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Il Dr Serravalle risponde: “battaglia dei vaccini? Riteniamo che la salute non sia e non debba diventare un campo di battaglia”

Dottor Eugenio Serravalle

Crollo delle coperture vaccinali? “Falso”

Ritorno delle malattie? “Falso”

C’è stata una strumentalizzazione del  caso “difterite” in Spagna che ha portato al decesso un bambino. E’ questo caso è un caso di malasanità”.

“Nessun vaccino è efficace al 100% né è efficace per tutta la vita”.

Queste ed altre, sono le affermazioni del Dottor Serravalle.

Articolo seguente condiviso da Assis

NON PARTECIPIAMO ALLA BATTAGLIA DEI VACCINI, PREFERIAMO RAGIONARE

http://www.assis.it/non-partecipiamo-alla-battaglia-dei-vaccini-preferiamo-ragionare/

Al di là di contrapposizioni sterili, di propaganda tendenziosa e di incitazioni all’intolleranza, l’associazione AsSIS tiene a chiarire alcuni degli aspetti più recenti emersi riguardo la pratica della vaccinazione di massa. Come medici fedeli agli impegni assunti una volta intrapresa la professione, riteniamo più che mai indispensabile fornire ai pazienti e ai cittadini informazioni chiare, trasparenti, precise sui temi che riguardano la salute, quindi anche sulle vaccinazioni.

Stiamo assistendo da mesi alla crociata di chi ha dichiarato guerra al confronto, all’approfondimento, all’analisi di dubbi e dati. Hanno parlato di “battaglia dei vaccini”. Riteniamo che la salute non sia, e non debba diventare, un campo di battaglia, né che debba o possa essere ostaggio di fazioni intente a contendersi schiere più o meno ampie di sostenitori. La salute è un diritto che si esercita grazie a scelte basate su informazioni complete.

Ecco di seguito alcuni chiarimenti che mettiamo a disposizione.

Coperture vaccinali

In molte trasmissioni televisive si parla di “crollo” o di “diminuzione allarmante” delle coperture vaccinali. Occorre rifarsi ai numeri reali: nella figura è riportato l’andamento delle coperture vaccinali (fonte: Epicentro, portale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità).com1

Non si è dunque di fronte ad un crollo; si ha a che fare con una lieve diminuzione che porta la media di alcuni decimi percentuali al di sotto del 95%, soglia indicata dal Piano Nazionale Vaccini come essenziale per ottenere quella che si chiama immunità di gregge (condizione nella quale si riduce il rischio di infezione tra gli individui suscettibili).

Sulla copertura vaccinale in grado di garantire l’immunità di gregge ci sono studi discordanti. Per fare un esempio, nel libro Vaccines di Plotkin, Orenstein e Offit, con la prefazione di Bill Gates, autori notoriamente favorevoli alla pratica vaccinale, sono riportati valori differenti che dimostrano che nel nostro Paese l’immunità di gregge è sempre assicurata.

Le malattie scomparse in Italia sono poliomielite (ultimo caso nel 1982) e difterite (ultimo caso nel 1996). Morbillo, parotite, rosolia, pertosse sono sempre state presenti, anche con coperture vaccinali molto alte.

com2

Le malattie sono tornate?

In conseguenze del lieve calo delle coperture, fonti istituzionali e media hanno ripetutamente insistito su un presunto ritorno delle malattie.

Poliomielite. Nonostante sia continuamente agitato lo spettro di questa malattia, soprattutto per la presenza di migranti e rifugiati, la poliomielite nel 2015 ha registrato un record: i casi di polio nel mondo intero dovuti a virus selvaggio sono stati in totale 70; quelli dovuti a virus vaccinico, cioè messo in circolo dalla vaccinazione sono stati 26. I 70 casi di polio dovuti a virus selvaggio si sono verificati tutti in Paesi dove la polio è ancora endemica (Pakistan e Afghanistan); invece i casi di polio da vaccino si sono verificati per la stragrande maggioranza (23 su 26) in paesi dove la polio non è più endemica e che non hanno più casi di polio dovuta a virus selvaggio. Tra questi i 2 casi segnalati in Ucraina. Il dato è facilmente riscontrabile consultando il programma di eradicazione della polio dell’Oms: www.polioeradication.org/dataandmonitoring/poliothisweek.aspx.

