Archivi tag: ASL

lorenzin

Chi sfrutta il lavoro degli specializzandi?

Chi ha interesse a sfruttare il lavoro degli specializzandi?

 

(Lettera condivisa da http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=41232 )

02 LUGGentile direttore,
scrivo in risposta alla collega Genna, ed ai numerosi colleghi che mi hanno contattata per spiegarmi il loro diverso punto di vista o associarsi al mio pensiero, innanzitutto ringraziandoli dell’attenzione che hanno avuto nel cercarmi. È stato davvero rassicurante vedere che numerose sono le persone che hanno a cuore il proprio lavoro e la meritocrazia. Indirizzo inoltre la mia lettera al Ministro Lorenzin e al Governatore De Luca, che più volte ho contattato personalmente o attraverso sindacati ed organizzazioni professionali.

La mia lettera ha volutamente assunto toni severi per denunciare un sistema e una classe dirigenziale che nella Sanità pubblica investe e spreca soldi in gare ed appalti fittizie e favoritismi, piuttosto che incrementare l’organico, ormai dimezzato, ed a finanziare la formazione di noi giovani lavoratori.

Coloro che hanno letto la mia lettera avranno notato che inizia proprio con il chiarire la grande possibilità che ho nel  frequentare una Azienda Ospedaliera qualificata, il che implica che ci siano in tale Azienda, colleghi e specialisti delle case farmaceutiche che mi hanno insegnato ciò che sapevano e formato al punto di lavorare da sola, ed in completa autonomia, nel settore dell’autoimmunità.
Il punto è che la formazione dovrebbe essere costante e non sostitutiva dello stipendio per i servizi che io, e tanti altri colleghi giovani forniamo. Dopo un anno di tirocinio post-laurea, tre anni di Dottorato in Biochimica svolto presso la SUN ed il CNIO, centro di ricerca oncologico di Madrid dove ho speso l’ultimo anno di Dottorato, e quattro anni di Specializzazione in Biochimica clinica, so che ancora tanto devo imparare, ma sono anche un po’ stanca di sentire ancora parlare di formazione come attenuante; la formazione accompagnerà tutta la mia carriera fino alla fine, ma ciò non esclude il diritto ad essere pagati, in qualche forma, per il servizio che noi offriamo.

La formazione ahimè ha un prezzo in tempo e denaro, che noi precari o Specializzandi Biologi non possiamo auto finanziarci, perché impegnati in lavori alternativi che ci consentano di vivere a causa degli stipendi saltuari.

Capisco  che la collega Genna, come molti altri validi dipendenti, possano essersi risentiti, ma ritengo che ancor più dovrebbero risentirsi verso  i colleghi che non fanno al meglio il loro lavoro, verso un sistema che tarpa le ali a chi ha voglia di fare, perché dietro a tutto questo, vorrei ricordare, ci sono le vite dei pazienti, che, quando non si lavora bene, ne pagano le conseguenze in salute. Quindi il nostro impegno e la nostra formazione direi che sono un dovere ed una missione.

Qui non parliamo più di tirocini formativi, volontariato, ma di escamotage necessari alle strutture ospedaliere ed universitarie per sopperire al poco organico, alla poca volontà di alcuni nel lavoro, e alla cattiva gestione dei soldi pubblici,  e io sono indignata, perché dal lavoro deriva dignità personale, l’autostima, la sussistenza e che vi dico a fare progetti di vita.

Ho colleghi, con cui sono in contatto, che collaborano con l’Ordine dei Biologi e con i Sindacati, che militano da anni nel vano tentativo di tutelare la nostra classe professionale che ad oggi viene poco rispettata. Basti pensare che con la nuova riforma le Scuole di Specializzazione Mediche sono state ridotte a quattro anni, e le nostre Scuole dell’Area Sanitaria, che hanno un percorso comune a quello dei medici, sono rimaste di cinque anni. Basti pensare ancora al percorso della Specilizzazione, per un medico che decide di intraprendere la Scuola di Biochimica clinica o di Patologia, che è retribuito, a differenza dello stesso percorso con la stessa Specializzazione per noi biologi che è gratuito. Se gli stipendi altrui ci sembrano profumati è per il confronto che facciamo con i nostri stipendi, non-stipendi.

Piuttosto che combattersi, i professionisti onesti e dotati di una coscienza sociale, siano essi Dirigenti, Tecnici, precari e non, dovrebbero unirsi a noi giovani, che, rassicuro la Dottoressa Genna, siamo ben lontani dall’avvilirsi, nel tentativo di concretizzare la nostra disapprovazione in riforme che tutelino la professione del Biologo come le altre, e che garantiscano turni di lavoro umani, possibilità di crescita e carriere meritocratiche, come avviene in molti altri paesi d’Europa, dove a trent’anni si può anche diventare Ricercatore Universitario.

Nel frattempo continuerò ad impegnarmi nel mio lavoro domandandomi costantemente come posso io migliorare nel mio piccolo questo sistema.

Alessia Borgia
Specializzanda in Biochimica Clinica

Share

Visite domiciliari mai effettuate?Il Dottor Renato Boatto responsabile di truffa aggravata

Articolo riportato dalla fonte seguente.

http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2015/11/18/news/truffa-all-asl-10-condanna-a-sette-mesi-1.12472140

Il medico Renato Boatto, accusato di aver segnalato 120 visite domiciliari mai effettuate tra il 2007 e il 2013.

medico truffa

SAN DONA’. Ha puntato all’assoluzione, ma ieri il giudice veneziano Roberta Marchiori lo ha ritenuto responsabile del reato di truffa aggravata ai danni dell’Asl 10 del Veneto Orientale e lo ha condannato a una pena di sette mesi di reclusione e 300 euro di multa. Il medico di famiglia Renato Boatto (61 anni, San Donà), comunque, ha ottenuto la sospensione condizionale della pena. Il pubblico ministero veneziano Stefano Ancilotto aveva chiesto un anno di reclusione.

