 2008. Infine, i casi segnalati di rosolia sono 3284-4284 nel 2007 e il 2011, con un incremento esponenziale. Pertanto, l’eliminazione del morbillo ed il controllo della parotite e rosolia sono delle urgenti priorità che riguardano la salute pubblica nelle regioni locali. “

A questo punto oseremmo dire che questa pratica vaccinale è stata una vera e propria sconfitta non solo per il Ministero della sanità cinese,ma per tutta la comunità scientifica che omette la realtà sulla inefficacia della vaccinazione.

La veridicità dei casi e degli studi si scontra ancora una volta con gli obiettivi delle istituzioni e dei vertici, i quali continuano a raccomandare la pratica vaccinale nonostante sia palese la sua sconfitta.

Infatti anche l’ultimo studio si conclude con la raccomandazione della vaccinazione MMR. Essi inoltre suggeriscono oltre alla suddetta, anche una campagna di vaccinazione per gli adolescenti, gli anziani  e soprattutto le giovani donne (un pò come avviene da noi per l’influenza ed altre malattie).

Questo approccio intellettualmente disonesto e insensibile, infatti, è colpevole dell’espansione di un folle tentativo di immunizzazione  il quale non terrà conto dell’incremento esponenziale dell’autismo e di  molteplici patologie autoimmuni già frequenti nella popolazione,per non parlare della mortalità infantile.

Il CDC cosa può dirci in merito?

william-thompson-cdc

Naturalmente, non possiamo non menzionare la più grande omissione dei nostri tempi ovvero le dichiarazioni del Dottor William Thompson  il quale cerca di far luce ancora oggi sul comportamento errato del CDC.

Quanti di questi neonati e bambini cinesi saranno sottoposti ad una regressione dello sviluppo neurologico o ad altri danni a seguito della vaccinazione MMR?

  • http://www.globalresearch.ca/why-is-china-having-me…/5404067

 

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ASTRATTO

Secondo Tetyana Obukhanych, della School of Medicine della Stanford University, il vaccino contro il morbillo funziona come previsto, con solo il 25% della popolazione, lasciando la maggior parte degli adulti vaccinati da bambini, con poca o nessuna protezione.I pericoli si estendono ai bambini che, come l’USA Today sottolinea, sono troppo giovani per essere vaccinati. Questi membri del tutto indifesi, dipendono dagli anticorpi ereditati dalle loro madri. Le madri precedentemente vaccinate, hanno pochi anticorpi, privando così i loro bambini della giusta protezione.

L’unico modo provato e veritiero, per salvaguardare i loro bambini , resta il modo naturale: la madre dovrà contrarre il morbillo in maniera naturale.In realtà, la herd immunity ,esisteva prima dell’introduzione del vaccino.

Praticamente il 100% della popolazione ha contratto il morbillo, dando a tutti l’immunità per tutta la vita  e così anche alle future mamme i mezzi, per proteggere la loro prole. Gli scienziati del 1960 non si sono resi conto che vaccinandoci contro il morbillo,ci avrebbe dato delle deboli o inesistenti difese del nostro sistema immunitario.

Ironia della sorte, il Public Health Service, ha sempre considerato il morbillo,non particolarmente pericoloso,già in epoca pre-vaccino. “Le complicanze sono rare e, con adeguate cure mediche, la fatalità è rara . L’Immunità seguente al recupero è solida e permanente nella durata; il suo capo di epidemiologia, Alexander Langmuir, ha riconosciuto una ” base epidemiologica per l’eradicazione del morbillo nel 1967. ”

Perché, allora, ha deciso di voler “debellare” questa malattia, generalmente innocua e non mortale?

La Herd immunity, suona bene in teoria. Ma, come ha concluso la Dott. Obukhanych, “Le aspettative della teoria genealogica dell’ immunità sono destinati a fallire nel mondo reale.”

I medici e i funzionari della sanità pubblica sono a conoscenza che gli individui vaccinati di recente possono diffondere la malattia e che il contatto con le persone immunodepresse può essere molto pericoloso.

A tal proposito, la Guida per i pazienti dell’ospedale Johns Hopkins in caso di immunodepressione raccomanda di “evitare il contatto con i bambini che sono stati vaccinati di recente” e di “chiedere agli amici e ai parenti che sono malati o che sono stati vaccinati da poco con un vaccino a virus vivi (come la varicella , il morbillo, la rosolia , l’influenza intranasale , la poliomielite e il vaiolo ) di non fargli visita.

L’evidenza scientifica dimostra che individui vaccinati con vaccini a virus vivi, come il MPR (morbillo, parotite e rosolia), rotavirus, varicella, herpes zoster e influenza possono diffondere il virus per molte settimane o mesi ed infettare vaccinati e non vaccinati, nello stesso modo.

Inoltre, I vaccinati possono essere portatori di malattie nel cavo naso-faringe e infettare altre persone seppur senza presentarne i sintomi.

Entrambi, vaccinati e non vaccinati, sono a rischio esposizione da parte di chi è stato vaccinato recentemente. I fallimenti vaccinali sono diffusi; l’immunità indotta dal vaccino non è permanente e recenti epidemie di malattie come la pertosse, parotite e morbillo, hanno avuto luogo in popolazioni completamente vaccinate.

Adulti hanno contratto la polio da bambini vaccinati da poco. Un padre di Staten Island è finito sulla sedia a rotelle dopo aver contratto la polio mentre cambiava il pannolino a sua figlia. Nel 2009 una sentenza ha stabilito l’assegnazione di 22.5 milioni di dollari

“Iil fallimento vaccinale e il non voler riconoscere che i vaccini a virus vivi possono diffondere la malattia hanno provocato un aumento di epidemie di malattie infettive sia in individui non vaccinati che vaccinati” sostiene Leslie Manookian, produttrice di The Greater Good. “Il CDC dovrebbe istruire I medici che somministrano I vaccini ad informare I propri pazienti riguardo i rischi che chi si è vaccinato da poco fa correre al resto della popolazione”

Stando alla Fondazione Weston A.Price, la migliore protezione contro le malattie infettive è un sistema immunitario in salute, supportato da un adeguato apporto dI vitamine. Bambini ben nutriti si riprendono facilmente da malattie infettive e raramente sviluppano complicazioni.

Fonte

https://vacciniinforma.it/?p=1183

Note

[1] Zhifang Wang, Rui Yan, Hanqing Egli, Qian Li, Guohua Chen, Shengxu Yang, Enfu Chen.

Difficoltà ad eliminare il morbillo e controllare la rosolia e parotite: uno studio trasversale.  PLoS One.  2014; 9 (2): e89361. Epub 2014 febbraio 20.  PMID:  24586717

La vaccinazione e l’immunità alle malattie infettive. Anderson RM, RM maggio Natura. 1985 28 novembre-4 dicembre; 318 (6044): 323-9. [PubMed]

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“Herd immunity? E’ un mito”; le conferme del Dr. Russell Blaylock

“Herd immunity? E’ un mito”

Lo conferma il Dr. Russell Blaylock MD

Le vaccinazioni possono portare a danni permanenti


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Durante i primi due anni di vita, il cervello di un bambino si sviluppa ampiamente, in particolare percorsi utilizzati e attraverso funzioni come il pensiero, l’apprendimento, l’attenzione, la memoria, il controllo sociale, e il linguaggio.

Mentre l’80 per cento di crescita del cervello si completa verso 4 anni, i lobi frontali continuano a svilupparsi fino a circa 26 anni.
Questo spiega perché statisticamente ci siano diversi tipi di disturbi mentali durante l’adolescenza. Gli studi dimostrano anche che gravi disturbi mentali possano insorgere molto presto nella vita, anche durante l’infanzia o addirittura nel grembo materno.
Il Dr. Russell Blaylock spiega anche tutto ciò;
“Sono convinto che il programma e la profilassi vaccinale interferisca con questo sviluppo. I risultati sono comportamenti antisociali, scarsa capacità di giudizio, e difficoltà di apprendimento”.
  • PER LEGGERE ALTRI ARTICOLI
  • http://www.newsmax.com/Archives/Health/Dr-Blaylock/189/2015/4/

Il dottor Blaylock è un neurochirurgo, autore e docente. Ha frequentato la  LSU di Medicina di New Orleans, Louisiana ed ha completato il suo tirocinio neurochirurgico presso il Medical University of South Carolina a Charleston, South Carolina.

***Per non dimenticare la realtà forniamo di seguito un grafico interessante a cui abbiamo dedicato una inchiesta sul falso mito della vaccinazione con fonte a seguire***

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Coloro che sono attenti hanno notato una tendenza pericolosa negli Stati Uniti, così come in tutto il mondo e sarebbe  il ricorso dei vari governi sull’imposizione della profilassi vaccinale ad ogni costo e in modo coercitivo.

***Fonte a seguito e aggiornamenti sulle votazioni della proposta di legge sb 277***

 

Lo stato del Mississippi ammette le esenzioni dalla profilassi vaccinale solo su raccomandazione medica. Peggio sono gli Stati Uniti; nel Massachusetts, New Jersey e Maryland, le vaccinazioni sono forzate  o vengono delegate dai tribunali o dal legislatore statale. Tutte queste politiche coercitive somigliano a quelle politiche che alimentano gli imperi nazionalsocialisti, i paesi stalinisti, o la Cina comunista.

Esiste la herd immunity?

Nella descrizione originale del concetto “herd immunity”, la protezione della popolazione in generale si è verificata solo quando le persone hanno contratto le infezioni in maniera naturale attestando una permanente immunità (rimane per tutta la vita), come afferma anche la Dr Tetyana Obukhanych.

I sostenitori del vaccino hanno rapidamente afferrato questa verità,applicandola nei loro concetti a favore della vaccinazione; purtroppo una problematica era stata tralasciata:

– l’immunità indotta dal vaccino dura solo per un periodo relativamente breve, da 2 a 10 anni al massimo, e quindi questo vale solo per l’immunità umorale. Questo è il motivo per cui hanno cominciato, in silenzio, a suggerire dei booster ovvero i “richiami”,per la maggior parte dei vaccini, anche quelli riguardanti le infezioni infantili comuni come la varicella, morbillo, parotite e rosolia.

Poi hanno scoperto un problema ancora maggiore; i booster sono stati duraturi per soli 2 anni o meno. Questo è il motivo per cui stiamo assistendo a livello politico alle richieste di maggiori profilassi per gli studenti universitari.

L’immunità indotta dal vaccino  è per lo più un mito.

“Quando ero uno studente –spiega il Dr Russell Blaylock– studiavo e ci veniva trasmesso il concetto dell’immunità duratura grazie alla pratica vaccinale”.

Questo pensiero esiste da oltre 7 anni,ma è anche altrettanto vero che “la maggior parte di questi vaccini perdono la loro efficacia da 2 a 10 anni”; anche questo concetto è conosciuto ma omesso,chissà come mai.

Ciò significa che almeno la metà della popolazione, cioè i figli delle prime “cavie” sottoposte al boom della profilassi vaccinale, hanno avuto l’immunità indotta dal vaccino contro una di queste malattie per le quali erano stati vaccinati. In sostanza, almeno il 50% o più della popolazione sarebbe dovuta essere protetta per decenni.

Se ascoltiamo le linee guida del governo,oggi saremmo tutti a rischio di epidemie di massa risorgenti trovandosi con una percentuale di copertura che va al di sotto del 95% .

Tuttavia, abbiamo tutti vissuto per almeno 30 a 40 anni con una percentuale del 50% o meno della popolazione con protezione da vaccino.

La herd immunity non esiste in questo paese da molti decenni, eppure si sono verificate epidemie risorgenti. La herd immunity indotta dal vaccino, è una menzogna usata per spaventare i medici, i funzionari della sanità pubblica,e soprattutto la popolazione cui attraverso il terrore si sottopone spontaneamente a questa profilassi senza la minima voglia di informarsi.

***QUANTE OMISSIONI E BUGIE…POLITICA DEL TERRORE SI CHIAMA QUESTA***

 

pinocvchio


Quando esaminiamo la letteratura scientifica, leggiamo (per molti dei vaccini) che l’immunità protettiva andava dal 30 al 40%, il che significa che il 60-70%  della popolazione non avesse una minima protezione. Questo vuol dire che l’efficacia data dal tasso di vaccinazione (del 30-40%, in combinazione con la perdita dell’ immunità che la maggior parte delle persone “acquisisce” dai 2 ai 10 anno dopo la vaccinazione), per essere tale ha bisogno della massima percentuale di copertura; per questo motivo la comunità scientifica (una parte) si batte  per avere il 95% dei tassi di copertura. Secondo il loro concetto, un 95% di copertura vaccinale basterebbe all’intera comunità,insistendo coercitivamente oramai per altre strade.

Continuano le dichiarazioni del Dr Russell Blaylock

“Ho conosciuto diverse persone e lavoratori nelle agenzie di regolamentazione e dipartimenti di sanità pubblica che vorrebbero parlare, ma sono così intimidite e minacciate di licenziamento, così da rimanere in silenzio. Per quanto riguarda i media, sono assolutamente incompetenti.

Ho visto l’incompetenza dei “giornalisti” (ne esistono pochi e veri giornalisti) i quali,raramente capiscono ciò che fanno. La maggior parte del tempo che impiegano organi come i Centers for Disease Control o le varie università mediche nel cercare risposte che già abbiamo.

Non riesco a contare il numero delle volte in cui ho visto capi di dipartimenti universitari essere intervistati e parlare senza la minima idea dell’oggetto di discussione.

Nessuno perderebbe l’occasione di apparire in video,finire sui media e giornali.

Ovviamente ringraziamo i professionisti, i quali continuano a divulgare il corretto materiale pur essendo sotto controllo dagli stessi produttori”.

 

 

John Jewkes, nel suo libro Ordeal by Planning , ha osservato che i collettivisti britannici iniziarono a vedere opposizione ai loro grandiosi piani,reagendo in maniera aggressiva. Hanno poi avviato una campagna contro i loro avversari, incolpandoli sul fallimento e sulla riluttanza del popolo ad accettare tutto senza porsi alcuna domanda.

La popolazione sta prendendo coscienza e questo non è una buona cosa per i vertici,la realtà è questa.

Oltre al resto,la loro grande paura è che il pubblico possa scoprire il fatto che la maggior parte dei vaccini siano contaminati da un numero di virus noti e ancora da scoprire, batteri, frammenti virali, e frammenti di DNA / RNA; inoltre, la nostra scienza dimostra che questi contaminanti potrebbero portare allo sviluppo lento di una serie di malattie degenerative (comprese quelle riguardanti il cervello).Questo è raramente argomento di discussione, ma di grande importanza in questo dibattito.

L’idea che gli adulti ed i loro bambini sarebbero costretti a procedere in maniera coercitiva alla profilassi vaccinale senza alcuna esenzione di nessun motivo (nemmeno medica) è terrificante.

  • Nessuna agenzia di regolamentazione sta studiando l’aumento delle malattie croniche nei vaccinati chiedendosene il motivo,ma abbiamo prove inconfutabili di una elevatissima percentuale di tutte le malattie autoimmuni, malattie neurodegenerative, e alcuni tipi di cancro in concomitanza con l’aumento dei tassi di vaccinazione.
  • Di particolare interesse è la constatazione che molti degli organismi contaminanti possano passare di generazione in generazione.

Ad esempio, nuovi studi hanno trovato che SV-40, uno dei principali contaminantI del vaccino antipolio fino al 1963, esisteva non solo come  virus latente per tutta la durata dell’esposizione al medesimo vaccino; lo stesso veniva trasmesso alla generazione successiva. Questo significa che ogni generazione d’ ora in poi sarà infettata da questo virus noto come cancerogeno.

  • Ci sono anche prove -convincenti- che alcuni vaccini antipolio costruiti dopo il 1963 possano contenere il virus SV-40.

Ciò che rende preoccupante la contaminazione del SV-40, cancerogenicità a parte,è l’incidenza e la sua   associazione con tanti tipi di cancro – tra cui il mesotelioma, il medulloblastoma, ependimoma, meningioma, astrocitoma, oligodendroglioma, pituitaria adenoma, glioblastoma, osteosarcomi, linfoma di Hodgkins, carcinomi tiroidei papillari, e carcinomi tiroidei.

UN ASTRATTO DELL’ARTICOLO CON FONTE DI SEGUITO

Virus Simian 40 (SV40) : un Cancro causato da questo Virus . Nel mirino i Vaccini approvati dalla FDA.

 

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Il governo federale ha fatto di tutto per “coprire” questa associazione, nonostante le prove scientifiche dicano il contrario.

Ci sono voluti più di 40 anni solo per arrivare a questo punto.

Collegamenti tra vaccini e danni,le varie contaminazioni,la cancerogenicità,il drastico aumento delle malattie neurodegenerative,questa è la verità omessa dal governo e dai media.

Il fatto che i potenti, le fondazioni enormemente ricche, come quella di Bill e Melinda Gates Foundation, e la serie di fondazioni Rockefeller, sostengono fortemente -chissà come mai- il potere della vaccinazione. Conosciamo bene il controllo della famiglia Rockefeller  in tutte le principali aziende farmaceutiche.

ALLEGATI

I ricercatori del CDC costretti a mentire riguardo il mercurio contenuto nei vaccini.

CDC: menzogne e frode,una nuova relazione rimossa dai principali media

OMS: ci si può fidare? I conflitti d’interesse ed una sovranità assoluta.

 

Queste fondazioni operano nell’ombra, influenzando la legislazione e il lavoro governativo attraverso l’Organizzazione Mondiale della Sanità e dei singoli enti governativi.

Dietro ogni richiesta di vaccinazioni coercitiva,troviamo la realtà di quelle che vengono chiamate “donazioni” che lucrano sulla pelle e la salute della popolazione.

Fonte

http://therefusers.com/refusers-newsroom/herd-immunity-from-vaccination-is-a-myth-by-dr-russell-blaylock-md/#.VTm419Ltmkq

 

 

ARTICOLI CORRELATI 

Il concetto di “immunità di gregge”  materializzato nel 1930, quando la Johns Hopkins University Arthur Hedrich scoprì che, dopo la contrazione del morbillo del 55% della popolazione di Baltimora  (e quindi l’immunità al morbillo), il resto della popolazione, o “branco”, è diventata protetta. Questo concetto fornisce le odierne motivazioni, per insistere che tutti siano vaccinati.

I Focolai di morbillo si verificano anche quando la popolazione vaccinata supera il 95%.

  • https://vacciniinforma.it/?p=1183

 

SI CONTINUA AD AFFERMARE:

“I soggetti vaccinati riducono la circolazione dei virus e dei batteri responsabili delle malattie e diminuiscono la possibilità che i non vaccinati possano ammalarsi. Questa “immunità di gruppo” (o di gregge o di branco) si “realizza” quando il 95% della popolazione è vaccinata contro una determinata malattia.”
Esistono però alcuni dati contradditori che necessiterebbero di spiegazioni da parte degli esperti. Segue nell’articolo

  • http://www.informasalus.it/it/articoli/gregge-sua-immunita.php

Vaccinazioni: E ‘immunità scienza mandria o propaganda?

  • http://sanevax.org/vaccinations-is-herd-immunity-science-or-propaganda/
  • http://thepeopleschemist.com/reasons-dont-vaccinate-children-vaccine-supporters-shouldnt-give-shit/
  • http://therefusers.com/…/vaccines-neurodevelopment…/…
  • Questo articolo è un estratto della carta parte dal Dr. Russell Blaylock, “Il pericolo di vaccinazione eccessiva durante lo sviluppo del cervello: il caso di un collegamento a disordini dello spettro autistico (ASD)”, pubblicato nel Medical Veritas nel 2008. Per leggere l’articolo nella sua interezza, visitare il sito: www.blaylockreport.com.
  • https://scholar.google.it/scholar…
  • http://www.newsmax.com/…/children…/2014/01/02/id/544784/
  • PER LEGGERE ALTRI ARTICOLI
  • http://www.newsmax.com/Archives/Health/Dr-Blaylock/189/2015/4/
  • I vaccini danneggiano il sistema immunitario: lo studio del dott. Kremer
  • Vaccinazione e Immunità; parla la Dott.sa Obukhanych
  • Vaccinazioni: un danno al sistema immunitario

 

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La diffusione delle malattie e i soggetti vaccinati; fonti e studi a confronto

La diffusione delle malattie e i soggetti vaccinati.

I funzionari della sanità pubblica conoscono il vero: i soggetti vaccinati di recente sono “causa” di diffusione delle malattie.

ULTIMAMENTE I MEDIA E I GIORNALI HANNO INIZIATO UNA VERA E PROPRIA CACCIA ALLE STREGHE AFFERMANDO CHE IL CALO DELLE VACCINAZIONI E I NON VACCINATI, SIANO RESPONSABILI DELLA DIFFUSIONE DI PATOLOGIE PER LE QUALI TANTO SI E’ LOTTATO PER L’ERADICAZIONE.

QUESTA NOTIZIA TRADOTTA E RIPORTATA DAL GLOBE NEWSWIRE (Washington) DOVREBBE FORSE FARCI RIFLETTERE; A VOI LA SCELTA.

 

Aggiornamento fonti Giugno 2015

Epidemia di varicella in una popolazione prescolare altamente vaccinata.

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26072038

 

media lavaggio di testa

I medici e funzionari della sanità pubblica sono a conoscenza del fatto che i soggetti recentemente vaccinati possano diffondere le patologie per le quali vengono sottoposti a vaccinazione, e che il contatto con chi è immunocompromesso può esser particolarmente pericoloso. Ad esempio, la guida ai pazienti “Johns Hopkins” avverte di “evitare il contatto con i bambini che vengono vaccinati di recente» e di «domandare ad amici e parenti che sono malati, o che recentemente si sono sottoposti a vaccinazione con virus vivi e/o attenuati (come la varicella, il morbillo, la rosolia, l’influenza, la poliomielite o il vaiolo) di evitare d’andare in visita”. 

Una dichiarazione sul sito web dell’ospedale St. Jude mette in guardia informando  inoltre i genitori di evitare qualsiasi visita ai bambini sottoposti a trattamenti per il cancro da parte di chiunque sia stato sottoposto a vaccinazione antipolio o antivaiolosa nelle quattro settimane antecedenti, a vaccinazione antinfluenzale nella settimana antecedente, ed a chiunque abbia manifestato eruzioni cutanee dopo la vaccinazione contro la varicella o MPR (morbillo, parotite, rosolia).  2

“La comunità di sanità pubblica sta incolpando bambini non vaccinati per l’epidemia di morbillo a Disneyland, ma l’insorgenza della malattia potrebbe semplicemente essersi verificata a causa del contatto con un soggetto vaccinato recentemente,” dice Sally Fallon Morell, presidente della Weston A. Price Foundation.

La Fondazione promuove una dieta sana, stile di vita salutare e la libertà di scelta medica per i genitori ei loro figli.

  • “Le evidenze e le prove  indicano che gli individui recentemente vaccinati debbano essere messi in quarantena in modo da proteggere chi è loro intorno.”

Evidenze scientifiche dimostrano che gli individui vaccinati con vaccini a virus vivi o attenuati, quali MPR (morbillo, parotite e rosolia), rotavirus, varicella, herpes zoster e influenza possono diffondere il virus per molte settimane o mesi dopo e infettare alla stessa maniera individui vaccinati la cui copertura immunitaria sta terminando e quelli non vaccinati. 3,4 , 5,6,7,8,9,10.11.12

Entrambi i soggetti vaccinati possono essere portatori asintomatici delle patologie; indipendentemente dallo stato vaccinale è stato un fallimento sia l’immunizzazione che la protezione per altri tipi di soggetti. Esatto,questo è un vero fallimento.

Il fallimento vaccinale è più diffuso di quanto si crede: l’immunità indotta dal vaccino non è permanente e recenti epidemie di malattie come la pertosse, la parotite ed il morbillo si sono verificati nelle popolazioni completamente vaccinate. 16,17

Coloro che si sottopongono abitualmente al vaccino antinfluenzale diventano più suscettibili alle infezioni future.18,19

Gli adulti possono contrarre la poliomielite dai bambini che vengono vaccinati. Un padre da Staten Island finì su una sedia a rotelle dopo aver contratto la polio cambiando il pannolino di sua figlia. Ha ricevuto un indennizzo economico pari a 22,5 milioni di dollari nel 2009.20,21

«Il fallimento vaccinale e la negazione nel riconoscere che i vaccini a virus vivi e/o attenuati possano diffondere la malattia, hanno portato ad un aumento dei focolai di malattie infettive in soggetti sia vaccinati che non» afferma Leslie Manookian, produttore di The Greater Good.

«I CDC debbono istruire i medici che somministrano le vaccinazioni ad informare i pazienti circa i rischi per gli altri da parte di coloro recentemente vaccinati» (Consenso Informato).

Secondo la fondazione Weston A. Price Foundation “Weston A. Price”, la migliore protezione contro le malattie infettive è un sistema immunitario sano, sostenuto da un’adeguato supporto di vitamine A e C.

