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Vaccinazioni: reale rischio o beneficio? L’intervista al Dottor Miedico

Vaccini Informa ringrazia il Dottor Dario Miedico per il suo prezioso contributo in merito a questa scottante tematica. Ringraziamo per la Sua correttezza e professionalità, nella speranza che si faccia tesoro delle sue preziose risposte e considerazioni.

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Dottor DARIO MIEDICO

Medico legale, specializzato anche in igiene ed epidemiologia, medicina del lavoro.

Segue la questione delle vaccinazioni da oltre trent’anni ed ha seguito molte decine di cause ad esse correlate.
E’ tra i fondatori dal 1972 di Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute e collabora con diverse associazioni di medici, avvocati e genitori che si battono per la libertà di vaccinazione e per la tutela dei bambini danneggiati

 

Video pubblicato il 10 marzo 2014

Di seguito L’intervento del Dottor Dario Miedico e della Dottoressa Gabriella Lesmo sul tema delle vaccinazioni e dell’abolizione dell’obbligo vaccinale per la Commissione regionale Sanità della Lombardia.

  • Alla luce delle recenti prese di posizione di alcune personalità a livello di governo, le quali hanno affermato che saranno attuate, o demandate all’ordine dei medici, misure repressive contro i sanitari che sconsigliano una profilassi vaccinale, qual è la sua posizione?

Sono assolutamente contrario a qualunque iniziativa repressiva o tendente a limitare la libertà di cura ad opera del medico di base.

Iniziative del genere non solo sono sbagliate ed antidemocratiche ma sono anche pericolosissime per la popolazione”.

 

  • Si è spesso affermato che i non vaccinati siano un pericolo per il resto della popolazione. Cosa ci può dire in merito?

“Questa affermazione è quantomeno assurda: chi si vaccina non dovrebbe avere di queste paure, a meno che non metta in dubbio l’efficacia di questa prassi, mentre chi non si vaccina evidentemente non le ha”.

 

  • Qual è la sua opinione in merito al mito della “Herd Immunity”; La vaccinazione dona una reale immunità? Quali sono i reali rischi?

“Studi scientifici portati avanti da diversi gruppi di ricerca e le stesse dichiarazioni di prestigiosi scienziati come la Dottoressa Tetyana Obukhanych  sfatano questo mito. Non vi è alcuna garanzia che i vaccini svolgano effettivamente la loro funzione, ma il rischio vero è che chi si è vaccinato si consideri immune anche quando in realtà potrebbe non esserlo”.

 

  • Ritiene possibile la trasmissione del virus a causa proprio della vaccinazione?

“È successo in passato (vedi vaccino Sabin orale attualmente sostituito) , ma non dimentichiamo il caso del virus Sirmian SV40, sospetto cancerogeno, scoperto nel vaccino antipolio solo dopo milioni di vaccinazioni eseguite”.

 

  • Le proposte di intensificazione delle vaccinazioni fanno riferimento alla presenza di nuovi focolai di patologie in qualche paese: difterite in Spagna e Polio in Ucraina;cosa può dirci in merito?

“Come una rondine non fa primavera un caso non può essere considerato né focolaio né epidemia. Questi casi andrebbero comunque sempre verificati. Il sito del Ministero riferisce che l’ultimo caso di difterite in Italia risale al 1991 ma posso assicurare, perché l’ho seguito personalmente in qualità di medico legale, che non si è trattato di difterite, mentre l’ultimo caso ufficialmente accertato di Polio è del 1982″.

 

  • Soffermandoci sui danni relativi alle vaccinazioni, quale tra queste è più temibile?

“Le vaccinazioni sono un atto sanitario, che come qualsiasi altro può portare effetti benefici ma espone anche a possibili reazioni avverse.

Per questo va valutato il rapporto tra rischi e benefici, che col mutare delle condizioni ambientali, igieniche, individuali e di effettivo rischio di contrarre la patologia per la quale si viene vaccinati, può far propendere a volte per una scelta, a volte per l’altra.

La situazione italiana di oltre 40 anni fa, ad esempio, non è minimamente paragonabile con quella attuale, e ciò dovrebbe comportare almeno una adeguata revisione del calendario vaccinale, che oltretutto è completamente difforme rispetto alla maggioranza dei paesi europei.