Prima della discussione, ieri, il magistrato ha interrogato un testimone, la madre di due pazienti di Boatto, la quale ha riferito che in qualche occasione il dottore aveva visitato i suoi figli ma non con la frequenza segnalata dal medico. Quindi, le visite domiciliari sarebbero state un numero inferiore di quelle segnalate come eseguite da Boatto.
Inizialmente erano stati ben 39 i medici finiti sotto inchiesta sulla base degli atti raccolti dalla Guardia di finanza, la maggior parte di Portogruaro, San Donà e del litorale.

L’imputato doveva rispondere di una truffa per quattromila euro per 120 visite segnalate che non avrebbe effettuato, sempre tra gli anni dal 2007 al 2013. I medici erano sospettati di essere coinvolti nelle visite domiciliari programmate e, a quanto risulta, mai eseguite.
Gli investigatori delle fiamme gialle avevano esaminato i referti di 1.800 visite domiciliari, con i relativi report inviati all’Asl di riferimento.
Una truffa che sarebbe stata quantificata in circa 53mila euro.

I medici, dunque, non avrebbero eseguito materialmente le visite mediche a domicilio dei pazienti, ma si sarebbero limitati magari a una telefonata. Oppure quelle visite, pur segnandole nella loro cartella per ottenere il rimborso con una nota all’azienda sanitaria, non le avrebbero proprio eseguite. Questo risulta dalla indagini della Guardia di finanza sandonatese, si tratta di visite che vengono normalmente programmate sulla base delle valutazioni di una commissione specifica che seleziona pazienti con particolari disagi, problemi di deambulazione e salute che consentono di avere il beneficio delle visite direttamente a casa.

Per ogni visita il medico percepisce 25 euro.

Alla fine la maggior parte delle posizioni era stata archiviata e, prima della condanna di ieri, altre tre medici avevano patteggiato un anno di reclusione.

Share

Sclerosi multipla diagnosticata dopo 4 anni: l’Azienda Sanitaria di Trento pagherà 100 mila euro di danni

Articolo riportato dalla seguente fonte

http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2015/12/21/news/diagnosi-sbagliata-azienda-condannata-1.12653369

Diagnosi sbagliata, condannata l’Azienda sanitaria di Trento

I medici hanno diagnosticato con 4 anni di ritardo la sclerosi multipla di una quindicenne. Pagati 100 mila euro di danni.

truffa als

TRENTO. Si era sentita molto male e i medici dell’Azienda sanitaria di Trento le avevano diagnosticato un ictus cerebrale. Era il 2001 e solo nel 2005 si è scoperto che non si era trattato di un ictus cerebrale, ma di una forma molto aggressiva di sclerosi multipla. Questa è la tremenda storia di una ragazzina che all’epoca dei fatti aveva 15 anni e che ha fatto causa civile all’Azienda sanitaria ottenendo un risarcimento di 100 mila euro, somma che, del resto, era già stata offerta dalla stessa Azienda in via transattiva.

La sentenza è stata pronunciata dalla giudice Giuliana Segna che ha riconosciuto il danno derivante dalla diagnosi ritardata che avrebbe aggravato i sintomi della malattia che, comunque, si sarebbe manifestata ugualmente. I familiari chiedevano un risarcimento molto maggiore, ma il giudice ha ritenuto di liquidare soltanto l’indennità di invalidità giornaliera facendo riferimento ai parametri di liquidazione predisposti dal Tribunale di Milano che stabilisce un rimborso che va da 96 a 145 euro al giorno. In questo caso, considerata l’età della paziente e la gravità della malattia, è stata applicata l’indennità massima.

I genitori della ragazzina hanno citato in giudizio l’ Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari asserendo che nel luglio 2001 la ragazza, all’epoca quindicenne, era stata presa in cura dall’Azienda sanitaria in seguito al manifestarsi di preoccupanti sintomi e che in quella sede era stata effettuata una diagnosi di ictus cerebrale.Hanno precisato che solo nel marzo 2005 era stata formulata la diagnosi corretta di sclerosi multipla, ma che, nel frattempo, le condizioni della minore erano notevolmente peggiorate, portandola ad uno stato di totale invalidità.

Il perito nominato dal giudice In particolare il perito ha ritenuto «non del tutto adeguato il comportamento adottato dai sanitari che nel 2001 diagnosticarono una “lesione cerebrale ischemica” senza porsi il dubbio di una possibile differente diagnosi, che dal 2001 non prescrissero alcun monitoraggio clinico e/o strumentale per meglio precisare la diagnosi e che dal giugno 2004 al marzo 2005 temporeggiarono eccessivamente nell’esecuzione delle varie indagini; tale comportamento ha determinato, almeno in via di elevata probabilità, un ritardo nel diagnosticare la sclerosi. L’Azienda ha offerto un risarcimento prima di 75 mila e

poi di 100 mila euro. I genitori non hanno accettato l’offerta. Ma alla fine la giudice ha ritenuto che la somma fosse adeguata dal momento che il ritardo nella diagnosi non ha comunque avuto un ruolo nell’insorgere della malattia, ma solo semmai, ne ha provocato l’aggravamento.

Share

Vaccini in frigo senza elettricità nei locali dell’ Asp di via Colombo a Catania, i genitori chiedono: «Chi ci garantisce che i farmaci non si siano deteriorati?»

Vaccini in frigo senza elettricità nei locali dell’ Asp di via Colombo,i genitori chiedono: «Chi ci garantisce che i farmaci non si siano deteriorati?» L’Asp rassicura: «Nessun rischio»

fonte
  • http://www.biancavillaoggi.it/2015/05/27/nei-locali-dellasp-di-via-colombo-vaccini-in-frigo-senza-elettricita/

 

struttura-asp-via-colombo

 

Il tutto è stato denunciato dai genitori i quali avrebbero dovuto vaccinare i propri figli.