Difterite. Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno 2015 un bambino di 6 anni in Spagna si è ammalato ed è morto per difterite. Non era stato vaccinato. In Spagna la copertura vaccinale per Difterite/Tetano/Pertosse (3 dosi) era nel 2014 (ultimo dati resi disponibili dall’Oms:http://apps.who.int/immunization_monitoring/globalsummary/timeseries/tscoveragedtp3.html) del 97%, nel 2013 del 96%, dal 2010 al 2012 di nuovo al 97%, quindi al di sopra della soglia ritenuta necessaria per garantire l’immunità di gregge. Nel caso specifico, il portale Epicentro (www.epicentro.iss.it/problemi/difterite/RiflessioniSpagna.asp) ha reso noto che: «È un caso apparentemente isolato, statisticamente poco rilevante in un paese che secondo i dati dell’Oms, nel 2013 aveva una copertura vaccinale per 3 dosi di DPT nel 2013 è stata pari al 96%». Ha inoltre sottolineato che: vi è stato un «ritardo nella diagnosi clinica e di laboratorio: sono trascorsi 7 giorni dalla comparsa dei primi sintomi al momento in cui è stato individuata ufficialmente la presenza del C. Diphteriae»; vi è stato un «ritardo nella terapia: il successo del trattamento della difterite è legato alla rapida somministrazione dell’antitossina difterica (DAT) in combinazione con gli antibiotici.(…) Il trattamento con DAT iniziato dopo 48 ore dalla comparsa della sintomatologia tossica sistemica ha un limitato impatto sulla prognosi clinica. Il DAT rientra nella lista dei Farmaci Essenziali dell’Oms, che dovrebbero essere disponibili in ogni momento, in quantità adeguate e in formulazioni appropriate di qualità garantita. La Spagna ne era priva e nazioni di primo piano dell’Ue come Francia e Germania potevano offrire solo un farmaco scaduto. (…) L’inizio della terapia è stato quindi ulteriormente ritardato, laddove il DAT dovrebbe essere somministrato immediatamente, insieme agli antibiotici, in base solo al sospetto clinico e senza attendere la conferma del laboratorio».

Morbillo. Anche in questo caso si parla di morti nel nostro paese. I dati disponibili, forniti da Epicentro e aggiornati al novembre 2015 (www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino/RM_News_2015_22.pdf) dimostrano che i casi di morbillo in Italia sono stati 4157 dal gennaio 2013 e nessun caso di encefalite.

com3

Queste le complicanze registrate:

com4

Pertosse. Sui media (ma non su siti e documenti di fonti istituzionali) nel 2015 si è parlato della morte di un lattante di poche settimane per pertosse. Malgrado la gravità del fatto, di esso non si trova notizia sul portaleEpicentro tra gli aggiornamenti 2015 (www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/indice.asp), né sulle pubblicazioni diEurosurveillance (www.eurosurveillance.org/) né sul sito del ministero della Salute, se non nella risposta orale, priva di riferimenti e bibliografia, del ministro Lorenzin fornita durante un intervento alla Camera (www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0507&tipo=stenografico#sed0507.stenografico.tit00040.sub00070) in risposta all’interrogazione di un deputato. Si è dunque in attesa di sapere se il caso sia confermato ufficialmente oppure no. Si ricorda che, malgrado le coperture vaccinali raggiunte, la pertosse non è mai scomparsa e oggi è in aumento in diversi Paesi pur in presenza di elevate coperture. Sempre daEpicentro (www.epicentro.iss.it/problemi/pertosse/pdf/Pertosse_2014.pdf):

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Negli  anni ‘90 si è sostituito il vecchio vaccino cellulare, non più accettato per la frequenza di reazioni avverse, con i nuovi vaccini antipertosse acellulari, che hanno dimostrato la tendenza a perdere la capacità protettiva dopo 2-4 anni e che si sono rivelati non efficaci nell’impedire la circolazione del microorganismo nei e dai vaccinati (www.pnas.org/content/111/2/787).

