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Bambini prematuri e vaccinazioni,c’è la giusta informazione?

Danni da vaccini somministrati in bambini nati prematuri.

Dichiarazioni e documentazioni del Dott.Roberto Gava

Aggiornamenti Fonti a fine articolo.

GAVA ROBERTO


I vaccini pediatrici sono tanto più pericolosi quanto più sono numerosi e tanto più il bambino è piccolo

Oggi in Medicina non esiste più il buon senso, ma solo il comportamento finalizzato alla difesa personale.

È un’affermazione forte, ma nasce dallo stato d’animo che suscitano in me alcuni studi clinici in campo vaccinale.

Ho sempre scritto e detto che i vaccini pediatrici sono tanto più pericolosi quanto più sono numerosi e tanto più il bambino è piccolo. Ciò vale in particolare per i bambini nati prematuri.

Cosa dice la letteratura scientifica specializzata in tema vaccinale?(1):

Uno studio clinico ha confrontato gli effetti indesiderati sull’apnea e sulla bradicardia (monitoraggio continuo per 24 ore) di un programma vaccinale (vaccino antidifterico-antitetanico-antipertossico-antiemofilo B) in 98 bambini nati pretermine. La registrazione 24 ore eseguita sia prima che dopo la vaccinazione ha evidenziato solo un caso di apnea con bradicardia prima della immunizzazione e 17 casi dopo l’immunizzazione vaccinale (apnea, bradicardia o desaturazione di ossigeno) (2).

Gli Autori, invece di raccomandare di posticipare il più possibile la vaccinazione in questi bambini (all’incirca almeno dopo il 12° mese o comunque quando i parametri clinici evidenziano il raggiungimento di una normale maturazione dell’organismo in base all’età cronologica), hanno raccomandato che la funzione cardiorespiratoria in neonati pretermine nati con meno di 31 settimane di gestazione venga monitorata per almeno 48 ore dopo la vaccinazione in modo da essere pronti a fornire eventualmente un supplemento di ossigeno o la rianimazione.

Un altro studio condotto su 97 bambini pretermine ha ottenuto gli stessi risultati ed è giunto alle medesime conclusioni (3).

Anche gli Autori di uno studio inglese del 1999 sono giunti alla conclusione che i bambini prematuri che assumono il vaccino tetravalente antidifterico-antitetanico-antipertossico-antiemofilo B sono a rischio di apnea grave, perché dopo il vaccino alcuni bambini, che godevano di buona salute, hanno dovuto essere rianimati e uno ha richiesto intubazione e ventilazione assistita (4).

Uno studio del 2001 ha confermato questi dati affermando pure che i bambini che hanno registrato i danni maggiori erano quelli più giovani al tempo dell’immunizzazione (5).

Uno studio molto recente del 2007 (6), che ha ulteriormente confermato tutti questi precedenti riscontri e che è stato condotto su 239 bambini prematuri seguiti però per soli 3 giorni, ha evidenziato:
– aumento della Proteina C Reattiva (PCR; che sappiamo essere un buon indice di flogosi) nell’85% dei neonati che avevano ricevuto un vaccino multiplo e nel 70% dei neonati che hanno ricevuto un solo vaccino;
disturbi cardiorespiratori di varia gravità nel 16% dei neonati vaccinati.
Anche in questo studio gli Autori non hanno osato proporre di spostare l’età dell’inizio della vaccinazioni, ma si sono solo limitati a consigliare di monitorare i neonati almeno per le prime 48 ore dalla vaccinazione.

Credo che questi dati possano insegnarci che, al di là delle chiacchiere che vengono fatte sulla prevenzione delle malattie,nella pratica si punta più sulla diagnosi precoce che sulla vera prevenzione. A tale proposito bisogna però ricordare che la diagnosi precoce si fa su un organismo con una malattia allo stato iniziale, ma pur sempre già malato e quindi, in questo caso, non si può certamente parlare di prevenzione.
È interessante sottolineare anche che nonostante l’esistenza di studi di questo tipo, nei vari anni si sta tendendo ad abbassare sempre più l’età vaccinale. Infatti, in alcune ASL si chiamano alla vaccinazione i bambini di 2 mesi di vita e indipendentemente che siano nati a termine o siano immaturi!

Fonti e link correlati

1 – Gava R. Le Vaccinazioni Pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 3a ed., 2010.
2 – Botham S. J. et al. Incidence of apnoea and bradycardia in preterm infants following DTP (w) and Hib immunization: a prospective study. J. Paediatr. Child. Health 33: 418; 1997.
3 – Sanchez P. J. et al. Apnoea after immunization of preterm infants. J. Pediatr. 130: 746; 1997.
4 – Archives of Disease in Childhood 81: 67; 1999.
5 – Sen S. et al. Adverse events following vaccination in premature infants. Acta Paediatr. 90: 916; 2001.
6 – Pourcyrous M et al. Primary immunization of premature infants with gestational age <35 weeks: cardiorespiratory complications and C-reactive protein responses associated with administration of single and multiple separate vaccines simultaneously. J Pediatr. 2007; 151: 167-72.

QUI RIPORTATO IL BUGIARDINO-FONTE TORRINOMEDICA

  • http://www.google.it/cse?cx=partner-pub-7325905446098535%3A1177932178&ie=UTF-8&sa=Cerca+nel+sito&q=synagis&ref=www.google.it%2Furl%3Fsa%3Dt%26rct%3Dj%26q%3D%26esrc%3Ds%26source%3Dweb%26cd%3D2%26ved%3D0CD4QFjAB%26url%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.torrinomedica.it%252F%26ei%3DZESeUse_Be3b4QSwoYCoBQ%26usg%3DAFQjCNGk7OzwU0ZypWOjKni7HierS4pvKA%26bvm%3Dbv.57155469%2Cd.bGE#gsc.tab=0&gsc.q=synagis&gsc.page=1

Come proteggere un bambino prematuro?

Somministrandogli tutti i vaccini disponibili?
vaccino bimba

In questi giorni ho ricevuto la seguente email da una Collega medico:

“Buongiorno, le scrivo come mamma di una bambina nata a 26 settimane e che ora ha 5 giorni di età corretta (quindi 3,5 mesi di vita extrauterina). Ammetto di aver accettato con poca serenità che le somministrassero il Synagis [palivizumab, un anticorpo monoclonale prodotto da tecnologia DNA nelle cellule ospiti del mieloma del topo e utilizzato per la prevenzione di gravi affezioni del tratto respiratorio inferiore provocate dal virus respiratorio sinciziale] considerando il rischio di ammalarsi di virus sinciziale a causa dell’ospedalizzazione, della sua prematurità e della relativa aggressività del virus. Pochi giorni fa (alla fine di dicembre) la bambina ha ricevuto la seconda dose, ma ora direi basta anche se la stagione a rischio prevede somministrazioni mensili del farmaco fino a marzo.

Credo, ringraziando comunque il progresso per la possibilità di far vivere creature così piccole, che l’emorragia cerebrale da farmaci antiinfiammatori per la chiusura del dotto di Botallo e la sospetta enterocolite necrotizzante da farmaci siano sufficienti per non continuare a sovrastimolare farmacologicamente un organismo in crescita e che ancora cerca un suo equilibrio. A casa abbiamo altre due bimbe che frequentano la collettività, ma perché dare per scontato che si ammalino? Alla prima visita pediatrica di follow-up rimasi inorridita dalle proposte vaccinali per tutta la famiglia e contro tutto proposte dalla Collega alla quale ho detto che non si può vivere sotto una campana di vetro e che non condivido tale approccio e che mia figlia non verrà vaccinata. Cosa pensi in merito a questi anticorpi monoclonali? Io la allatto esclusivamente al seno: ma il mio latte non contiene anticorpi?! Ho bisogno di un confronto competente. Grazie”.