Le vaccinazioni comunque, una volta verificatane la necessità, andrebbero eseguite in condizioni di assoluta sicurezza, dopo aver controllato tramite specifiche indagini la mancanza di controindicazioni, riducendone il numero per inoculazione e ad una età più avanzata.

Nelle condizioni attuali, praticate senza esami preventivi, in dosi uguali per tutti, inoculando fino a sette vaccini contemporaneamente e ad un’età (a volte neppure tre mesi di vita) nella quale il peso del bambino è assolutamente inferiore a qualsiasi standard considerato valido per un adulto, e per di più con l’utilizzo di adiuvanti a loro volta molto pericolosi, possono portare a reazioni avverse anche gravi e gravissime, che si possono verificare portando danni al sistema immunitario, all’encefalo, al sistema nervoso, tutti con ulteriori possibili complicanze sia cognitive che agli altri organi“.  

 

  • Esistono i danneggiati da vaccino?

“I danneggiati da vaccino esistono, ed esiste una specifica legge dello Stato, la 210/92 che prevede un indennizzo per coloro che ne sono vittime.

Una casistica in merito, però, non viene raccolta, poiché l’indicazione di segnalare i casi di reazione avversa non viene rispettata, gli stessi casi vengono in primis ignorati o negati dagli stessi medici e la stessa scienza medica riconosce che ogni dato in merito sia ampiamente sottostimato”.

 

  • Sono possibili danni prodotti dal vaccino a causa delle caratteristiche fisiche del soggetto vaccinato. Quali sono i soggetti che non possono assolutamente sottoporsi ad una profilassi vaccinale?

Una specifica Circolare del Ministero elenca una serie di situazioni patologiche di fronte alle quali viene sconsigliata ogni forma di vaccinazione.

Il vero problema è che non solo quella lista è largamente incompleta, ma soprattutto senza analisi preventive specifiche per ogni soggetto non si è in grado di sapere se quelle patologie non sono già in incubazione o potenzialmente presenti, ad esempio per predisposizioni genetiche”.

 

  • Sostanze contenute nei vaccini; cosa sono e perché sono considerate pericolose?

“In passato nei vaccini l’adiuvante più utilizzato era il  Thimerosal, contenente mercurio.

Dopo centinaia di cause avanzate da famiglie di minori vaccinati e colpiti da reazioni avverse questo è stato parzialmente eliminato, ma sono stati introdotti altri elementi quali formaldeide, squalene, alluminio, tutti tossici ed in quantità esagerate rispetto al peso corporeo dei soggetti destinati a riceverle.

Non entro nel merito della loro cancerogenicità ma sicuramente la loro tossicità è dimostrata”.

 

  • Come mai si continua a negare l’esistenza di studi che confermano la pericolosità di alcune vaccinazioni?

“Negarne l’esistenza è impossibile, esistono, sono presenti nelle banche dati di rilievo internazionale, portano il nome ed il cognome degli scienziati che le hanno pubblicate.

In realtà è un dato certo che sono minoritarie rispetto alle pubblicazioni che invece sostengono l’innocuità o la non afferenza dei vaccini con alcune patologie.

Questo è comprensibile sia se si tiene conto del fatto che la ricerca ha progressivamente perduto la sua autonomia a favore di finanziamenti che solitamente arrivano proprio dalle industrie farmaceutiche, sia tenendo conto che della maggior parte di queste gravi patologie la scienza medica non è ancora riuscita a individuare l’esatta eziologia”.

 

  • Parliamo di prevenzione e del principio di cautela.  Quale l’età migliore per vaccinare un bambino? Condivide la necessità di esami prevaccinali? Quali sono e quali consiglia, sempre a proposito di una corretta anamnesi preventiva? Nel caso di una corretta anamnesi familiare invece quali malattie giudica importanti e rilevanti nei confronti del soggetto da vaccinare?

“Non esistono indicazioni di carattere generale che vadano bene per qualunque situazione.

Se una coppia di genitori decide di optare per la vaccinazione, eseguirà quelle che a suo giudizio possono rappresentare il maggior pericolo, considerando anche l’età del piccolo e fornirà al medico vaccinatore tutti gli elementi necessari per una corretta anamnesi sia individuale che familiare.