Il timore: «Chi ci garantisce che i farmaci non si siano deteriorati?».

L’Asp rassicura: «Nessun rischio».

Il tutto è stato denunciato a Biancavilla,Catania.

 

Il primo importante problema dei vaccini riguarda la loro modalità di conservazione; ricordiamo per un attimo la realtà.

Inizialmente i vaccini vengono spediti dalla casa produttrice alle Ausl, che li stoccano in grandi magazzini e da qui spediti alle varie sedi vaccinali. Lungo tale percorso la catena del freddo non deve mai essere interrotta.

I vaccini hanno una scadenza che va monitorata e devono essere stoccati nel frigorifero secondo una precisa procedura: non vanno posizionati negli sportelli ma nella parte centrale del frigorifero, non ammassati. Le celle frigorifere devono essere di capacità adeguata tenendo presente che ogni cella non dovrebbe venire riempita per più della metà della sua capacità. Vanno inoltre lasciati spazi vuoti tra le confezioni e fra queste e le pareti, ecc.

Bene siamo giunti al punto; i vaccini nella loro conservazione “devono mantenersi” refrigerati,per questo motivo,tornando alla notizia di Biancavilla,è logico pensare con una sana forma mentis,che il contenuto abbia potuto subire dei deterioramenti. I genitori stessi,ragionando in maniera logica hanno provveduto ad avvertire il giornale per segnalare il tutto.

Legittimi i dubbi e i timori di questi genitori.

Il racconto di un genitore a Biancavilla Oggi: «Siamo andati a fare il vaccino per la nostra bambina, in due giorni diversi. In entrambe le occasioni ci hanno detto che il vaccino non si poteva somministrare perché la struttura era senza luce e i frigoriferi erano staccati.

Questo significa che i frigo dove vengono tenuti i vaccini restano senza corrente elettrica e quindi non possono garantire la giusta temperatura per la conservazione dei farmaci.

Ci chiediamo come mai una struttura pubblica non si sia attrezzata con dei generatori di elettricità per garantire che le medicine non vengano deteriorate. Inoltre, anche tenendo i frigo chiusi, chi ci garantisce che i vaccini non siano stati già compromessi? Ne abbiamo parlato con la nostra pediatra e ci ha detto che il fatto è molto grave».

Contattato l’ufficio stampa dell’Asp di Catania per avere i dovuti chiarimenti, a Biancavilla Oggi è stato riferito che in effetti ci sono stati episodi di interruzione dell’erogazione elettrica che hanno riguardato la struttura sanitaria di via Cristoforo Colombo a Biancavilla.

Allo stesso tempo, però, dall’Asp viene sottolineato e garantito che l’evento «non ha intaccato la qualità e la sicurezza dei vaccini».

In caso contrario «sarebbero stati ovviamente buttati e certamente non somministrati».

Le variabili in gioco, solo per la corretta conservazione dei vaccini siano davvero tante. Se poi aggiungiamo che la professionalità del nostro sistema sanitario non sempre è al top,  vengono i brividi (e non di freddo) a pensare che, ripeto, non esista un sistema (procedura + attrezzature + controlli) standard replicato in tutte le sedi vaccinali.

 

Ricordate la questione in merito alla quale la regione Emilia-Romagna nella famosa delibera nr. 256 del 13-03-2009 ha ampiamente evidenziato agli operatori sanitari l’importanza di “disporre nella sede vaccinale di attrezzature indispensabili atte a garantire il mantenimento della catena del freddo e a rivelare una sua eventuale interruzione”.

La delibera in questione indica che gli strumenti di rilevazione delle temperature devono essere applicati ai frigoriferi, ma forse sarebbe meglio applicarli sulle confezioni dei vaccini, in modo che il rilevatore segua sempre il vaccino in ogni istante della sua esistenza, trasporto e conservazione, vista l’importanza VITALE della questione.

 

Per approfondimenti

La modalità di conservazione dei vaccini

 

 

Share

Vaccinopoli e lo scandalo della Sanità:falsa delibera regionale e la denuncia delle Asl

  • SANITA’ E SCANDALO
  • *** IL PROVVEDIMENTO UNA FALSA DELIBERA REGIONALE RENDE GRATUITA LA VACCINAZIONE ANTI-MENINGITE PER I BAMBINI ***
  • LA DENUNCIA MESSA IN ALLARME DALLE ASL, LA REGIONE PRESENTA DENUNCIA IN SEI PROCURE: PARTONO LE INDAGINI

Meningite, caccia alla «talpa» delle false delibere

vaccinopoli


Contraffatta una bozza originale. Formigoni: vaccinazioni gratuite, volevano truffarci

  • ARTICOLO RIPORTATO DAL CORRIERE  IL 22 marzo 2007
  • FONTE http://archiviostorico.corriere.it/2007/marzo/22/Meningite_caccia_alla_talpa_delle_co_7_070322023.shtml

Si parla di Vaccinopoli. La delibera truccata sulla vaccinazione anti-meningite scuote i vertici del Pirellone.