  • I bambini ben nutriti hanno recuperi rapidi dalle malattie infettive e raramente si verificano complicazioni

Il numero di decessi per morbillo è sceso da 7575 nel 1920 (dai 10.000 all’anno costanti dal 1910) a una media di 432 ogni anno nel 1958-1962,22
Il vaccino è stato introdotto nel 1963. Tra il 2005 e il 2014, non ci sono stati decessi morbillo negli Stati Uniti mentre sono presenti nel Vaers le segnalazioni inerenti a 108 decessi in seguito alla vaccinazione MPR. 23


ALLEGATI

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ALLEGATI ALLE FONTI PRECEDENTI,VERRANNO FORNITI ALCUNI ASTRATTI TRADOTTI

  • FONTE http://cid.oxfordjournals.org/

Epidemia di morbillo tra le persone vaccinate; New York 2011

Metodi. Sono stati studiati i casi sospetti ed esposti durante un’epidemia di morbillo a New York City nel 2011. I casi sono stati confermati dalla rilevazione di dati specifici (IgM e / o RNA). I test per il morbillo IgG, avidità delle IgG, misurazione di titoli anticorpali neutralizzanti, e genotipizzazione, sono stati eseguiti per caratterizzarne i casi.

Risultati. Il caso indice era stato vaccinato con due dosi. Su 88 contatti, quattro casi secondari furono confermati aver contratto il morbillo (avevano entrambi ricevuto due dosi di vaccino contenente morbillo/ anticorpi positivi IgG). Tutti i casi in laboratorio,in seguito,hanno avuto la conferma di infezione da morbillo e con valori degli anticorpi IgG tali da caratterizzarne una risposta immunitaria secondaria.

Conclusioni. Questo è il primo rapporto di trasmissione del morbillo da un individuo vaccinato due volte. Questa epidemia sottolinea la necessità di approfondire  tramite indagini di laboratorio i casi di morbillo indipendentemente dallo stato vaccinale.


test


Rilevamento (RNA) del virus del morbillo in campioni di urina di soggetti vaccinati.

FONTE  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/

Astratto

Tramite le analisi dei campioni di urina (utilizzando test come la  trascrittasi inversa “PCR”  la quale stata valutata come un test rapido per identificare i soggetti con infezione da virus del morbillo). Per lo studio, sono stati utilizzati campioni di urina ogni giorno da bambini di 15 mesi e da adulti vaccinati. Nel complesso, l’RNA del virus del morbillo è stato individuato in 10 dei 12 bambini durante il periodo di campionamento di 2 settimane. In alcuni casi, l’RNA del virus del morbillo è stato individuato sin dal 1 ° giorno o più tardi 14 giorni dopo la vaccinazione. Inoltre,il  virus è stato anche rilevato nei campioni di urina di tutti e quattro i giovani adulti tra 1 e 13 giorni dopo la vaccinazione. Questo test permetterà studi continui della trasmissione del virus del morbillo e, si spera, fornirà un rapido mezzo per identificarne l’infezione, specialmente nei casi lievi o asintomatici.

PMID:
7494055
[PubMed – indexed for MEDLINE]


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Vaccini: Cosa non conosciamo? Storia,tabelle e grafici mai visionati

Vaccini: cosa ci è stato omesso?

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Aggiornamento Fonti Ottobre 2015

“Interventions with vaccines and vitamin A have non-specific effects on child survival, i.e. effects not explained by prevention
of specific diseases or deficiency”

La maggior parte degli interventi eseguiti nell’infanzia (vaccinazioni, vitamine,micronutrienti etc) nei paesi a basso reddito, sono stati creati per una vita “migliore”.
Tuttavia, di solito questi interventi sono stati studiati e perciò conosciuti SOLO sugli effetti specifici e NON per i loro effetti complessivi sulla morbilità e mortalità.

In molte situazioni infatti, gli effetti sulla popolazione sono stati molto diversi dalle aspettative.
Come mai?
In realtà le aspettative sono una cosa,le osservazioni un’altra : il sistema immunitario previene di per sè,molto più che attraverso qualsiasi intervento esterno.

http://ije.oxfordjournals.org/content/43/3/645.abstract?sid=55d57633-466b-4d47-b82c-dc2e8207a662

PDF gratuito ed accessibile

http://ije.oxfordjournals.org/content/43/3/653.full.pdf+html

 

Nella letteratura medica, si esaltano da sempre le virtù della vaccinazione. Dopo aver letto questi libri, si rimane con l’impressione che nel corso del 1800 e nel 1900,esistessero piaghe rampanti che hanno provocato la morte a decine di persone,ma grazie ai vaccini,successivamente la realtà cambiò.

Questo è certamente quello in cui da sempre abbiamo creduto.Questa “verità” nella società è come ben sappiamo, un dato di fatto.

(Roman Bystrianyk & Suzanne Humphries, MD)

“E ‘difficile sottovalutare il contributo della vaccinazione per il nostro benessere. È stato stimato che se non fosse per le vaccinazioni infantili (contro difterite, pertosse, morbillo, parotite, il vaiolo, e rosolia, nonché la protezione offerta dai vaccini contro il tetano, il colera, la febbre gialla, la poliomielite, l’influenza, l’epatite B, la polmonite batterica , e la rabbia) i tassi di mortalità dell’infanzia probabilmente sarebbero tra il 20 e il  50%.  Infatti, nei paesi in cui la vaccinazione non è praticata, i tassi di mortalità tra i neonati ed  i bambini piccoli rimangono in quel livello. “ [1]


Paul Offit parla nel suo recente libro “Deadly Choices – How the Anti-Vaccine Movement Threatens Us All” su come il vaccino contro la pertosse abbia ridotto le morti dalla malattia da 7.000 solo a 30.

“La pertosse  è un’infezione devastante. Prima del vaccino, erano circa trecento mila i casi di pertosse, causando settemila morti ogni anno (quasi tutti  bambini piccoli). Ora, a causa del vaccino contro la pertosse, meno di trenta bambini muoiono ogni anno a causa della malattia. Ma i tempi stanno cambiando. “[2]

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Questo tipo di informazione si trova anche nelle riviste mediche. Un lungo studio sulla pertosse ed il vaccino contro la pertosse è stato pubblicato nel 1988 sulla rivista Pediatrics . Il primo paragrafo del documento afferma quanto segue:

“Negli Stati Uniti, la pertosse è stata controllata con successo mediante l’immunizzazione di massa di routine dei neonati e dei bambini. Nell’era prevaccino, ci sono stati dai 115.000 a 270.000 casi di pertosse e da 5.000 a 10.000 morti a causa della malattia ogni anno. Nel corso degli ultimi 10 anni, ci sono stati da 1.200 a 4.000 casi e 5-10 morti l’anno. “ [3]

Cosa significa questa affermazione? Grazie all’introduzione dei vaccini i morti sono diminuiti come pure i casi della malattia( in questo caso “grazie” al vaccino DTP).Chi crede a questa affermazione crede nella vaccinazione come beneficio,senza voler mettere in dubbio nulla.

Quali sono i dati reali ed effettivi? Perchè non dovremmo fidarci di queste affermazioni? Cosa dicono le tabelle?

Il problema di queste affermazioni è che non sono supportate da prove. Quando guardiamo i dati effettivi, vediamo altro. Benché molte persone siano morte a causa della pertosse nella prima parte del 1900, dal momento dell’introduzione del vaccino, il tasso di morte negli Stati Uniti è diminuito di oltre il 90 per cento. Utilizzando la fonte che è stata il riferimento per affermare tutto questo sul giornale Pediatrics, vediamo che il calo delle morti dalla vetta è stato di circa il 92 per cento prima dell’introduzione del vaccino DTP. [4]

IL 92% DEL TASSO DI MORTE SI E’ RIDOTTO PRIMA DELL’INTRODUZIONE DEL VACCINO DTP

1a

Il numero effettivo di morti dal momento dell’introduzione del vaccino DTP era di circa 1.200 e non i 5.000 e 10.000 varie volte citati.

Un punto ulteriormente importante da notare è la riduzione della mortalità (per pertosse) ogni anno, a prescindere dall’introduzione di questo vaccino.Guardando i grafici evince questa realtà,l’introduzione del vaccino,non ha portato a nessuna tendenza al ribasso,questo fenomeno era fortunatamente iniziato prima.

Un’altra serie di dati a partire dall’inizio del 20° secolo, mostrano la mancata riduzione di mortalità dei vaccini ancora più drammaticamente. Qui si può vedere che il tasso di mortalità era sceso di oltre il 98% prima dell’uso nazionale della vaccinazione DTP nel 1950.

IL TASSO DI MORTALITA’ ERA SCESO OLTRE IL 98% PRIMA DELL’USO DEL VACCINO DTP 

1b

L’Inghilterra iniziò con il mantenere le statistiche nel 1838 (62 anni prima erano state riunite le statistiche ufficiali statunitensi). Guardando questi dati, possiamo notare, che il tasso di mortalità per le malattie infettive era alto nel corso del 1800 ed è diminuito dalla metà del 1800 alla metà del 1900 arrivando quasi a zero. Guardando i dati di mortalità per pertosse in Inghilterra, i decessi sono diminuiti di oltre il 99% prima di qualsiasi vaccino.

 

I DECESSI DIMINUIRONO DI OLTRE IL 99% PRIMA DELL’INTRODUZIONE IN INGHILTERRA DI QUALSIASI VACCINO 

1c

Nel caso del morbillo, vediamo una riduzione del tasso di mortalità di quasi il 100 %

1d

I tassi di mortalità sono diminuiti prima della vaccinazione. Nel caso della scarlattina e di altre malattie infettive, i decessi sono diminuiti quasi a zero, senza alcuna vaccinazione su larga scala.

1cc

Purtroppo, queste credenze errate, hanno da sempre portato a fidarsi della vaccinazione, credendo a tutto ciò che ci viene da sempre propinato,non chiedendo e non visionando mai dati,grafici o tabelle come queste.

Da sempre si crede nella virtù della vaccinazione,la quale ha debellato le malattie,senza riflettere su altri fattori,che in realtà hanno causato la mortalità a diminuire.

Questi fattori sono l’igiene, i servizi igienico-sanitari, la nutrizione, il diritto del lavoro,l’ elettricità, la clorazione, la refrigerazione, la pastorizzazione, e molti altri aspetti che oggi generalmente diamo per scontati come parte della vita moderna.

Il miglioramento del tasso della mortalità aveva molto poco a che fare con la medicina.

Un rapporto 1977 ha stimato che, nel migliore dei casi, circa il 3% del declino della mortalità per malattie infettive potrebbe essere attribuito alle cure mediche moderne.


“In generale, le misure mediche (sia chemioterapici e profilattici) sembrano aver contribuito poco al calo generale della mortalità negli Stati Uniti dal 1900 circa-avendo in molti casi stati introdotti diversi decenni dopo un netto calo si era già messo in e non avere influenza rilevabile nella maggior parte dei casi. Più in particolare, con riferimento a questi cinque requisiti (influenza, polmonite, difterite, pertosse, la poliomielite e) per i quali il calo della mortalità appare sostanziale dopo il punto di intervento e sul presupposto improbabile che tutto questo calo è attribuibile alla intervento. . . si stima che al massimo 3,5 per cento del declino totale della mortalità dal 1900 potrebbe essere attribuita a misure mediche introdotte per le malattie considerate qui. “ [5]

L’enfasi del pensiero che i vaccini abbiano salvato l’umanità  è in parte costruita su questo pensiero radicato. Il fatto che le morti a causa delle malattie infettive siano diminuite  molto prima dell’introduzione e uso dei vaccini e antibiotici, viene del tutto ignorato.

Questo errore nello studio e nella ricerca ha creato una situazione dalla quale trarre insegnamento sulla cura giusta delle infezioni e malattie in maniera corretta,ma non è stata compresa; le percentuali continuano ad essere ignorate continuandoci a basare su quell’1% di probabilità di rischio con o senza vaccino. Ci basiamo sempre sulle “probabilità” e non sui dati.

Tuttavia,qualcuno continua ad affermare che non siano i vaccini la causa del caso della mortalità per le malattie infettive ma altro il quale “erroneamente” viene ignorato.

Non c’è la voglia di conoscere e sapere,capire in realtà come tutti questi fattori abbiano agito fino ad oggi.

Prendiamo la pertosse come esempio. Nel 1979 la Svezia abolì l’uso del vaccino DTP sulla base della non efficacia e pericolosità.

La paura, naturalmente, era l’aumento del tasso di mortalità in concomitanza ai tassi inferiori delle vaccinazioni.

Una lettera del 1995 di Victoria Romanus all’Istituto Svedese per il Controllo delle Malattie Infettive indicò che il tasso di mortalità per pertosse era vicino allo zero. La popolazione svedese era di 8,294,000 nel 1979 e 8,831,000 da 1995. Dal 1981 al 1993, otto bambini furono i casi registrati come decessi per pertosse.

Questo dato porterebbe ad una media di circa 0.6 bambini per anno deceduti a causa della pertosse. Questi numeri mostrano una grande disparità sui dati dei decessi che in Svezia erano approssimativamente di 1 su 13,000,000 in assenza del programma di vaccinazione nazionale. [6]

In un altro caso, la copertura vaccinale DTP in Inghilterra è scesa da circa il 78% fino al 30 o 40%  a causa delle preoccupazioni per la sicurezza del suddetto vaccino.

  • Gli anni 1976-1980 sono stati quelli in cui i tassi di vaccinazione avevano raggiunto il livello più basso.

Utilizzando le statistiche ufficiali, il numero dei decessi in quegli anni è pari a 35. Il numero dei decessi precedenti (nei cinque anni precedenti ovvero 1971-1975), mentre i tassi di vaccinazione erano più alti è pari a 55, ovvero circa 1,5 volte superiore rispetto a quando i tassi di vaccinazione erano più bassi. [7]

La triste verità è che la pertosse,è endemica ma non è scomparsa. Un enorme numero di persone contraggono ancora il Bordetella pertussis.

“Anche se la pertosse tradizionalmente è stata considerata una malattia dell’infanzia, è stato ben documentato quasi un secolo fa il riconoscimento della stessa come una tra le cause importanti di malattie respiratorie negli adolescenti e negli adulti, inclusi gli anziani. A causa di immunità calante, adulti e adolescenti possono contrarre la pertosse potendo capire se la si contrae naturalmente o tramite vaccinazione”.  [8]

 

Concentriamoci su un’altra malattia: il morbillo.

Tenete a mente che nel 1963, quasi nessuno è morto da morbillo. Nel corso di quest’anno, l’intera New England aveva avuto solo cinque decessi (Maine: 1, New Hampshire: 0, Vermont: 3, Massachusetts: 0, Rhode Island: 1, Connecticut: 0) che sono stati attribuiti al morbillo. [9]

I morti per  asma (“asthma”) erano in realtà 56 volte maggiori ai decessi a causa del morbillo nel corso di tale anno.

Ma il declino dell’incidenza grazie al vaccino,come sostenitori sottolineano c’è stato? Ci sono alcuni grafici che si possono trovare su Internet che affermano una lieve diminuzione dell’incidenza.Guardando i dati di incidenza più completi, possiamo vedere un calo di incidenza nel 1963 in concomitanza  all’introduzione del vaccino contro il morbillo.

1e

L’incidenza del Morbillo ha subito un calo dopo 1963. Visionando il grafico ci chiediamo se questo calo abbia a che fare con l’introduzione e l’uso del vaccino.

Il primo vaccino contro il morbillo,conteneva il virus “ucciso”, ed era un vaccino contenente alluminio e formaldeide.

Uno studio del 1967 ha rivelato che il vaccino potrebbe causare la polmonite così come l’encefalopatia (infiammazione del cervello).

“La polmonite è un riscontro comune. La febbre è grave e persistente e il grado di mal di testa (quando presente), suggerisce un coinvolgimento del sistema nervoso centrale. In effetti è stato trovato un paziente, esaminato con EEG, e constatando un’attività anormale e disturbata del cervello (encefalopatia). I risultati spiacevoli riguardanti la suddetta vaccinazione erano imprevisti,ma il verificarsi di questi casi avrebbero dovuto imporre un maggiore controllo ed una restrizione sull’uso del medesimo. Ora il vaccino con virus inattivato per il morbillo,non dovrebbe essere più consigliato e somministrato”. [10]

I vaccini contenenti virus “uccisi” sono stati rapidamente accantonati. [11]

C’erano tuttavia dei problemi significativi anche con i vaccini contenenti virus “vivi”, verificando l’eruzione cutanea della malattia in circa la metà dei riceventi la vaccinazione (constatando sostanzialmente l’equivalente di un caso di morbillo).

Il 48% delle persone ha avuto eruzioni cutanee, e l’83% ha contratto febbre alta successiva all’iniezione.

Qui la domanda che ci chiediamo da tempo: Come mai un calo d’incidenza dei casi di morbillo così drastico dopo l’introduzione del vaccino nel 1963?

Nel 1960, ci si aspettava attraverso la vaccinazione l’immunità permanente; sappiamo bene che così non è mai stato.

“The United State Public Health Service” (Il Servizio Sanitario Pubblico) diede  licenza ad un nuovo vaccino contenente virus “vivi” contro il morbillo. Anche se diversi vaccini “vivi” furono concessi in licenza dal 1963, questo venne considerato dagli epidemiologi come “il miglior vaccino presente finora per ridurre al minimo gli effetti collaterali (trattando la tematica dell'”immunità a vita”). [12 ]


 “Il morbillo, sarà quasi eradicato dalla maggior parte delle zone del paese tra un anno, i funzionari del Servizio Sanitario Pubblico degli Stati Uniti prevedono affinchè avvenga questo. Nonostante l’esistenza di più di 12 milioni di bambini suscettibili, la vaccinazione del “diritto” potrebbe spazzare via la malattia, secondo il dottor Robert J. Warren del Communicable Disease Center di Atlanta. “[13]

 

Dopo oltre dieci anni,l’obiettivo di eradicazione non è ancora stato raggiunto. Diverse le epidemie ripetute negli Stati Uniti.

“Nel 1989 la nuova teoria sulla mancata eliminazione di questa malattia,riguardava la non efficacia dei precedenti vaccini. Nel 1989 il Dr. Feigin del Texas Children Hospital dichiarò che il vaccino del 1963 “non era ampiamente efficace”;medesima idea per il vaccino del 1967  affermando la perdita dell’efficacia se non adeguatamente refrigerato”. [14]

Nello stesso anno, dopo l’uscita e l’uso dei tre tipi di vaccini contro il morbillo,gli scienziati dichiararono che una sola dose non sarebbe stata efficace e di farne conseguenzialmente due. Essi inoltre raccomandarono la vaccinazione a tutte le persone al di sotto dei 32 anni spiegando l’inefficacia delle precedenti ricevute.

  • Quindi si può parlare di calo dell’incidenza del morbillo prima del 1963? Guardando i dati di incidenza di morbillo, la linea di tendenza mostra che l’incidenza era in declino.

1f


Infatti, se si fosse mantenuta quella linea di tendenza,avremmo visto il calo dell’incidenza del morbillo toccare lo zero, intorno agli anni 2000.

Questo è in realtà l’anno in cui il CDC  dichiarato l’eliminazione del morbillo dagli Stati Uniti.

Quindi sono stati tutti questi vaccini la motivazione dell’affrontare e dell’aver affrontato tutti li sforzi,i costi e tutte le reazioni avverse? Tutto questo per una malattia considerata mite in quegli anni?

Quando si ascoltano discorsi sulla vaccinazione, viene spesso propinata la storia della stimolazione anticorpale; ovvero la stimolazione degli anticorpi crea una “memoria della malattia” mettendo il corpo nelle condizioni di saperla affrontare “evitandola” in un futuro.

Bisognerebbe conoscere il Sistema Immunitario poiché non basta sapere cosa siano gli anticorpi per capirne bene il suo funzionamento. Il sistema immunitario è un molto complesso, un’entità ancora poco compresa, composto di molte linee cellulari diverse, ciascuna produce diverse sostanze chimiche che vengono rilasciate nel sangue. Queste sostanze chimiche sono utilizzate dal corpo e sono influenzati da età, stress, stato nutrizionale, ambiente, e tutta una serie di fattori che vengono capiti a malapena.

“. . . il sistema immunitario rimane una scatola nera “, dice Garry Fathman, MD, professore di immunologia e reumatologia e direttore associato dell’Istituto di Immunologia, Trapianti e infezione. 

E ‘incredibilmente complesso; ci sono almeno 15 diversi tipi di cellule interagenti che rilasciano decine di differenti molecole nel sangue per comunicare tra loro e per combattere.

All’interno di ciascuna di queste cellule siedono decine di migliaia di geni la cui attività può essere alterata per età, l’esercizio fisico, l’infezione, stato vaccinale, la dieta, lo stress, e altro . Questo e molto altro,e noi non conosciamo quello che la maggior parte di loro  fanno, o dovrebbero fare. . . “ [15]


Sistema

Il sistema immunitario è tradizionalmente diviso nel sistema immunitario umorale (coinvolto con anticorpi) e il sistema immunitario cellulare che non comporta anticorpi ma comporta l’attivazione di varie cellule, come cellule killer naturali.

Quello che sappiamo è che, contrariamente alla credenza popolare, gli anticorpi non sono necessari per la guarigione dal morbillo.

“. . . bambini con carenza di anticorpi,contraggono abbastanza banalmente malattie come il morbillo,attraversano la caratteristica eruzione cutanea e poi un recupero normale. Inoltre, esse non sono eccessivamente inclini alla reinfezione. Sembra quindi che l’anticorpo del siero, comunque in qualsiasi quantità, non serva  per impedire l’eruzione cutanea,né  il normale recupero dalla malattia,né per impedirne la reinfezione. “ [16]

I bambini con un deficit di produzione di anticorpi (agamma-globulinemia), recuperano normalmente dal morbillo proprio come i produttori di anticorpi normali, e ciò è stato riconosciuto fin alla fine del 1960. Ma la risposta anticorpale è davvero l’unica cosa di cui si parlava enfatizzando la buona causa dei vaccini. 

“Una delle scoperte più sconcertanti in medicina clinica, fu la constatazione che i bambini con congenita agamma-globulinaemia,contraevano il morbillo in maniera normale,mostrando la consueta sequenza di sintomi e recupero,oltre ad immunità “. [17]


Per visualizzare il seguente video cliccare sulla fonte

 http://www.omsj.org/blogs/hood12nov

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Come fa la nutrizione a giocare un ruolo nella malattia?

  • Scoperto nel 1920, la vitamina A fu soprannominata la vitamina “anti-infettiva”. Essa sola ha un enorme impatto sulle morti per morbillo. Negli anni 1990, una riduzione della mortalità dal 60 al 90%  è stata confermata nei casi di ospedalizzazione per morbillo nei paesi poveri con somministrazione di Vitamina A.

“Analisi combinate hanno mostrato che dosi massicce di vitamina A somministrate ai pazienti ricoverati con morbillo, siano state associate ad una riduzione di circa il 60% del rischio di mortalità generale, e con una riduzione di circa il 90% tra i neonati. La somministrazione di vitamina A ai bambini che hanno sviluppato una polmonite prima o durante l’ospedalizzazione, ha ridotto la mortalità di circa il 70% rispetto ai bambini di controllo. “ [18]

Il consumo di frutta e verdura ricchi di vitamina C è stato un altro fattore di riduzione delle malattie e riduzione della mortalità. Esperimenti effettuati nel 1940 hanno dimostrato che la vitamina C è efficace contro il morbillo, soprattutto se usato in dosi più elevate.

“Durante un’epidemia [di morbillo] la vitamina C è stata usata per la profilassi e tutti quelli che hanno ricevuto fino a 1000 mg. ogni sei ore, per via endovenosa o intramuscolare, erano protetti dal virus. Dato per bocca, 1000 mg. in succo di frutta ogni due ore non era protettiva se non è stato dato tutto il giorno. Si è inoltre riscontrato che 1000 mg. per bocca, 4-6 volte al giorno, potrebbe modificare l’attacco; con la comparsa di macchie di Koplik e febbre, se l’amministrazione è stata aumentata a 12 dosi ogni 24 ore, tutti i segni e sintomi sarebbero scomparsi in 48 ore. “ [19]

Nei primi anni del 1900, altri trattamenti sono stati utilizzati con successo per il morbillo. Nel 1919 il Dr. Drummond ha affermato che l’olio di cannella sia una profilassi efficace contro il morbillo.

“E ‘stata la mia pratica, quella di prescrivere in caso di morbilità,l’olio di cannella.Nella maggior parte dei casi la persona così trattata non ha contratto la malattia,e quando c’era,la forma era molto lieve. “ [20]

Nutrizione e altri fattori hanno un grande impatto sul morbillo, quindi perché  dare merito alla vaccinazione?