Sicuramente una serie di test potrà fornire indicazioni sia relativamente ad una situazione anticorpale già maturata sia rispetto ad eventuali controindicazioni non individuabili altrimenti.

A mio giudizio più si va avanti con l’età minori sono i rischi di reazione avversa”.

 

  • Quanto hanno inciso le vaccinazioni nell’eradicazione di alcune patologie  o quantomeno nella loro sensibile riduzione?

Ritengo che la disponibilità di acqua potabile, una sufficiente alimentazione, l’uso di fognature e di abitazioni adeguate ecc. ecc. siano le reali condizioni che hanno di fatto debellato la maggioranza delle malattie infettive.

Le vaccinazioni hanno sicuramente avuto un ruolo, come ad esempio gli antibiotici (non per questo avrebbe senso l’obbligo di utilizzo di questi ultimi per “prevenire” tonsilliti ed influenze).

Oggi, anche quando alcune di esse si manifestano o si dovessero manifestare, la capacità di un immediato isolamento, le terapie sempre aggiornate e una eventuale immunizzazione del gruppo di contatto possono essere giudicate sufficienti ad affrontarle”.

 

  • Andrew Wakefield e le sue affermazioni. I giornali, ma anche le affermazioni degli esponenti del Ministero richiamano il caso Wakefield, sostenendo che le paure di chi si oppone alla vaccinazione nascono dal caso di uno studio pubblicato su Lancet ma in seguito smentito dallo stesso autore. Cosa è successo veramente?

“Bisogna ricordare che il Dr. Wakefield insieme al Dr. Smith pubblicò i risultati di uno studio che correlava l’autismo alla vaccinazione anti MMR, che in seguito venne giudicato falso e con vizi nella costruzione dello studio stesso.

Il Dr. Wakefield, in seguito alla successiva espulsione dall’Ordine dei Medici inglesi, preferì trasferirsi a proseguire la sua attività negli USA, mentre il coestensore si appellò, vinse la causa e venne reintegrato nel suo ruolo.

Ma più che quello studio, al quale non ha senso fare riferimento, oggi ci si riferisce a quelli di altri scienziati i quali, come Il Dr. Steve Walker e colleghi, dimostrano la presenza di variazioni molecolari nei tessuti intestinali dei bambini con diagnosi di autismo.

Anche la Dottoressa Theresa Deisher afferma che  l’autismo troverebbe correlazione con i frammenti di DNA umano contenuto nei vaccini.

Queste ricerche dovranno essere sviluppate e solo successivamente si potranno esprimere pareri più adeguati”.

 

  • Ma a suo parere le malattie infettive, possono essere davvero debellate?

Si, e lo dimostra la storia dell’uomo e della medicina.

Basta pensare a malattie terribili come la Peste, la Lebbra, Il Vaiolo, ma anche la Malaria ed il Colera in Italia, scomparse senza che per alcune di esse sia mai stato utilizzato un vaccino”.

 

  • Ma cosa significa debellate? Che non esistono più?

“No, la maggioranza delle malattie infettive esistono ancora, ma l’importante è avere la capacità di tenere sotto controllo eventuali casi sporadici per impedire che i singoli casi possano trasformarsi in vere epidemie”.

 

  • In conclusione secondo lei attualmente i vaccini sono da considerare superati?

“No, i vaccini rappresentano una profilassi sanitaria importante, ma devono essere utilizzati esclusivamente per casi individuali, individuati come a rischio, ad esempio per viaggiatori che si recano all’estero in zone dove alcune patologie gravi sono tutt’ora presenti o per operatori sanitari costretti ad intervenire su malattie infettive estremamente contagiose, o di massa ma solo in presenza di reali rischi di epidemie e quando le stesse non fossero altrimenti contrastabili”.

 

studi

CORRELATI E RIFERIMENTI

Decreto leggi e correlati.Obiezione attiva e consenso informato.Intervista all’avvocato Mastalia e dell’illustre Professor Ruggiero.

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L’immunità di gregge esiste realmente?

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Virus Sirmian SV40

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Il “Caso Difterite”

MMR una vaccinazione tanto temuta. Informazioni e relativi foglietti illustrativi.