«A scanso di equivoci ribadisco che qualcuno ha costruito un falso – ha pubblicamente dichiarato il governatore Roberto Formigoni -.
È stato fatto un atto contro la Regione Lombardia e contro i cittadini». Dopo l’ anticipazione del Corriere della Sera, ieri è stata ufficialmente confermata l’ esistenza di un provvedimento «taroccato» diffuso tra la fine di febbraio e l’ inizio di marzo a firma della giunta regionale.
Un documento clamoroso, perché prevedeva la gratuità del vaccino contro la meningite, chiesta a gran voce da almeno due anni dall’ Associazione nazionale famiglie numerose, dal Movimento italiano genitori (Moige) e da esponenti di spicco della Federazione dei medici pediatri (Fimp).
Per individuare il responsabile della pseudo-delibera sono state presentate denunce alle Procure di Milano, Pavia, Lecco e Como.
Quattro esposti presentati dal direttore generale della Sanità, Carlo Lucchina, come imposto dal codice penale. Contemporaneamente è stata diramata a tutte le Asl una circolare che metteva in guardia dalla falsa normativa costruita ad arte per chissà quali interessi economici.
Sullo sfondo di un business da 19 milioni di euro (la somma pari all’ ipotetico finanziamento regionale). Si chiariscono, intanto, i dettagli sulla diffusione del falso documento alle Asl, che per prime hanno messo in allarme l’ assessorato.
«La segnalazione è stata effettuata dopo che alcune aziende sanitarie locali avevano chiesto spiegazioni su una delibera esibita o citata negli ultimi giorni da venditori che si sono presentati come rappresentanti di prodotti farmaceutici – ha sottolineato ancora Formigoni -. In questa vicenda siamo la parte lesa. La magistratura dovrà fare chiarezza».
Tra i primi a parlare della finta delibera nel forum di Pediatria online è stata la Fimp. Come spiegato sul blog, la Federazione dei pediatri ha ricevuto il provvedimento con un fax dalla sezione commerciale della Weyth Lederle (la società farmaceutica che produce il vaccino antimeningite Prevenar).
Non solo: «L’ invio c’ era stato poco prima preannunciato dagli informatori scientifici dell’ azienda – rileva Luisa Maria Nino, responsabile della Fimp di Milano e provincia -.
Ho dato per scontato che il documento fosse vero. Appena scoperto l’ inganno ho inviato una lettera alla ditta per chiedere spiegazioni.
Può darsi che la stessa Weyth abbia ricevuto il provvedimento da altri».
I pediatri adesso sono preoccupati che il giallo metta un freno alla Regione Lombardia, che a metà marzo aveva preparato una bozza di delibera per dare realmente il via libera al vaccino gratuito. Perplessità fondate.
«Non vi è ad oggi nessuna evidenza medica sull’ efficacia della vaccinazione contro la meningite – ha spiegato ieri a margine di una conferenza stampa il neoassessore alla Sanità, Luciano Bresciani -.
Non siamo legittimati a far correre un rischio vaccinale senza avere la garanzia dei vantaggi che questo può portare. I dati della comunità scientifica sono tuttora controversi. La possibile efficacia del vaccino è valutata attorno al 30 per cento». Insomma ogni decisione sul vaccino al momento è bloccata. In attesa di charimenti dalla Procura. Resta da capire se nella vicenda c’ è un coinvolgimento anche di una «talpa» interna al Pirellone.


Anno 2014/2015 e la DISINFORMAZIONE BASATA sulla PAURA..

libertà di stampa

“Siamo nell’attesa di una nuova pandemia mondiale che causerà milioni di vittime” questo ci viene propinato,ma è una realtà?

La sola parola”meningite” incute paura. Non c’è genitore che, dopo la notizia dell’ennesimo caso, prontamente riportato dai giornali, non si sia chiesto come sia possibile che ancora oggi si possa morire di meningite.

La parola al Dott.Serravalle e le sue considerazioni ormai note.

In realtà non esiste un vaccino contro la meningite. La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). La malattia generalmente è di origine infettiva, può essere causata da virus, da batteri o da funghi[1].

Se la peste è scomparsa senza l’ausilio di alcun vaccino, oggi l’industria farmaceutica offre più vaccinazioni per “difenderci” da questa nuova calamità. Sull’onda dell’emozione suscitata dai recenti e drammatici casi, si pensa di offrire gratuitamente le vaccinazioni contro pneumococco,meningococco C e finalmente il nuovo meningococco B, a tutti i bambini (tranne in Puglia,dove è gratis).

Risultato? Un bambino di 15 mesi potrebbe essere sottoposto, con i vari richiami, a più di 29 vaccinazioni, considerando che sono consigliate, oltre all’esavalente, anche le vaccinazioni contro morbillo, parotite,rosolia, varicella ed influenza.

  • Nessuno può sapere quali alterazioni del fragile equilibrio immunitario di un bambino si possano verificare nel volgere degli anni dopo un’esposizione così precoce, massiccia e ripetuta.

La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). La malattia generalmente è di origine infettiva, può essere causata da virus, da batteri o da funghi.

La forma batterica è più rara ma più importante clinicamente. Negli individui sani l’80% dei casi di meningite batterica è provocato da tre agenti patogeni: l’Haemophilus influenzae di tipo b (emofilo), loStreptococcus pneumoniae (pneumococco) e la Neisseria meningitidis (meningococco).

Dove la tubercolosi è ancora diffusa, il suo agente patogeno, il Mycobacterium tubercolosis, è ancora una temutissima causa di meningiti. Ma qualsiasi batterio può provocarla, da quelli che in genere causano una banale cistite, come l’Escherichia Coli, a quelli che provocano diarrea, come le Salmonelle. Anche laListeria monocytogenes, un batterio ubiquitario che può contaminare gli esseri umani attraverso il cibo provocando la listeriosi.

Le diverse forme di Meningite

Esistono poi altre forme, più rare. La meningite cronica, ad esempio, è data da microorganismi che si riproducono molto più lentamente nell’organismo umano. I sintomi sono gli stessi di quella acuta, ma si sviluppano nell’arco di tre-quattro settimane. La meningite di origine fungina si manifesta invece su persone che presentano deficit immunitario. Infine, la meningite può derivare anche da forme allergiche, da qualche tipo di cancro e da malattie infiammatorie come ad esempio il lupus eritematoso sistemico.

  • La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune, solitamente non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di una decina di giorni.

I batteri spesso responsabili sono:

Neisseria meningitidis (meningococco).

E’ un ospite frequente delle prime vie respiratorie. Esiste un consistente numero di soggetti nella popolazione che presenta questo batterio nel rinofaringe. Dal 2 al 30% dei bambini sani, in periodo non epidemico sono portatori a sintomatici, e questa presenza non è correlata a un aumentato rischio di meningite o altre malattie gravi. In confronto ai portatori sani, il numero di casi di malattia è molto basso, e non sono noti i fattori che scatenano la malattia conclamata.