Ecco la mia risposta a questo problema, premettendo ovviamente che non si possono dare risposte appropriate senza aver visitato la persona: e aver conosciuto la sua storia personale, in questo caso anche la storia della madre sia prima che durante la gravidanza e, in modo particolare, la causa che ha causato un parto anticipato.

“Carissima, stai tranquilla e sospendi con serenità sia il Synagis che ogni proposta vaccinale futura, se ovviamente ti impegnerai a curare adeguatamente la tua meravigliosa bambina che ha saputo combattere fino ad oggi con tanta energia e determinazione.
Preoccupati di tenere un clima familiare per te, la bambina e il resto della famiglia sereno, armonioso e sano da tutti i punti di vista. Dato che la allatti, cura la tua alimentazione più che puoi assumendo cibi biologici, freschi (per quanto è possibile) e non confezionati dall’industria alimentare. Mi raccomando in particolare di continuare ad allattare la tua piccola. Prendete entrambe degli integratori alimentari (specie vitamine C, D e A e multiminerali) e a lei dai anche:

Probiotici di grande importanza specialmente per l’intestino tenue del neonato: per esempio Bifiselle 1 capsula/die (da aprire e mescolare con un po’ del tuo latte o di acqua) per almeno 4 mesi (contiene: Bifidobacterium bifidum, B. breve, B. lactis/lungum, B. lactis/infantis);
Lattoferrina (molto utile nei neonati per prevenire le infezioni): per esempio BLF 100 1 bustina con acqua o latte per 3-4 mesi;
Omega-3 di grande importanza per la maturazione del suo cervello: per esempio Omega 3 Rx (Enerzona) che è olio di pesce garantito praticamente privo di mercurio e altri inquinanti marini;
– Terapia Omeopatica più personalizzata che puoi: è di estrema importanza e va scelta anche in considerazione del rimedio che avresti preso tu nell’ultimo periodo di gravidanza e in considerazione del motivo che ha causato il parto prematuro;
– se durante la gravidanza hai preso dei farmaci in quantità non occasionale e sei stata trattata durante il parte con anestetici o altri farmaci, considera di Antidotare lo Stress Farmacologico causato a tua figlia (vedi in questo caso la metodologia omeopatica di Tinus Smits);
– quanto prima fai vedere la bambina da un bravo osteopata affinché le faccia una Seduta Osteopatica con Massaggio Cranio-Sacrale e controlli che tutto l’apparato osteo-articolare, le sue connessioni con i visceri e il sistema nervoso vegetativo siano normofunzionanti (cosa che non sempre accade nei neonati, specie se venuti alla luce con parto distocico e/o prematuri).

Con questo approccio la tua bambina crescerà bene e forte e molto probabilmente non si ammalerà facilmente. In ogni caso, stai serena e tranquilla, perché ha un bisogno particolare della tua e vostra serenità, tranquillità e amore genitoriale.
Ti auguro ogni bene, e non solo per il 2014 appena iniziato”.


 Bibliografia
1) – Smits T. Autismo. 

FONTI,ARTICOLI E STUDI CORRELATI


  • http://web.archive.org/web/20130925044646/http://gaia-health.com/gaia-blog/2013-07-22/vaccines-cause-severe-cardiovascular-harm-to-preemies-study/
  • I gravi danni provocati all’apparato cardiorespiratorio dei Prematuri
  • In questo video il dottor Conte aveva mostrato studi che dimostrano che posticipando solo di alcuni mesi le vaccinazioni i rischi di asma diminuiscono 
  • http://www.youtube.com/watch?v=kUdThr1OqAg
  • http://www.youtube.com/watch?v=2Th2fpOaASs
  •  Le reazioni avverse ai vaccini – Dr. Maurizio Conte
  • http://www.youtube.com/watch?v=vfNaS52v1go

Vaccinazioni e Bimbi prematuri

  • http://www.laleva.org/eng/2014/06/should_premature_babies_be_included_in_the_one-size-fits-all_vaccination_policy.html#more

Uno studio dimostra che i vaccini danneggiano i neonati sottopeso.

Un recente studio pubblicato sulla rivista JAMA Pediatrics ha scoperto che i neonati sottopeso (ELBW) – vale a dire, i bambini che nascono con un peso alla nascita inferiore al kilo  hanno un significativo più alto rischio di soffrire di gravi eventi avversi o di morire dopo essere stati vaccinati.

Intitolato “eventi avversi dopo vaccinazione di routine di neonati sottopeso “, lo studio ha esaminato quasi 14.000 bambini ELBW nati a 28 settimane di gestazione “.

Ciascuno dei bambini è stato sottoposto ad almeno una vaccinazione in età compresa tra i 53 e i 110 giorni, e ricercatori della Scuola di Medicina della Duke University in North Carolina, il Greenville Hospital System in South Carolina, e il Pediatrix-Obstetrix Centro per la ricerca e l’istruzione tra in Florida ha valutato il numero di eventi avversi e dei decessi che hanno portato. Il team ha esaminato in particolare i tassi relativi alla sepsi, problemi  respiratori, intubazione, convulsioni e morte. Ecco cosa hanno trovato:

  • La vaccinazione in questi bambini ha triplicato il rischio  nelle valutazioni sepsi.
  • Lo stesso gruppo di bambini ha subito un aumento (più del doppio) del numero di giorni necessari per il supporto respiratorio dopo la vaccinazione.
  • Per quanto riguarda l’intubazione, c’è stato un aumento da 2,0 per 1.000 giorni dei pazienti prima delle vaccinazioni  di 3,6 per 1.000 giorni del paziente dopo aver ottenutole vaccinazioni, con un incremento di oltre il 55%.

LEGGERE GLI STUDI :

Adverse Events After Routine Immunization of Extremely Low-Birth-Weight Infants

  • http://archpedi.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2300376
  • http://emedicine.medscape.com/article/979717-overview
  • http://www.cdc.gov/nchs/fastats/birthweight.htm

 

  • Michelle Rowton (infermiera) ha rivelato in un’intervista presso InfoWars il 1 Maggio 2015, che  i professionisti fossro a conoscenza delle molteplici reazioni avverse insorte nei bambini prematuri e sottopeso dopo la profilassi vaccinale.