Uno studio del 2009 pubblicato in Proceedings della Royal Society, ha studiato quello che potrebbe accadere conseguentemente al calo dell’immunità nonostante la vaccinazione nei bambini.

“Possiamo prevedere che la vaccinazione avrà due effetti contrastanti. . . si ridurrà il numero dei neonati suscettibili,avendo perciò alcuni benefici di salute pubblica, riducendo il numero dei casi nei bambini. Tuttavia, questa riduzione porterà ad una riduzione nel promuovere e quindi una maggiore suscettibilità alle infezioni nelle classi di età più avanzata. Quando                       l’ immunità diminuisce, la vaccinazione ha un impatto molto più limitato dal numero medio di casi.Per alti livelli di vaccinazione (superiore all’80%) e livelli moderati di immunità calante (maggiore di 30 anni), i cicli di epidemia di grandi dimensioni possono essere indotti. “ [21]

Uno studio del 1984 [22] ha riferito che entro il 2050, la proporzione di persone suscettibili al morbillo possa essere maggiore.

A causa della zelanti polarizzazione pro-vaccino che permea la società, le vere forze che hanno spinto il maggiore calo dei decessi per malattie infettive non sono riconosciute. 


 

Bibliografia:

1. Irwin W. Sherman, Twelve Diseases That Changed Our World, 2007, p. 66.
2. Paul A. Offit, MD, Deadly Choices—How the Anti-Vaccine Movement Threatens Us All, 2011, p. xii.
3. James D. Cherry, MD MSc; Philip A. Brunell, MD; Gerald S. Golden, MD; and David T. Karzon, MD, “Report on the Task Force on Pertussis and Pertussis Immunization—1988,” Pediatrics, June 1988, vol. 81, no. 6, Part 2, p. 939.
4. Historical Statistics of the United States Colonial Times to 1970 Part 1, Bureau of the Census, 1975, pp. 77.
5. John B. McKinlay and Sonja M. McKinlay, “The Questionable Contribution of Medical Measures to the Decline of Mortality in the United States in the Twentieth Century,” The Milbank Memorial Fund Quarterly, Health and Society, vol. 55, no. 3, summer 1977, p. 425.
6. Letter from Victoria Romanus, MD, PhD, Department of Epidemiology Swedish Institute of Infectious Disease Control, Stockholm Sweden, August 25, 1995.
7. Record of Mortality in England and Wales for 95 Years as Provided by the Office of National Statistics, 1997; Health Protection Agency Table: Notification of Deaths, England and Wales, 1970–2008.
8. Edward Rothstein, MD, and Kathryn Edwards, MD, “Health Burden of Pertussis in Adolescents and Adults,” Pediatric Infectious Disease Journal, vol. 24, no. 5, May 2005, p. S44.
9. Vital Statistics of the United States 1963, Vol. II—Mortality, Part A, pp. 1–18, 1–19, 1–21.
10. Vincent A. Fulginiti, MD; Jerry J. Eller, MD; Allan W. Downie, MD; and C. Henry Kempe, MD, “Altered Reactivity to Measles Virus: Atypical Measles in Children Previously Immunized with Inactivated Measles Virus Vaccines,” Journal of the American Medical Association, vol. 202, no. 12, December 18, 1967, p. 1080.
11. “Measles Vaccine Effective in Test—Injections with Live Virus Protect 100 Per Cent of Children in Epidemics,” New York Times, September 14, 1961.
12. “Thaler to Hold State Senate Hearing to Find Fastest Way to Expedite Plan,” New York Times, February 24, 1965.
13. Jane E. Brody, “Measles Will Be Nearly Ended by ’67, U.S. Health Aides Say,” New York Times, May 24, 1966.
14. Lisa Belkin, “Measles, Not Yet a Thing of the Past, Reveals the Limits of an Old Vaccine,” New York Times, February 25, 1989.
15. B. Goldman, “The Bodyguard: Tapping the Immune System’s Secrets,” Stanford Medicine, summer 2011.
16. P. J. Lachmann, “Immunopathology of Measles,” Proceedings Royal Society of Medicine, vol. 67, November 1974, p. 1120.
17. “Measles as an Index of Immunological Function,” The Lancet, September 14, 1968, p. 611.
18. Wafaie W. Fawzi, MD; Thomas C. Chalmers, MD; M. Guillermo Herrera, MD; and Frederick Mosteller, PhD, “Vitamin A Supplementation and Child Mortality: A Meta-Analysis,” Journal of the American Medical Association, February 17, 1993, p. 901.
19. Fred R. Klenner, MD, “The Treatment of Poliomyelitis and Other Virus Diseases with Vitamin C,” Southern Medicine & Surgery, July 1949.
20. “Cinnamon as a Preventive of Measles,” American Druggist Pharmaceutical Record, New York, November 1919, p. 47.
21.J. M. Heffernan and M. J. Keeling, “Implications of Vaccination and Waning Immunity,” Proceedings of the Royal Society B, vol. 276, 2009.
22. D. L. Levy, “The Future of Measles in Highly Immunized Populations: A Modeling Approach,” American Journal of Epidemiology, vol. 120, no. 1, July 1984, pp. 39–48.


 

FONTE

  • WWW.OMSJ.ORG

ALLEGATI

  • Il vaccino del vaiolo: le origini
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La pericolosità dell’alluminio contenuto nei vaccini

La pericolosità dell’alluminio contenuto nei vaccini.

Il Neuroscienziato Dr. Chris Shaw,illustra la tossicità di questo adiuvante 

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Aggiornamento fonti a fine articolo

Dopo la correlazione tra Thimerosal (mercurio contenuto nei vaccini) e una serie di disturbi di salute,lo stesso è stato rimosso dalla maggior parte dei vaccini che vengono somministrati oggi, tuttavia rimane ancora un problema.

Potremmo essere sulla stessa strada anche per quanto riguarda un altro elemento: l’Alluminio.

Il suddetto è pericoloso e nocivo quanto il thimerosal, collegato anch’esso a diversi disturbi come l’autismo, morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e altre patologie.

Qui di seguito troverete un video del Dr. Chris Shaw, un neuroscienziato e professore presso l’Università della British Columbia, il quale spiegherà perché un adiuvante come l’alluminio non dovrebbe trovarsi nei vaccini.

Come sottolineato nel video, un argomento comune da entrambe le posizioni ( dal lato “pro-vaccino” e “contro”) risiede in una giusta realtà :l’alluminio è presente ovunque.Partiamo quindi dalla differenziazione di questa verità.

L’alluminio (parlando di vaccini) è un adiuvante,perciò,come spiega il Dr. Shaw,rimane nel corpo. Questo è esattamente ciò per cui è stato progettato; questo è lo scopo di un adiuvante.

 

alluminio tavola

Quando il nostro corpo accumula Alluminio dal cibo o da qualsiasi altra fonte,lo stesso, attraverso un lavoro “meccanico”,riesce ad espellerlo a suo modo.  Attraverso la vaccinazione invece,l’accumulo del suddetto adiuvante,rimane nel nostro corpo e questo è preoccupante.

Il video che segue è un sunto tratto dal OneMoreGirl, documentario in cui appare il dottor Shaw, eseguito per sensibilizzare sul tema riguardo il vaccino HPV (Gardasil).

Per ulteriori informazioni su questo vaccino, è possibile cliccare le seguenti fonti

  • http://www.collective-evolution.com/2015/01/25/mercks-former-doctor-predicts-gardasil-to-become-the-greatest-medical-scandal-of-all-time/
  • FONTE “THE NEW YORK TIMES”; Il vaccino HPV ha un lato oscuro, l’indagine

Il mese scorso è stato pubblicato un articolo sul lavoro del Dr. Stephanie Seneff (Senior Research Scientist presso il MIT), mostrando cosa può accadere ad un bambino che riceve un vaccino contenente l’adiuvante alluminio.

Per leggere l’articolo cliccare la seguente fonte

  • http://www.collective-evolution.com/2014/12/03/mit-scientist-shows-what-can-happen-to-children-who-receive-aluminum-containing-vaccines/

C’è una ragione per cui tante famiglie sono state risarcite dal Programma Nazionale Vaccine Injury Compensation.

Nonostante la protezione data alle aziende farmaceutiche (produttori di vaccini),declinandole da ogni responsabilità,miliardi di dollari sono stati erogati alle famiglie con figli danneggiati dagli stessi.

“L’alluminio è una neurotossina e nei vaccini,è l’adiuvante più comunemente usato. Nonostante quasi 90 anni di uso diffuso di questi adiuvanti, la comprensione della scienza medica sui  meccanismi di azione degli stessi, è ancora notevolmente scarsa. C’è anche una relativa scarsità di dati sulla tossicità e la farmacocinetica di questi composti. Nonostante ciò, la nozione che l’alluminio nei vaccini sia sicuro sembra essere ampiamente accettato ”  Dr Chris Shaw ( fonte )

“L’alluminio  interferisce con una varietà di processi cellulari e metabolici nel sistema nervoso e in altri tessuti.”

FONTE DI SEGUITO

AMERICAN ACADEMY OF PEDIATRICS

Tossicità dell’ alluminio nei neonati e bambini

  • http://pediatrics.aappublications.org/content/97/3/413.abstract

“La ricerca sperimentale mostra chiaramente che i coadiuvanti in alluminio, inducono a  gravi disturbi immunologici nell’uomo. La forma adiuvante dell’alluminio invece,comporta un rischio per l’autoimmunità, l’infiammazione del cervello a lungo termine e relative complicanze neurologiche,perciò può quindi avere delle gravi e diffuse conseguenze negative per la salute. ” 


 FONTE DI SEGUITO

L’adiuvante Alluminio contenuto nei vaccini: è sicuro?

  • http://www.ingentaconnect.com/content/ben/cmc/2011/00000018/00000017/art00011

Tutte le fonti sono stati collegati all’interno dell’articolo.

FONTE E ARTICOLI CORRELATI

  • http://www.collective-evolution.com/2015/01/29/neuroscientist-makes-it-clear-why-aluminum-adjuvants-should-not-be-in-vaccines/

 

Aggiornamento Fonti

BIOPERSISTENZA E TRASLOCAZIONE CEREBRALE DELL’ALLUMINIO UTILIZZATO COME ADIUVANTE NEI VACCINI

 

Astratto

L’Alluminio è stato utilizzato per decenni a livelli considerati come un “compromesso accettabile” tra il suo ruolo di coadiuvante ed i suoi effetti tossici da parte del settore e le agenzie di regolamentazione.
Tuttavia, sono emerse diverse lacune nella conoscenza sulle particelle di allume, compresi il loro esatto meccanismo d’azione, il loro destino dopo l’iniezione, la loro diffusione sistemica, e la loro sicurezza sul lungo termine.
Negli ultimi anni sono stati fatti sforzi per sviluppare nuovi adiuvanti, ma i tentativi di esaminare seriamente i problemi di sicurezza sollevati dall’accumulo bio-persistente di particelle di allume nel cervello non sono stati mostrati.

Diverse le problematiche e i danni

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4318414/

09 Settembre 2011 L’alluminio sta diventando il nuovo mercurio, contenuto in molti vaccini, DTP, Prevenar, Epatite B, Epatite A, Gardasil e tutti e DTaP combinati, Tdap, Hib e vaccini contro l’Epatite.

Con un calcolo trascurato dagli scienziati del CDC si scopre che ai bambini venivano iniettati un massimo di 62,5 mg di mercurio. L’alluminio è stato collegato ad un lungo elenco di disturbi neurologici e complicazioni cerebrali. Se non ci sono valori di riferimento di laboratorio, come si scopre la tossicità? Attualmente il maggior problema del vaccino esavalente è il contenuto di alluminio.

  • http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2011/11/30/peds.2010-3481.abstract?papetoc

23 Aprile 2013. Alluminio nel sistema nervoso centrale (CNS): tossicità nell’uomo e negli animali, adiuvanti di vaccini, e autoimmunità.

 

Nei bambini piccoli, una correlazione altamente significativa esiste tra il numero dei vaccini pediatrici somministrati contenenti l’adiuvante alluminio e il tasso di disturbi dello spettro autistico. Molte delle caratteristiche di neurotossicità indotta dall’alluminio possono sorgere, in parte, da reazioni autoimmuni, come parte della sindrome ASIA.

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23609067

Tossicità dei vaccini in età pediatrica

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22235057

Adiuvanti in alluminio contribuiscono alla crescente prevalenza di autismo?

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22099159

Adiuvanti di alluminio: sono sicuri?

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21568886

29 Gennaio, 2012. Un nuovo studio canadese dei meccanismi di tossicità adiuvante dell’alluminio nei pazienti pediatrici conferma che le sfide del sistema immunitario durante il primo sviluppo, compresi quelli indotti dal vaccino, possono portare ad alterazioni permanenti dannose del cervello e la funzione del sistema immunitario.

  • http://www.prweb.com/releases/2012/1/prweb9146755.htm

21 Febbraio 2012 Meccanismi di tossicità adiuvante alluminio e autoimmunità nella popolazione pediatrica.

“Secondo la US Food and Drug Administration, la valutazione della sicurezza dei vaccini spesso non include studi di tossicità adeguati…. Nel loro insieme, queste osservazioni plausibili sollevano preoccupazioni circa la sicurezza complessiva degli attuali programmi di vaccinazione infantile” ” In sintesi, le evidenze della ricerca dimostra che le preoccupazioni crescenti circa le pratiche di vaccinazione in atto può infatti essere giustificata. Perché i bambini possono essere più a rischio di complicanze indotte vaccino, una valutazione rigorosa delle correlate al vaccino impatti negativi per la salute nella popolazione pediatrica è urgente”.

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22235057

Alluminio e gli aumenti nel tessuto cerebrale

  • http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1600-0773.1992.tb00471.x/abstract

 

 

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LA SINDROME INFLUENZALE; Inefficacia e danni della vaccinazione

Danni da vaccinazione antinfluenzale. Chi li omette e perchè?

Articolo condiviso da Eurosalus novembre 2013

Vaccinazione antinfluenzale, vaccino e influenza sono i temi caldi di questo periodo dell’anno.

vaccini bimbi ima

Dal 4 Novembre in Italia è scattata la campagna per la vaccinazione antinfluenzale, una campagna mediatica che ha iniziato a battere la sua grancassa già dalla fine di agosto.

Dopo il “flop” dell’anno passato, con l’ulteriore perdita di credibilità generale, il tentativo di sostenere una maggiore copertura vaccinale sembra essere l’obiettivo vero di chi sostiene la vaccinazione come strumento unico di prevenzione.

Lo scorso anno ci fu il blocco di 2,5 milioni di dosi vaccinali prodotte dalla Crucell per unacontaminazione batterica e di altri 3 milioni di dosi di vaccini antinfluenzali di Novartis (Agrippal, Influpozzi subunità, Influpozzi adiuvato e Fluad) di cui 500.000 già distribuiti e i restanti già prodotti e pronti all’uso.

Il timore allora, emerso in piena campagna vaccinale, era dovuto alla probabile eccessiva azione di stimolo sul sistema immunitario. I vaccini cioè sono stati “adiuvati” con qualcosa che l’organismo può riconoscere come “nemico” provocando un eccesso di reazione immunologica, non più solo indirizzata verso l’eventuale virus, ma anche verso organi e apparati dell’intero organismo, rischio presente in ogni pratica vaccinale, ma probabilmente in questo caso estremamente accentuato.

Inoltre quest’anno il confronto con i dati provenienti dall’Australia è stato specificamente evitato. Un semplice e facile confronto che non viene eseguito ci fa capire che viene perso di vista l’obiettivo primario.

La scienza dovrebbe meglio definire i suoi obiettivi primari quando inventa qualcosa di potenzialmente rischioso. Lo scorso anno il Ministro ha tristemente affermato, che le aziende che stavano distribuendo il vaccino conoscevano il potenziale pericolo già da luglio, ma lo hanno comunicato solo il 18 ottobre; per questo la mia affermazione sulla sfiducia in certi tipi di Scienza assume un significato sempre maggiore.


Da immunologo faccio ogni anno riferimento ai dati Australiani, che con un anticipo di 6 mesi fornirebbero ai nostri scienziati l’esatta descrizione (o quasi) di quello che avverrà nel nostro emisfero durante l’inverno. Anche quest’anno i dati australiani sono molto rassicuranti e ci dicono che la virulenza è inferiore sia a quella del 2012 che a quella del 2011.

Eppure, come sempre, sentiamo affermazioni pesanti sulla futura influenza. In spregio alle più elementari regole sulla memoria, nonostante le polemiche roventi seguite alla falsa pandemia di H1N1 suina, e come già avvenne a settembre 2010 quando in Italia i giornali riportavano gli articoli dei soliti virologi che ripetevano esattamente le stesse cose dette negli anni precedenti, il rito si ripete con le stesse cose che vengono nuovamente ridette.

Abbiamo sentito e letto che l’influenza sarà potente e devastante, che arriverà in anticipo, che mieterà vittime in assenza del giusto atteggiamento vaccinale preventivo. Esattamente come tutti gli anni.

Ricordiamo il 2004 con la SARS e l’aviaria con l’H5N1 in cui i maggiori danni si ebbero per gli effetti dipendenti dalla paura. Molti si vaccinarono anche se dubbiosi. In relazione alla influenza A suina H1N1 del 2009 ho detto chiaramente perché non mi sarei vaccinato in un articolo che è stato poi ripreso anche da diversi quotidiani italiani.

Inoltre la prevenzione antinfluenzale è attuabile anche attraverso forme naturali di terapia. Fortunatamente la consapevolezza e internet e la diffusione della conoscenza hanno avuto ragione e nel 2009-2010 la campagna vaccinale fu un flop assoluto.

Noi crediamo che chi ha la convinzione di vaccinarsi abbia il diritto di farlo. Dobbiamo però ricordare che le campagne di stampa non sempre sono legate a fatti oggettivi e che la immunizzazione antinfluenzale è una profilassi forse utile, ma certamente non priva di rischi. E chiunque, nel dubbio, deve poter avere la libertà di astenersi dalla vaccinazione.

 

I dati

  • Un vaccino antinfluenzale ha, come tutti i vaccini, dei possibili benefici, e anche dei possibili danni che dovrebero essere resi noti con chiarezza per consentire scelte consapevoli ai cittadini.
  • La variabilità delle influenze è altissima, ed è molto difficile prevedere il tipo di diffusione che avrà: nonostante questo, tra settembre e ottobre di solito i titoli dei giornali parlano di milioni di persone ammalate che puntualmente non si verificano.
  • Le previsioni epidemiche spesso vengono disattese. Basta ad esempio pensare a cosa è successo nel 2009 e nel 2010 nella stagione invernale dell’emisfero Sud. L’epidemia o pandemia H1N1 che veniva paventata ha provocato un numero irrisorio di decessi. Circa un ventesimo di quelli che ogni anno vengono riferiti alla classica influenza. La comunità scientifica anziché leggere i dati e interpretarli ha continuato a segnalare rischi e problemi in realtà falsi.

Il problema non riguarda solo i danni possibili da vaccinazione antinfluenzale, ma in genere tutte quelle che mirano in modo ossessivo alla protezione senza ricordarsi che il sistema immunitario è qualcosa di vivo e biologico e non meccanico. Recentemente le polemche sugli effetti gravi di danno provocato da un numero eccessivo di vaccinazioni praticate ai militari italiani ha portato ad un’inchiesta i cui risultati appaiono sconvolgenti.

Per contro sappiamo che negli anni passati intere squadre di calciatori vaccinati erano a letto con l’influenza anziché in campo. E anche se, come ci spiegano alcuni esperti, essere vaccinati fa diminuire il pericolo di confondere i sintomi dell’influenza con quelli della SARS (o con quelli dell’aviaria, o con quelli della H1N1 A come alcuni sostengono), non si vede in che modo questo possa essere vero, considerato il numero di casi di influenza che comunque si verificano proprio tra i soggetti vaccinati.

Per qanto riguarda la possibile vaccinazione per l’H1N1, il cui ceppo è comunque presente in tutte le preparazioni vaccinali dal 2009 ad oggi, è bene invece ricordare, come spiegato sotto, quanto accaduto nel 1976 per la unica vaccinazione suina attuata fino ad ora, per capire quanto sarebbe più utile una riflessione critica prima di partire con una vaccinazione a tappeto con vaccini non ancora sperimentati.

Purtroppo, nel vaccino trivalente previsto per la vaccinazione 2010-2011 è stato inserito, senza che ce ne fosse alcun bisogno, il vaccino anti H1N1 suino che tante polemiche ha scatenato lo scorso anno, e di anno in anno questo vaccino viene sistematicamente riproposto nella formulazione.

Non intendiamo entrare qui nel dibattito relativo all’efficacia di questa forma di profilassi, ma in considerazione del pubblico e martellante invito a vaccinare tutti i bambini (e non solo quelli per i quali i vantaggi potrebbero superare i rischi), ci appare doveroso contribuire oggi anche con le notizie relative ai possibili effetti dannosi, che gli organi ufficiali di informazione, in questi giorni, sembrano deliberatamente o inconsapevolmente trascurare.

I bambini in prima linea

In un paese libero e civile le persone devono essere informate e poter scegliere. Ma se chi stimola la vendita dei vaccini determina anche l’informazione, e questa informazione continua a dire che la vaccinazione è assolutamente innocua, i conti non tornano più. Quanto viene detto è falso e i possibili rischi, anche gravi, della vaccinazione antinfluenzale sono scientificamente dimostrati (ma scarsamente divulgati!).

Se (come è avvenuto in passato e ci auguriamo non debba più avvenire) qualcuno continua a segnalare che quanto più i bambini saranno vaccinati tanto meno avremo paura della SARS o della suina o di altre forme virali gravi e tanto meno sofferenze infliggeremo loro, mente spudoratamente, cercando solo di cavalcare un momento emotivo intenso per ottenere un vantaggio commerciale o altri vantaggi indiretti (il mantenimento della paura).

Un bambino sano che si ammala di influenza (posto che si ammali anche se viene cautelato con la necessaria profilassi comportamentale), se è ben nutrito e ha un adeguato supporto minerale e vitaminico supera l’influenza, talvolta con l’uso di qualche sintomatico di supporto.

vitamine

Restiamo sempre sorpresi dal fatto che in due meta analisi successive la Cochrane (ente mondiale super partes, che analizza tutti i dati scientifici prodotti dalla comunità scientifica internazionali) ha confermato la inefficacia preventiva del vaccino nei bambini fino ai due anni, e che nonostante questo venga sistematicamente indicato di vaccinare i bambini a partire dai 6 mesi di età. Perché il Ministero dà indicazioni contrarie alle conoscenze scientifiche?

Inoltre, non ci stanchiamo di ripeterlo, chi si ammala di influenza, ne esce guarito e con un aumento delle difese immunologiche (durante una forma virale cresce l’Interferone che ci difende, ad esempio, da future forme tumorali).

L’esperienza di chi usa forme di terapia omeopatica e naturale, per prevenire le infezioni invernali ricorrenti e l’influenza, è ampia e ben rappresentata nella popolazione italiana.

A fronte di un’informazione corretta, i cittadini potrebbero comunque scegliere, in relazione alle proprie convinzioni, se seguire un iter vaccinale con dei probabili benefici (e alcuni rischi) oppure un trattamento diverso, probabilmente benefico (ma senza alcun rischio “vaccinale”).

Verità scientifiche nascoste sotto il tappeto

Allora veniamo alle menzogne. Non ci stiamo riferendo al fatto che le troppe vaccinazioni potrebbero fare male (anche se sempre più dati invitano a riflettere su questo tema), perché dalla parte opposta si potrebbe dire che ci attacchiamo a un’ideologia o a un credo diversi da quelli che propone la “scienza” medica.

Facciamo dunque riferimento solo ad alcuni lavori scientifici, alcuni dei quali recentissimi, che non fanno che ribadire l’esistenza di possibili rischi da vaccinazione antinfluenzale, lavori scritti nei centri più famosi del mondo per le medicine “classiche” e convenzionali.

Cosa direste, ad esempio, se vi dicessero che vaccinando con “l’innocua vaccinazione” antinfluenzale tutti i bambini italiani ci possiamo aspettare almeno 10-15 casi di sindrome di Guillaine-Barrè (poliradicolonevrite) più del solito, cioè almeno 10-15 bambini minori di 7 anni tra cui forse anche il nostro, semiparalizzati per molti mesi e in alcuni rari casi anche per tutta la vita, con incapacità di muoversi, agire, pensare come prima?

Eppure un gruppo di epidemiologi americani segnala questo dato già dal 1998 (N Engl J Med. 1998 Dec 17;339(25):1797-802 ), un dato che va ad affiancarsi a uno studio australiano che conferma, a fronte di 67 banali eventi post-vaccinali ogni 100.000 dosi di vaccino, la frequenza di ben 16,7 eventi avversi seri ogni 100.000 dosi per i bambini sotto i 7 anni, negli anni 2000 e 2002 (Commun Dis Intell. 2003;27(3):307-23).