Ingredienti comuni nei vaccini

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Pertosse : i vaccinati la contraggono?

Il vaccino Tdap e la perdita di efficacia; Pertosse,i vaccinati la contraggono?

Quali sono gli studi in merito?

B.pertussis

12 giugno 2014

AGGIORNAMENTO FONTI NOVEMBRE 2015

La pertosse è una malattia infettiva causata da un batterio (Bordetella pertussis) che si trasmette pervia aerea e si manifesta con epidemie ogni 3-4 anni; ha un’incubazione di 7-10 giorni ed è caratterizzata da forti attacchi di tosse che si presentano prevalentemente in età prescolastica (solo nel 10% dei casi in età neonatale). I primi sintomi sono quelli del raffreddore, con malessere, astenia, febbricola, starnuti e tosse, specie notturna. Questi disturbi durano in genere 1-2 settimane e poi compaiono i tipici attacchi di tosse, per i quali la malattia è conosciuta anche come tosse “cattiva” o “convulsa” o “asinina” o “canina”.

Ogni attacco è costituito da una serie di colpi di tosse rapidi e soffocanti che rendono difficoltosa la respirazione e terminano con il caratteristico urlo inspiratorio; spesso l’attacco causa il vomito.

Questa fase della malattia dura circa 4-6 settimane ed è seguita da una convalescenza di qualche settimana in cui gli attacchi di tosse sono sempre meno frequenti e intensi, finché spariscono.

L’evoluzione della pertosse è quasi sempre favorevole, anche se sono possibili alcune complicanze come: laringite, tonsillite, convulsioni e raramente una vera asfissia. La malattia può essere temibile nel primo anno di vita (in cui però è rara), perché il neonato e il lattante, avendo più difficoltà ad espellere il catarro tracheo-bronchiale, possono avere vere e proprie crisi di soffocamento che, in rari casi, possono portare ad una inadeguata ossigenazione cerebrale con conseguenti convulsioni su base ipossica (durante questa fase sono stati registrati anche dei casi con danni cerebrali).La pertosse risponde alla terapia antibiotica con eritromicina, ma solo se il trattamento viene iniziato il prima possibile, altrimenti la risposta è scarsa o assente.


Il vaccino   vaccino

Il vaccino antipertossico viene associato a quello antidifterico e antitetanico (è la famosa vaccinazione trivalente DTP). …Dato che questa vaccinazione può causare danni neurologici anche gravi, la commissione americana Immunization Practices Advisory Committee (ACIP), la considera controindicata in caso di:

  • storia personale positiva per convulsioni;
  • disordini neurologici evolutivi (specie se questi diventano evolutivi dopo la prima dose di vaccino);
  •  ipersensibilità ai componenti del vaccino;
  • anamnesi positiva per gravi reazioni dopo la prima dose di vaccino.

Dal 1993 è poi disponibile anche un vaccino realizzato da tecniche di ingegneria genetica che riproducono gli antigeni immunostimolanti del batterio, ma questo vaccino è stato commercializzato senza sufficienti studi che ne garantissero l’innocuità.

La pertosse è una malattia batterica altamente contagiosa che, proprio perché è una malattia di mucosa e non sistemica, non fornisce una immunità di lunga durata; è però noto che, come per tutte le infezioni, l’immunità si prolunga enormemente se l’individuo viene ogni tanto in contatto con qualche batterio della pertosse.

La vaccinazione, invece, non conferisce né un’immunità completa né duratura (studi recenti indicano che la protezione è dell’80% dopo 3 anni e del 10% dopo 12 anni dalla vaccinazione). Gli adolescenti e gli adulti, pertanto, si possono ammalare indipendentemente che siano già stati vaccinati o meno. Per evitare questo evento e per mantenere elevati i tassi di copertura vaccinale, il Ministero della Salute sta pensando di proporre periodiche rivaccinazioni a tutti gli adolescenti e agli adulti che hanno già ricevuto il vaccino in passato.

Il vaccino viene somministrato in 4 dosi: ai tempi 0, dopo 6-8 settimane, dopo altri 6-12 mesi e dopo altri 4-5 anni.


 

AGGIORNAMENTO FONTI 

la protezione del vaccino Tdap svanisce entro 2 /4 anni.