Il video dell’intervista viene riportato di seguito


 

Aggiornamento Fonti Agosto 2015

Dalla rivista Jama Pediatrics

Adverse Events After Routine Immunization of Extremely Low-Birth-Weight Infants

  • http://archpedi.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2300376
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Il ruolo dei Probiotici

I Probiotici ed il loro importante ruolo nel corpo umano

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1151822/
 Dott. Giorgio Ciprandi e della Dott.ssa MariAngela Tosca Allergologia ed Immunologia Clinica, DI.M.I., Universita’ di Genova

probiotici

Numerosi studi clinici condotti in eta’ pediatrica suggeriscono l’uso dei probiotici come immunostimolanti per la prevenzione e come coadiuvanti nella terapia d’infezioni e di allergie

Fino a 50 anni fa le patologie infettive a carico dell’apparato digerente, in particolare la diarrea acuta, erano la condizione morbosa piu’ frequente. Oggi, nei paesi a “stile di vita occidentale” le patologie piu’ comuni sono a carico delle vie aeree: in particolare, fino al 50% dei bambini del Nord Europa sono affetti da allergie respiratorie (1,2,3,4,5,6). Questa elevata prevalenza e’ in costante e progressivo incremento e la gravita’ delle patologie allergiche e’ pure in crescita in termini di associazione tra piu’ patologie (es. asma piu’ rinite) e di numero di sensibilizzazioni. Una possibile spiegazione patogenetica e’ legata alla “hygiene hypothesis” (7), un’interpretazione in chiave immunologica della variazione delle patologie pediatriche dalle forme infettive verso le patologie allergiche, il cui razionale si basa sulle modificate condizioni di tipo e intensita’ di stimoli dell’ambiente microbico, che associate al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie hanno contribuito allo sviluppo delle allergie.

La fisiologica maturazione del sistema immunitario avviene gradualmente: il feto risponde immunologica verso  antigeni, che attraverso la placenta sono presentati al suo primitivo sistema immunitario. Inoltre l’unita’ feto-placentare e’ fonte di una intensa attivita’ immunologica, in quanto l’ambiente feto-placentare e’ caratterizzato da una polarizzazione Th2, cioe’ una sintesi aumentata di citochine (quali l’IL4, l’IL5, l’IL9 e l’IL13) rilasciate dai linfociti helper di tipo 2, ai fini di evitare un possibile rigetto materno nei confronti del feto (evento tipicamente mediato dai linfociti Th1) (8). La maturazione del sistema immunitario in senso Th1 e’ un processo dinamico, che deriva dalla complessa interazione tra la componente genetica individuale e l’insieme degli stimoli dell’ambiente esterno (9). Pertanto, anche per la ricircolazione linfocitaria, appare evidente che il GALT (tessuto linfatico associato alle mucose) nella sua integrita’ (nasale, bronchiale, ma anche intestinale) ha un ruolo fondamentale nel controllo della risposta immunitaria e quindi, a seconda del tipo e del grado di stimolazione, puo’ indurre una risposta Th1 (fisiologica e protettiva) o Th2 (atopica). In questo contesto quindi il tratto digerente potrebbe rivestire un ruolo di protagonista nel gestire le fasi di maturazione della popolazione linfocitaria. Secondo Bjorksten una “pressione” persistente sul sistema immunitario a opera dei batteri, che colonizzano il canale enterico, sarebbe in grado di prevenire il manifestarsi di sensibilizzazioni allergiche (10).

Questa ipotesi venne formulata in seguito all’osservazione della diversa preponderanza di ceppi batterici in due popolazioni di bambini: gli estonici (a bassa prevalenza di allergie) presentano una prevalenza di Lactobacilli ed Eubacteria nella loro microflora batterica, mentre i bambini svedesi (ad alto impatto di allergie) hanno una prevalenza di Clostridia (11). Un altro studio dimostro’ che nei bambini allergici era presente una colonizzazione enterica di Lactobacilli minore rispetto ai bambini normali, mentre prevalevano batteri aerobici (coliformi e S. aureus). Questi risultati, confermati da altri studi, dimostravano elevati livelli di acido i-caproico (marker di colonizzazione del Clostridium difficile) nelle feci di bambini allergici. La diversa composizione della microflora enterica tipica dei bambini allergici appare quindi essere rilevante per stabilirne un nesso di causalita’ con la risposta IgE-mediata.

Al contrario, tutti gli sforzi profusi nel migliorare le condizioni sanitarie e igieniche dei nostri bambini, hanno contribuito allo sviluppo di allergie. In particolare certe tecniche di sterilizzazione alimentare, tese non solo alla “igiene” dei prodotti ma anche al profitto commerciale (vedi durata delle confezioni), hanno contribuito in maniera indiscriminata a fornire prodotti pressoche’ privi di valore biologico. Pertanto possiamo affermare che la ritardata maturazione della risposta immune costituisce un fattore responsabile dell’incremento delle allergie e dell’asma (13). L’ipotesi, suffragata da evidenze clinico-epidemiologiche e immunopatologiche, fornisce le basi teoriche per una strategia di prevenzione primaria delle allergie, fondata su una precoce stimolazione della maturazione Th1, impiegando stimoli “fisiologici”, che mimino le condizioni presenti nei paesi sottosviluppati, senza ovviamente i rischi infettivi. La flora enterica dei bambini allergici presenta una preponderanza di certi batteri (Clostridia) a scapito di altri (Lactobacilli), per cui una soluzione sta nel sostituire una specie colonizzante con un’altra “protettiva”. Questo ceppo batterico deve pero’ garantire a livello enterico una “pressione continua” sul sistema immunitario, una stimolazione microbica di tipo diversificato, persistente e rinnovata, nei confronti del GALT e dei linfonodi drenanti, finalizzata al riequilibrio della polarizzazione linfocitaria in senso Th1 e in accordo con l'”hygiene hypothesis”.

Le caratteristiche dei probiotici

Tra le varie definizioni proposte, quella che risulta essere la piu’ accettata e’ quella di Guarner e Schaafsma (1998).“Il probiotico e’ un supplemento dietico a base di microbi vivi, che, quando assunto in quantita’ adeguata, conferisce un effetto benefico all’organismo ospite, migliorando l’equilibrio microbico intestinale” (15). Da un punto di vista etimologico probiotico significa “a favore della vita” e quindi per definizione in antagonismo con gli “antibiotici”. I probiotici, grazie ai loro effetti di riequilibrio della flora enterica,

riscuotono interesse come “alimento funzionale”, nel contesto della diffusione dell’autoprescrizione e del fiorire della cosiddetta medicina naturale (14). Bisogna poi considerare altre due categorie di supplementi dietitici correlati ai probiotici:

I  probiotici per essere efficaci devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

  • rimanere vitali durante il periodo di conservazione e d’uso,
  • esercitare un effetto benefico sull’organismo ospite,
  • non essere ne’ patogeni ne’ tossici,
  • contenere un elevato numero di cellule vitali,
  • essere in grado di sopravvivere nel tratto digestivo,
  • poter aderire alle cellule epiteliali mucosali,
  • esercitare funzioni metaboliche a livello enterico,
  • produrre sostanze antagonizzanti i patogeni.

I vantaggi conseguenti all’assunzione di probiotici consistono nell’alleviare i sintomi da malassorbimento del lattosio, aumento delle resistenze naturali nei con

 

Principali indicazioni terapeutiche dei probiotici

• Malassorbimento di lattosio: alla nascita tutti i mammiferi dispongono di sufficienti quantita’ di lattasi per digerire il lattosio presente nel latte materno. In numerosi soggetti, la progressiva riduzione dell’attivita’ lattasica, comporta la comparsa di fastidiose manifestazioni cliniche (meteorismo, flatulenze, coliche e diarrea) in seguito all’assunzione di latte e prodotti caseari. e’ stato dimostrato che l’assunzione di certi probiotici (in particolare vari ceppi di Lactobacillus e Streptococcus thermophilus) esercita un’attivita’ lattasica nel lume enterico, facilitando la digestione e quindi alleviando l’intolleranza.

• Enterocolite necrotizzante del prematuro: e’e’ stato dimostrato che un supplemento giornaliero di Lactobacillus rhamnosus riduce il rischio di contrarre l’enterocolite necrotizzante, per cui e’ ipotizzabile che sia utile modificare la flora intestinale degli immaturi, aumentando la quota di batteri non patogeni.