Ma la citazione dei lavori sui danni neurologici post vaccino antinfluenzale può continuare. Non si tratta di eventi frequentissimi, ma si tratta di eventi possibili, gravi, e chi li nega mente, crea un’informazione sanitaria artefatta.

Andiamo dalla nevrassite (Eur J Neurol. 2000 Nov;7(6):731-3) alla nevrite ottica (J Neuroophthalmol. 1996 Sep;16(3):182-4). Per una corretta informazione, è opportuno ricordare che la stessa influenza può determinare un’infiammazione del tessuto nervoso come complicanza, ma è drammatico riconoscere che la maggior parte delle 58 morti per Guillaine Barrè verificatesi nel 1977 negli USA, si verificò nei soggetti vaccinati, con insorgenza della malattia dopo 3-4 settimane dalla vaccinazione (Neurology. 1980 Sep;30(9):929-33).

Sono forse più i danni da vaccinazione di quelli che determina la malattia? Non lo sappiamo con certezza, ma esprimere un dubbio è molto diverso dal trasmettere una tracotante e colpevole certezza di innocuità. In questo caso, da immunologo, mi sentirei di esprimere ben più che un singolo dubbio.

Trovo profondamente disdicevole che la presenza di eventi pur non frequentissimi ma ben documentati a seguito della vaccinazione antinfluenzale non sia resa pubblica. Non è accettabile che il sito del Ministero della Salute fino allo scorso anno abbia evidenziato solo un modesto rialzo febbrile e la “bua sul sederino” come unici possibili danni rilevabili nel post vaccinazione. Fortunatamente per la campagna 2010-2011 ha almeno evidenziato che qualche rischio potrebbe esserci (in una pagina raggiungibile dopo 6 click) anche se, nonostante l’evidenza scientifica qui presentata, precisa che tale evenienza è stata riferita ma mai confermata.

I bambini paralizzati dalla vaccinazione, in fondo, non saranno tantissimi nell’economia commerciale italiana, ma ogni singolo caso merita una consapevole decisione per poter affrontare un rischio. È giusto che chi sceglie lo sappia, e non si senta dire che la vaccinazione è praticamente del tutto innocua, quando non è vero. Sapere le cose dopo, centuplica il livello del dramma.

Che dire, per fare un altro esempio, dei casi di ORS (sindrome oculo-respiratoria) dei quali Eurosalus ha subito parlato e che sono stati prima minimizzati e ritenuti dipendenti da un vaccino un po’ anomalo, e poi oggi addirittura riconfermati in doppio cieco contro placebo nel 44% dei soggetti che l’hanno già avuta? Il lavoro è stato pre-pubblicato on line (Clin Infect Dis. 2003 Oct 15;37(8):1059-66. Epub 2003 Sep 26) ed è stato tanto significativo da portare i suoi autori a suggerirne l’informazione specifica a chi ne ha sofferto.

Sicuramente si tratta di un problema di gravità molto relativa, ma perché chi si vaccina non deve sapere che potrebbe perdere del tutto i capelli? Questo dato riguarda soprattutto la vaccinazione obbligatoria antiepatite B, ma in buona misura vale anche per l’antinfluenzale (JAMA. 1997 Oct 8;278(14):1176-8). In fondo, sembra pensare l’industria vaccinale, che male c’è ad avere dei bambini calvi, se hanno evitato 4 giorni di febbre e mal di gola?

Che dire poi se dal numero del maggio 2003 della rivista Clinical Immunology (Clin Immunol. 2003 May;107(2):116-21), uno dei più autorevoli studiosi americani, analizzando i 382 casi di sindrome di Guillaine-Barrè post-vaccino antinfluenzale rilevati in USA negli anni 1991-1998, cioè la bellezza di 50 casi all’anno documentatamente causati dalla vaccinazione e dal particolare quantitativo di endotossina associato al virus, confrontato a un rischio 0 (zero) per la vaccinazione con la anatossina tetanica, suggerisce che forse per la vaccinazione antinfluenzale dovrebbe essere richiesto un consenso informato scritto? Ma a cosa serve un consenso informato per qualcosa che dovrebbe fare solo bene?

Come cittadino credo che meritiamo qualcosa in più di un’informazione pubblica parziale e aggressiva come si è dimostrata quella di quest’ultima campagna per la diffusione del vaccino antinfluenzale. La coscienza della popolazione è probabilmente cresciuta ed è in grado di percepire dove gli interessi commerciali finiscono per prevalere sul rispetto. Rimango comunque indignato.

Anche se le mie scelte possono essere diverse, rispetto e apprezzo i colleghi medici che suggeriscono la vaccinazione antinfluenzale per loro convinzione, segnalandone però i potenziali rischi.

Stigmatizzo e condanno invece la protervia commerciale che cerca di nascondere “sotto al tappeto” le verità scientifiche che tanto difende, quando diventano scomode.

Su Eurosalus abbiamo già dato ripetutamente indicazioni esaustive sulle ampie possibilità di prevenzione naturale delle forme di raffreddamento invernale, influenza compresa  (vedi anche gli altri link di questo articolo).

E tutti gli anni ormai riconosciamo un’aggressione di questo tipo, che puntualmente si verifica nella comunicazione televisiva e giornalistica.

Oggi, questo articolo serve solo per tranquillizzare coloro che sceglieranno consapevolmente di non fare e di non fare eseguire ai figli la vaccinazione antinfluenzale proposta in modo così pressante e di informare serenamente coloro che in modo consapevole sceglieranno di vaccinare se stessi o di fare vaccinare i loro figli. .

Ci sono molti i motivi scientifici che sostengono questa scelta e ci sono, fortunatamente, gli strumenti per affrontare con serenità i virus vecchi e nuovi senza credere di avere fatto scelte sbagliate per i propri figli.

Siamo ancora in uno stato che deve garantire le scelte autonome e consapevoli del cittadino, che può farle, in un senso o nell’altro solo se realmente informato.

LA SINDROME INFLUENZALE IN BAMBINI E ADULTI Inefficacia e danni della vaccinazione


Inefficacia e danni della vaccinazione

Prevenzione e cura con rimedi naturali e omeopatici

 Mortalità

Nelle raccomandazioni ufficiali per la prevenzione e il controllo dell’influenza per la stagione 2011-2012, si legge:

“Per quanto attiene la mortalità attribuibile all’influenza, si stima che in Italia l’influenza stagionale causi ogni anno circa 8.000 decessi in eccesso, di cui 1.000 per polmonite e influenza e altri 7.000 per altre cause. L’84% di questi (pari a 6.700 decessi per tutte le cause e 900 decessi per polmonite e influenza, in media) riguarda persone di età maggiore ai 65 anni[1]”.[2]

La sindrome influenzale viene pubblicizzata come una delle più comuni cause di morte e tutti ormai sanno che di influenza si può anche morire, ma questo concetto non è vero, perché è molto raro morire di influenza, dato che la condizione che più comunemente porta a morte è la broncopolmonite batterica secondaria (prevalentemente lobare o segmentale).

tom jefferson

L’epidemiologo Tom Jefferson, famoso esperto di vaccini, intervistato da Spiegel online International ha commentato:[3] “Nel caso degli anziani che muoiono di polmonite durante una sindrome influenzale, nessuno è mai andato a controllare se questi soggetti sono morti veramente di influenza o di qualche altro virus. Si ritiene che solo il 7% delle sindromi influenzali sia veramente causato dal virus dell’influenza!”.

Si pensa che in una popolazione di 50 milioni di persone, la ‘normale’ mortalità annuale in seguito a sindrome influenzale sia di circa 1.000 persone, cioè 1 persona ogni 50.000 abitanti (qui però parliamo di sindrome influenzale e non di influenza vera e propria, perché è difficile separare le due patologie dato che si esprimono con la medesima sintomatologia e che i test di laboratorio utili per l’individuazione del virus non vengono comunemente utilizzati). Ad esempio, si calcola che nella sola Spagna (40 milioni di abitanti), durante un inverno “normale” i decessi per sindrome influenzale siano circa 1.500-3.000.[4]

Pertanto, se è vero che solo il 7% delle sindromi influenzali è causato dal virus influenzale vero e proprio, significa che solo il 7% di quelle morti è collegato a quel virus.

La mortalità è andata calando negli ultimi decenni, mentre precedentemente poteva toccare punte molto più elevate: nel decennio del 1930, la mortalità in Italia era di 1 decesso ogni 3.000-5.000 abitanti (25-30 morti ogni 100.000 abitanti).[5]

Anche se l’influenza colpisce prevalentemente i giovani, la mortalità invece riguarda prevalentemente gli anziani (l’84% dei decessi riguarda soggetti anziani con età pari o superiore a 65 anni[6]) oppure i “pazienti ad alto rischio”, che sono costituiti dai portatori di patologie croniche cardiopolmonari, nonché di diabete mellito e malattie metaboliche, malattie renali con insufficienza renale, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, sindromi immunodepressive o sindromi da malassorbimento intestinale.

Un’appropriata terapia antibiotica riduce il tasso di mortalità solo quando è imputata una polmonite batterica secondaria all’infezione virale.

DIFFERENZE TRA MALATTIA INFLUENZALE E SINDROME INFLUENZALE

Abbiamo già chiaramente spiegato che la vera influenza (malattia influenzale) è causata dal virus influenzale, mentre la sindrome influenzale è invece causata da molti virus diversi da quello dell’influenza, virus che ovviamente NON potranno mai rispondere ad un eventuale vaccino perché è ovvio che questo induce una risposta anticorpale che è sempre rigidamente specifica nei confronti dell’antigene utilizzato.

Dal punto di vista clinico, praticamente non esistono differenze significative tra malattia influenzale e sindrome influenzale, perché sia i sintomi, sia l’età a rischio, sia le eventuali complicanze sono abbastanza sovrapponibili.

In realtà, alcune differenze sono possibili in base al virus coinvolto, perché, ad esempio, alcuni virus come i Paramixovirus possono dare una forma febbrile che poi si esprime prevalentemente con una laringo-tracheo-bronchite acuta, mentre altri virus come i Rhinovirus possono dare una forma febbrile che si esprime poi con un forte raffreddore. Comunque, dato che anche il virus dell’influenza può dare sintomi a livello del naso o di laringe-trachea-bronchi, alla fine è molto difficile essere sicuri che un singolo paziente sia stato colpito da un certo virus invece di un altro.

Sempre cercando le differenze tra malattia influenzale e sindrome influenzale, se passiamo dalle differenze clinico-microbiologiche a quelle epidemiologiche, possono esserci utili due studi americani.

Il primo studio ha cercato di delineare l’epidemiologia delle infezioni respiratorie virali nella popolazione pediatrica e adulta e ha fatto emergere quanto esposto nella tabella che segue.

 Tab. 3 – Numero di episodi di infezioni respiratorie virali nella popolazione americana studiata. [7]


Fasce di età Numero di episodi
0 – 2 anni 6 episodi/anno
3 – 9 anni 4 episodi/anno
Sopra i 60 anni 1 episodio/anno

 

Da questi dati si vede che i bambini sono molto più esposti alle infezioni respiratorie virali rispetto gli adulti e che l’età più a rischio è quella sotto i 2-3 anni.

Infatti, la morbosità[8] dei virus è maggiore in questa età sia per la maggior probabilità di esposizione dei bambini (spesso frequentano asili o altri bambini), sia per l’incompleto sviluppo del loro sistema immunitario, sia per la mancata esposizione ad antigeni virali negli anni precedenti e quindi per la mancata disponibilità di anticorpi specifici.

In genere, in Italia, nonostante lo scarso numero dei casi denunciati (la denuncia sarebbe obbligatoria), la morbosità invernale della sindrome influenzale oscilla dal 5 al 10% della popolazione, con incidenze maggiori nelle collettività a causa degli stretti rapporti tra le persone.

 Il secondo studio statunitense, che analizza quali sono i singoli virus che causano le infezioni respiratorie, ha fornito dei dati inaspettati che vengono esposti dalla tabella successiva.[9]

Dall’analisi di questa tabella risulta che il virus dell’influenza viene isolato nel 30% dei soggetti sani e asintomatici, mentre nel corso di una sintomatologia da sindrome influenzale questo virus viene isolato solo nel 9% dei malati totali (bambini e adulti). Pertanto, secondo i dati espressi da questo studio, solo il 9% delle patologie che si esprimono con la sintomatologia influenzale sono causate dal vero virus influenzale e quindi solo questo ristretto numero di casi sarebbe teoricamente prevenibile dalla vaccinazione antinfluenzale.[10]

Tab. 4 – Germi isolati nella popolazione generale statunitense studiata (bambini e adulti), senza e durante infezioni respiratorie.

Germe Senza malattia Durante malattia
Rhinovirus 35% 34%
Virus influenzale 30% 9%
Virus parainfluenzale 12% 4%
Virus respiratorio sinciziale 11% 4%
Adenovirus 8% 2%
Coronavirus 8%
Altri virus 4% 14%
Batteri 23%
Sconosciuto 2%
Totale 100% 100%

 

I dati italiani disponibili sono del tutto sovrapponibili: solo il 12,27% dei casi di sindrome influenzale (in soggetti adulti) è causato dal virus dell’influenza e nei bambini la percentuale è addirittura nettamente inferiore (circa il 8%).[11]

Tutto questo ci fa dedurre che:

– su 100 persone che si ammalano di sintomi influenzali, solo in 9 la sintomatologia è causata dal virus dell’influenza;

– se tutte e 100 queste persone venissero vaccinate, solo 3-6 di loro eviterebbero l’influenza (perché il vaccino protegge solo il 30-60% dei soggetti che si ammalano a causa del virus influenzale);

– i soggetti che non hanno benefici dalla vaccinazione (94-97%), sono comunque a rischio dei non pochi e non irrilevanti effetti indesiderati del vaccino (vedi più avanti).

 

LA VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE

Credo sia ormai chiaro a tutti che negli ultimi anni le sezioni marketing dell’Industria Farmaceutica stanno cercando in tutti i modi di portare dati per convincerci che è estremamente necessario vaccinarci tutti contro l’influenza.

Attraverso una certa ‘informazione scientifica’ indirizzata ai medici di base e attraverso adeguati articoli diffusi dai mass media direttamente all’opinione pubblica, si è cercato di ‘abituare’ il consumatore al concetto che ogni autunno non solo è ‘necessario’, ma è anzi doveroso vaccinarsi contro l’influenza.

Infatti, vari anni fa questa vaccinazione veniva proposta solo per gli anziani, perché considerati più deboli, poi l’indicazione è stata estesa anche agli adulti che per lavoro erano a contatto con il pubblico e ora da qualche anno si cerca di inglobare pure tutti i bambini con la giustificazione che sono sempre più malati e recettivi a infezioni virali.

In pratica: la vaccinazione antinfluenzale dovrebbe essere fatta a TUTTI!

Circa l’opportunità di vaccinare contro l’influenza anche i bambini sani nella fascia di età sotto i 3 anni, c’è pure chi propone di somministrare il vaccino ai neonati tra i 7 giorni e i 6 mesi di vita. Non ci sono motivazioni valide per sostenere tale consiglio, perché non conosciamo la sua sicurezza e tollerabilità e la proposta non è in linea con le raccomandazioni scientifiche internazionali che escludono i neonati dall’elenco dei soggetti da vaccinare contro l’influenza, ma si continua a premere per vaccinare tutti. Nelle linee guida, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta consigliano la vaccinazione antinfluenzale solo a partire dai sei mesi di vita e solo con malattie gravi e per i trapiantati, mentre «Per tutti gli altri» ribatte Maurizio Bonati, responsabile del Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’Istituto Mario Negri «in particolare tra ai 6 mesi e i 2 anni non ci sono indicazioni perché è difficile valutare la capacità di risposta immunitaria nei bimbi». E aggiunge: «L’allattamento è la miglior protezione del neonato anche contro l’influenza».

Su questo argomento commenta invece il nostro Ministero della Salute:

“L’inserimento dei bambini sani di età compresa tra 6 e 24 mesi (o fino a 5 anni) nelle categorie da immunizzare prioritariamente contro l’influenza stagionale è un argomento attualmente oggetto di discussione da parte della comunità scientifica internazionale, soprattutto a causa della mancanza di studi clinici controllati di efficacia.

L’offerta di vaccinazione è raccomandata dalla Sanità Americana e Canadese e da pochi Paesi della Comunità Europea (es. Finlandia), ma i dati di copertura vaccinale finora raggiunti non consentono di valutare l’impatto di tale intervento. Pertanto non si ritiene necessario promuovere programmi di offerta attiva gratuita del vaccino influenzale stagionale ai bambini che non presentino fattori individuali di rischio.

Ciò non significa che vi siano controindicazioni alla vaccinazione dei bambini «sani» di età superiore a 6 mesi, qualora il loro pediatra optasse per tale scelta. Valgono per loro le stesse regole (dosaggio, numero di dosi) indicate per i bambini appartenenti ai gruppi di rischio”.[12]

 

In conclusione, vediamo quali sono le indicazioni per questa vaccinazione secondo il nostro Ministero della Salute.

Considerazioni sull’efficacia della vaccinazione antinfluenzale pediatrica

Il vaccino antinfluenzale viene preparato ogni estate in previsione di quelli che si crede possano essere i 3-4 ceppi virali che durante l’inverno causeranno poi la malattia influenzale. In realtà, per esperienza più o meno diretta, tutti sanno che non sempre queste previsioni sono corrette e accade allora che il vaccino antinfluenzale non protegga verso i virus influenzali per cui è stato somministrato. Comunque, va pure detto che, anche se i ceppi virali usati per la preparazione del vaccino fossero esatti, la vaccinazione non potrebbe mai proteggere verso tutti gli altri virus che causano la sindrome influenzale che, come abbiamo detto, è causata dai numerosi virus che danno sintomi simili a quelli del virus dell’influenza.

vaccino ima

A partire dal 1999, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta, l’American Academy of Pediatrics e la Public Health canadese avevano iniziato a raccomandare il vaccino antinfluenzale ai bimbi con meno di 2 anni. Questa sollecitazione a vaccinare destò non poche perplessità e già dal 2002 si poterono leggere alcuni pareri critici nella letteratura medica e critico fu anche un articolo uscito sul Bollettino di Informazione sui Farmaci del nostro Ministero della Salute[13] (non perché il nostro Ministero sia critico, ma solo perché l’autore di quell’articolo, pur essendo da tutti riconosciuto come molto autorevole in ambito vaccinale, non riconosce un’efficacia protettiva al vaccino antinfluenzale).

cdc1

All’inizio del 2005, una autorità americana nel campo dei vaccini, la Cochrane Vaccines Field, ha revisionato la letteratura scientifica mondiale concludendo che non vi sono evidenze di efficacia di una strategia vaccinale antinfluenzale in età pediatrica.[14] La conclusione dell’articolo è stata chiarissima: “L’efficacia nei bambini piccoli è completamente non provata. Al massimo può favorire nei bambini più grandi una riduzione della lunghezza delle assenze scolastiche. I risultati sollevano dubbi sulla saggezza di affrettarsi in un programma di vaccinazione estesa dei bambini senza prove adeguate che questa funzioni o sia interamente sicura. I vaccini antinfluenzali possono essere efficaci contro le forme di influenza che tipicamente rappresentano meno del 10% di tutti i casi, ma non vi è modo di predire che questo sarà il virus predominante nella stagione influenzale in arrivo”.

Inoltre, anche se le raccomandazioni ufficiali consigliano la vaccinazione solo per bambini con grave patologia di base, molti medici (probabilmente influenzati acriticamente dalla pubblicità farmaceutica) avanzano l’ipotesi di vaccinare i bambini sani di età compresa tra i 6 e i 23 mesi con l’obiettivo di ridurre l’insieme delle molteplici patologie virali invernali, tralasciando di dire che la vaccinazione antinfluenzale può avere efficacia protettiva solo nei confronti dei ceppi virali di cui il vaccino è costituito, ceppi che, come abbiamo detto, sono molto poco frequenti.

È vero che i bambini, specialmente se frequentano la scuola materna, si ammalano facilmente di virosi, ma la vaccinazione antinfluenzale non comporterà alcuna diminuzione, né di intensità né di numero, delle comuni infezioni delle vie aeree superiori presenti durante i mesi freddi, perché il vaccino contro l’influenza non ha effetto alcuno sulle centinaia di tipi e sottotipi di virus e batteri che sono capaci di infettare i bambini nei primi anni di vita. Quindi, come la ricerca scientifica indipendente dall’Industria Farmaceutica ha ampiamente dimostrato, non avremo alcuna modificazione della loro tendenza ad ammalarsi.

Il nostro Ministero della Salute, nella sua pubblicazione ufficiale Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2011-2012, ci comunica le seguenti stime:

“In presenza di una buona corrispondenza fra la composizione del vaccino e i virus influenzali circolanti [attenzione, perché di solito questa corrispondenza non c’è], l’efficacia stimata, in adulti sani, varia dal 70 al 90%, nei bambini e ragazzi fino a 16 anni è stimata un’efficacia pari al 60-70%.

Negli anziani che vivono in comunità, l’efficacia stimata della vaccinazione, nel ridurre la mortalità legata all’influenza, varia dal 23 al 75%. Se si considerano gli anziani che vivono in strutture di lungodegenza, la stima di efficacia nel ridurre i decessi è del 23-79%”.[15]

A tale comunicato si possono però fare vari commenti, come quelli esposti dal Dr. Pirous Fateh-Moghadam:

[16]

È noto a tutti che interventi di provata efficacia possono rivelarsi inefficaci se applicati in un contesto sociale e organizzativo diverso da quello in cui si era dimostrata la loro efficacia. In tale ottica si pongono dunque alcuni problemi di non facile soluzione con i dati attualmente a nostra disposizione. Innanzitutto, quante sono le ospedalizzazioni/cure ambulatoriali per influenza nelle diverse fasce di età? Arigliani e Bonvino hanno già riferito nel loro commento della difficoltà di reperire questi dati per l’Italia e si rivolgono di conseguenza allo studio della letteratura, nella fattispecie al lavoro di Neuzil et al. pubblicato dal New England Journal of Medicine.[17] C’è appena bisogno di dire che la validità delle conclusioni di Neuzil et al., soprattutto per quanto riguarda gli ipotetici benefici della vaccinazione, dipendono largamente dall’abilità di distinguere correttamente i ricoveri per infezioni influenzali da quelli per patologie di eziologia diversa, come infatti non manca a sottolineare l’editoriale nella stessa edizione del New England Journal of Medicine[18] che mette parzialmente in dubbio proprio questo aspetto dello studio. Inoltre, Neuzil et al. affermano nel loro stesso studio che l’eccesso di ricoveri di bambini al di sotto dei 3 anni nella stagione invernale sarebbe dovuto per non più del 20% all’influenza, dato che le infezioni da virus respiratorio sinciziale costituiscono la causa di gran lunga più frequente dei ricoveri.

E quanti dei casi ospedalizzati sarebbero stati evitati tramite la vaccinazione? La letteratura sull’efficacia del vaccino inattivato non è ricchissima soprattutto per la fascia di età al di sotto dei 2 anni. Studi sui bambini in età prescolare riportano la sicurezza e l’immunogencità del vaccino,[19], [20] ma un’efficacia non elevatissima[21] del vaccino inattivato nel prevenire l’influenza sierologicamente confermata (45% per l’influenza B e del 31% per l’influenza A). In ogni caso, tutti gli Autori compreso il già citato editorialista del New England Journal of Medicine (un pediatra del Children’s Hospital di Boston) si augurano la conduzione di ulteriori studi approfonditi sull’argomento prima di giungere a raccomandazioni nazionali.

In Giappone, in seguito ad un’epidemia devastante nel 1957 le autorità sanitarie hanno deciso di introdurre la vaccinazione antinfluenzale per tutti i bambini in età scolare in quanto considerati i maggiori disseminatori della malattia. I programmi vaccinali iniziano nel 1962, nel 1977 la vaccinazione antinfluenzale diviene obbligatoria, raggiungendo coperture vaccinali fino all’85% negli anni ’80. Nel 1987 la vaccinazione diventa facoltativa e nel 1994 il programma vaccinale cessò completamente per la mancanza di prove della sua efficacia. … Riassumendo, l’esperienza giapponese insegna:

1 – i bambini sono molto importanti nella diffusione dell’influenza;

2 – solo coperture vaccinali superiori al 70% dei bambini in età pre-scolare e scolare possono verosimilmente avere benefici a livello di comunità;

3 – rispetto alla riduzione della mortalità, la vaccinazione dei gruppi ad alto rischio produce effetti analoghi a quella dei bambini se si raggiungono le coperture necessarie.

In conclusione, mi sembra che la questione della vaccinazione antinfluenzale dei bambini sani in Italia si inserisca in un contesto caratterizzato sostanzialmente da incertezza e in questo caso credo sia conveniente assumere un atteggiamento di attesa attiva migliorando le conoscenze epidemiologiche e scientifiche in generale ed esaurendo il potenziale delle azioni di prevenzione di provata efficacia già avviate, prima di prendere decisioni che altrimenti potrebbero rivelarsi affrettate”.