La mancanza di protezione a lungo termine dopo la vaccinazione contribuisce all’aumento della pertosse tra gli adolescenti.

FONTE

  • http://m.pediatrics.aappublications.org/content/early/2015/04/28/peds.2014-3358.abstract

Variazione genetica di Bordetella pertussis in Austria.

In Austria, la copertura vaccinale contro le infezioni  da Bordetella pertussis durante l’infanzia è stimata per il 90%.

Negli ultimi anni, tuttavia, il numero dei casi di pertosse è aumentato costantemente, non solo nei bambini ma anche negli adolescenti e adulti, indicando una  insufficiente immunità come una insufficiente copertura del vaccino.  Questi fattori potrebbero contribuire alla nascita di focolai.

In questo studio abbiamo quindi affrontato la variabilità genetica nei ceppi di B. pertussis in diverse città austriache.

Tra gli anni 2002 e 2008, 110 campioni sono stati raccolti da Vienna (n = 32), Linz (n = 63) e Graz (n = 15) attraverso dei tamponi nasofaringei.

Il DNA è stato estratto dai tamponi, esaminati da MLVA ,mediante PCR .

L’analisi ha rivelato nel dato MLVA il più alto livello di polimorfismi con assenza di MLVA Type 29, che si trova al di fuori dell’Austria.

Com’è possibile?

Solo sottotipi prn PRN1 / 7, Prn2 e Prn3 sono stati trovati con una predominanza di tipo non-vaccino Prn2.

L’analisi dei polimorfismi ptxA, ptxB, fimD, tcfA e bvgS ha mostrato un genotipo misto tra il ceppo vaccinale Tohama io e un isolato clinico dal 2006 (L517). La maggior parte dei campioni (93%) appare l’allele ptxP3.

Le conseguenze per la strategia di vaccinazione sono discutibili. Diverse domande in merito.

*POLIMORFISMO DI GENI*

Presenza, nella popolazione di una specie, di più alleli di uno stesso gene: per convenzione, si considerano polimorfismi genetici solo le forme che si presentano con una frequenza maggiore dell’1%. I polimorfismi genetici possono essere dovuti alla mutazione, all’inserzione o alla delezione di tratti più o meno lunghi della sequenza di DNA, fino all’estremo del cambiamento di un singolo nucleotide, che può modificare l’amminoacido prodotto di un singolo codone. Non tutte le sostituzioni nucleotidiche hanno, tuttavia, conseguenze fenotipiche apprezzabili. Le frequenze dei polimorfismi genetici all’interno di una popolazione sono controllate da diversi fattori, il più importante dei quali è la selezione naturale. Quando la frequenza di due o più polimorfismi rimane costante, si parla di polimorfismo bilanciato dovuto a selezione equilibrante (balancing selection).

In questi casi, diversi polimorfismi vengono mantenuti a frequenze relativamente alte all’interno della popolazione, senza che nessuno di questi risulti assolutamente dominante. Il caso più noto e studiato è l’equilibrio raggiunto con polimorfismi che in eterozigosi sono selettivamente avvantaggiati rispetto all’omozigosi. In questa evenienza, il vantaggio degli eterozigoti rispetto agli omozigoti farà da freno alla diffusione del polimorfismo in questione. È ciò che si verifica, per es., con alcuni polimorfismi del gene che codifica per l’emoglobina in aree di endemia malarica: letali per gli individui omozigoti che portano due copie del gene mutato, ma vantaggiosi in eterozigosi (con un solo allele mutato). Un altro meccanismo di selezione che mantiene in equilibrio dinamico i polimorfismi si attiva quando l’aumento di frequenza di un polimorfismo diventa un fattore limitante per l’ulteriore diffusione di quello stesso polimorfismo. È ciò che accade, per es., in alcune infezioni che portano alla morte dell’ospite. Lo stesso agente infettivo si può presentare in forma più o meno virulenta: se prende il sopravvento la prima, si può andare incontro al collasso della popolazione di ospiti infettati.

Diventa, quindi, temporaneamente avvantaggiata una forma meno virulenta dello stesso agente, che non uccida l’ospite.

Il bilanciamento dei polimorfismi può, inoltre, essere dovuto a condizioni ambientali che variano ciclicamente (per es., le stagioni), favorendo polimorfismi diversi in momenti differenti.