• Diarrea: questo e’ il campo di utilizzo piu’ esteso e documentato da decenni. Esistono studi controllati che hanno dimostrato un’efficacia (in particolare di ceppi di Lactobacilli) nel trattamento di episodi ricorrenti di diarrea da Clostridium difficile, nella prevenzione della diarrea del viaggiatore e nella riduzione dell’alterazione microbica enterica in corso di terapia antibiotica. Per la diarrea in eta’ pediatrica, ricerche controllate hanno evidenziato una significativa riduzione della durata della diarrea nei bambini che assumevano precocemente all’insorgere dei sintomi ceppi di Lactobacilli. In termini generali l’impiego di probiotici durante un episodio diarroico determina un accorciamento della durata della malattia variabile tra uno e tre giorni. Gli effetti clinici sono accompagnati da un’aumentata produzione di IgA secretorie e da una riduzione dello shedding del rotavirus. Inoltre si e’ visto che, un consumo regolare di probiotici per un periodo continuativo (nell’ordine di settimane o di mesi) riduce significativamente l’incidenza di episodi di diarrea acuta in bambini, che assumevano supplementi di probiotici (quali i bifidobatteri o il S. thermophilus) nelle formule. Altri studi a lungo termine suggeriscono l’impiego di probiotici per periodi protratti in considerazione della potenzialita’ preventiva e della loro sicurezza.

• Infezioni virali: la dimostrazione dell’attivita’ preventiva e terapeutica esercitata dai probiotici nei confronti di virus intestinali e’ legata alla stimolazione del GALT, che induce un aumento della risposta anticorpale. Per tale motivo, potrebbero essere intraviste diverse applicazioni dei probiotici nel potenziare la risposta immunologica alle vaccinazioni, nel ridurre possibilmente il numero delle inoculazioni e nell’incrementare la protezione naturale passiva legata all’allattamento materno, somministrando probiotici alla nutrice.

Per finire, uno studio molto recente mostra che l’impiego di Lactobacillus in bambini frequentanti l’asilo nido riduce significativamente l’incidenza di infezioni respiratorie, la loro gravita’ e la prescrizione di antibiotici rispetto al gruppo di controllo (16). Oltre ad aprire nuove e interessanti prospettive preventive cio’ offre delle ricadute di ordine farmacoeconomico e sociale di non poco rilievo, tanto da indurre la pubblicazione di un editoriale a sostegno di questa nuova strategia di intervento (17).

• Allergie: il razionale per l’intervento sulla microecologia enterica finalizzato alla prevenzione e prospetticamente al trattamento delle malattie allergiche si basa su quattro aspetti:

1) La ricordata “hygiene hypothesis” che permette di spiegare il rapido incremento delle allergie come conseguenza di una ridotta esposizione a microbi durante la prima infanzia.

2) La risposta Th2 e’ tipicamente associata alla sintesi di IgE. Pertanto il persistere di una polarizzazione Th2 favorisce lo sviluppo di allergie. A questo riguardo e’ stato dimostrato che specifici ceppi di probiotici sono in grado di indurre un riequilibrio della polarizzazione delle cellule T in senso Th1.

3) L’immaturita’ della barriera mucosale enterica favorisce il transito di antigeni, rendendo suscettibile il bambino a sviluppare una risposta flogistica verso antigeni intraluminali. La tolleranza orale e’ un fenomeno che si acquisisce nel tempo, anche in conseguenza di un’efficiente degradazione degli alimenti. e’ stato osservato che i probiotici promuovono una piu’ rapida induzione dei meccanismi di tolleranza, inviando segnali maturativi per le funzioni di barriera mucosale.

4) Una delle caratteristiche principali della risposta infiammatoria nei confronti di antigeni alimentari e’ rappresentata dalla produzione di citochine proinfiammatorie, quali il TNFa. Alcuni ceppi di probiotici sono in grado di modulare il rilascio di citochine proinfiammatorie e antinfiammatorie, (in particolare e’ stata dimostrata una riduzione di IL4 e un incremento di IL10 e di TGFb), inducendo cosi’ un miglioramento della funzione intestinale. Inoltre, la presenza di un processo infiammatorio enterico e’ di per se stessa causa di uno squilibrio della microflora, creando cosi’ un circolo vizioso. Pertanto l’apporto di probiotici esogeni ristabilisce un equilibrio enterico. In particolare, gli obiettivi dell’impiego dei probiotici in allergologia sono: valutare la possibilita’ di intervenire a livello delle varie fasi della storia naturale della reazione allergica; ridurre il rischio di sviluppare manifestazioni allergiche; controllare i sintomi delle allergopatie.

Esistono ad oggi diversi studi clinici controllati, che hanno dimostrato una efficacia clinica in alcune malattie allergiche (18). La maggior parte, riguardanti l’impiego di probiotici nelle reazioni IgE-mediate, sono stati condotti in Finlandia dal gruppo della Isolauri, che ha dimostrato una significativa efficacia terapeutica nel trattamento della dermatite atopica e dell’allergia alimentare in eta’ pediatrica (19, 20). Sulla rivista Lancet, la Isolauri ha riferito della capacita’ preventiva dei probiotici nei confronti dell’insorgenza di manifestazioni precoci di allergia in bambini a elevato rischio di sviluppare allergie. Questo studio controllato valutava l’effetto preventivo, considerato fino all’eta’ di due anni, di un trattamento con Lactobacillus somministrato alla madre 2-4 settimane prima del parto e poi o alla madre se allattava o al lattante direttamente nella formula per 6 mesi (21). I risultati dello studio hanno dimostrato che la frequenza della dermatite atopica nel gruppo di bambini trattati era la meta’ rispetto al gruppo di controllo.

 

Sicurezza clinica e tollerabilita’

L’eventualita’ di un uso protratto di probiotici esige un ottimo profilo di safety, ancora piu’ cogente quando l’impiego avviene in eta’ pediatrica. L’assunzione frequente di yogurt non ha mai causato eventi avversi. Una recente review di 143 trial condotti con probiotici in piu’ di 7500 soggetti, in un periodo compreso tra il 1961 e il 1998, non riportava nessun evento avverso (22). Peraltro sono stati riportati alcuni casi di batteriemia, conseguente all’assunzione di Lactobacilli, in soggetti immunodeficienti.

Pertanto sulla base dei dati disponibili in letteratura e sull’uso ormai ben consolidato nella pratica clinica si puo’ ragionevolmente ritenere che l’impiego, anche protratto, dei probiotici possa essere ritenuto sicuro.