Sempre su questo argomento, scrive la Dr.ssa Luisella Grandori:[22]

“Quanto allo studio di Reichert et al. pubblicato su New England Journal of Medicine nel 2001,[23] che dimostrerebbe l’efficacia della vaccinazione antinfluenzale dei bambini in età scolare nel difendere dalla malattia gli anziani che vivono con loro, desidero portare all’attenzione di tutti l’interessante commento di un pediatra francese (Lellouche) comparso sulla rivista La Revue Prescrire nell’ottobre 2001.[24]

Oltre alla sua perplessità sull’indipendenza delle conclusioni, motivata dal fatto che tra gli Autori ci fosse un ricercatore di una Ditta produttrice di vaccini che ripropone la delicata questione del possibile conflitto di interesse anche nella ricerca, Lellouche si chiede quali siano il modello di famiglia (anziani che vivono con tanti bambini?) e le condizioni di vita (sovraffollamento?) in Giappone e se queste non possano aver condizionato i risultati dello studio. Quindi afferma, in modo condivisibile, che questi risultati non possono essere esportati in altri Paesi se non con molta prudenza.

Inoltre, se pure è indubbio che i bambini rappresentano un ‘serbatoio’ di questa malattia (anche i dati italiani riportati da Salmaso lo confermano), viene da chiedersi se non sia preferibile (e anche meno costoso) proteggere le poche persone a rischio di gravi complicanze che stanno a stretto contatto con loro (anziani, parenti con malattie croniche, ecc.), piuttosto che vaccinare su larga scala una fetta così importante di popolazione”.

Condivido pienamente il parere della Dr.ssa Grandori e alla sua proposta aggiungerei anche la mia di condurre uno studio longitudinale tra un ampio gruppo di soggetti vaccinati e uno di soggetti non vaccinati in modo da verificare non tanto la percentuale di soggetti che si ammalano di influenza, bensì se la vaccinazione sia utile o no nel migliorare le condizioni generali di salute dei bambini e degli adulti. Cioè, a noi non interessa che un vaccino sia efficace per proteggerci da una specifica malattia se poi deve indebolire il nostro sistema immunitario e predisporci a tante altre patologie!

Alcune evidenze scientifiche sulla vaccinazione antinfluenzale

influenza foto

Dallo studio della letteratura scientifica disponibile[25] si possono pertanto estrapolare chiaramente i seguenti dati:

a) La vaccinazione non protegge dai virus non influenzali

Abbiamo già chiaramente spiegato che l’influenza (malattia influenzale) è causata dal virus influenzale, mentre la sindrome influenzale (clinicamente simile all’influenza) è invece causata da molti virus diversi da quello dell’influenza, virus che ovviamente NON rispondono al vaccino. Dai dati italiani disponibili, risulta che solo il 12,27% dei casi di sindrome influenzale (in soggetti adulti) sono causati dal virus dell’influenza e nei bambini la percentuale è addirittura nettamente inferiore (circa il 8%).[26] Quindi, si può ipotizzare che vaccinando tutta la popolazione eviteremo circa il 10% degli episodi di sindrome influenzale, con il rischio però di causare una ben maggiore percentuale di danni da vaccino.

Questi dati sono confermati anche da uno studio americano che ha cercato di delineare l’epidemiologia delle infezioni respiratorie virali nella popolazione pediatrica e adulta:[27]

Tab. 7 – Numero di episodi di infezioni respiratorie virali nella popolazione americana studiata.

Fasce di età
  1. di episodi
0 – 2 anni 6 episodi/anno
3 – 9 anni 4 episodi/anno
Sopra i 60 anni 1 episodi/anno

Tab. 8 – Germi isolati nella popolazione generale americana studiata (bambini e adulti), senza e durante infezioni respiratorie.

Germe Senza malattia Durante malattia
Rhinovirus 35% 34%
Virus influenzale 30% 9%
Virus parainfluenzale 12% 4%
Virus respiratorio sinciziale 11% 4%
Adenovirus 8% 2%
Coronavirus 8%
Altri virus 4% 14%
Batteri 23%
Sconosciuto 2%
Totale 100% 100%

 

Anche da questi dati emerge che i bambini sotto i 2 anni di età si ammalano più facilmente degli adulti di infezioni respiratorie virali, ma solo nel 9% dei casi totali (bambini e adulti) di tratta di patologie causate dal virus influenzale e quindi di una infezione teoricamente prevenibile dalla vaccinazione[28]. Pertanto, si conclude che:

– su 100 persone che si ammalano di sindrome influenzale, solo in 9 la sintomatologia è causata dal virus dell’influenza;

– se tutte e 100 venissero vaccinate, solo 3-5 di loro eviterebbero l’influenza (perché il vaccino protegge il 30-60% dei soggetti che si ammalano a causa del virus influenzale);

– i soggetti che non hanno benefici dalla vaccinazione (95-97%) sono comunque a rischio degli effetti indesiderati del vaccino.

b) La vaccinazione non è ben tollerata dai bambini

Da uno studio condotto da un Dipartimento di Pronto Soccorso americano è emerso che il vaccino antinfluenzale causa più effetti indesiderati nei bambini che negli adulti ed è anche emerso che tali effetti sono simili agli effetti che i genitori vorrebbero evitare vaccinando il bambino: prevalentemente febbre, raffreddore, malessere generale, dolore nella sede di inoculazione del vaccino.[29]

c) La vaccinazione dei bambini non protegge gli anziani

Per quanto riguarda la vaccinazione degli anziani, sappiamo bene che quando si ammalano di influenza hanno più probabilità di avere delle complicazioni cardiorespiratorie e di essere ricoverati a causa dell’infezione[30] e sappiamo anche che i bambini in età scolare sono i principali veicoli di diffusione della malattia anche verso gli anziani, però pare che la vaccinazione antinfluenzale pediatrica non sia una terapia efficace per questi problemi. Infatti, anche nel Piano Nazionale Linee Guida per l’Istituto Superiore di Sanità italiano del 2003 viene affermato che “la vaccinazione antinfluenzale nei bambini non riduce il rischio di diffondere l’influenza agli anziani”.[31]

Una reinterpretazione dell’epidemiologia negli anziani dimostrerebbe che non ci sono evidenze che il vaccino eviti morti negli anziani.[32]

d) La vaccinazione non controlla la diffusione dell’influenza

A ulteriore conferma di questi dati va anche detto che non ci sono studi che dimostrino che la vaccinazione antinfluenzale possa interrompere la catena epidemiologica dell’infezione, ovvero la circolazione del virus(secondo alcuni Autori, almeno finché non vengono vaccinate circa l’85-90% delle persone[33]). Infatti, due recenti studi pubblicati nel 2006 concludono che non esiste una evidenza credibile del fatto che la vaccinazione di lavoratori che accudiscono gli anziani modifichi la frequenza di influenza e le sue complicazioni nei loro assistiti.[34], [35] Anche la ‘Guida all’uso dei Farmaci’, pubblicata dal nostro Ministero della Salute sulla base del British National Formulary, afferma: “… dal momento che i vaccini antinfluenzali non controllano la diffusione della malattia, sono indicati solo nei soggetti ad alto rischio”.[36] Nella pratica, però, è sotto gli occhi di tutti che quest’ultima raccomandazione non viene né considerata né ricordata.

e) La vaccinazione non riduce la mortalità negli anziani

Un recente studio[37] realizzato dal National Institute of Allergy and Infectious Disease di Chicago ha inoltre dimostrato che il numero dei decessi delle persone anziane negli ultimi vent’anni è rimasto invariato nonostante sia cresciuto del 65% il numero di coloro che hanno utilizzato il vaccino.

Questo studio è stato iniziato perché si pensava che il vaccino avrebbe diminuito la mortalità tra gli anziani fino al 40%, invece queste previsioni sono state smentite dalla realtà. Secondo questi ricercatori, gli studi precedenti avevano evidenziato, sbagliando, un calo della mortalità in quanto non avevano preso in considerazione una serie di fattori come le complicazioni derivanti dall’influenza subito dopo che i pazienti erano guariti e la mancata formazione di anticorpi dopo stimolo vaccinale nelle persone anziane, perché il sistema immunitario degli anziani è poco responsivo.

Pertanto, questi ricercatori hanno concluso che gli studi osservazionali che in precedenza hanno documentato i tanto pubblicizzati benefici del vaccino antinfluenzale, oltre a monitorare gli effetti del vaccino solo per pochissimi giorni, erano viziati da non pochi errori metodologici (i medici dovrebbero quindi fare molta attenzione alle informazioni che ricevono dall’Industria Farmaceutica).

Ad avvalorare questo ultimo rilievo sono stati pubblicati recentemente altri due studi che hanno dimostrato che le prove di efficacia del vaccino nel ridurre la mortalità nell’anziano sono inficiate da una scorretta selezione dei gruppi confrontati (vaccinati verso non vaccinati) e che i risultati statistici portati a favore del vaccino sono inconsistenti,[38] anche perché ben pochi studi hanno incluso nelle loro ricerche soggetti più anziani e specialmente quelli con un’età superiore ai 70 anni.[39]

f) La vaccinazione non protegge i broncopneumopatici cronici

Abbiamo detto poco sopra che il nostro Ministero della Salute consiglia la vaccinazione antinfluenzale specialmente in pazienti affetti da “malattie croniche debilitanti a carico dell’apparato respiratorio, specie asma”. In realtà, i dati disponibili sull’effetto della vaccinazione antinfluenzale in soggetti asmatici (adulti e bambini) sono scarsi e dalla letteratura si evince che non ci sono evidenze scientifiche sufficienti a supportare la vaccinazione o che questa riduca le complicanze polmonari in caso di influenza in soggetti asmatici (specie se bambini).[40], [41] Invece, si è addirittura evidenziato che nei vaccinati si registrano con più frequenza riduzioni della forza respiratoria (riduzione nel PEF: Picco di Espirazione Forzata), che non è certamente consigliabile in un bronchitico cronico o in un asmatico.[42]

g) La vaccinazione è efficace solo a livello laboratoristico

C’è una marcata differenza tra efficacia teorica (cioè laboratoristica) (efficacy) della vaccinazione antinfluenzale (riscontro di un aumento del titolo anticorpale teoricamente protettivo) e l’efficacia reale (effectiveness) nella pratica clinica (reale riduzione dei casi di sindrome influenzale). Ad esempio, uno studio[43] sugli effetti del vaccino antinfluenzale inattivato ha evidenziato quanto segue:

– presenza di anticorpi inibenti l’emoagglutinazione contro il virus influenzale di tipo A: 77-92%;

– presenza di anticorpi inibenti l’emoagglutinazione contro il virus influenzale di tipo B: 49-58%.

Da queste percentuali di anticorpi protettivi (indotti nell’organismo dalla vaccinazione) di può dedurre che l’efficacia teorica (efficacy) della vaccinazione antinfluenzale stessa dovrebbe variare dal 49 al 92% a seconda del sierotipo virale (A o B). Invece sappiamo che la reale protezione (effectiveness) offerta da questo vaccino è bassissima. Infatti, un altro studio del 2003 dimostra che la vaccinazione negli adulti ha una certa efficacia, ma questa è discreta solo se ci si basa sui dati di laboratorio, mentre se si considerano i sintomi clinici risulta che l’efficacia è nettamente più bassa. L’efficacia del vaccino risulta addirittura nulla se si considerano i giorni lavorativi persi o le complicanze post-vaccinali o i ricoveri ospedalieri (è emerso che la vaccinazione riduce la perdita per influenza dei giorni di lavoro di 0,3 giorni per ogni episodio influenzale).[44]

h) La vaccinazione non sembra convincere i medici

È vero che la vaccinazione antinfluenzale non sembra convincere i medici e il personale paramedico e non pare convincere neppure quelli che la ‘impongono’. Infatti, ricordo che nell’inverno 2010-11 solo il 20% dei medici italiani si è vaccinato![45]

i) La vaccinazione è pericolosa anche per il suo contenuto in adiuvanti

Dato che il vaccino antinfluenzale, come vedremo, deve essere ottenuto in breve tempo e dato che la produzione di antigeni virali è lenta, per produrre milioni di dosi in pochi mesi l’Industria Farmaceutica ha escogitato il sistema di ridurre la quantità di antigeni virali nella fiala aumentando invece la dose o la potenza degli adiuvanti, cioè di quelle sostanze che vengono aggiunte ad un vaccino per potenziarne la sua efficacia. Il problema però è che gli adiuvanti classici sono relativamente poco efficaci e allora la ricerca chimica ha messo a punto delle sostanze di sintesi dotate di una particolare efficacia immunostimolante. Il lato oscuro di questo espediente è che le sostanze usate sono di per se stesse tossiche e gli effetti che esse possono indurre nell’organismo ricevente, specie quando questo è l’organismo di un bambino o di una gravida (e quindi anche di un feto), non sono noti, anche perché non sono mai stati adeguatamente studiati (in questi gruppi di soggetti spesso si usano estrapolazioni statistiche). A dimostrazione di ciò, va detto che in questi ultimi anni iniziano ad essere disponibili importanti studi sperimentali come quello pubblicato nel 2004 da alcuni ricercatori della Florida che, studiando gli effetti di alcuni oli idrocarburi usati come adiuvanti nei vaccini pediatrici, si sono accorti di come queste molecole giochino un ruolo nell’indurre reazioni autoimmunitarie.[46]

l) La vaccinazione è scarsamente efficace

Ben diversamente dai comunicati più che ottimistici del nostro Ministero della Salute,[47] secondo una revisione della letteratura eseguita da Tom Jefferson e dal suo Gruppo, la prevenzione della sindrome influenzale invernale, quando va bene, nell’adulto è del 33-36%, ma nei bambini di età inferiore ai 2 anni l’efficacia del vaccino è simile a quella del placebo.[48]

Un rapporto pubblicato nel 2008 stabilì che i vaccini antinfluenzali nei bambini piccoli non diminuiscono la quantità di visite mediche e ospedaliere dovute alla influenza.[49] Allo stesso tempo, uno studio condotto su 800 bambini asmatici stabilì che coloro che ricevettero un vaccino antinfluenzale corsero un rischio significativamente maggiore di visite mediche e di visite al Pronto Soccorso legate all’asma rispetto i non vaccinati.[50]

È nonostante questi dati che il nostro Ministero della Salute consiglia di vaccinare i bambini fin dal 6° mese di vita!

Viene allora da chiedersi: “Perché il Ministero dà indicazioni contrarie alle conoscenze scientifiche?”.

Scrive ancora Tom Jefferson:[51]

“I 206 studi finora condotti sono stati raccolti in 7 revisioni sistematiche che sintetizzano le prove disponibili per quantità e qualità metodologica. Le prove scientifiche così sintetizzate dimostrano che i cardini delle politiche proposte quasi ‘a tappeto’ dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (USA) e dai loro ammiratori europei sono tutt’altro che sicuri:

– i vaccini nei bambini al di sotto dei 2 anni sono come il placebo;

– non vi sono prove che i vaccini prevengano le morti nei bambini e negli adulti;

– l’assenteismo lavorativo degli adulti [cioè il beneficio dato dalla vaccinazione antinfluenzale] è ridotto di circa 2 ore;

– non vi è correlazione fra incidenza dell’influenza e copertura vaccinale negli anziani istituzionalizzati, ecc..

La bufala è rappresentata dall’idea che un paradigma generalmente accettato (come quello dell’efficacia dei vaccini inattivati contro l’influenza) rappresenti un dogma a cui prestar fede senza alcuna possibilità di critica. … Le spiegazioni più probabili della mancanza di efficacia dei vaccini inattivati nei bambini piccoli è la loro immaturità immunologica e la mancanza di prove della protezione conferita contro le morti infantili per l’estrema rarità di questo evento.

Cioè il problema risiede nella incapacità dei sistemi immunitari infantili a dare una risposta anticorpale adeguata alla stimolazione antigenica di vaccini che non sono molto immunogenici e che sembrano funzionare meglio in coloro che hanno sistemi immunitari maturi, come gli adulti sani. Queste conclusioni sono tutt’altro che sbalorditive [cioè sono ovvie e ampiamente note a chi studia questo argomento].

Un’altra bufala risiede nell’idea che, se una categoria è a particolare rischio di influenza, automaticamente questa la renda una candidata certa all’uso del vaccino. La logica mi sfugge, ma il ‘ragionamento’ dovrebbe filare pressappoco come segue: alta incidenza dell’influenza e alto impatto sui bambini: ergo, usare il vaccino. Ciò che manca sono diversi passaggi logici: alta incidenza dell’influenza, alto impatto sui bambini, vaccini efficaci e sicuri, più costo-efficacia delle alternative, accettabili ai genitori quanto o più delle alternative: ergo, usare il vaccino. …

Per fare ciò [conoscere l’efficacia dei vaccini antinfluenzali], ci vogliono grandi trial randomizzati con il placebo, che coprano più stagioni e che abbiano potenza sufficiente a identificare eventi rari come le morti probabilmente causate dall’influenza (non da tutte le cause). Grazie alle politiche vaccinali internazionali questi trial sono ritenuti impossibili dal punto di vista etico (io ritengo questa un’ennesima bufala, in quanto per me non è etico somministrare ciò di cui non si conosce con ragionevole certezza l’efficacia)”.[52],[53]

In conclusione, risulta che il vaccino antinfluenzale stagionale è ben poco efficace negli adulti e pochissimo efficace nei bambini e negli anziani, ma nonostante questi dati scientifici, quello che è curioso e che quindi stupisce è che assistiamo ugualmente ad una massiccia propaganda (finanziata dal nostro Ministero con i soldi pubblici) a favore della vaccinazione antinfluenzale, anche pediatrica, e questa è una chiara contraddizione tra i dati scientifici e la pratica clinica, tra l’evidenza oggettiva e la politica sanitaria.

A questa contraddizione e a questa propaganda possiamo trovare solo una giustificazione puramente commerciale che fa leva non certo sui dati scientifici, ma sui fattori emotivi della popolazione, come la paura di sempre nuove e drammatiche epidemie virali o di sempre nuovi virus; una paura, ovviamente, che è abilmente orchestrata da coloro che da essa sanno di poterne trarre vantaggi economici.

Comunque, ormai tutti sappiamo che, oltre alla ricerca medica, anche l’informazione scientifica ai medici e la sensibilizzazione delle persone attraverso i mass media è completamente nelle mani dell’Industria Farmaceutica.

Quello però che stupisce ancora di più è che il nostro Ministero della Salute dovrebbe sovrintendere e sorvegliare tutto questo … Viene allora da chiedersi:

– Perché non lo fa?

– Perché non sottopone i vaccinati ad un controllo?

E non si risponda che non ci sono i fondi, perché i fondi si trovano ad esempio per incentivare i Medici di Base a vaccinare i loro assistiti. Infatti, nella Campagna vaccinale antinfluenzale: copertura ultra 65enni si legge:

“Gli obiettivi riguardanti la campagna vaccinazioni antinfluenzale 2009-2010 ed in particolare, quelli relativi alla copertura vaccinale della popolazione ultra-65enne, sono stati definiti, con specifico accordo regionale, nella seduta del 22/09/2009, come di seguito riportato:

«La remunerazione prevista è di Euro 6,16 ad assistito vaccinato, come stabilito dall’Accordo Collettivo Nazionale (ACN).

Tale quota, viene incrementata da un incentivo previsto per il raggiungimento di determinate quote percentuali di soggetti vaccinati. …

Per l’erogazione degli incentivi, si stabiliscono le seguenti soglie percentuali:

– i medici che raggiungono una quota inferiore al 60% non vengono remunerati né con la quota incentivante, né con la quota prevista dall’ACN per la prestazione vaccinale;

– ai medici che raggiungono la quota di vaccinati compresa tra > 60% e < 70% è riconosciuto l’incentivo di Euro 1,00 per ogni assistito vaccinato;

– ai medici che raggiungono la quota di vaccinati compresa tra > 70% e < 75% è riconosciuto l’incentivo di un ulteriore Euro 0,50 per ogni assistito vaccinato;

– ai medici che superano la percentuale > 75% è riconosciuto un ulteriore incentivo da calcolare a conguaglio, fino alla concorrenza del tetto di spesa sul fondo come sopra determinato»”.

Sperimentazione dei vaccini antinfluenzali stagionali

Sappiamo che ogni farmaco deve essere adeguatamente sperimentato prima di essere commercializzato, ma l’Agenzia Europea per i Medicinali (European Medicines Agency [EMA])[54] non richiede la sperimentazione preliminare dei vaccini antinfluenzali prima della loro commercializzazione, mentre sono consigliate, ma non obbligatorie, le dimostrazioni sperimentali di non tossicità dei composti adiuvanti uniti al vaccino per prolungarne o potenziarne la sua immunogenicità[55] (cfr tabella successiva).

Va comunque detto che i vaccini antinfluenzali sono esonerati dalle sperimentazioni tossicologiche pre-commercializzazione semplicemente per una motivazione pratica: le sperimentazioni richiedono molto tempo e dato che anche senza fare alcuna sperimentazione il vaccino per ogni epidemia influenzale invernale è disponibile solo pochissime settimane prima dell’estensione endemica dell’infezione (a volte giunge anche in ritardo), non c’è veramente il tempo concreto per i test sperimentali.

In passato tutto questo era giustificato ugualmente dal luogo comune che non ci si doveva preoccupare delle vaccinazioni perché, si diceva, “i vaccini non fanno male”.

Oggi però sappiamo che i vaccini sono veri e propri farmaci e che non è vero che non fanno male. Infatti, vedremo chiaramente che la vaccinazione antinfluenzale non è priva di conseguenze e che il suo danno principale non è più di tanto rappresentato dagli effetti indesiderati locali a breve termine, bensì da quelli sistemici a breve, medio e in particolare a lungo termine, specie dagli effetti di tipo autoimmunitario caratteristici dei vaccini virali e che spesso si sviluppano molto lentamente.

Ogni anno viene messo a punto un nuovo vaccino antinfluenzale sullo stampo di quello dell’anno passato, ma anche utilizzando “nuovi” ceppi influenzali che l’OMS ipotizza siano la causa dell’influenza in arrivo.

Il nuovo vaccino viene testato su cavie e volontari e per calcolarne la probabile efficacia vengono raccolti campioni di sangue che vengono analizzati per vedere come aumentano gli anticorpi specifici (risposta anticorpale specifica).

Tutto questo avviene molto prima che l’influenza abbia fatto la sua comparsa. Infatti, è fondamentale anticipare i lavori di sviluppo del vaccino se si vogliono preparare dosi a sufficienza, perché la preparazione è lunga e laboriosa, in quanto i virus donatori degli antigeni vaccinali devono essere fatti crescere pazientemente su embrioni di pollo.

Pertanto, non c’è tempo per condurre sperimentazioni adeguate che dimostrino la vera efficacia protettiva del vaccino e la sua vera innocuità. Ci si accontenta allora dell’aumento della risposta anticorpale nel vaccinato, ma a questa risposta (test di inibizione dell’emoagglutinina) non corrisponde una vera efficacia clinica della vaccinazione, perché per dimostrare quest’ultima bisogna dimostrare la riduzione della trasmissione del virus e la conseguente prevenzione di nuovi casi, la riduzione delle complicanze, la riduzione della mortalità, ecc. nei vaccinati rispetto i non vaccinati.

Infatti, nessuno (nemmeno le più famose autorità del settore) sa se all’immunità indotta dal vaccino (cioè, all’aumento del titolo anticorpale anti-emoagglutinina) corrisponda una vera protezione, né quale sia la soglia quantitativa da prendere in considerazione (cioè, quale titolo anticorpale può essere considerato protettivo). Alla domanda: “Quanto titolo anticorpale è protettivo?” si risponde: “More is better” (cioè: “Più è, meglio è”) … peccato che maggiore è il titolo anticorpale in un vaccinato, maggiore è il rischio di danno vaccinale. A questo si aggiunge che è ancora meno nota la relazione tra i titoli anticorpali verso antigeni diversi dall’emoagglutinina e la protezione del vaccino.

 

In conclusione, il comune vaccino antinfluenzale stagionale non viene sperimentato in modo adeguato se non su qualche volontario e nessuno sa anticipatamente se sarà efficace. Si dice che dovrebbe esserlo se aumenta il titolo anticorpale, ma non si sa neppure quanto elevato deve essere il titolo anticorpale per essere protettivo verso il virus!

Per dire che un farmaco è efficace, devo riscontrare un miglioramento o un effetto protettivo nel gruppo trattato rispetto al gruppo non trattato, ma con la vaccinazione antinfluenzale, se non la si sperimenta in un elevato numero di persone e non si attende che si manifesti l’epidemia influenzale, non si potrà sapere quanti sono i vaccinati che si ammalano e se questi sono quantitativamente inferiori rispetto al gruppo dei non vaccinati.