Molteplici Locus variabile numero tandem Ripetere Analysis (MLVA)

Il flusso di lavoro MLVA

Che cosa è MLVA?

MLVA è una tecnica usata dagli scienziati per generare una impronta digitale del DNA per un isolato batterico. Gli scienziati di solito effettuano MLVA dopo quello che viene definito come PFGE  per scoprire i dettagli più specifici sul tipo di batteri che possono causare un focolaio.

Come funziona MLVA?

MLVA segue tre fasi principali: reazione a catena della polimerasi, dimensionamento e analisi dei dati.

  • Reazione a catena della polimerasi: scienziati iniziano MLVA con una reazione a catena della polimerasi processo chiamato (PCR), che rende molte copie di frammenti di DNA specifici che aiuteranno gli scienziati ad identificare il ceppo, o il tipo di batteri che possono causare un focolaio.
  • Dimensionamento: gli scienziati quindi determinano le dimensioni dei batteri utilizzando un processo chiamato elettroforesi capillare ad alta risoluzione. Le dimensioni di tutti frammenti di DNA dei batteri sono utilizzati per determinare dei batteri tipo MLVA.
  • Analisi dei dati: gli scienziati immettono le informazioni dal processo di dimensionamento in particolari software di analisi del DNA e così, possono confrontare diversi tipi di MLVA per scoprire se questi campioni sono simili tra loro oppure la fonte del focolaio sospetto .

Noi ci chiediamo come mai il suddetto studio sia stato portato a termine se il suddetto vaccino è così sicuro.

Si parla di focolaio e di non immunizzazione.

La comunità scientifica renderà noto il tutto ai genitori?

FONTE

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26182210

Evoluzione della Bordetella pertussis

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26389958

 

Secondo diversi studi, le persone che vengono vaccinate per la pertosse,possono contagiare gli altri, tra cui i neonati e gli individui immunocompromessi .

Ultimamente, i californiani sono stati concentrati su un focolaio di morbillo che ha avuto il suo inizio a Disneyland. Ma negli ultimi cinque anni, le autorità sanitarie statali hanno affermato che ben due sono state le epidemie di pertosse – nel 2010 e nel 2014.

Ora un’analisi di una recente epidemia di pertosse nello stato di Washington, dimostra che l’efficacia del vaccino Tdap utilizzato per combattere la malattia (noto anche come pertosse) sia andato a scemare perdendo notevolmente la sua efficacia. Per gli adolescenti che hanno ricevuto tutti i vaccini , l’efficacia entro un anno del booster finale era del 73 %.

  • Il tasso di efficacia è crollato al 34 % entro i  2-4 anni.

“Questo declino è probabilmente stato contribuito all’aumento della pertosse tra gli adolescenti”, hanno scritto gli autori.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Pediatrics.

STUDIO DI SEGUITO CON FONTE

Il vaccino Tdap e la perdita di efficacia negli adolescenti durante l’epidemia di pertosse del 2012 nello Stato di Washington

ASTRATTO

Anche se sia stata riportata una immunità calante,attraverso  la serie di vaccinazioni antipertosse nell’ infanzia, ci sono dati limitati sulla durata della protezione del vaccino negli adolescenti (Tdap), soprattutto tra coloro che hanno ricevuto la vaccinazione di tipo acellulare.

Questo studio riporta che la protezione da Tdap diminuisce sostanzialmente da  2 a 4 anni dopo la vaccinazione tra gli adolescenti che hanno ricevuto tutti i vaccini acellulari. Questa protezione calante sta probabilmente contribuendo all’aumento di casi di pertosse  negli adolescenti.

Il Tdap protegge contro tre malattie: tetano, difterite e pertosse. La protezione è dalla pertosse acellulare.

Questo vaccino è stato introdotto nel 1997 per sostituire il vaccino acellulare,il quale causò diversi effetti collaterali.

  • http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2015/04/28/peds.2014-3358d.abstract
  • http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2015/04/28/peds.2014-3358

“Il messaggio da capire è che il declino esiste”, ha dichiarato il dottor Art Reingold, professore presso       l’Università della California, Berkeley.