Tab. 1: i piu’ comuni probiotici

Lactobacilli

  • L. acidophilus
  • L. casei
  • L. delbrueckii (subsp. bulgaricus)
  • L. reuteri
  • L. brevis
  • L. cellobiosus
  • L. plantarum

Bifidobacteria

  • B. bifidum
  • B. adolescentis
  • B. animalis
  • B. infantis
  • B. thermophilum

Cocci Gram positivi

  • Lactococcus lactis (subsp. cremoris)
  • Streptococcus salivarius
  • Enterococcus faecium
  • S. diaacetylactis
  • S. intermedius

 Tab. 2 : i principali prebiotici

FOS (frutto-oligosaccaridi)

  • Inulina

GOS (galatto-oligosaccaridi)

  • Lattulosio
  • Lactilolo

Tab. 3: simbiotici

Bifidobacteria + FOS
Lactobacilli + lactilolo
Bifidobacteria + GOS

Tab. 4: classificazione ATC dei probiotici

A07FA microorganismi antidiarroici
Vaccino Colibacillare (Lisenteral)
Vaccino Subtilico (Domuvar, Enterogermina, Lisbak 2)

AO7FA01 organismi produttori di acido lattico
Enterobatterio Lattofermentante Liofilizzato (Bioflorin)
Fermenti lattici (Fermenturto, Yovis)
Lactobacillus Acidophilus (Lacteol forte)
Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus Delbrueckii, Streptococcus thermophilus (Endolac)

A07FA02 Saccaromyces boulardii
Saccaromiceti Boulardii (Codex)

A07FA51 organismi produttori di acido lattico, associazioni.
Bifidobacterium bifidum, Lactobacillus acidiphilus (Infloran Berna)

 

CORRELATI

Intervento del Prof. Marco Ruggiero (Professore Ordinario di Biologia Molecolare presso Università degli Studi di Firenze). Bari 16 Maggio 2011. 

https://www.youtube.com/watch?v=2VCeQyaV3Bw

YOUTUBE

 

  • http://www.lapelle.it/immunologia/ruolo_probiotici.htm

 

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IL SISTEMA IMMUNITARIO

 

IL SISTEMA IMMUNITARIO.  LE INFEZIONI, LE INFIAMMAZIONI, LE ALLERGIE. BATTERI, VIRUS, PROTOZOI, FUNGHI.

 

Sistema immunitario : tutte le informazioni .

“Il maggior mistero della medicina” disse una volta un celebre medico, “non è la malattia, ma la salute”.

Cosa è un’infezione? Questo termine significa in breve che i germi negativi stanno lanciando un’offensiva all’organismo umano.

I principali tipi di agenti infettivi sono i batteri, i virus e i protozooi.

Ogni giorno il nostro corpo è invaso da miliardi di germi, molti dei quali possono provocare malattie e perfino la morte.

Sistema Immunitario

batteri, benché li raffigurino come “animaletti”, in realtà sono come delle “piante” di un’unica cellula, le più primitive fra le vegetazioni della Terra; attraverso milioni di anni l’hanno invasa e si sono adattate a forme superiori di vita.

Alcune varietà hanno persino imparato a convivere con gli animali e con l’uomo.

Il nostro intestino per esempio, brulica di una fantastica popolazione d’utili abitanti microbici, alcuni dei quali fabbricano vitamine che ci sono necessarie.

Immaginate di srotolare, aprire e distendere i 9 metri di tubo digerente che collegano la bocca e l’ano, microvilli compresi : otterrete una superficie di oltre 300 metri quadri; in condizioni normali questa superficie è piena di anfratti e qui prendono dimora microrganismi di ogni specie : batteri, protozoi, funghi, archea, virus e perfino vermi, collettivamente chiamati “microbiota“.

Oltre la metà della massa delle feci è composta da microbi morti.

Nell’adattarsi all’uomo, molti batteri diventano altamente specifici.

Virus

germi che causano la meningite possono essere relativamente innocui nella gola, ma diventano distruttori feroci dei tessuti cerebrali e del midollo spinale.

Un comune streptococco è un pacifico abitante della bocca, ma, se riesce ad arrivare al cuore, può provocare una infezione che prima dell’avvento della penicillina era mortale nel 100% dei casi.

Alcuni batteri possono far danno quasi dovunque capitino.

Così lo strafilococco causa foruncoli sulla pelle, una grave infezione nei polmoni, un tipo mortale di meningite nel cervello e l’avvelenamento del sangue.

Le tossine prodotte dai batteri sono chimicamente simili ai veleni dei serpenti e alcune di esse sono incredibilmente letali.

La tossina del botulino, il micidiale batterio delle intossicazioni alimentari, è tra le sostanze più velenose della Terra : ne bastano 85 milionesimi di grammo per uccidere un uomo.

Talvolta i batteri uccidono causando danni di carattere  meccanico.

Nella polmonite per esempio s’insediano nelle minuscole sacche d’aria all’interno dei polmoni, che sono ideali per la riproduzione.

Il polmone che di solito è spugnoso, diventa più duro e poco cedevole. Se le sacche d’aria colmate sono molte, la vittima soffoca.

Di fronte alle minacce batteriche, il corpo dispone di tutta una varietà di misure difensive.

Per ciascuna tossina secreta dai microbi, l’organismo fabbrica un’antitossina che agisce come una sostanza chimica neutralizzante.

virus, che sono diffusi quasi quanto lo sono i batteri, sono immensamente più piccoli. Non sono visibili con i microscopi ottici.

Sono giustamente definiti sostanze chimiche viventi e sembrano occupare un posto di transizione fra le cose vive e quelle non vive.

Alcuni possono essere cristallizzati e conservati in bottiglie, dove rimangono quiescenti per anni.

Poi, a contatto con tessuti vivi, cominciano a riprodursi, dando origine ai più svariati malanni : poliomelite, febbre gialla, morbillo, orecchioni, influenza, raffreddore.

Mentre i batteri ci minacciano con i veleni che fabbricano, i virus attaccano direttamente le cellule dell’organismo.

Una volta dentro cominciano a consumare l’alimento che avrebbe dovuto nutrire la cellula.

I virus si riproducono con una velocità prodigiosa divorando tutto e poi abbandonano la cellula morta o moribonda per andare all’assalto di un’altra.

Dato il loro modo d’attacco, i virus hanno un enorme vantaggio sui batteri.

Vivendo all’interno della cellula, sono largamente immuni dalla controffensiva delle forze protettive naturali dell’organismo, così come da quella degli antibiotici o dei sulfamidici.

Ma quando migrano da una cellula all’altra possono essere attaccati dagli anticorpi circolanti nel sangue.

I virus fanno paura perché sono rapidi, imprevedibili e implacabili.

Si sa come funzionano, come agiscono, si cerca il modo per combatterli per impedirne la diffusione ma a volte qualcosa sfugge.

Sono microscopici e possono celarsi ovunque, possono colpire chiunque senza distinzioni.

La scienza dibatte ancora sulla loro natura : animali, vegetali o qualcosa di altro?

Sono parassiti perfetti, anzi parassiti “obbligati”, nel senso che se non lo fossero non potrebbero esistere.

Contagiare è la loro missione, propagarsi fino alla distruzione dell’ospite è il loro scopo.

Ovviamente non vi è niente di “cosciente” ma solo attrazioni chimiche, processi biologici del tutto personalizzati che li portano a preferire un ospite piuttosto che un altro, una cellula particolare, un ambiente di elezione.

I virus più pericolosi del mondo sono quelli dell’Ebola (estremamente aggressivo per l’uomo, causa una febbre emorragica a volte mortale, contagio per contatto diretto con fluidi corporei infetti o sangue, focolai soprattutto in Africa;non può facilmente sfuggire al controllo perché il suo tempo di azione è cortissimo) e quello della febbre congo-crimea (febbre virale emorragica trasmesso soprattutto attraverso la puntura di zecche infette). Ambedue con poche cure, soprattutto sintomatiche.