Sono stati identificati 13 diversi sierogruppi, ma sono 5 (denominati A, B, C, W135 e Y) quelli che causano meningite e altre malattie gravi ( i B e il C sono i più frequenti in Europa mentre il gruppo A si trova in Asia e in Africa ).

La trasmissione avviene per via respiratoria, i pazienti sono infettivi per circa 24 ore dall’inizio della terapia, con un periodo di incubazione di 1-10 giorni. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore.

Sintomi e diagnosi

I primi sintomi della meningite possono facilmente essere confusi con quelli di una qualsiasi malattia acuta. Solitamente peggiorano nell’arco di un paio di giorni, ma in qualche caso il decorso della malattia è estremamente rapido, con il rischio di un grave danno cerebrale o di morte.
La malattia classicamente si manifesta con:

  • irrigidimento del collo
  • febbre alta
  • mal di testa acuto
  • vomito o nausea
  • senso di confusione
  • sonnolenza
  • convulsioni
  • fotosensibilità

Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono molto evidenti. Può esserci una spiccata irritabilità, con pianto, ipersensibilità agli stimoli esterni e sonnolenza al di sopra della norma. A volte si nota la estroflessione della fontanella cranica, che assuma un aspetto bombato.

  • Streptococcus pneumoniae (pneumococco): può essere responsabile di otite, polmonite, sepsi, oltre che meningite. Si riconoscono fino ad oggi 90 sierotipi diversi.
  • Haemophilus influenzae (haemophilus): può determinare infezioni asintomatiche o sintomatiche delle vie aeree superiori e inferiori.

Raramente è responsabile di malattie invasive, quali quelle a carico delle meningi. In questo caso spesso c’è il tipo B.

Ma qualsiasi altro batterio può provocare una meningite. Anche i funghi possono esserne responsabili, soprattutto nelle persone affette da immunodeficienza.

  • Infine, la meningite può derivare anche da forme allergiche, da qualche tipo di cancro e da malattie infiammatorie come ad esempio il lupus. Si può quindi verificare anche come risultato di diverse causenon infettive, come la diffusione alle meningi di neoplasie o l’assunzione di alcuni farmaci. Può anche essere causata da diverse condizioni infiammatorie come la sarcoidosi, che in tal caso prende il nome di neurosarcoidosi, malattie del tessuto connettivo,e alcune forme di vasculite (infiammazione della parete dei vasi sanguigni).

La meningite batterica può insorgere in modo improvviso, accompagnata da febbre molto alta, mal di testa acuto e vomito. L’infiammazione provoca un accumulo di cellule infiammatorie,quindi un aumento della pressione all’interno del canale spinale e della scatola cranica.

La diagnosi si effettua con un’analisi del contenuto del liquor (puntura lombare) e con una coltura batterica. Un intervento tempestivo può costituire l’unica possibilità per salvare la persona malata.

Nei paesi ad alto reddito e a clima temperato il numero di casi di meningite è piuttosto sporadico e non dà frequentemente luogo a importanti focolai epidemici. Secondo i CDC americani l’incidenza della meningite nel mondo è di 0,5-5 casi per 100 mila persone.

Dagli anni ’80 esiste nel nostro paese un sistema di notifica obbligatorio e un sistema di sorveglianza speciale avviato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) all’interno del quale sono raccolti i dati sulla presentazione clinica della malattia invasiva da N. meningitidis e sull’agente identificato. All’Iss si provvede anche alla completa caratterizzazione degli stipiti batterici di Neisseria meningitidis isolati nei pazienti.

I dati definitivi pubblici fanno riferimento al 2005, anno in cui sono state registrate 1034 segnalazioni. Il patogeno più frequentemente identificato è stato lo pneumococco (291 casi) seguito da meningococco (324) e da haemophilus influenzae (30).

Abbiamo visto che sono numerosi i tipi di pneumococco, differenti in base alla composizione dellacapsula polisaccaridica che li riveste. La maggior parte dei casi di malattia è dovuta ad uno dei 23 tipicapsulari più comuni. Questa variabilità è alla base della difficoltà di messa a punto ed utilizzazione di vaccini efficienti. Inoltre, il polisaccaride della capsula ha un potere scarsamente immunogenico per i bambini sotto i due anni di età. Il vaccino pneumococcico per gli adulti contiene 23 polisaccaridi capsulari, quello per i bambini ne contiene 7.

  • L’età media dei casi di meningite da pneumococco è maggiore rispetto a quella dei casi da meningococco e da haemophilus: 33 casi nella fascia 1-14 anni; 230 in quella 25->64 anni.
  • L’incidenza della meningite da meningococco nel nostro paese è minore rispetto al resto d’Europa.

La malattia si presenta con forte stagionalità, con picchi in inverno e primavera. Nella fascia di età 1-14 anni vi sono stati 112 casi, 152 nelle fasce 15-64 anni. La maggior parte dei meningococchi identificati negli ultimi anni è risultata appartenere al sierogruppo B (75% nel 2001, 60% nel 2002, 56% nel 2003), tuttavia recentemente si osserva un incremento dei casi da sierogruppo C. Le infezione da Meningococco C sono state 115, quelle da sierotipo B 93 nel 2005. Dei 30 casi di meningite da Haemophilus influenzae del 2005, 6 sono stati segnalati nella popolazione da 1 a 14 anni, 20 in quella 15-64.

 

“Non può quindi esistere un vaccino contro la meningite, non esistono armi per combattere tutte le meningiti, i vaccini esistenti consentono di procurare anticorpi solo contro una piccola parte di queste infezioni”.

La durata della protezione vaccinale non è ancora stata definita.È quindi importante valutare l’efficacia, cioè sapere quanti, precedentemente vaccinati, hanno sviluppato la malattia.