Inoltre, la vaccinazione potrebbe dare effetti diversi in Paesi o Continenti diversi, perché il virus, diffondendosi in certe popolazioni, può incontrare condizioni immunitarie, ambientali ed economiche diverse. Questo è particolarmente importante per un vaccino a RNA come quello influenzale che è fortemente soggetto a rapide modificazioni in base alle sollecitazioni che incontra nell’organismo ospite. Sappiamo infatti che il clima, le condizioni sociali come l’addensamento delle persone in ambienti ristretti, le più comuni norme di igiene personale, l’alimentazione, le difese immunitarie aspecifiche, la stanchezza, alcuni condizioni psichiche o più globalmente lo stress di vita, ecc. influenzano notevolmente la propagazione, le mutazioni e quindi anche la diversificazione dei virus influenzali.

Quando si vaccina una persona, non sarebbe corretto avvisarla di tutte queste incertezze e di questi rischi?

DANNI DELLA VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE

È palese che chi ha la convinzione di vaccinarsi deve poter avere anche la possibilità di farlo, ma è altrettanto palese che, se una persona non si fida dei vaccini, deve essere libera di non vaccinarsi e non deve subire pesanti pressioni psicologiche basate spesso su false affermazioni di sicurezza, specie in considerazione del fatto che il vaccino antinfluenzale è un farmaco e come tutti i farmaci non è certamente privo di effetti indesiderati e talvolta anche di danni gravi e irreversibili.

In particolare, dobbiamo sapere che il vaccino antinfluenzale può svolgere danni locali e sistemici e sia generici che specifici nell’organismo che lo riceve.

Uno studio australiano evidenzia, a fronte di 67 banali eventi post-vaccinali ogni 100.000 dosi di vaccino, la frequenza di ben 16,7 eventi avversi gravi ogni 100.000 dosi per i bambini sotto i 7 anni, negli anni 2000 e 2002.[56] Anche se 16-17 eventi avversi gravi ogni 100,000 vaccinati sembrano pochi, va considerato con estrema attenzione che questi soggetti sono bambini sani e che non è assolutamente accettabile che un bambino sano debba correre un qualsiasi anche minimo rischio a causa di un trattamento che dovrebbe essere preventivo e che comunque lo dovrebbe proteggere verso una patologia spesso banale come l’influenza.

Uno studio[57] sugli effetti del vaccino antinfluenzale inattivato ha evidenziato gli effetti indesiderati espressi dalla tabella seguente.

Tab. 9- Effetti indesiderati locali e sistemici della vaccinazione antinfluenzale.

Effetti indesiderati Dopo la 1a dose Dopo la 2a dose
Locali 44% 54%
Sistemici 48% 46%

Va subito precisato che tutte le registrazioni degli effetti indesiderati si limitano ad una osservazione di pochi giorni (in genere entro la settimana) dopo la somministrazione del vaccino e ciò è giustificato dai criteri dell’OMS[58] che vengono comunemente usati per riconoscere o meno un nesso di causalità tra una reazione avversa e una vaccinazione. Tutti questi criteri richiedono una relazione temporale ben precisa; una relazione che, ovviamente, dipende dalla patologia, ma che in genere è accettata solo se il tempo tra causa ed effetto è molto contenuto. Però non è assolutamente vero che gli effetti indesiderati di un vaccino si esauriscano in pochi giorni, anzi è vero proprio il contrario e cioè che i danni veramente gravi dei vaccini si sviluppino molto lentamente e subdolamente nell’organismo.

a)Danni locali

I danni locali del vaccino antinfluenzale sono di solito di scarsa importanza e in particolare sono rappresentati da: arrossamento, dolore, tumefazione, indurimento e prurito nella sede dell’inoculo.

b) Danni sistemici

I danni sistemici del vaccino antinfluenzale possono essere sia generici che specifici per determinati organi o tessuti.

I danni sistemici generici sono essenzialmente:

1 – Intenso squilibrio del sistema immunitario, che è tanto maggiore quanto maggiore è il numero dei vaccini inoculati contemporaneamente (oggi si tende ad associare al vaccino antinfluenzale anche quello antipneumococcico), quanto è debole il soggetto e, in ambito pediatrico, quanto è piccolo il bambino.

2 – Perdita dell’effetto rinforzante sul sistema immunitario da parte della patologia infettiva che il vaccino fa invece evitare (questo punto è particolarmente importante nei bambini, perché il loro sistema immunitario viene irrobustito proprio dallo scontro con i germi).[59]

3 – Intossicazione a causa delle sostanze associate agli antigeni vaccinali (mercurio e altri conservanti, adiuvanti, proteine animali, antibiotici e varie altre sostanze chimiche).[60]

Tra tutte queste sostanze sottolineo in modo particolare la presenza del mercurio, che è una sostanza neurotossica, epatotossica, nefrotossica e fortemente allergenica, specie nei bambini e in modo particolare in quelli molto piccoli o sottopeso o nati pretermine. I vaccini antinfluenzali, inoltre, sono ottenuti dall’inattivazione in formalina dei virus vivi, ma la formalina è considerata una sostanza molto tossica e fortemente sospetta di essere cancerogena. Per contenere questi pericoli e per aumentare l’immunogenicità dei vaccini antinfluenzali inattivati, in questi ultimi anni si stanno cercando nuove formulazioni farmaceutiche che hanno portato ad ottenere: vaccini con nuove sostanze adiuvanti; vaccini vivi attenuati e vaccini antinfluenzali somministrati con modalità diverse da quella parenterale (per es. come spray nasale). Allo stato attuale, quelli che si sono dimostrati più efficaci e discretamente più immunogeni dei vaccini inattivati sono i vaccini con nuovi adiuvanti. Purtroppo, questi vaccini si sono dimostrati anche molto meno tollerati dei vaccini convenzionali, perché causano reazioni locali indesiderate con una frequenza maggiore del 15-20%[61], [62], [63], [64]. Anche le sperimentazioni dei vaccini antinfluenzali somministrati come spray nasali hanno presentato qualche svantaggio, perché causano una discreta incidenza di faringite nella prima settimana dopo la loro somministrazione[65].

4 – Sintomi sistemici aspecifici e di modesta gravità: febbre, malessere, mialgie, ecc.

I danni sistemici specifici della vaccinazione antinfluenzale possono essere sintetizzati nei seguenti punti:

 

1 – Patologie allergiche: asma allergico, orticaria, angioedema, anafilassi, ecc.; a tale proposito va ricordato che i ceppi virali influenzali vengono coltivati nella cavità allantoide e nell’embrione di pollo e pertanto sono controindicati nei soggetti con allergia alle uova. Sappiamo che la letteratura abbonda di documentazioni di reazioni allergiche (specie infantili) scatenate nell’immediato, breve o lungo termine dalle vaccinazioni pediatriche.

2 – Altre patologie immunitarie e in particolare autoimmunitarie: trombocitopenia, sindrome nefrosica a cambiamenti minimi[66], sindrome oculo-respiratoria[67], poliangite microscopica, eritromelalgia, pemfigo[68], alopecia totale[69], reazioni da rigetto verso l’ospite, uveite e cherato-uveite erpetica in soggetti ai quali era stata trapiantata la cornea[70], ecc. Già dal 1992 era noto che il vaccino antinfluenzale induce un incremento sierico dei tassi delle molecole HLA di classe I (dato confermato negli anni successivi[71]) e che ciò si associa a patologie post-vaccinali autoimmunitarie.

3 – Patologie neurologiche: sindrome di Guillain-Barré[72] (il rischio di ammalarsi di questa neuropatia, che comporta paralisi degli arti [talvolta anche per tutta la vita] e disturbi cardiorespiratori, è 4-8 volte superiore nella popolazione vaccinata rispetto la popolazione non vaccinata[73]), neurite ottica,[74] mielite trasversa acuta[75], paralisi del facciale, nevralgie, parestesie (per quanto riguarda la sindrome di Guillain-Barré, che è una delle maggiori complicanze neurologiche della vaccinazione antinfluenzale, va detto che la maggior parte di tutte le 58 morti per Guillain-Barré verificatesi nel 1977 negli USA, si verificò nei soggetti vaccinati con insorgenza della malattia dopo 3-4 settimane dalla vaccinazione[76] e va ricordato anche che negli anni più recenti, che vanno dal 1991 al 1998, negli USA sono stati documentati ben 382 casi di sindrome di Guillain-Barré causati dall’antinfluenzale[77]).

4 – Patologie cardiovascolari: pericardite acuta,[78],[79] arterite a cellule giganti,[80] neuropatia ottica ischemica.

5 – Patologie muscolo-scheletriche: polimialgia reumatica,[81],[82] rabdomiolisi.[83]

6 – Frequenti segnalazioni di riacutizzazioni e/o cronicizzazioni di patologie preesistenti alla vaccinazione[84], [85], [86], [87].

7 – Mortalità: è vero che ogni anno ci sono anziani che possono morire di influenza, ma è altrettanto vero che vengono riportati anche casi mortali da vaccino antinfluenzale (segnalazioni ritenute sottostimate e che comunque sembrano interessare specialmente gli anziani affetti da patologie cardiovascolari e/o broncopolmonari croniche e in condizioni precarie).

Pertanto, dato che abbiamo già detto che i vaccini antinfluenzali non vengono sottoposti a sperimentazione clinica prima della loro commercializzazione e dato che oggi sappiamo che i vaccini antinfluenzali possono causare dei danni anche gravi, credo che sarebbe corretto che il nostro Ministero della Salute mettesse in guardia i medici e l’opinione pubblica di questo pericolo vaccinale intrinseco al vaccino stesso e poco eliminabile, lasciando poi ai singoli di valutare ogni caso e decidere se affrontare il rischio o meno di vaccinarsi.

Inoltre, anche se gli effetti indesiderati sono stati registrati finora negli adulti (perché la vaccinazione antinfluenzale è stata quasi sempre praticata essenzialmente in soggetti adulti) e hanno interessato in particolare il sistema immunitario di anziani indeboliti da preesistenti patologie croniche, è molto verosimile (ma non possiamo affermarlo con sicurezza perché siamo totalmente privi di studi scientifici in merito) che tali effetti indesiderati siano particolarmente evidenti e gravi nei bambini a causa del loro sistema immunitario ancora immaturo e quindi facilmente sensibile a fattori esterni squilibranti.

Alla luce di tutto quello che abbiamo riportato, leggiamo ora cosa scrive il nostro Ministero della Salute a proposito delle “Reazioni indesiderate segnalate dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale”:[88]

“I vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di questi, pertanto non possono essere responsabili di infezioni da virus influenzali.

Le persone vaccinate dovrebbero essere ragguagliate sul fatto che, particolarmente nella stagione fredda, infezioni respiratorie e sindromi con sintomatologie simili a quelle dell’influenza possono essere provocate da molteplici altri agenti batterici e virali, nei cui confronti il vaccino antinfluenzale non può avere alcuna efficacia protettiva”.

È vero che i vaccini antinfluenzali non contengono virus vivi che possono causare l’influenza, ma è altrettanto vero che è esperienza comune di moltissime persone ammalarsi di influenza subito dopo questa vaccinazione e il motivo è semplice: la vaccinazione squilibra e indebolisce il sistema immunitario e, dato che nello stesso periodo ci sono molti virus parainfluenzali nell’ambiente, è molto facile che i soggetti più deboli o più stressati dal punto di vista immunitario si ammalino.

Continua il nostro Ministero della Salute nel suo medesimo documento ufficiale:

“Gli effetti collaterali comuni dopo somministrazione del vaccino antinfluenzale consistono in reazioni locali, quali dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione.

Le reazioni sistemiche comuni includono malessere generale, febbre, mialgie, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni.

Sono stati riferiti, in correlazione temporale con la vaccinazione antinfluenzale, eventi rari quali trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici e reazioni allergiche gravi. La correlazione causale tra la somministrazione di vaccino antinfluenzale e tali eventi avversi non è stata dimostrata. In particolare, non è stata dimostrata l’associazione tra vaccinazione e sindrome di Guillain-Barré, mentre allo stato attuale ci sono evidenze di una correlazione tra sindrome di Guillain-Barré e diverse malattie infettive, inclusa l’influenza”.

Nella letteratura scientifica ci sono centinaia di articoli sugli effetti indesiderati della vaccinazione antinfluenzale ed è scandaloso che il nostro Ministero risolva questo grave problema con poche parole autoreferenziali e per di più errate. Inoltre, un qualsiasi medico e non solo un qualsiasi farmacologo, sa che la sindrome di Guillain-Barré può essere causata dalle vaccinazioni. A tale proposito, nel The Merck Manual si legge: “In circa i 2/3 dei pazienti la sindrome [intende la sindrome di Guillain-Barré] inizia da 5 giorni a 3 settimane dopo una banale infezione, un intervento chirurgico o una vaccinazione”.[89]

Anche se non conosco studi clinici che dimostrino che i danni da vaccinazione sono maggiori dei danni causati dalla malattia (non li abbiamo perché nessuno fa questi studi e l’Industria Farmaceutica, che conduce quasi il 90% di tutti gli studi clinici del mondo, non si sogna certamente di promuovere tali indagini), come abbiamo spiegato prima, abbiamo però studi che dimostrano l’inefficacia di questo vaccino e anche i suoi non pochi danni, eppure la gente si sente dire che il vaccino è sicuro al 100%. Scrive infatti il nostro Ministero della Salute nella sua pubblicazione ufficiale Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2011-2012:

“La vaccinazione antinfluenzale rappresenta un mezzo efficace e sicuro per prevenire la malattia e le sue complicanze”.[90]

È molto strano e sospetto che la presenza di eventi pur non frequentissimi ma ben documentati a seguito della vaccinazione antinfluenzale non sia resa pubblica. Non è accettabile che il sito del Ministero della Salute menzioni solo minimi e insignificanti effetti indesiderati locali (come il dolore nel sito di inoculo) o sistemici (come un modesto rialzo febbrile) come fossero gli unici possibili danni rilevabili dalla vaccinazione.

attilio speciani


Attilio Speciani, allergologo e immunologo clinico di Milano, scrive:

“I bambini paralizzati dalla vaccinazione, in fondo, non saranno tantissimi nell’economia commerciale italiana, ma ogni singolo caso merita una consapevole decisione per poter affrontare tale rischio. È giusto che chi sceglie lo sappia e non si senta dire che la vaccinazione è praticamente del tutto innocua, quando non è vero. Sapere le cose dopo, centuplica il livello del dramma”.[91]

 

Conflitto di interessi nella campagna pro-vaccinale

Mentre scrivevo questa seconda edizione di questo mio libro e cercavo letteratura scientifica sulla vaccinazione antinfluenzale, ho trovato un fascicolo della rivista Immunologia e Allergologia Pediatrica[92] (Organo Ufficiale della SIAIP: Società Italiana di Allergologia ed Immunologia Pediatrica) redatto dal Comitato Vaccinazioni della SIAIP e dedicato alla vaccinazione antinfluenzale in età pediatrica che in 50 pagine affronta tutta la problematica di questa vaccinazione.[93]

Ebbene, non ho mai letto nulla di più apertamente pubblicitario sul vaccino antinfluenzale! Quest’ultimo, infatti, fin dalle prime pagine viene presentato come la prevenzione di prima scelta e totalmente priva di ogni rischio o effetto indesiderato. Si sorvolano completamente i problemi dell’inefficacia del vaccino (motivata dal dato oggettivo che solo una minoranza delle sindromi influenzali è causata dal virus influenzale), della sua pericolosità, della possibilità di attuare altre misure che attivino le difese aspecifiche del bambino e che pertanto potrebbero difenderlo non solo verso il virus influenzale ma anche verso gli altri virus, ecc. Gli Autori di tutti gli articoli di questo fascicolo della SIAIP, invece, appaiono preoccupati di presentare solo gli aspetti positivi del vaccino, fanno un grande elenco di quelle che vengono chiamate “false controindicazioni alla vaccinazione” e trattano diffusamente le “strategie vaccinali” soffermandosi a lungo su “L’informazione e la comunicazione con il pubblico”, dove spiegano una lunga serie di strumenti per cercare di convincere i genitori a vaccinare i propri figli, tra i quali leggiamo:

– Poster in sala di attesa e nello studio medico

– Lettera od opuscolo illustrativo alle famiglie

– Telefonate ai genitori

– Cartolina di invito per la vaccinazione

– Messaggi di posta elettronica o messaggi cartacei per promemoria ai medici

– Ambulatori aperti il sabato

– Vaccinazioni porta a porta

Sono rimasto sbalordito che una Società Scientifica come quella di Immunologia e Allergologia Pediatrica desse il proprio nome a tali pubblicazioni e anche che illustri Professori di Pediatria arrivassero a scrivere articoli così poco scientifici e marcatamente pubblicitari, ma poi tutto mi è stato chiaro quando, a pag. 41 della medesima pubblicazione ho letto la paginetta “Conflitto di interessi”, che riportava fedelmente il seguente testo comprensivo della sottostante tabella:

“Il Comitato Vaccinazioni della SIAIP è costituito da un gruppo di esperti in campo vaccinale supportato in parti uguali dalle 6 Aziende produttrici di vaccini pediatrici. La collaborazione con le Aziende avviene secondo i principi riportati in allegato che sono stati sottoscritti da tutte le Aziende produttrici di vaccini pediatrici. Il supporto economico fornito dalle Aziende al Comitato Vaccinazioni della SIAIP per la redazione di questo documento ha coperto esclusivamente le spese per le riunioni del gruppo e per le attività di segreteria. Per quanto riguarda la presenza di potenziali conflitti di interesse tra i componenti del gruppo di lavoro, vengono dichiarate le eventuali relazioni dei singoli partecipanti con le Aziende farmaceutiche produttrici di vaccini nei 12 mesi precedenti la stesura del documento stesso.

 

I potenziali conflitti di interesse riguardano:

1 – possesso di azioni o stock options di Aziende produttrici di vaccini pediatrici;

2 – contratti di consulenza o di collaborazione professionale con Aziende produttrici di vaccini pediatrici;

3 – compenso ricevuto per la redazione del presente articolo da parte di Aziende produttrici di vaccini pediatrici;

4 – godimento di fondi di ricerca da parte di Aziende produttrici di vaccini;

5 – compenso in occasione di relazioni scientifiche o di incontri di formazione da parte di Aziende produttrici di vaccini;

6 – supporto alle spese di partecipazione (iscrizione, viaggio, alloggio) a corsi o congressi”.

Ovviamente, questo è solo quanto è stato reso spontaneamente pubblico dagli interessati.

Inutile dire che il fascicolo suddetto, nella quarta di copertina, riportava la frase: “Il documento viene distribuito grazie al contributo di: Baxter, Berna, Novartis vaccines, Sanofi Pasteur MSD, Wyeth” … tutte Aziende produttrici di vaccini pediatrici.

 

Per coloro che ancora non comprendono quanto sia esteso e grave il problema del Conflitto di interessi tra Professori universitari della facoltà di Medicina e Ricercatori da una parte e Ditte farmaceutiche produttrici di vaccini dall’altra, consiglio la lettura di un articolo di Tom Jefferson della Cochrane Vaccines Field, uno dei maggiori esperti di vaccini che è molto critico sulla loro efficacia e che ha anche un interessante sito internet[94] dove riporta periodicamente le più famose bufale attualmente presenti nel mondo medico. In questo articolo intitolato “Sul sentiero delle bufale: ovvero di citazioni selettive e dogmi vari”, Tom Jefferson inizia scrivendo addirittura così:

Premetto che non interverrò più in questa discussione che non esige dichiarazioni di conflitto di interesse da chi interviene e non ha regole per la scelta, il riassunto e la traduzione di dibattiti in altra sede …”.[95]

Ebbene, sapete dove era stato pubblicato l’articolo di Jefferson che era stato attaccato semplicemente perché colpiva gli interessi e i preconcetti ideologici di coloro che difendevano i vaccini e dove lui ha risposto iniziando con la frase suddetta? Nientemeno che in Epicentro: il portale ufficiale dell’Epidemiologia per la Sanità Pubblica del nostro Ministero della Salute a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute.

Commenta ancora Jefferson:

“Il vaccino ci immunizza da certi virus, contro cui è mirato, che si presuppone circoleranno, ma non ci protegge dalla miriade di agenti infettivi, circa 300, responsabili delle sindromi influenzali che rappresentano di gran lunga la fetta più grande.

Agitare lo spauracchio della pandemia influenzale, giocando sull’equivoco che vaccinandosi ci si protegge da tutti i virus dell’influenza, serve solo a vendere più vaccini. Ed è grave che siano Enti Pubblici a fare previsioni azzardate e a gonfiare i consumi di vaccini in un palese conflitto di interessi”.[96]

Insomma, la campagna vaccinale, sostiene Jefferson, non si basa su evidenze scientifiche, ma è motivata piuttosto da leggi di mercato e dalle pressioni che l’Industria Farmaceutica fa sui Governi.

Ma perché gli esperti si prestano a far circolare messaggi fuorvianti?

Nella prefazione ad un libro di Jefferson,[97] Vittorio Demicheli scrive: “Dietro ogni bufala ci sono cattivi maestri, persone che impartiscono cattive lezioni selezionando o deformando le informazioni disponibili. O semplificando artificialmente i messaggi. … Alcuni di questi cattivi maestri agiscono per puro interesse economico, altri per mantenere la propria fama e la propria capacità di influenzare le decisioni, altre volte per pura e semplice presunzione”.

Il vaccino antinfluenzale, secondo Jefferson, è un chiaro esempio di come i conflitti di interesse occulti riguardino istituzioni che prendono decisioni senza tener conto di ogni evidenza contraria. A chi non padroneggia il metodo scientifico, Jefferson fornisce nel suo agile saggio gli strumenti utili per evitare le trappole della disinformazione: come si valuta un editoriale o un articolo originale, come si leggono le tabelle, come si individua un conflitto di interessi o si soppesa una pubblicità farmaceutica. Il repertorio dei trucchi di cui gli esperti si servono per non essere smascherati è molto ampio e apparentemente insospettabile.

Come cittadini, forse, meritiamo qualcosa in più di un’informazione pubblica parziale e aggressiva come si è dimostrata quella delle campagne per la diffusione del vaccino antinfluenzale che ci sono state presentate in questi ultimi anni.

La coscienza della popolazione è probabilmente cresciuta ed è in grado di percepire dove gli interessi commerciali finiscono per prevalere sul rispetto della persona, di qualsiasi persona, anche se quest’ultima non ha un potere politico o commerciale o intellettuale.

Vaccini come terapia preventiva?

Al giorno d’oggi ci sono medici che pensano di impostare una terapia preventiva servendosi dei farmaci. Come farmacologo posso assicurare che ci sono poche cose più errate di questo modo di pensare.

La vera prevenzione non può essere farmacologica, perché per definizione i farmaci sono sintomatici. Non esiste un farmaco eziologico, cioè che colpisca la causa prima della malattia, e non è eziologica neppure l’insulina data al diabetico, perché il suo pancreas rimane malato e incapace di produrre l’insulina endogena e quindi il farmaco non può risolvere la causa della malattia.

La vera prevenzione di una qualsiasi malattia implica sempre impostare una corretta igiene di vita, addirittura senza fermarsi solo al riequilibrio della componente fisica della persona, ma interessando anche la sua parte psichica e quella spirituale.

Pertanto, neppure il vaccino antinfluenzale può svolgere un’azione preventiva nel vero senso del termine, perché a noi non dovrebbe interessare che un bambino si ammali o meno di influenza e, anzi, dovremmo quasi essere contenti che, nei suoi primi anni di vita si prenda una qualche lieve patologia, perché sappiamo benissimo che nei bambini le malattie infettive sono necessarie per lo sviluppo di un sano e maturo sistema immunitario.

Quindi, ci dovrebbe interessare solo che il bambino piccolo non si ammali in modo grave e che percorra tutte le tappe necessarie per fortificarsi e acquisire le capacità necessarie per rispondere efficacemente agli attacchi esogeni (batteri, virus, funghi, allergeni, sostanze tossiche, ecc.) e alle esperienze “dure” della vita, che sicuramente neppure a lui mancheranno.

In questo intento, pertanto, almeno per quanto riguarda il sistema immunitario, spero sia chiaro che ci illudiamo gravemente se crediamo di poterci far aiutare dai vaccini. Infatti, il vaccino antinfluenzale, specie quando viene inoculato in bambini molto piccoli (sotto i 2 anni di vita) o in anziani molto deboli o malati, causa con assoluta certezza due danni:

– indebolisce e talvolta squilibra fortemente il sistema immunitario causando delle reazioni avverse che il più delle volte sono transitorie (nel caso di un soggetto costituzionalmente forte), ma che potrebbero diventare anche definitive (nel caso di un soggetto debole);

– evita una sindrome influenzale che invece di solito, se compare, ha un suo senso d’essere ed è sempre molto importante per la salubrità del sistema immunitario (e non solo di questo, dato che il sistema immunitario è fortemente collegato primariamente a quelli psichico, nervoso, digerente e ormonale, ma secondariamente a tutto l’organismo).