Ci sono anche la Febbre gialla (trasmesso da zanzare infette, attacca soprattutto le cellule del fegato, diffuso soprattutto in Africa e Sud America), la Febbre di Marburg (filovirus responsabile di una febbre emorragica a elevata mortalità; le manifestazioni emorragiche compaiono dopo il quinto giorno di malattia, seguita dalla morte, non esiste neanche qui una cura), l’Influenza (malattia infettiva caratterizzata da sintomi sistemici comuni a molte altre malattie virali come febbre, malessere, cefalea, dolori vari; l’esordio è brusco e può indebolire soggetti già a rischio; il pericolo più grande è la sua velocità di trasmissione, generando quindi il timore che si sviluppi un virus nuovo attraverso una mutazione di uno già esistente : se il tasso di mortalità fosse invece alto, l’epidemia avrebbe a disposizione parecchio tempo per propagarsi e prima che venga approntato un vaccino),  la Sars (o sindrome acuta respiratoria severe, una forma atipica di polmonite ed è mortale nel 15% dei casi, si propaga attraverso l’aria come una normale influenza. E’ facile da contrarre per via della diffusione attraverso l’aria e i sintomi iniziali sono simili a quelli dell’influenza).

Tutti i virus che ci aggrediscono si sono evoluti negli animali, prima di arrivare a colpire l’Uomo.

Oltre ai virus che possono essere aggressivi per l’Uomo esiste anche il pericolo delle mutazioni : un microrganismo che ha sempre colpito una determinata specie e che, a causa di una naturale evoluzione, si trasforma in una minaccia anche per la nostra.

E’ il caso della temuta influenza aviaria.

I virus sono cento volte più piccoli di una cellula e, a differenza di altri organismi biologici, non possiedono tutte le strutture biochimiche e biosintetiche necessarie per riprodursi.

Ovvero se un virus non trova tutti gli elementi di cui ha bisogno all’esterno, non potrà mai generare copie di se stesso.

Questi prodotti li trova nelle cellule di altri organismi, da cui viene attratto per mezzo di una sorta di affinità chimica : una volta penetrato nella cellula e rifornito dalla materia per riprodursi, il virus genera innumerevoli copie di se stesso che si diffondono nell’organismo contaminando altre cellule.

Un microrganismo così semplice che genera miliardi di copie di se stesso in poco tempo, ha un potenziale evolutivo molto elevato.

Mentre una coppia di esseri umani genera un numero limitato di figli nell’arco della sua vita, un virus ne genera miliardi .

Così può succedere che una di queste mutazioni abbia caratteristiche diverse dal progenitori originale.

La più temibile è che cambi l’affinità chimica : prima questi virus erano attratti soltanto da cellule di una determinata specie, come per esempio quella degli uccelli, adesso sono attratte anche da altre specie come quella umana.

Un errore piuttosto grande potrebbe diventare vantaggioso per il virus e temibile per noi : potrebbe infatti generare una specie in grado di infettare anche cellule diverse dai soliti ospiti.

E così si comprende il concetto del virus dell’influenza che ogni anno presenta appunto variazioni di sé.

Il vaccino solitamente è l’unica arma efficace per sconfiggere un virus : si prende un esemplare del virus che vogliamo combattere, lo si fa a pezzi o comunque lo si rende abbastanza innocuo per non nuocere all’organismo ospite, ma abbastanza attivo per destare le difese immunitarie e lo si inietta nell’individuo.

Le difese dell’organismo sono capaci di combattere gli agenti patogeni ma hanno bisogno di tempo per attivarsi.

protozoi, la terza grande classe di agenti d’infezione, sono minuscoli animaletti monocellulari : alcuni hanno perfino rudimentali apparati digestivi e di riproduzione.Provocano malattie come la malattia del sonno, la malaria, la dissenteria amebica.

Il più semplice è l’ameba che non ha lo scheletro e muta continuamente forma. Si sposta e assume il cibo emettendo prolungamenti irregolari dotati di lenti movimenti, capaci di rientrare nel suo corpo.

Generalmente l’organismo combatte i protozoi in maniera simile a quello con cui si difende dai batteri e dai virus.

Tali misure difensive però non sono altrettanto efficaci, e le malattie da protozoi tendono a persistere per anni.

funghi o miceti invece sono creature si trovano a metà tra il regno animale e quello vegetale.

Ve ne sono di varie dimensioni, e tutti si comportano da parassiti nei confronti di animali o vegetali.

Le infezioni da essi provocate (dette micotiche), si trasmettono facilmente da persona a persona, per contatto diretto o attraverso indumenti od oggetti.

Il genere umano è riuscito a sopravvivere a dispetto del continuo attacco di quest’orda di nemici, grazie ai pronti e meravigliosi meccanismi di difesa dell’organismo, che si sono evoluti attraverso i millenni.



La nostra salute è protetta da una serie ingegnosa di difese, disposte in profondità, come le linee successive di un esercito, trincerato per respingere l’invasore.

Il sistema immunitario protegge il corpo dall’invasione degli organismi o molecole (agenti patogeni) che possono causare le malattie.

Il sistema immunitario deve essere in in grado di riconoscere in ogni momento ciò che è estraneo all’organismo e di innescare un’immediata risposta contro le sostanze penetrate all’interno del corpo.

Di tutte le meraviglie della vita, tra quelle che desta maggior ammirazione è la capacità dell’organismo di rinnovarsi, di riparare i danni subiti e di continuare a vivere.

Le prime barriere che il corpo offre ad eventuali germi invasori sono:

  • La pelle, che crea una barriera insuperabile per molti agenti patogeni.
  • Le membrane mucose che rivestono il tratto respiratorio, digestivo, urinario e genitale.
  • Le ciglia, presenti in molte membrane, che allontanano le particelle arrivate con l’aria.
  • Le secrezioni organiche che contengono enzimi in grado di distruggere i batteri.

Supponiamo per esempio, che una particella di polvere carica di microbi penetri nell’occhio.

Con tutta probabilità non c’è nessun motivo di preoccuparsi.

La superficie del globo oculare è costantemente bagnata di liquido lacrimale, il quale contiene un antisettico, detto lisozima, che uccide i batteri.

Il lisozima è così potente che una sola lacrima diluita in due litri d’acqua può ancora distruggere almeno una specie di germi.

Anche la nostra pelle nuda ha una considerevole azione germicida.

Le allergie, sono invece delle risposte non appropriate del sistema immunitario, vengono considerate come il risultato dell’attivazione dei mastociti che hanno riconosciuto un nemico. In questo caso essi liberano l’istamina, scatenano i sintomi ben noti: eruzioni cutanee, nasi arrossati, occhi che prudono, tosse e respirazione affannosa.

La reazione allergica viene generalmente attivata da sostanze esterne definite allergeni, tra esse troviamo: polline, polvere, insetti o animali, peli di animali, ecc.

Ogni volta che ci facciamo un taglietto con il rasoio o sbucciando la frutta, s’inizia un lavoro di costruzione molto più complicato di quello d’innalzare un grattacielo.

Noi consideriamo questo potere rigenerativo come cosa naturale; se non ci fosse, la chirurgia non potrebbe esistere : la più piccola ferita potrebbe condurre alla morte.

Il processo infiammatorio comincia quando varie sostanze chimiche sono prodotte nella sede d’una invasione di germi dagli invasori stessi, mentre le cellule lese dell’organismo si difendono.

Queste sostanze chimiche trasudano in tutte le direzioni fino a raggiungere i vasi sanguigni più vicini.

Qui esse provocano il rilassamento delle pareti vasali, il che permette la fuoriuscita del plasma, ossia della parte acquosa del sangue.