“Voi siete protetti inizialmente ma questa protezione, svanisce nel tempo”

 

I casi più gravi riguardano i bambini molto piccoli,ha dichiarato il Dott.Reingold . I bambini non possono essere vaccinati fino a quando non abbiano 2 mesi di età .

Per proteggere i neonati prima che possano essere vaccinati, il CDC raccomanda addirittura che le donne siano vaccinate durante l’ultimo trimestre di ogni gravidanza.

 

Il Dottor James Cherry presso la UCLA ha detto che i risultati circa l’efficacia del Tdap erano “deludenti” e l’attuale vaccino non cambierà le cose.


 

  • http://www.npr.org/blogs/health/2015/05/05/404407258/whooping-cough-vaccines-protection-fades-quickly?utm_campaign=storyshare&utm_source=facebook.com&utm_medium=social&fb_ref=Default

OSSERVAZIONI E LINK CORRELATI

La pertosse

La pertosse è una malattia batterica altamente contagiosa che, proprio perché è una malattia di mucosa e non sistemica, non fornisce una immunità di lunga durata; è però noto che, come per tutte le infezioni, l’immunità si prolunga enormemente se l’individuo viene ogni tanto in contatto con qualche batterio della pertosse.La vaccinazione, invece, non conferisce né un’immunità completa né duratura(studi recenti indicano che la protezione è dell’80% dopo 3 anni e del 10% dopo 12 anni dalla vaccinazione).

Gli adolescenti e gli adulti, pertanto, si possono ammalare indipendentemente che siano già stati vaccinati o meno.

  • http://www.coriv.org/caratteristiche-vaccini/pertosse-e-vaccino-antipertossico/

 

Epidemie di pertosse nonostante la vaccinazione

La natura ha delle sue regole. Come è stato ampiamente dimostrato per la meningite, capita che per alcune patologie, la vaccinazione verso un tipo di batterio o di virus faciliti l’aumentata presenza di un altro batterio simile ma non identico.

Succede un po’ come se alcunemalattie (per fortuna non tutte) avessero una loro situazione di equilibrioecologico che le rende “necessarie”. Per la pertosse sta avvenendo qualcosa di inatteso. I bambini sono in gran parte vaccinati, anche perché sitratta di una vaccinazione che in Italia viene fatta quasi come se fosseobbligatoria (e non lo è…), insieme a quelle obbligatorie. Inoltre se percaso decidi di non farla sei guardato quasi come un criminale (il tutto è inparte legato al sospetto link tra questa vaccinazione e l’autismo, per ilquale, l’assoluzione apparente sembrerebbe più di tipo politico giudiziario chescientifica).

La pertosse ha sempre avuto cicliquinquennali di ricomparsa, ma con le prime vaccinazioni fatte ancora moltianni fa, gli effetti sono stati immediati e validi. La presenza di pertossenella popolazione è scesa a livelli bassissimi. Eppure dal 1982 la presenza di pertosse negli USA sta crescendo di anno in anno, con picchi nel 2005 e nel 2010 che hanno avuto caratteristiche epidemiche rilevati.

  • Ora un altro picco sta bersagliando gli USA nel 2012 e in questi giorni un articolo del New England Journal of Medicine ha sollevato la questione discutendone apertamente.

Pensieri che nascono. Alcuni diconoche questo è dovuto al fatto che a causa degli effetti collaterali si è passatida un vaccino più forte ad un vaccino più debole (il cosiddetto vaccinoacellulare) e quindi l’efficacia è calata. Alcuni, come il NEJM, sostengono che comunque le vaccinazioni”scadono” e che quindi sarebbe necessario continuare a rivaccinare bambini ed adulti per mantenere bassa la circolazione del virus. Altri diconoche la paura degli effetti legati all’autismo ha ridottola diffusione del vaccino.

Personalmente non ritengo che si debba cercare una sistematica vaccinazione e rivaccinazione di adulti e bambini.Credo che eventi di questo tipo obblighino ad una riflessione. Noi abbiamoavuto grandi successi dalla vaccinazione: Vaiolo, Poliomielite, Difterite e Tetano rappresentano delle conquiste importanti. Sul resto qualche perplessità residua rimane e epidemie come questa obbligano a riflessioni più profonde che non abbiano solo la volontà di vaccinare come scopo.