Esistono due tipi di vaccino:

  • Vaccino coniugato, con il sierotipo C, protegge solo contro il meningococco di tipo C. Il vaccino coniugato è vaccino composto da un polisaccaride (antigene “debole”) legato chimicamente ad una proteina “carrier”. La unione (coniugazione) di questi due antigeni il polisaccaride e la proteina “migliora la risposta immunitaria”
  • Vaccino polisaccaridico, con i sierotipi A, C, W135, Y. Questo vaccino è composto solo da polisaccaridi (antigeni “deboli”) non è in grado di stimolare le difese immunitarie nei bambini di età inferiore ai due anni. E’ indicato in particolare per le persone che si recano in Paesi diversi dal nostro dove i ceppi A, W135 e Y sono causa di estese epidemie.

Esiste infine un altro grosso problema che riguarda il vaccino antipneumococco. La somministrazione di massa ai bambini del vaccino in uso (attivo per 7 sierotipi) sta provocando un preoccupante fenomeno:

l’aumento di incidenza di infezioni provocate dagli altri sierotipi (cioè di quelli non contenuti nel vaccino), l’insorgenza di infezioni provocate da sierotipi diversi, precedentemente non segnalati, e la maggiore diffusione di ceppi resistenti agli antibiotici, soprattutto la penicillina, con inevitabili conseguenze negative sulla possibilità ed efficacia terapeutica. L’utilizzo massiccio di questa vaccinazione contro 7 ceppi fa sì che aumenti la virulenza degli altri per diventare dominanti.

Anche per il vaccino antimeningococco di tipo C si sono creati problemi analoghi. In Scozia, dopo l’introduzione estesa del vaccino contro il tipo C. si è registrato un aumento di morti causati dal meningococco di tipo B.

  • È stato ipotizzato che introdurre massicciamente un vaccino contro un sierotipo, possa indurre la proliferazione e la maggiore aggressività degli altri sierotipi contro i quali non c’è vaccino.

Un’evoluzione inattesa della vaccinazione di massa contro il meningococco di tipo C si è avuta anche in Spagna, dove, dopo estesa campagna vaccinale, è stata riscontrata la presenza di un tipo B molto virulento ed i ricercatori ipotizzano che possa essere derivato da una mutazione genetica del tipo C “vaccinabile”.

Si afferma che la vaccinazione di massa contro l’haemophilus influenzae B sia capace di ridurre l’incidenza di meningite provocata da questo batterio. Eppure in quei paesi come Olanda e Regno Unito che da qualche tempo eseguono questa pratica, dapprima si è avuta una diminuzione delle segnalazioni di malattia, ma qualche anno dopo, malgrado coperture molto alte, i casi hanno ricominciato ad aumentare anche in bambini correttamente vaccinati secondo lo schema vigente nel Regno Unito. Si ipotizza che il ripresentarsi di infezione invasive nonostante l’alta copertura vaccinale possa essere addebitato al fatto che gli anticorpi indotti dalla vaccinazione si riducono o scompaiono nei bambini entro i primi cinque anni di vita.

  • Ricordiamo infine che nessun vaccino è del tutto sicuro o sempre efficace, e che le reazioni avverse sono sempre presenti, come per qualsiasi altro farmaco. Consultando i dati del Vaers, Vaccine Adverse Event Reporting System, il sistema di vaccino vigilanza americano, ne abbiamo la conferma.

Ad esempio;

  • Tra gli effetti collaterali del vaccino antimeningococco C sono stati segnalati, oltre a febbre, mal di testa, orticaria, parestesia, tumefazione nella sede della puntura, sindrome di Guillane-Barré, anemia emolitica, encefalomielite acuta disseminata, porpora di Schonlein-Henoc e casi di meningite comparsi immediatamente dopo la somministrazione del vaccino e da questo causate.

  • VERITA’ OMESSA VOLUTAMENTE QUELLA DELLE LINEE GUIDA DELL’AAP?

Il nuovo vaccino contro il meningococco di tipo B. Cosa sappiamo in merito?

sipario1

L’American Academy of Pediatrics (AAP) non raccomanda la vaccinazione di routine dei bambini tra i 2 mesi e i 10 anni di età a meno che non ci siano dei rischi di malattia meningococcica.


  •  Aggiornamento delle Linee Guida Internazionali
  • Linee guida sul vaccino anti-meningococco e alcune riflessioni sulla meningite da meningococco C

Sono state aggiornate a cura dell’”American Academy of Pediatrics“, e pubblicate sulla rivista “Pediatrics” le raccomandazioni sul vaccino anti-meningococco nei bambini e negli adolescenti. Il precedente documento era datato 2011.

Le malattie meningococciche sono gravi malattie batteriche causate dal Meningococco (Neisseria meningitidis). Il  Vaccino Anti-Meningococco parlando anche di Neisseria meningitidis – è un patogeno coinvolto in patologie gravi, potenzialmente fatali, come la meningite e la sepsi meningococcica.

L’American Academy of Pediatrics non raccomanda la vaccinazione di routine dei bambini tra i 2 mesi e i 10 anni di età a meno che non ci siano dei rischi di malattia meningococcica.

  • Scarica e leggi il documento in ful text:

Policy Statement: Updated Recommendations on the Use of Meningococcal Vaccines


Le nuove indicazioni dell’AAP aggiornano e ribadiscono quelle del 2011, integrando le indicazioni deiCenters for Disease Control and Prevention di Atlanta.

Raccomandazioni AAP per bambini al rischio  di malattia meningococcica

28/07/2014 per il rilascio: 28 luglio 2014

Ovviamente tutto tace sulle nuove indicazioni dell’AAP che aggiornano e ribadiscono quelle del 2011, integrando le indicazioni dei Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta ma pubblicate prima della commercializzazione dei vaccini  MenACWY-CRM [Menveo, Novartis] e Hib-MenCY-TT[MenHibrix GlaxoSmithKline] per uso pediatrico.