Alla fine, proprio a causa della vaccinazione, avremo un soggetto più debole rispetto a colui che ha imparato a superare l’influenza da solo o che ha delle virosi molto lievi e di breve durata perché abbiamo irrobustito le sue difese immunitarie aspecifiche con mezzi non farmacologici (o comunque perché ha un organismo più robusto non essendo mai stato indebolito dai vaccini).

Pertanto, anche se potrà sembrare strano, non possiamo certamente dire che i vaccini prevengano le malattie, ma forse che le causano![98]

[1] Rizzo C, Bella A, Viboud C, Simonsen L, Miller MA, Rota MC, Salmaso S, Ciofi degli Atti ML. Trends for influenza-related deaths during pandemic and epidemic seasons, Italy, 1969-2001. Emerg Infect Dis. 2007 May;13 (5) :694-9.

 

LINK CORRELATI DI SEGUITO

[2] http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/0000/39451_1.pdf.

[3] http://www.spiegel.de/international/world/0,1518,637119-2,00.html.

[4] http://www.equipocesca.org/actividades-preventivas/gripe-a-paciencia-y-tranquilidad.

[5] Albano A. e Selvaggio L. Manuale di Igiene. II ed. Piccin Editore, Padova, 1987, pagg. 154-155.

[6] Mengano V. Influenza e Omeopatia: una possibilità terapeutica in più. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2009.

[7] Monto A. S. Epidemiology of viral respiratory infections. Am. J. Med. 112 (suppl. 6A): 45; 2002.

[8] Morbosità: capacità di provocare una malattia; rapporto percentuale tra il numero dei casi di una malattia e la popolazione.

[9] Monto A. S. Epidemiology of viral respiratory infections. Am. J. Med. 112 (suppl. 6A): 45; 2002.

[10] Ricordiamo che la vaccinazione antinfluenzale non protegge tutti i vaccinati, ma solo il 30-60% di loro.

[11] Bollettino di Informazione sui Farmaci 5-6; 2003.

[12] http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/0000/39451_1.pdf.

[13] Bollettino di Informazione sui Farmaci 5-6; 2003.

[14] Jefferson T. et al. Assessment of the efficacy and effectiveness of influenza vaccines in healthy children: systematic review. The Lancet 365: 773-80; 2005.

[15] http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/0000/39451_1.pdf.

[16] Fateh-Moghadam P. Vaccinazione anti-influenzale ai bambini sani: molti dubbi e poche certezze. http://www.epicentro.iss.it/discussioni/influenza/Fateh.asp; ottobre 2002.

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[24] Lellouche J. P. Strategie vaccinali. La Revue Prescrire 2001; 21, 221: 710.

[25] Gava R. Le Vaccinazioni Pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2010.

[26] Bollettino di Informazione sui Farmaci 5-6; 2003.

[27] Monto A. S. Epidemiology of viral respiratory infections. Am. J. Med. 112 (suppl. 6A): 45; 2002.

[28] Ricordiamo che la vaccinazione antinfluenzale non protegge tutti i vaccinati, ma solo il 30-60% di loro dopo due dosi di vaccino.

[29] Gava R. Le vaccinazioni pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2006, pag. 274.

[30] Harper SA, Fukuka K, Uyeki TM, Cox NJ, Bridges CB; Center for Disease Control and Prevention (CDC) Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP). Prevention and control of influenza: recommendations of the Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP). Morbidity and Mortality Weekly Report 53(32):743; 2004.

[31] Http://www.epicentro.iss.it/focus/influenza/discussione/.

[32] Jefferson T., Di Pietrantonj C. Inactivated influenza vaccines in the elderly-are you sure? Lancet 2007; 370, 9594: 1199-1200.

[33] Fateh-Moghadam P. Vaccinazione anti-influenzale ai bambini sani: molti dubbi e poche certezze. http://www.epicentro.iss.it/discussioni/influenza/Fateh.asp; ottobre 2002.

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[44] Demicheli V. et al. Vaccines for preventing influenza in healthy adults (Cochrane Review). In: The Cochrane Library, Issue 3. Oxford: Update Software, 2003.

[45] http://www.dottnet.it/articolo.aspx?id=9338&an=7002827&tag=39779329&num=2812&-pos=2417&cnt=2.

[46] Kuroda Y, Nacionales DC, Akaogi J, Reeves WH, Satoh M. Autoimmunity induced by adiuvant hydrocarbon oil components of vaccine. Biomed. Pharmacother. 2004 Jun; 58 (5): 325-37.

[47] http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/0000/39451_1.pdf.

[48] Jefferson T, Rivett A, Harnden A, DiPietrantoni C, and Demicheli V. Vaccines for preventing influenza in healthy children (Review). Cochrane Database Systematic Review 23 April 2009, http://mrw.interscience-wileycom/cochrane/clsysrev/articles/CD004879/pdf-_fs.html.

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[51] http://www.epicentro.iss.it/discussioni/antinfluenzale/jefferson_edit.asp.

[52] Jefferson T. Attenti alle bufale Come usare la evidence based medicine per difendersi dai cattivi maestri. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 2a ed., 2006.

[53] Jefferson T. Why the MRC randomised trials of whooping cough (pertussis) vaccines remain important 40 years after they were done. The James Lind Library (www.jameslindli-rary.org).

[54] http://europa.eu/agencies/community_agencies/emea/index_it.htm.

[55] Committee for Proprietary Medicinal Products (CPMP). Note for guidance on Preclinical Pharmacological and Toxicological testing of Vaccines. The European Agency for the Evaluation of Medicinal Products (EMEA). Londra, 17 Dec. 1997.

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[57] Gluck R. et al. Safety and immunogenicity of in tranasal administrated inactivated trivalent virosoma-formulated influenza vaccine conteining Escherichia coli heat-labile toxin as a mucosal adjuvant. J. Infect Dis 181: 1129; 2000

[58] Collet J. P. et al. Monitoring signals for vaccine safety: the assessment of individual adverse event reports by an expert advisory committee. Bull WHO 78: 178; 2000

[59] Gava R. Le Vaccinazioni Pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2010, pag. 336.

[60] Gava R. Le Vaccinazioni Pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2010, pag. 549-592.

[61] Minutello M. et al. Safety and immunogenicity of an inactivated subunit influenza virus vaccine combined with MF59 adjuvant emulsion in elderly subjects, immunized for three consecutive influenza seasons. Vaccine 17: 99; 1999.

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[88] http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/0000/39451_1.pdf.

[89] The Merck Manual. 5a Edizione Italiana della 18a edizione inglese, Springer, 2007, pag. 2004.

[90] http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/0000/39451_1.pdf.

[91] http://www.eurosalus.com/malattie-cura/chi-tace-i-possibili-danni-da-vaccinazione-antinfl.

[92] Comitato Vaccinazioni della SIAIP. La vaccinazione contro l’influenza in età pediatrica. Immunologia e Allergologia Pediatrica ottobre 2006, anno XX, numero S1.

[93] http://www.epicentro.iss.it/discussioni/antinfluenzale/pdf/Suppl_Siaip.pdf.

[94] http://attentiallebufale.it.

[95] http://www.epicentro.iss.it/discussioni/antinfluenzale/jefferson_edit.asp.

[96] http://blog.panorama.it/hitechescienza/2008/09/19/influenza-2008-quel-vaccino-sha-da-fare-o-no.

[97] Jefferson T. Attenti alle bufale. Come usare la evidence-based medicine per difendersi dai cattivi maestri. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 2008.

[98] In realtà, anche se in misura minima, il vaccino antinfluenzale offre una qualche protezione verso l’influenza (all’incirca in meno dell’8-9% dei casi), comunque indebolisce l’intero sistema immunitario aprendo le porte a tutte le altre infezioni.

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La Vitamina D è più potente di qualsiasi vaccino

La Vitamina D: gli effetti e i benefici per il nostro corpo

Il Dr. Joe Prendergast, uno dei molti esperti che stanno riconoscendo la fenomenale importanza delle vitamine per la salute, spiega perché in molti modi la vitamina D è più potente di qualsiasi vaccino.

vitamina d

Egli cita uno studio effettuato da ricercatori tedeschi, che hanno scoperto che la vitamina D aumenta la funzione immunitaria di un fattore da 3 a 5, stimolando drammaticamente nel contempo la produzione di potenti peptidi antimicrobici.

Inoltre, l’esposizione alla radiazione ultravioletta del sole, che stimola la produzione di vitamina D attraverso la pelle, è  in grado di ridurre l’incidenza delle infezioni respiratorie, insieme ad un vasto numero di altre condizioni patologiche.

La comunità medica convenzionale, con l’industria farmaceutica in testa, sta lavorando duramente per creare vaccini per ogni possibile condizione patologica, cercando di farli passare come la “soluzione” per la prevenzione delle malattie.

 

Potreste essere sorpresi dal fatto che la vitamina D sia così importante per la salute, specialmente se continuate a pensare che questa sia principalmente solo un nutriente per le ossa. Inoltre molte persone pensano che la vitamina D sia realmente una vitamina, mentre in realtà la forma attiva della vitamina D è uno dei più potenti ormoni del corpo e regola molti più geni e funzioni corporee di ogni altro ormone finora scoperto. La vitamina D viene prodotta come pro-ormone nella pelle, tramite l’azione della luce solare, e poi convertita nella potente forma ormonale.

Senza questo ormone si può morire ed infatti molte persone muoiono per cause legate alla  deficienza di vitamina D.

vitamina d struttura

 

Il sistema immunitario necessita di vitamina D per funzionare correttamente.

 

La Vitamina D possiede un rimarchevole effetto sulla salute, influenzando circa 3000 dei 25000 geni che abbiamo e giocando un ruolo critico nella risposta immunitaria, un ruolo molto superiore rispetto alla risposta immunitaria sintetica (e spesso pericolosa) generata dai vaccini. La vitamina D potrebbe giustamente venire descritta come un “nutriente miracoloso” per il sistema immunitario, in quanto abilita il corpo alla produzione di più di 200 peptidi con funzione antimicrobica, indispensabili nella lotta contro un vasto numero di infezioni.

Da una recente  pubblicazione dell’Università Statale dell’Oregon:

Un nuovo studio ha concluso che il ruolo chiave nel sistema immunitario, l’abilità della vitamina D di regolare le proteine antibatteriche, è così importante che è stata conservata attraverso almeno 60 milioni di anni di evoluzione ed è presente solo nei primati, uomo incluso ed in nessuna altra specie animale conosciuta.

Il fatto che questa risposta immunitaria mediata dalla vitamina D sia passata indenne da modificazioni attraverso milioni di anni di evoluzione e selezione naturale e sia tuttora presente in specie come le scimmie ed i babbuini, suggerisce che deve essere cruciale per la sopravvivenza, dicono i ricercatori.

La ricerca evidenza l’importanza di avere adeguati livelli di vitamina D per l’uomo e gli altri primati, soprattutto alla luce del fatto che più del 50% di bambini ed adulti negli Stati Uniti (ma anche in Italia ed in Europa, n.d.t.) sono carenti della “vitamina del sole”.

 “L’esistenza e l’importanza di questa parte della risposta immunitaria rende chiaro che l’uomo e gli altri primati necessitano di mantenere sufficienti livelli di vitamina D,” dice Adrian Gombart, professore associato di biochimica e principale ricercatore insieme al Linus Pauling Institute all’Università Statale dell’Oregon.

 L’intento presunto di una vaccinazione è quello di ottenere un’immunità attraverso l’esposizione del sistema immunitario a piccole dosi attenuate dell’organismo (o dei suoi antigeni) potenzialmente in grado di causare malattia. Questa strategia preventiva nella “guerra contro i germi” spesso causa così tanti effetti e danni collaterali da forzare i governi mondiali a nasconderne i rischi (le assicurazioni private andrebbero rapidamente in bancarotta se dovessero rifondere i danni, per dire la verità!), essenzialmente colludendo con i produttori dei vaccini e la comunità medica convenzionale che li amministra, nel crescente cover-up degli estesi  danni che provocano.

La realtà è che i danni alla salute dovuti alla malattia per cui si cerca di sviluppare un vaccino sono di gran lunga inferiori rispetto a  quelli generati dalla vaccinazione stessa.

Una seria analisi costi-benefici del metodo vaccinale della cosiddetta “prevenzione” deve tenere conto del fatto che il sistema immunitario del nostro corpo è già predisposto naturalmente a combattere le infezioni, se adeguati livelli di vitamina D ed altri nutrienti chiave sono presenti. Invece di considerare il nostro corpo essenzialmente sprovvisto di aiuto se non si interviene con l’immunità sintetica fornita dai vaccini, dobbiamo renderci conto che per eoni i nostri predecessori vissero bene per mezzo di corretta nutrizione, luce solare ed aria pulita come soli sostegni del sistema immunitario.

Non è meraviglioso, poi, che la vitamina D mostri maggiore efficacia nelle malattie rispetto a certi vaccini?

Per esempio, uno  studio giapponese  dimostra che gli scolari che assumono vitamina D3 come supplemento sono per il 58% meno inclini a contrarre l’influenza AUn’efficacia molto maggiore rispetto a quella che può vantare qualsiasi vaccino anti influenzale, senza contare i potenziali devastanti effetti collaterali che i vaccini possono generare! E ci sono numerosi studi come questo che dimostrano la superiore efficacia delle strategie naturali come la vitamina D nella prevenzione delle malattie.

 

Una lista di patologie causate o peggiorate dalla deficienza di vitamina D:

Infezioni respiratorie

acute

Anafilassi

Anemia

Ansia

Artrite

Asma

Aterosclerosi

Autismo

Malattie Autoimmuni

Disordine

Bipolare

Danni cerebrali

Densità del tessuto mammario

Fatica Cronica

Dolore Cronico

Abilità Cognitive

Raffreddori

Craniotabe

Livelli della proteina C-reattiva

Morbo di Crohn

Fibrosi cistica

Carie Dentaria

e problemi periododontali

Depressione

Diabete

Dislessia

Eczema

Epilessia

Cadute

Fibromialgia

Infuenza

Fratture

Mal di testa

Perdita dell’udito

Malattie cardiache

Colesterolo alto

Ipertensione

Disfunzioni del sistema immunitario

Infertilità

Infiammazioni

Malattie intestinali infiammatorie

Insonnia

Claudicatio

intermittens

Patologie renali

Leprosi

Leucemia

Dolori alla schiena (lombalgia)

Basso peso alla nascita

Lupus

Degenerazione maculare

Melanoma

Meningite

(batterica)

Sindrome Metabolica

Emicranie

Sclerosi Multipla

Bassa forza muscolare

Mieloma

Miopatie

Miopia

Fascite necrotizzante

Neuroblastoma

Neuropatie

Dolori muscolari aspecifici

Fattori di rischio ospedalieri

Obesità

Osteomalacia

Osteoporosi

Parassitosi

Morbo di Parkinson

Malattie delle arterie periferiche

Polmonite

Sindrome dell’ovaio policistico

Pre-eclampsia

Psoriasi

Retinoblastoma

Ricketsiosi

Schizofrenia

Disturbi affettivi stagionali (SAD)

Sepsi e setticemia

Ictus

Tubercolosi

 

Ci sono infatti ricerche su oltre 200 patologie che sono state collegate alla carenza di vitamina D e che possono rispondere alla supplementazione con vitamina D o ancora meglio alla produzione nella pelle di vitamina D indotta dall’esposizione alla luce solare.

vitamina d sole

Quando avete preso il sole l’ultima volta?

Questa è una domanda importante, perché la vitamina D prodotta dall’esposizione alla luce solare rappresenta il modo migliore per ottimizzare i livelli nel corpo e di conseguenza ridurre i rischi di un gran numero di malattie.

Sfortunatamente è stato riscontrato che solo il 30% della vitamina D presente negli americani è il prodotto dell’esposizione alla luce del sole, il che è dovuto all’errata avvertenza da parte delle agenzie per la salute pubblica di evitare la luce solare perché provoca il cancro (quando in effetti la produzione di vitamina D derivata dall’esposizione alla luce solare previene il cancro). Inoltre la maggior parte della popolazione lavora al chiuso e quando non lavora non passa abbastanza tempo all’aperto.

L’esposizione occasionale alla luce solare di faccia e mani è insufficiente per la produzione di vitamina D nella maggior parte delle persone. Per ottimizzarne i livelli occorre esporre al sole larghe porzioni di pelle e non solo per qualche minuto. E contrariamente alla credenza popolare, il momento migliore per essere al sole per la produzione di vitamina D è vicino a mezzogiorno.

La luce ultravioletta proveniente dal sole è disponibile in due lunghezze d’onda principali – UVA e UVB. È importante capire la differenza tra queste ed i fattori di rischio che ognuna comporta.

 

UVA E UVB

Prima ci sono le UVB, onde salutari che aiutano la pelle a produrre vitamina D, poi ci sono le UVA, che sono generalmente considerate poco salubri perché possono penetrare più profondamente la pelle e causare più danni da radicali liberi. Non solo, i raggi UVA sono praticamente costanti durante tutte le ore di luce del giorno, per l’intero anno, diversamente da quelli UVB che sono scarsi al mattino ed alla sera ed abbondanti a mezzogiorno.

Per utilizzare la luce solare per massimizzare la produzione di vitamina D e minimizzare il rischio di danno alla pelle il periodo migliore e più sicuro è la parte centrale della giornata (approssimativamente tra le 10 e le 12). Durante questo periodo di intensa emanazione UVB necessiterà solo una breve esposizione per produrre la maggior parte della vitamina D.

Per quanto riguarda i tempi di esposizione, è sufficiente che il colore della pelle viri verso una leggera sfumatura di rosa. Può trattarsi di soli pochi minuti per le persone con la pelle molto chiara.

Una volta che avete raggiunto questo punto il corpo non produce più vitamina D ed ogni altra esposizione al sole sarà dannosa per la pelle. La maggior parte delle persone con la pelle chiara ed i capelli biondi massimizza la produzione di vitamina D in 10-20 minuti. Qualcuno necessita di minor tempo, altri di un tempo maggiore. Più è scura la pelle, maggiore deve essere il tempo di esposizione per ottimizzare la produzione di vitamina D.

Se non è possibile esporsi alla luce solare, un lettino abbronzante (con reattori elettronici anziché magnetici, per evitare inutile esposizioni a campi elettromagnetici) può essere un’alternativa. Come ultima risorsa è possibile ricorrere ad un  integratore orale di vitamina D3.

La ricerca pubblicata da Grassroots Health tratta da D*Action study dimostra che la percentuale media che un adulto necessita giornalmente si aggira intorno alle 8000 UI, questo per aumentare il livello sopra i 40 ng/ml, livello ritenuto come il minimo indispensabile per la prevenzione delle malattie.

Carole Baggerly Discute sul Dosaggio della vitamina D

Conoscete i vostri livelli sierici di vitamina D?

Qualcosa come 40 esperti nel mondo attualmente concordano nell’affermare che il più importante fattore quando si parla di vitamina D sia il livello nel siero. Bisognerebbe assumere un dosaggio utile ad ottenere un livello terapeutico nel sangue come indicato dalla tabella sottostante. Per convertire i ng/ml in nmol/litro basta moltiplicarli per il fattore 2.5.

Se non conoscete i vostri livelli di vitamina D o non li avete mai verificati, sarebbe meglio farlo al più presto in quanto pensare che siano a posto è piuttosto rischioso. La deficienza di vitamina D è di proporzioni epidemiche negli Stati Uniti (ma anche in Europa, come già detto, n.d.t.) ed in altre parti del mondo al giorno d’oggi, principalmente perché la gente non passa abbastanza tempo al sole per facilitare questo importante processo della produzione di vitamina D.

Il primo passo per assicurarsi di stare ricevendo tutti I possibili benefici dalla vitamina D è quello di verificare I livelli nel sangue tramite un test denominato 25(OH)D o anche 25-idrossivitamina D oppure Vitamina D 25-OH (esiste anche il test denominato 1,25(OH)D ma quello citato precedentemente è migliore). Potete chiederlo al vostro curante.

 

La Vitamina D rappresenta una delle migliori difese contro le malattie

Soprattutto, la difesa migliore deriva da un robusto sistema immunitario, che le vaccinazioni possono compromettere. Supportare il sistema immunitario dovrebbe essere la prima voce della lista delle cose da fare per rimanere in salute e la vitamina D opera un ruolo cruciale in questo.

Ricordiamo che le presenti informazioni  sono qui riportate a carattere informativo e divulgativo , non incoraggiamo in nessun modo il fai da te terapeutico ed invitiamo come sempre a consultarsi con il proprio curante.

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HERD IMMUNITHY O IMMUNITA’ DI GREGGE, ESISTE?

L’immunità di gregge esiste realmente?

IMMUNITà BELLAI Sostenitori della vaccinazione di massa si basano sull’immunità di gregge. Ma esiste?


Coppa Cracked

***AGGIORNAMENTO FONTI GIUGNO 2015 ***

  • http://www.naturalnews.com/049007_Robert_Rowen_Vaccine_Worl…
  • http://www.naturalnews.com/050099_herd_immunity_vaccination_russell_blaylock.html

vaccino

Il Dr. Robert Rowen rivela la verità sui vaccini

Learn more: http://www.naturalnews.com/049007_Robert_Rowen_Vaccine_World_Summit_immunizations.html#ixzz3XTeleaUe

“IMMUNITA’ DI GREGGE”

La scienza imperfetta e i fallimenti della vaccinazione.

La parola al Dr Suzanne Humphiries,MD.

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  • http://www.vaccinationcouncil.org/2012/07/05/herd-immunity-the-flawed-science-and-failures-of-mass-vaccination-suzanne-humphries-md-3/

 

“Quando i tassi di vaccinazione sono molto alti, come lo sono ancora nella nazione nel suo insieme, ognuno è protetto”, ha spiegato USA Today in un recente editoriale intitolato “Vaccino,salute a rischio”.

“Questa ‘immunità di gregge’ protegge i più vulnerabili, compresi coloro che non possono essere vaccinati per ragioni mediche, bambini troppo piccoli per essere vaccinati e le persone su cui il vaccino non funziona.

Il concetto di “immunità di gregge”  materializzato nel 1930, quando la Johns Hopkins University Arthur Hedrich scoprì che, dopo la contrazione del morbillo del 55% della popolazione di Baltimora  (e quindi l’immunità al morbillo), il resto della popolazione, o “branco”, è diventata protetta. Questo concetto fornisce le odierne motivazioni, per insistere che tutti siano vaccinati.

ALLEGATI

Secondo teorie dellimmunità di gregge la diffusione del morbillo avrebbe dovuto far si con l’abbassamento delle coperture vaccinali far esplodere numerose epidemie mettendo a rischio l’intera popolazione nazionale dal terribile morbillo. Invece dopo due anni di cali vaccinali cosa abbiamo dopo 4 mesi nel 2015? 19 casi di morbillo su 60mln di abitanti…Il 40% aveva uno stato vaccinale conosciuto.

(2 aprile 2015) Morbillo & Rosolia News: il rapporto di marzo 2015
Nel mese di febbraio 2015, sono stati segnalati 19 casi di morbillo da 9 Regioni. L’età mediana dei casi è stata pari a 21 anni (range: 1-78 anni).

Per quanto riguarda la rosolia, nel mese di febbraio 2015, sono stati segnalati 4 casi. Questi i dati nazionali del sistema di sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia riportati nel numero di marzo 2015 di Morbillo & Rosolia News (bollettino, pdf 1,5 Mb).

  • http://www.epicentro.iss.it/…/bolletti…/R&M_News_2015_13.pdf

Lo stato vaccinale è noto per il 93,9% dei casi, di cui il 58,1% era non vaccinato, il 35,5% aveva effettuato
una sola dose, e il 6,4% aveva effettuato due dosi.
Quattro casi (12,1%) sono stati ricoverati e 6 (18,2%) hanno richiesto una visita al pronto soccorso.
Sei casi (18,2%) hanno riportato almeno una complicanza; di questi, 2 ne hanno riportato due o più.
Le complicanze riportate includono 3 casi di stomatite, 2 casi di polmonite, 2 di diarrea e 1 “altra
complicanza”.


  • USA DATI CONTRADDITTORI SUL RAPPORTO VACCINI/MALATTIE

Il Council on Foreign Relations (CFR) ha recentemente pubblicato una mappa delle malattie che pretenderebbe di dimostrare che i focolai dimalattia sono addebitabili ai non vaccinati.
In realtà, però, i media tradizionali, come PBS non si sono accorti che la mappa del CFR mostra come i più alti focolai di malattia si abbiano proprio nelle popolazioni più vaccinate.