Al plasma si accompagnano i globuli bianchi del sangue, cioè i leucociti, e varie sostanze chimiche che frenano lo sviluppo dei germi.

Leucociti

I leucociti sono una delle nostre difese più curiose ed efficaci.

In apparenza essi sono simili all’ameba e come l’ameba possono spostarsi da un punto all’altro del corpo.

I leucociti sono attratti come una calamita verso la sede di un’invasione batterica.

Quand’essi la raggiungono, ingoiano tutte le particelle estranee che vi trovano.

Ci sono altri fattori connessi all’infiammazione che aiutano i leucociti nella loro opera.

Nel plasma sanguigno c’è una sostanza chimica detta leucociti che si solidifica rapidamente in una trama di fili.

Questa, con altre sostanze del plasma e con i leucociti, forma una barriera intorno al campo di battaglia, prendendo in trappola i germi in modo che l’infezione venga localizzata.

Foruncoli ed ascessi sono esempi tipici del modo in cui la formazione di questa barriera protegge il resto dell’organismo dall’invasione dei germi.

Anche questo è un meccanismo provvidenziale con il quale il corpo umano si difende.

Che cosa è ciò che chiamiamo “pus“?

Si tratta dei residui morti dei globuli bianchi accorsi a combattere i batteri e periti nella lotta.

Formano così uno sbarramento difensivo fra i batteri che attaccano da un lato e il circolo sanguigno dall’altro.

Quasi tutti i casi di appendicite sarebbero letali se la Natura no erigesse questa barriera attorno all’appendice malata, per circoscrivere l’infiammazione fino all’intervento del chirurgo.

Mentre avviene la mobilitazione dei leucociti, il midollo osseo è posto in allarme e accelera la produzione di nuove riserve di leucociti.

Se i leucociti non possono completare l’opera di rastrellamento dei germi, a loro si aggiungono cellule di maggiori dimensioni (ma sempre microscopiche) chiamate macrofagi.

Questi possono ingoiare non soltanto i batteri, ma anche i leucociti che albergano batteri.

L’organismo ha bisogno di un mezzo per liberarsi dei germi dopo che sono stati ingoiati e per eliminare altri prodotti di rifiuto.

A questo scopo i tessuti sono drenati da una rete di canali detta sistema linfatico.

Leucociti, macrofagi e particelle invadenti entrano nei vasi di questa rete e sono portati dal liquido linfatico ai nodi linfatici regionali, ossia alle ghiandole linfatiche situate in punti strategici dell’organismo.

Il liquido linfatico fluisce da un nodo all’altro finché raggiunge quelli situati nel collo, dove è scaricato nella corrente sanguigna.

A questo punto in genere tutti i germi sono già stati filtrati.

Tuttavia dopo una malattia i germi possono sopravvivere nei nodi linfatici per giorni e settimane; le ghiandole del collo sono le ultime barriere che impediscono ai germi di raggiungere la corrente sanguigna, e la loro sopravvivenza spiega perché queste ghiandole rimangono talvolta gonfie e dolenti anche dopo la scomparsa degli altri sintomi.

Anche se alcuni germi riescono a raggiungere la corrente sanguigna, un’altra linea di difesa li attende : il midollo osseo, il fegato, la milza e qualche altro organo minore contengono una moltitudine di macrofagi  che espurgano dal sangue le particelle invadenti.

In che modo i leucociti e i macrofagi riescono a distinguere i germi invasori e le altre particelle dalle cellule e dalle molecole proprie dell’organismo?

Il nostro corpo è munito di un sistema di identificazione che “etichetta” le particelle invadenti.

Queste etichette che si attaccano agli invasori si chiamano anticorpi.

I leucociti e i macrofagi cercano e divorano quasi tutte le particelle che incontrano ma quelle che essi cercano e divorano con la massima voracità sono quelle alle quali gli anticorpi hanno apposto l’etichetta di invasori.

Molte guarigioni da un’infezione sono da attribuire in gran parte all’azione degli anticorpi.

Chi per esempio non ha mai avuto la scarlattina è privo di anticorpi adatti agli streptococchi che causano questa malattia.

Però alcuni giorni i germi continueranno forse a moltiplicarsi e il malato starà sempre peggio ma una volta che la produzione degli anticorpi sarà avviata in pieno, gli anticorpi accorreranno in quantità, si attaccheranno agli streptococchi della scarlattina e questi cadranno preda dei voraci leucociti e dei macrofagi e la guarigione avrà inizio.

Sono soprattutto gli anticorpi che ci rendono immuni da altri attacchi di molte malattie comuni.

La prima volta che si è colpiti da una malattia come la scarlattina o il morbillo, le fabbriche di anticorpi richiedono molti giorni per imparare a produrre il tipo giusto.

Tuttavia, una volta che l’abbiano imparato, la produzione può cominciare molto rapidamente e, entro poche ore dall’entrata di qualche migliaio di germi, potranno essere prodotte grandi quantità di anticorpi del tipo desiderato.

anticorpi

Così la seconda e le successive invasioni di un particolare tipo di germe sono spesso debellate prima ancora che si possa sospettare di essere stati infettati.

Gli anticorpi che circolano nel sangue si trovano per lo più in quella parte del plasma sanguigno detta gammaglobulina.

Questa sostanza ricca di anticorpi può essere estratta dal sangue dei donatori e conservata per lunghi periodi.

Quando è attaccato da tossine (sostanze velenose prodotte da germi) l’organismo produce antitossine, cioè anticorpi specifici.

E, come ci si può immunizzare contro le malattie da virus , ci si può immunizzare contro le tossine di malattie come la difterite e il tetano, mediante iniezioni di tossine denaturate, dette tossoidi.

Anche coloro che morivano di fame nei campi di concentramento della seconda guerra mondiale conservavano il potere di cicatrizzazione.

Tutto il materiale necessario al processo di cicatrizzazione è fornito mediante la demolizione di tessuti d’altre parti del corpo.

Così il tessuto muscolare si disgrega per trasformarsi in amminoacidi, che andranno a formare i nuovi tessuti nella guarigione della ferita.

Questo è il motivo per cui i feriti gravi deperiscono. La ferita si riempie gradatamente di tessuto di granulazione, un materiale rosso, spugnoso, da rapprezzo, che viene poi sostituito da tessuto cicatriziale rigido e fibroso.

La costruzione del nuovo tessuto è una delle autentiche meraviglie della Natura : quasi come obbedendo ad una misteriosa forza direttiva, le cellule fibrose si dispongono in esatta formazione geometrica, come i cristalli chimici.

Successivamente si forma un nuovo sistema circolatorio ed infine le nuove terminazioni nervose.

Con il tempo, forse entro un anno, il tessuto cicatriziale sarà sostituito da tessuto funzionale.

Il lavoro di ricostruzione sarà allora compiuto.

Perché quando fa freddo capita più sovente di ammalarsi?

Perché l’organismo per mantenere in perfetta efficienza i suoi meccanismi base, devia il sangue (caldo) dalle zone periferiche (come la pelle o il naso) verso gli organi vitali; anche i propri anticorpi (cioè le principali difese da virus e batteri) viaggiano nel sangue.