Dalla fine degli anni 90, l’incidenza della malattia meningococcica è diminuita negli Stati Uniti, ma per i bambini e gli adolescenti che potrebbero essere a rischio malattia, l’Accademia americana di pediatria (AAP) ha aggiornato le raccomandazioni per questo vaccino.

Per questo motivo nella dichiarazione politica pubblicata online il 28 luglio, l’AAP raccomanda     ( in caso di rischio per la malattia  meningococcica)  un vaccino meningococcico coniugato appropriato alletàinvece del vaccino meningococcico polisaccaride per bambini e gli adolescenti.

Il consiglio è di usare il vaccino anti-meningococco di routine negli adolescenti e giovani adulti, limitandone l’uso sotto i 10 anni tranne i casi di aumentato o persistente rischio di malattia meningococcica invasiva.

Negli ultimi 20 anni la distribuzione dei sierogruppi del meningococco, implicati in forme sistemiche negli Stati Uniti, si è molto modificata. Circa il 30% dei casi è sostenuto dai sierogruppi B, C e Y, anche se la distribuzione varia nei diversi luoghi e nel tempo. Circa tre quarti dei casi fra gli adolescenti e gli adulti sono causati da sierogruppi C, Y e W135.

Nel lattante prevalgono i casi da sierogruppo B.

  • Testo e documento PDF  di seguito

Pediatrics-2014


 

ALLEGATI
Share

“Autistico dopo l’esavalente”: la famiglia chiede 4 milioni all’Asl di Teramo

“Autistico dopo l’esavalente”: la famiglia chiede 4 milioni all’Asl di Teramo

E’ morto a 11 anni per una crisi respiratoria, due giorni dopo che l’avvocato aveva presentato in tribunale la denuncia contro la Asl. Il legale: “La battaglia prosegue”

29 novembre 2014

autismo-vaccini-tribunale-milano


Perchè Michele aveva solo sei mesi quando – sostengono i familiari – dopo il secondo richiamo del vaccino esavalente “Infanrix Hexa” e quello anti morbillo, rosolia e meningite, gli venne diagnosticata un’encefalite post vaccinale caratterizzata dalla sindrome autistica.


La Regione: stop ai vaccini sospetti ma la campagna antinfluenzale continua

L’assessore Silvio Paolucci comunica ai responsabili dei dipartimenti di prevenzione, servizi igiene epidemiologia e sanità pubblica anche la tabella ricognitiva delle dosi consegnate in Abruzzo, distinte per Asl e per presidi ospedalieri, distretti e servizi di igiene per agevolare le strutture nel ritiro delle dosi

«Quando il bambino ha iniziato a mostrare i primi sintomi è stato sottoposto ad innumerevoli esami e ricoveri ospedalieri che però non sono riusciti a trovare la causa della patologia da cui era affetto», racconta l’avvocato Dario Di Pietropaolo, legale della famiglia teramana, «è stato possibile giungere alla diagnosi solo dopo oltre quattro anni di pellegrinaggi tra diversi ospedali e dopo alcuni esami clinici molto specifici.

Il nesso causale tra la patologia e i vaccini è stato poi confermato dalla commissione medica ospedaliera a cui i familiari si erano rivolti per chiedere l’indennizzo riconosciuto dalla legge 210 del 1992». Lo stesso indennizzo che, appena qualche giorno fa , una sentenza del tribunale di Milano ha riconosciuto a un bambino di 9 anni affetto da autismo e a cui nel 2006 fu iniettato il vaccino esavalente.

Lo stesso di Michele. «L’effetto sul piccolo e sulla famiglia è stato devastante», continua l’avvocato, «so che la somma richiesta può sembrare ad alcuni molto alta, ma nessuna somma potrebbe mai risarcire i danni subiti. Il risarcimento è stato calcolato sulla base delle tabelle di risarcimento usate dai tribunali e nel calcolo venivano previsti anche i danni futuri del minore che non avrebbe mai potuto lavorare e che avrebbe avuto necessità di cure costanti e continue 24 ore al giorno, anche per via delle gravi crisi respiratorie di cui era affetto.

So che in alcune regioni è stata fortemente ripensata la politica vaccinale in età pediatrica e forse sarebbe il caso di ripensarla anche in Abruzzo. Io non sono un medico, ma voglio dire una cosa: sul foglietto che accompagna il vaccino viene sconsigliata la somministrazione se un bambino è allergico ad alcune di queste sostanze, ma non si possono conoscere le allergie di un bambino di appena tre mesi».

 

http://ilcentro.gelocal.it/regione/2014/11/29/news/autistico-dopo-l-esavalente-la-famiglia-chiede-4-milioni-1.10400791

 

Share

Pareri Legali e spiegazione del termine “Obbligatorio”

costituzione

Articolo 32 

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

DPR 355/1999 “che ha consentito la frequenza scolastica ai bimbi non vaccinati

In questo documento viene riportato il parere legale sull’iter da seguire in merito all’obiezione  alle vaccinazioni.

Parere legale obiezione Avvocato Roberto Mastalia

L’avvocato Roberto Mastalia ha più volte rimarcato che il suo parere in merito all’obiezione si discosta da altre associazioni e fino ad oggi i genitori da lui consigliati non hanno avuto alcuna conseguenza. Innanzitutto,cerchiamo di capire se il termine obbligatorio,sia effettivamente tale ,mettendolo in atto “coercitivamente”,o se in realtà noi siamo davvero poco informati… Da mamma,ho voluto approfondire a livello legale questo argomento,per cercare di capire se  avessi dovuto OBBLIGATORIAMENTE vaccinare mio figlio senza sè e senza ma…. Questi i suoi consigli: Come ho avuto modo di dire in tutti i convegni ai quali ho partecipato e di scrivere sia su FB che in altri siti e pubblicazioni, ritengo che col ricevimento delle prime lettere per posta prioritaria, non scatti alcun obbligo a carico dei genitori in quanto:

A) non c’è prova che siano state spedite e soprattutto

B) non c’è prova che siano state ricevute. Questo consente intanto, nella peggiore delle ipotesi, di far trascorrere alcuni mesi peraltro utili al raggiungimento dell’anno di età prima di ricevere l’invito formale a presentarsi al colloquio informativo inviato per RACCOMANDATA; nell’ipotesi migliore, come avviene talvolta in certe ASL più grandi o meno organizzate, possono addirittura dimenticarsi di inviarla. Contrariamente a quanto affermato da qualcuno, non esiste alcuna “presunzione di diritto pubblico”  in favore della ASL in quanto in diritto (pubblico, privato, penale etc.) l’onere della prova è sempre a carico di chi afferma una circostanza.