  • http://www.omsj.org/corruption/cfrmap

I funzionari della sanità pubblica conoscono la verità: i soggetti vaccinati di recente sono correlati alla diffusione della malattia

(GLOBE NEWSWIRE ) Washington , DC , 3 marzo 2015 –

I medici e i funzionari della sanità pubblica sono a conoscenza che gli individui vaccinati di recente possono diffondere la malattia e che il contatto con le persone immunodepresse può essere molto pericoloso. A tal proposito, la Guida per i pazienti dell’ospedale Johns Hopkins in caso di immunodepressione raccomanda di “evitare il contatto con i bambini che sono stati vaccinati di recente” e di “chiedere agli amici e ai parenti che sono malati o che sono stati vaccinati da poco con un vaccino a virus vivi (come la varicella , il morbillo, la rosolia , l’influenza intranasale , la poliomielite e il vaiolo ) di non fargli visita.

Una dichiarazione sul sito web dell’ospedale di St. Jude mette in guardia i genitori di bambini sottoposti a terapia oncologica affinché non permettano di far visita ai loro figli alle persone che hanno ricevuto il vaccino orale per la polio o quello per il vaiolo nelle ultime quattro settimane, il vaccino antinfluenzale nasale nell’ultima settimana , o con eruzioni cutanee a seguito del vaccino contro la varicella o MMR ( morbillo , parotite , rosolia ).

“La sanità pubblica incolpa I bambini non vaccinati per l’epidemia di morbillo di Disneyland, ma la malattia potrebbe altrettanto facilmente esser stata provocata dal contatto con un individuo vaccinato di recente”, dice Sally Fallon Morell, presidente della Fondazione Western A. Price. La fondazione promuove una dieta salutare, uno stile di vita privo di sostanze tossiche e libertà di scelta per genitori ed i loro bambini. “Le prove indicano che individui vaccinati di recente dovrebbero esser messi in quarantena al fine di proteggere la popolazione”

L’evidenza scientifica dimostra che individui vaccinati con vaccini a virus vivi, come il MPR (morbillo, parotite e rosolia), rotavirus, varicella, herpes zoster e influenza possono diffondere il virus per molte settimane o mesi ed infettare vaccinati e non vaccinati, nello stesso modo.

Inoltre, I vaccinati possono essere portatori di malattie nel cavo naso-faringe e infettare altre persone seppur senza presentarne i sintomi.

Entrambi, vaccinati e non vaccinati, sono a rischio esposizione da parte di chi è stato vaccinato recentemente. I fallimenti vaccinali sono diffusi; l’immunità indotta dal vaccino non è permanente e recenti epidemie di malattie come la pertosse, parotite e morbillo, hanno avuto luogo in popolazioni completamente vaccinate[16] [17]. Chi riceve il vaccino antinfluenzale diventa più suscettibile ad infezioni future dopo vaccinazioni ripetute

Adulti hanno contratto la polio da bambini vaccinati da poco. Un padre di Staten Island è finito sulla sedia a rotelle dopo aver contratto la polio mentre cambiava il pannolino a sua figlia. Nel 2009 una sentenza ha stabilito l’assegnazione di 22.5 milioni di dollari

“Iil fallimento vaccinale e il non voler riconoscere che i vaccini a virus vivi possono diffondere la malattia hanno provocato un aumento di epidemie di malattie infettive sia in individui non vaccinati che vaccinati” sostiene Leslie Manookian, produttrice di The Greater Good.

“Il CDC dovrebbe istruire I medici che somministrano I vaccini ad informare I propri pazienti riguardo i rischi che chi si è vaccinato da poco fa correre al resto della popolazione”

Stando alla Fondazione Weston A.Price, la migliore protezione contro le malattie infettive è un sistema immunitario in salute, supportato da un adeguato apporto di vitamina A e vitamina C. Bambini ben nutriti si riprendono facilmente da malattie infettie e raramente sviluppano complicazioni.

Il numero delle morti per morbillo è diminuito da 7575 nel 1920 (10,000 per anno negli anni 10 del secolo scorso) ad una media di 432 per anno dal 1958-1962. Il vaccino venne introdotto nel 1963. Tra il 2005 ed il 2014, non si sono stati decessi da morbillo negli stati uniti e 108 decessi riferitia seguito del vaccino MPR.

Fonte

  • http://www.cnbc.com/id/102473744

  • Scomode verità scientifiche riguardanti la notizia relativa all’epidemia di morbillo presso il parco divertimenti Disneyland negli Stati Uniti che rimbalza dal 14 gennaio 2015 in tutto il mondo.
    http://www.nvic.org/…/measles-in-disneyland-third-mmr-shot-…
  • Nell’articolo viene evidenziato cosa riporta il foglietto illustrativo del vaccino VARIVAAfraid of the Disneyland measles outbreak? Don’t be fooled by Mickey Mouse science – READ THIS FIRST

UN ESEMPIO DI FOCOLAI?

STUDIO – AUMENTO DI CASI DI PERTOSSE CON L’ATTUALE VACCINO
Nel 2012 negli Stati Uniti si è verificato il maggior numero di casi di pertosse dal 1955.

  • http://www.abc.net.au/science/articles/2015/…/24/4222316.htm

I Focolai di morbillo si verificano anche quando la popolazione vaccinata supera il 95%.

Nel novembre 1966, annunciando un programma di vaccinazione di massa per il morbillo, l’US Public Health Service, ha annunciato che “L’uso efficace di questi vaccini durante il prossimo inverno e la primavera dovrebbe assicurare l’eradicazione del morbillo dagli Stati Uniti nel 1967. ”

Quando il morbillo non è riuscito ad essere eradicato,gli esperti di salute pubblica, hanno deciso che un tasso di vaccinazione del 70% o il 75% avrebbe assicurato l’immunità del gregge.Quando questo si è rivelato sbagliato, il numero magico è salito al 80%, 83%, 85%,e successivamente il 90%,poi diventato 95%, secondo un rapporto Health Services Research 2001.

Ma anche questo era insufficiente – I focolai di morbillo si verificano anche quando la popolazione vaccinata supera il 95%, portando alcuni a dire di alzare ancora di più il tasso di vaccinazione del 98% o del 99% , necessario per proteggere il restante 1% o 2% della massa. Ma anche questo non è corretto, dal momento in cui i focolai si verificano in popolazioni completamente vaccinate.

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“L’obiettivo sarebbe quello di avere il 100% della popolazione vaccinata, ha dichiarato il  Dott. Gregory Taylor dell‘Agenzia di sanità pubblica del Canada CBC, esprimendo un punto di vista sempre più comune tra i professionisti della salute pubblica. A quel punto, l’equilibrio del branco che sarebbe protetto attraverso la vaccinazione di massa sarebbe proprio 0.

Ma anche vaccinare il 100% della popolazione non sarebbe sufficiente, dicono gli scienziati del Vaccine Research Group della Mayo Clinic, perché il vaccino contro il morbillo, danneggia molte persone, non offrendo alcuna protezione.


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Secondo Tetyana Obukhanych, della School of Medicine della Stanford University, il vaccino contro il morbillo funziona come previsto, con solo il 25% della popolazione, lasciando la maggior parte degli adulti vaccinati da bambini, con poca o nessuna protezione.

A differenza del morbillo nell’infanzia, il morbillo da adulti è pericoloso: il 25% dei casi richiedono l’ospedalizzazione. Il morbillo è particolarmente pericoloso se contratto da mamme in attesa – studi ospedalieri a Los Angeles e Houston hanno trovato, che la maggior parte abbia  subito gravi complicazioni, alcuni sono morti, ed i loro bambini spesso sono morti nel grembo materno.

I pericoli si estendono ai bambini che, come l’USA Today sottolinea, sono troppo giovani per essere vaccinati. Questi membri del tutto indifesi, dipendono dagli anticorpi ereditati dalle loro madri. Le madri  precedentemente vaccinate, hanno pochi anticorpi, privando così i loro bambini della giusta protezione. L’unico modo provato e veritiero, per salvaguardare i loro bambini , resta il modo naturale: la madre dovrà contrarre il morbillo in maniera naturale.

In realtà, la herd immunity ,esisteva prima dell’introduzione del vaccino. Praticamente il 100% della popolazione ha contratto il morbillo, dando a tutti l’immunità per tutta la vita – e così anche alle future mamme i mezzi, per proteggere la loro prole. Gli scienziati del 1960 non si sono resi conto che vaccinandoci contro il morbillo,ci avrebbe dato delle deboli o inesistenti difese del nostro sistema immunitario.

Ironia della sorte, il Public Health Service, ha sempre considerato il morbillo,non particolarmente pericoloso,già in epoca pre-vaccino. “Le complicanze sono rare e, con adeguate cure mediche, la fatalità è rara …. L” Immunità seguente al recupero è solida e permanente nella durata; il suo capo di epidemiologia, Alexander Langmuir, ha riconosciuto una ” base epidemiologica per l’eradicazione del morbillo nel 1967. ”

Perché, allora, ha deciso di voler “debellare” questa malattia, generalmente innocua e non mortale?

La Herd immunity, suona bene in teoria. Ma, come ha concluso il Dott. Obukhanych, “Le aspettative della teoria genealogica dell’ immunità sono destinati a fallire nel mondo reale.”

  • Per vedere del Servizio di Salute pubblica; quattro pagine  sulla “eradicazione” del  morbillo  nel 1967, clicca qui .
  • Correlati, qui .

I medici e i funzionari della sanità pubblica sono a conoscenza che gli individui vaccinati di recente possono diffondere la malattia e che il contatto con le persone immunodepresse può essere molto pericoloso. A tal proposito, la Guida per i pazienti dell’ospedale Johns Hopkins in caso di immunodepressione raccomanda di “evitare il contatto con i bambini che sono stati vaccinati di recente” e di “chiedere agli amici e ai parenti che sono malati o che sono stati vaccinati da poco con un vaccino a virus vivi (come la varicella , il morbillo, la rosolia , l’influenza intranasale , la poliomielite e il vaiolo ) di non fargli visita.

Una dichiarazione sul sito web dell’ospedale di St. Jude mette in guardia i genitori di bambini sottoposti a terapia oncologica affinché non permettano di far visita ai loro figli alle persone che hanno ricevuto il vaccino orale per la polio o quello per il vaiolo nelle ultime quattro settimane, il vaccino antinfluenzale nasale nell’ultima settimana , o con eruzioni cutanee a seguito del vaccino contro la varicella o MMR ( morbillo , parotite , rosolia ).

L’evidenza scientifica dimostra che individui vaccinati con vaccini a virus vivi, come il MPR (morbillo, parotite e rosolia), rotavirus, varicella, herpes zoster e influenza possono diffondere il virus per molte settimane o mesi ed infettare vaccinati e non vaccinati, nello stesso modo.

Inoltre, I vaccinati possono essere portatori di malattie nel cavo naso-faringe e infettare altre persone seppur senza presentarne i sintomi.

Entrambi, vaccinati e non vaccinati, sono a rischio esposizione da parte di chi è stato vaccinato recentemente. I fallimenti vaccinali sono diffusi; l’immunità indotta dal vaccino non è permanente e recenti epidemie di malattie come la pertosse, parotite e morbillo, hanno avuto luogo in popolazioni completamente vaccinate.

Adulti hanno contratto la polio da bambini vaccinati da poco. Un padre di Staten Island è finito sulla sedia a rotelle dopo aver contratto la polio mentre cambiava il pannolino a sua figlia. Nel 2009 una sentenza ha stabilito l’assegnazione di 22.5 milioni di dollari

“Iil fallimento vaccinale e il non voler riconoscere che i vaccini a virus vivi possono diffondere la malattia hanno provocato un aumento di epidemie di malattie infettive sia in individui non vaccinati che vaccinati” sostiene Leslie Manookian, produttrice di The Greater Good. “Il CDC dovrebbe istruire I medici che somministrano I vaccini ad informare I propri pazienti riguardo i rischi che chi si è vaccinato da poco fa correre al resto della popolazione”

Stando alla Fondazione Weston A.Price, la migliore protezione contro le malattie infettive è un sistema immunitario in salute, supportato da un adeguato apporto di vitamina A e vitamina C. Bambini ben nutriti si riprendono facilmente da malattie infettive e raramente sviluppano complicazioni.

Il numero delle morti per morbillo è diminuito da 7575 nel 1920 (10,000 per anno negli anni 10 del secolo scorso) ad una media di 432 per anno dal 1958-1962. Il vaccino venne introdotto nel 1963. Tra il 2005 ed il 2014, non si sono stati decessi da morbillo negli stati uniti e 108 decessi riferitia seguito del vaccino MPR.

tradotto dalla fonte seguente

  • http://www.cnbc.com/id/102473744

ALTRI ARTICOLI E DATI CORRELATE DI SEGUITO

***SEZIONE DEDICATA INTERAMENTE A GRAFICI DATI E STATISTICHE SULLE MALATTIE E VARI FOCOLAI***

 

  • USA DATI CONTRADDITTORI SUL RAPPORTO VACCINI/MALATTIE

Il Council on Foreign Relations (CFR) ha recentemente pubblicato una mappa delle malattie che pretenderebbe di dimostrare che i focolai di malattia sono addebitabili ai non vaccinati.
In realtà, però, i media tradizionali, come PBS non si sono accorti che la mappa del CFR mostra come i più alti focolai di malattia si abbiano proprio nelle popolazioni più vaccinate.

http://www.omsj.org/corruption/cfrmap


 ***NOTE E FONTI***

IMPORTANTE AMMISSIONE DEL DOTT. FRANCK DESTEFANO, DIRETTORE DELL’UFFICIO IMMUNIZZAZIONE DI SICUREZZA DEI CDC STATUNITENSI.
DOPO AVER AFFERMATO, COME AL SOLITO E CONTRO I PIU’ RECENTI STUDI SCIENTIFICI, CHE NON CI SAREBBE CORRELAZIONE TRA VACCINAZIONI ED AUTISMO, DESTEFANO HA PERO’ AMMESSO DI CREDERE CHE C’E’ UNA POSSIBILITA’ CHE I BAMBINI POTREBBERO DIVENIRE AUTISTICI IN CONSEGUENZA DELLE VACCINAZIONI MA CHE “E’ DIFFICILE PREVEDERE (PRIMA) CHE QUEI BAMBINI POTREBBERO DIVENTARLO MA DI CERTO I SINGOLI CASI POSSONO ESSERE STUDIATI E GUARDARE A QUELLA POSSIBILITA'”
QUESTA AFFERMAZIONE, COMUNQUE RIVOLUZIONARIO NEI CONTENUTI, SEGUE A:
-. QUELLA DEL 2010 DEI CDC QUANDO, DI FRONTE ALL’INCREMENTO SPAVENTOSO DI CASI DI AUTISMO, PER LA PRIMA VOLTA AMMISERO CHE LE CAUSE ANDAVANO RICERCATO IN QUALCOSA DI SUCCESSIVO ALLA NASCITA.

. ALLE PRONUNCE POSITIVE (SEMPRE TROPPO POCHE) SIA NEGLI USA DA PARTE DELLA CD “VACCINE COURT” CHE IN GB E NEL NOSTRO PAESE DA PARTE DELLA MAGISTRATURA ORDINARIA, IN ORDINE ALLA CORRELAZIONE TRA VACCINAZIONI ED AUTISMO.
. DECINE DI STUDI CHE SI STANNO SUSSEGUENDO A RITMO INCALZANTE SOPRATTUTTO NEGLI ULTIMI MESI IN ORDINE A TALE CORRELAZIONE ED ALLA DANNOSITA’ DEL THIMEROSAL, DELL’ALLUMINIO E DI ALTRE COMPONENTI.

. ALLA CONVENZIONE DI MINAMATA CHE HA BANDITO IL MERCURIO, IN OGNI SUA FORMA E DERIVATO, DA TUTTI I PRODOTTI IN COMMERCIO IN CONSEGUENZA DELLA SUA DANNOSITA’ OVVERO DI SINTOMI ASSOLUTAMENTE RICONDUCIBILI A QUELLI DELL’AUTISMO (PROBLEMI NEUROLOGICI, DANNI CEREBRALI, AL LINGUAGGIO, GASTROINTESTINALI ETC.)

. LA SCOPERTA CIRCA DUE ANNI ORSONO DEL FINANZIAMENTO DEI CDC AL PROF. POUL THORSEN PER ALTERARE I RISULTATI DEL SUO STUDIO DEL 2004 CON IL QUALE AFFERMAVA CHE L’ELIMINAZIONE DEL THIMEROSAL DAI VACCINI NON AVEVA COMPORTATO ALCUNA RIDUZIONE NEI CASI DI AUTISMO; STUDIO SCONFESSATO DA ALTRO STUDIO CHE HA ELABORATO I MEDESIMI DATI GIUNGENDO A CONCLUSIONI DIAMETRALMENTE OPPOSTE.
. L’INTERPELLANZA PRESENTATA NEGLI USA DAL DEPUTATO BILL POSEY PER VERIFICARE GLI STRANI RAPPORTI TRA I CDC ED IL PROF. THORSEN, NEL FRATTEMPO INSERITO AI PRIMI POSTI NELLA LISTA DEI RICERCATI STATUNITENSI.

. LA CONFESSIONE, NEI GIORNI SCORSI, DEL DOTT. WILLIAM THOMPSON, RICERCATORE DEI CDC, CHE HA AMMESSO COME GLI STESSI CDC DA ANNI STANNO INSABBIANDO SISTEMATICAMENTE TUTTI GLI STUDI TESI AD AVVALORARE LA CORRELAZIONE TRA VACCINAZIONI ED AUTISMO.
LE FONDAMENTA DEL CASTELLO DELLA MENZOGNA, COSTRUITO CON TANTA PAZIENZA IN QUESTI ULTIMI DECENNI DA CASE FARMACEUTICHE DEDITE AL PROFITTO IN COLLABORAZIONE CON ISTITUZIONI PUBBLICHE E POLITICI PREZZOLATI E CORROTTI E (SOPRATTUTTO IN ITALIA) CON MEDIA ASSOLUTAMENTE ASSERVITI AGLI INTERESSI DEI POTENTI, STANNO CEDENDO; IL PROCESSO POTRA’ FORSE ESSERE ANCORA LENTO MA E’ DESTINATO A PROSEGUIRE INESORABILMENTE FINO AL CROLLO INELUTTABILE!
COME IN UNA SORTA DI GIORNO DEL GIUDIZIO PRETTAMENTE TERRENO (PER QUELLO DIVINO CI PENSERA’ L’ONNIPOTENTE A TEMPO DEBITO) CI SARANNO ORA DUE DIVERSI APPROCCI DA PARTE DEI CORROTTI:

. QUELLI CHE CONTINUERANNO IMPERTERRITI A CERCARE DI DIFENDERE L’INDIFENDIBILE PUR DI NON PERDERE LA FACCIA (TANTO SIAMO UN PAESE NEL QUALE LA MAGGIORANZA SI DIMENTICA SISTEMATICAMENTE DI CIO’ CHE DI CATTIVO, ILLECITO, ILLEGITTIMO E SCORRETTO FANNO CERTI PERSONAGGI).

. QUELLI CHE INVECE, IN UNA SORTA DI “OTTO SETTEMBRE”, SOTTO LA SPINTA TALVOLTA DELLA PROPRIA COSCIENZA MA MOLTO PIU’ SPESSO DELLA VOLONTA’ DI “RICICLARSI” STANDO SEMPRE NEL CARRO DEL VINCITORE DI TURNO (TIPICAMENTE ITALICO) DICHIARERANNO LA PROPRIA RESA.
PRESO ATTO DELLA DICHIARAZIONE DEL DOTT. DESTEFANO VALE LA PENA PRECISARE QUANTO SEGUE:

IL PRINCIPIO CARDINE DELLA MEDICINA È QUELLO DI “PRECAUZIONE” IN BASE AL QUALE, DI FRONTE ALL’IMPOSSIBILITÀ DI ESCLUDERE LA DANNOSITÀ DI UN FARMACO O DI UN INTERVENTO, IL MEDICO SI DOVREBBE ASTENERE; PRINCIPIO CHE NEGLI ULTIMI DECENNI È STATO ABBANDONATO PER SEGUIRE QUELLO – PER LORO ASSOLUTAMENTE PRIORITARIO – DEL PROFITTO!
PARTENDO DA CIÒ E TENUTO CONTO DELL’IMPORTANTE AMMISSIONE DEI CDC, LE LOGICHE CONSEGUENZE DOVREBBERO ESSERE QUELLE DI:

.EFFETTUARE GLI ESAMI NECESSARI AD ESCLUDERE PER QUANTO POSSIBILE LA DANNOSITÀ DELLE VACCINAZIONI NEL BAMBINO (MA ANCHE NELL’ADULTO)

.PROCRASTINARE QUINDI L’INIZIO DELLE VACCINAZIONI AD UN ANNO, UN ANNO E MEZZO O PIÙ, OVVERO DOPO AVER EFFETTUATO I PREDETTI ESAMI.

.ELIMINARE L’OBBLIGO VACCINALE.
.CONTROLLARE MEGLIO LA QUALITÀ DEI VACCINI PER EVITARE QUANTO ACCADUTO NEGLI ULTIMI 20 ANNI OVVERO CHE PRODOTTI SIANO STATI RITIRATI DOPO ANNI, TALVOLTA DECENNI, CHE ERANO REGOLARMENTE IN COMMERCIO.
.RACCOMANDARE ED EFFETTUARE SOLO LE VACCINAZIONI ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILI IN BASE AL PAESE.
.AVENDO QUINDI DIMINUITO IL NUMERO DELLE VACCINAZIONI, ELIMINARE LE VACCINAZIONI CONIUGATE PER TORNARE ALLE SINGOLE SOMMINISTRAZIONI DA EFFETTUARE A DISTANZA DI 3-6 MESI L’UNA DALL’ALTRA.
.A DISTANZA DI UN MEDE DA OGNI SINGOLA SOMMINISTRAZIONE, EFFETTUARE GLI ESAMI EMATICI PER VERIFICARE LA RISPOSTA IMMUNITARIA, IL RELATIVO TITOLO ETC. PER POTER VERIFICARE L’AVVENUTA IMMUNIZZAZIONE E LO STATO DEL SISTEMA IMMUNITARIO ETC.


Fonti di seguito

  • http://sharylattkisson.com/cdc-possibility-that-vaccines-ra…

 CDC: “Possibility” that vaccines rarely trigger autism | Sharyl Attkisson

CDC: “Possibility” that vaccines rarely trigger autism by sattkisson on September 2, 2014 in Medical & Vaccines, News Leave a comment CDC’s immunization safety director says it’s a “possibility” that vaccines rarely trigger autism but “it’s hard to predict who those children might be.” (They’re not…
SHARYLATTKISSON.COM


 ***Interessante video da vedere***


Alla sezione del blog riportata di seguito troverete video informativi in merito alla sicurezza delle vaccinazioni.Buona visione

Nota Informativa Importante su declino del titolo anticorpale dopo vaccinazione con Mencevax ACWY (15/04/2014)
Sicurezza

15/04/2014
L’Agenzia Italiana del Farmaco rende disponibili nuove ed importanti informazioni circa i dati clinici disponibili sulla persistenza degli anticorpi di Mencevax ACWY™.
Le evidenze degli studi disponibili dimostrano un declino del titolo anticorpale successivamente alla vaccinazione con Mencevax ACWY™ entro uno – due anni dalla vaccinazione. Deve essere valutata, prima di quanto attualmente raccomandato, la ri-vaccinazione dei soggetti che rimangono ad alto rischio di esposizione a Neisseria meningitidis. Quando viene considerata la ri-vaccinazione entro i 2 anni successivi alla somministrazione della precedente dose di Mencevax ACWY™, sono raccomandati i vaccini coniugati.

  • http://www.agenziafarmaco.gov.it/…/nota-informativa-importa…

  • Nelle ultime ore circolano articoli atti ad allarmare e terrorizzare i lettori per fantomatiche epidemie di morbillo, articoli che non riportano dati ufficiali e che riportano la seguente frase: <<Un’epidemia. Cento casi di morbillo,  in pochi mesi a Bologna>> potete verificare i dati riportati nella tabella ufficiale

    http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino.asp

    Dati aggiornati a Giugno 2014

  • In Italia, sul totale dei 1259 casi di morbillo segnalati nel 2014, solo il 51,5% è stato confermato in laboratorio. Il maggior numero dei casi si è verificato in Piemonte, in Liguria e in Emilia-Romagna che insieme hanno segnalato il 66,3% dei casi osservati (Piemonte 39,2 ; Liguria 15,0% e Emilia-Romagna 12,1%).
    L’incidenza dei casi di morbillo nei primi cinque mesi del 2014 è stata pari a 2,1 casi per 100.000 abitanti. 

    L’incidenza più elevata è stata osservata in Liguria con 12,1 casi per 100.000, seguita dal Piemonte con 11,3 e dall’Emilia-Romagna e dalla Sardegna con 3,5 e 3,3 casi per 100.000 rispettivamente.

     

    ARTICOLI E DATI CORRELATI DI SEGUITO

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