 

  • http://eurosalus.com/salute-ambiente/epidemie-pertosse-nonostante-vaccinazione
  • http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1200850
  • http://www.naturalnews.com/038797_whooping_cough_vaccination_outbreak.html
  • http://sanevax.org/whooping-cough-vaccine-efficacy/
  • http://www.pediatricnews.com/index.php?id=7810&tx_ttnews%5Btt_news%5D=143421&cHash=401f907a7d056b3e33bed149d60afd93&utm_medium=twitter&utm_source=twitterfeed

 

  •  La maggior parte delle persone che hanno contratto la pertosse nella Contea di San Diego quest’ anno avevano ricevuto le vaccinazioni, secondo i dati provinciali.
Delle 621 persone che hanno contratto la malattia, l’85 %  avevano ricevuto la vaccinazione, mettendo così in dubbio  l’efficacia del vaccino.

I vaccini di “Pertussis” offrono livelli alti di protezione durante tutto il ciclo della vaccinazione che si compie al primo anno di vita, disse il Dott. Wilma Wooten, Ufficiale della salute pubblica e provinciale di San Diego .“Ma poi la protezione decresce col tempo”, disse Wooten.La KPBS ed la Inewsource , si  interrogano circa l’efficacia del vaccino, dopo che la sua  completa analisi  dei dati mostrò, che  la maggioranza delle  persone aveva contratto la malattia, erano vaccinate.


Quando l’immunità va a vuoto

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UN VIDEO INTERESSANTE

 http://video.pbs.org/video/1699679182/

FONTE 
  •  http://www.kpbs.org/news/2014/jun/12/immunized-people-getting-whooping-cough/
 NOTIZIE A CONFRONTO
ASTRATTI

Vaccine-resistant pertussis strains found in Philadelphia

 

WASHINGTON – Vaccine-resistant isolates of Bordetella pertussis have appeared in Philadelphia – the first such strains to be seen in the United States.

Of 30 samples analyzed, 18 (60%) showed a variant that conferred resistance to the current vaccine formulation, Dr. Jennifer Vodzak said at the annual meeting of the Pediatric Academic Societies. The strains had developed two different mutations, each of which deleted their expression of pertactin, an outer membrane protein that helps the bacteria adhere to respiratory epithelium. Pertactin is used as an antigen in the acellular pertussis component of the Tdap vaccine…

Lead More

  • http://www.pediatricnews.com/index.php?id=7810&tx_ttnews[tt_news]=143421&cHash=401f907a7d056b3e33bed149d60afd93&utm_medium=twitter&utm_source=twitterfeed

 

FDA study shows pertussis vaccination spreads pathogenic bacteria

In a failed attempt to explain away why vaccinated individuals seem to be the
only ones contracting and spreading whooping cough during major outbreaks, the U.S. Food and Drug Administration (FDA) recently launched an inquiry aimed at better understanding how the controversial vaccine works.

But what the agency ended up discovering is that the vaccine for whooping cough, also known as pertussis, spreads the very same pathogenic bacteria that causes whopping cough in the first place, which in some people can lead to serious infections.

Learn more:

  • http://www.naturalnews.com/044162_pertussis_vaccination_whooping_cough_FDA.html#ixzz3ZQpUwKIP

    Risultati

    Troviamo che:

  • 1) i tempi di variazione dei tassi di attacco specifici per età osservati negli Stati Uniti e Regno Unito sono coerenti con trasmissione asintomatica;
  • 2) l’analisi delle sequenze filodinamica statunitensi indica diversità genetica più nella popolazione batterica complessiva di quanto sarebbe suggerito dal numero osservato di infezioni, un modello previsto con trasmissione asintomatica;
  • 3) infezioni asintomatiche possono valutazioni di polarizzazione di efficacia del vaccino basato su osservazioni di B. pertosse settimane senza glutine;
  • 4) trasmissione asintomatica può spiegare l’aumento osservato in B. pertosse incidenza;
  •  5) vaccinando le persone a stretto contatto con i bambini troppo piccoli per ricevere il vaccino (“cocooning” i bambini non vaccinati) può essere inefficace.

http://www.biomedcentral.com/1741-7015/13/146


 

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