E’ la ASL che deve provare di avervi inviato la raccomandata e non viceversa voi a dover provare di non averla ricevuta! Una volta ricevuta la raccomandata, consiglio di presentarvi al colloquio ben preparati (è facile esserlo più di loro) dopo esservi informati leggendo testi, articoli e magari aver partecipato ad appositi convegni. Nell’occasione è opportuno lasciare una prova tangibile della vostra preparazione e delle vostre intenzioni (verba volant…) per cui consiglio di predisporre un vostro documento nel quale spiegate le vostre ragioni (e non quelle generiche che tutti possono scaricare) e dichiarate di non voler vaccinare il bimbo.

E’ necessario specificare che il bambino è in buone condizioni e che il vostro dissenso non deriva da negligenza, da un disinteresse nei confronti del bambino, ma dall’esatto contrario, ovvero dalla ferma volontà di salvaguardare la sua salute da vaccinazioni spesso inutili e potenzialmente dannose. Ricordatevi che l’interesse del TdM e degli assistenti sociali non è e non deve essere tanto la vaccinazione in sé quanto piuttosto la possibilità che alla mancata vaccinazione non corrisponda il disinteresse dei genitori nei confronti del minore. Riguardo all’impossibilità di essere sottoposti a trattamenti sanitari contro la propria volontà, potete fare riferimento alla Costituzione Italiana (art. 32/2° comma), alla Carta Costituzionale Europea, alla vigente normativa ed a trattati internazionali come quello di Oviedo.

Ricordatevi che i vaccini sono obbligatori, ma non coercibili,come indicato anche dalla Corte di Appello di Napoli e che da tempo la stragrande maggioranza dei TdM archivia oppure si dichiara incompetente a decidere. Se poi in famiglia vi sono casi di malattie autoimmuni o di particolari forme di allergie o intolleranze (metalli, uova, medicine, formaldeide etc.) oppure di malattie neurologiche ed immunitarie è il caso di metterlo in evidenza.

Potete portare il documento con voi al colloquio avendo cura di farlo protocollare oppure, per sicurezza, potete inviarlo per raccomandata. Personalmente, ritengo superfluo ed inutile inviare la raccomandata anche al Sindaco in questa fase perché il Sindaco, pur rappresentando l’autorità sanitaria, entra “in gioco” solo in casi eccezionali qualora vi sia la necessità ed urgenza di obbligare determinati trattamenti sanitari in occasione di gravi epidemie e non certo in questa fase.

Riguardo al pediatra, eventualmente basta comunicarglielo a voce; in ogni caso il pediatra non ha alcun diritto di comunicare a terzi i vostri recapiti telefonici né di fare indebita “pressione” su di voi per indurvi a vaccinare i bimbi. Purtroppo, in caso di controversia sulla gestione medico-sanitaria del bambino, il pediatra può chiedervi di essere sostituito. Personalmente, in presenza di un atteggiamento ostile e poco urbano non attenderei che fosse lui a chiedermelo. In ogni caso, fintanto che non sarà avvenuta la sostituzione, il pediatra rimane responsabile per la salute del bambino ed in caso di emergenza,qualora lo chiamiate, è tenuto ad intervenire; in caso contrario è passibile di denuncia per omissione d’atti d’ufficio. Spero di essere stato sufficientemente esaustivo.

INDICAZIONI AI GENITORI PER EVENTUALE CONVOCAZIONE TDM  
Non farsi confondere dalle tante chiacchiere: le uniche cose da mettere in evidenza davanti al TDM sono:
. la vostra obiezione non deriva da un disinteresse nei confronti del bambino ma dalla volontà di preservare la sua salute.
 . la vostra convinzione si è maturata in conseguenza di un accurato approfondimento della materia legata alle vaccinazioni mediante la lettura (a seconda dei casi) di libri (vedi le vaccinazioni pediatriche del Dott. Gava),articoli, recensioni e la partecipazione a convegni sulla materia. Da ciò è emerso che alcune forme virali per le quali sarebbe obbligatorio vaccinare sono scomparse (Polio), sono assenti da oltre 30 anni (difterite) o sono comunque di difficile contrazione da parte di un bimbo (tetano ed epatite B). Riguardo al tetano, poi, prima di vaccinare sarebbe il caso di verificare se il relativo titolo ematico non dimostri che il bimbo sia già coperto ( valore superiore a 0,01 Uml). -. ricordate che le leggi hanno disposto l’obbligatorietà delle vaccinazioni ma non la loro coercibilità. -. ricordate che la Costituzione italiana, la vigente normativa e una serie di trattati internazionali sottoscritti dall’Italia (tra i quali quello di Oviedo) impediscono l’effettuazione di prestazioni sanitarie senza il consenso dell’interessato. Cerchiamo di sostenere i genitori nella scelta di non vaccinare, non si può schematizzare l’obiezione, varia da A.S.L. ad A.S.L., da Regione a Regione e a volte le situazioni personali sono diverse, l’avvocato Roberto Mastalia è disponibile a fornire ai genitori che ne hanno necessità la lettera da lui predisposta.

Parere Legale Avv. Roberto Mastalia

 

 

 

Share