 Come rafforzare il sistema immunitario?

vitamine

Per esempio con la Vitamina E (protegge le pareti cellulari dagli attacchi dei radicali liberi) che si trova per esempio nell’olio d’oliva, nella frutta secca e nell’avocado;

con il Selenio che fa produrre linfociti come i T-killer e l’interleuchina per aggredire i virus appena si presentano contenuto nel tuorlo d’uovo, nel pollo, nel pesce, nelle patate;

con lo Zinco che rinforza le mucose di naso e bocca che bloccano e neutralizzano virus e batteri, contenuto in abbondanza nelle ostriche, in una bistecca di carne, nel formaggio e nei cereali;

con i Probiotici che potenziano tutte le barriere, sono batteri buoni che superano indenni gli acidi dello stomaco e vanno a rinforzare l’intestino, sono contenuti nello Yogurt e formaggi freschi come lo zefir.

Le carenze di vitamine A, B1, B2,B6, B12, C, E e di acido folico inibiscono il sistema immunitario. Allo stesso modo, carenza di magnesio, ferro e zinco e selenio. 

E’ importante considerare quanto questi nutrienti lavorino in sinergia tra loro.

Non bisogna dimenticare inoltre che tutte le attività aerobiche di resistenza possono potenziare il sistema immunitario.

L’importante è non esagerare.

Uno studio giapponese ha scoperto che l’esercizio fisico moderato, senza smanie agonistiche, mantiene elevati i livelli di un particolare gruppo di anticorpi, i linfociti T CD8+.

Lo sport è una manna per il sistema immunitario perché aumenta del 20% il numero di anticorpi ma l’attività fisica intensa invece può risultare troppo stressante per l’organismo tanto da indebolirlo temporaneamente.

Grazie alla fatica l’organismo è spinto a reagire allo sforzo producendo più anticorpi, all’incirca il 300 per cento in più, l’importante è non esagerare, infatti troppo sforzo fisico alla fine inibisce il sistema immunitario perché lo costringe ad un superlavoro.

Prendere il sole in maniera ragionevole può essere importante per rafforzare il sistema immunitario : i raggi ultravioletti provenienti dal sole possono incitare il colesterolo disidrogenato T della pelle umana a trasformare la vitamina D3. Ogni giorno bastano 0,009 mg per duplicare il sistema immunitario.

La vitamina D è in grado di apportare numerosi benefici all’ organismo e di diminuire l’incidenza di gravi disturbi: tumori, malattie cardiovascolari, ma anche diabete, artrite reumatoide, disturbi ossei, ed anche un’azione di potenziamento generale a livello del sistema immunitario in grado quindi di aumentare le  difese organiche.

Ridere di più può aumentare la produzione di molte sostanze chimiche nel corpo umano relative al sistema immunitario, quindi rafforzarlo.

Sembra sia inoltre molto importante dormire bene : secondo alcuni esperti russi, quando si dorme il corpo umano produce un elemento nel sonno dal nome muramic acidche può aumentare i leucociti, rendere attivi i macrofagi, rafforzare le funzioni di disintossicazione, eliminando così le cellule o i virus invadenti.

Perciò, aver un sonno di buona qualità può irrobustire notevolmente il sistema immunitario.

Mangiare frutta prima del pranzo, infatti secondo le osservazioni degli studiosi del sistema immunitario, un pranzo costituito da cibi cotti può accrescere nel sistema immunitario una sorta d’illusione, attivando tutte le “guardie della salute” del corpo a rafforzare l’allerta.

Ripetendolo spesso, può addirittura danneggiare il sistema immunitario, riducendo la sua efficacia.

Mangiare frutta un’ora prima del pranzo può eliminare quest’incitazione negativa apportata dai cibi cotti, proteggendo così il sistema immunitario e la sua funzione.

Mangiare verdura cruda : le verdure contengono un gran numero di sostanze che incitano la produzione d’interferone, svolgendo quindi una funzione di prevenzione delle malattie e resistenza al cancro.

Tuttavia, queste sostanze nutrienti contenute nelle verdure sono molto deboli e non possono sopportare le alte temperature, quindi è meglio mangiare verdure crude.

Quando si è sotto attacco virale si producono più citochine, molecole del sistema immunitario che attaccano i virus, ma debilitano anche l’organismo (debolezza), per questo motivo è importante riposare di più (la cosa migliore a letto).

I cibi ricchi di vitamina A e vitamina D stimolano la produzione di reparti specializzati come i globuli bianchi e macrofagi.

Eliminare il consumo di alcool e tabacco.

Consumare meno grassi saturi per ridurre il consumo di energia legato alla digestione.

Bere molta acqua per tenere le mucose idratate.

Ridurre gli sforzi fisici prolungati.

Assumere dei probiotici appositamente studiati per rafforzare il sistema immunitario attraverso l’intestino.

Stomaco ed intestino sono due sedi periferiche del sistema immunitario : un loro malfunzionamento provoca una riduzione delle pattuglie di difesa e un abbassamento generale dello scudo protettivo.

Si sa che ormoni come il cortisolo, l’adrenalina e la noradrenalina, neuromodulatori rilasciati in condizioni di stress, rendono la barriera intestinale più permeabile a ceppi patogeni presenti nella mucosa, favorendone il passaggio nell’intestino.

La conseguente alterazione del microbiota intestinale causa a sua volta il rilascio di citochine infiammatorie che, attraverso il nervo vago e il sangue, arrivano al cervello, perpetuando il circolo vizioso dello stress.

Per ridurre la degenza si potrebbe considerare di assumere più zinco (consumare per esempio fegato, noci, carni rosse, fagioli e cereali integrali, 15mg al giorno per il sistema di difesa) e 1 g di vitamina C (chiedere al proprio medico).

Attenzione agli antibiotici (solo dietro parere del medico), infatti combattono solo i batteri e sono inutili contro i virus.

La febbre serve per liberarsi dai virus poiché il calore li può uccidere!

L’integrazione naturale erboristica più adeguata riguarda senz’altro:

– Echinacea

– Aloe vera

– Rosa canina

– Tè verde

– Aglio

– Semi di pompelmo

– Polline

– Propoli

– Uncaria Tomentosa

– Pau D’arco – Lapacho

 

cereali-e-capelli

 

 

Per quanto riguarda altri cibi:

– con effetti antiossidanti (agrumi, peperoni rossi e gialli, cavoli, cavolfiori, carote, ravanelli, spinaci, lattuga, funghi)

– ricchi di grassi essenziali (salmone, sgombri, aringhe, pesce azzurro),

– con proprietà antivirali (peperoncino, timo, salvia, rosmarino, origano, cipolla),

– con buoni contenuti in fibra alimentare (cereali integrali e legumi).

I cibi composti da vegetali hanno 3 funzioni: la prima è la regolazione della secrezione interna, stabilizzando così il sistema immunitario; la seconda è l’efficacia nell’eliminazione naturale, eliminando le sostanze nocive all’interno del corpo umano e proteggendo il sistema immunitario; la terza è l’offerta di vitamine, sostanze minerali ed altri nutrimenti speciali, offrendo nutrizione al sistema immunitario.

Perciò, consumare ragionevolmente questi cibi fa molto bene al rafforzamento del sistema immunitario.

Un’altra difesa naturale dell’organismo è il riposo.

Se ad esempio ci si sloga un polso, ancor prima che arrivi il medico, la Natura ce lo immobilizza rendendolo tanto dolente e gonfio che non ci arrischiamo a muoverlo.

Se qualcuno è scosso emotivamente o fisicamente oltre un certo limite d’esaurimento o di terrore, la Natura interviene e lo fa svenire.

fonte dell’articolo riportata qui di seguito

http://www.anagen.net/sistema-immunitario.htm

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