Eventi avversi

Gli eventi avversi e gli effetti collaterali dei vaccini sono negati o taciuti. Esponenti delle stesse istituzioni sanitarie hanno dichiarato che non esistono casi di danno da vaccino, alcune trasmissioni televisive non ne hanno fatto cenno in ore di trasmissione. E’ una realtà che si vuole ignorare, che si preferisce nascondere, nonostante il Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino (www.condav.it) abbia documentazione relativa a 631 casi di danno grave e irreversibile dovuto a vaccinazione con ottenimento dell’indennizzo stabilito dalla legge. Si faccia chiarezza: se il Ministero ha riconosciuto un indennizzo ai danneggiati è perché è stato dimostrato il nesso causale tra vaccino e malattia; se, come taluno afferma, i danneggiati da vaccino non esistono, si spieghi il motivo per cui sono pagati tali indennizzi. Il sistema di vaccinovigilanza non riesce a funzionare adeguatamente, la segnalazione di sospetta reazione avversa a farmaci e vaccini è una pratica poco adottata dai medici. Nonostante ciò, nel Rapporto sulla sorveglianza post-marketing dei vaccini in Italia, anno 2013, a pagina 311 si fa riferimento a 7 decessi attribuibili alla vaccinazione antinfluenzale.

Conflitti di interesse

Un atto ispettivo del Senato (www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=953034 ) del 15 dicembre 2015 chiede conto dei conflitti di interesse con aziende produttrici di vaccini che sarebbero ascrivibili a 11 dei 20 firmatari del nuovo Piano Nazionale vaccini. La giornalista Amelia Beltramini (https://spizzichiemozzichidisalute.wordpress.com/2015/11/19/obbligo-vaccinale-e-conflitti-di-interesse/) , la cui analisi è stata citata da Science (http://news.sciencemag.org/europe/2015/12/new-vaccination-strategy-stirs-controversy-italy), ha ricostruito come appunto siano presenti tali conflitti. A chiederne conto e chiarimenti alle autorità sanitarie è anche l’associazione di medici No Grazie Pago Io. Anche AsSIS si associa alla richiesta di chiarimenti e trasparenza.

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Alcune riflessioni sull’influenza, sul vaccino e sulla loro mortalità

Alcune riflessioni sull’influenza, sul vaccino e sulla loro mortalità di Roberto Gava

GAVA ROBERTO


A causa delle recenti morti avvenute poco dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale, si è cercato di giustificare questa vaccinazione di massa affermando che è accettabile qualche caso mortale in cambio delle morti che si evitano grazie al vaccino.

Si dice che nel nostro Paese ogni anno muoiono circa 8.000 persone a causa dell’influenza. Così ha scritto l’AIFA,[1] è stato riportato in molti siti internet e lo ha comunicato anche il Presidente della Società Italiana di Medicina Generale: ”Ricordiamoci che solo lo scorso anno per complicanze legate alla patologia influenzale sono morte in Italia più di 8.000 persone e in Europa oltre 40.000″.[2]

Se queste cifre fossero vere, dobbiamo accettare il concetto che noi italiani siamo proprio deboli a livello immunitario e (anche qui) un po’ sfortunati. Infatti, in Europa ci sono 742,5 milioni di persone (dati del 2013) e in Italia 59,8 milioni (sempre dati del 2013), quindi rappresentiamo l’8% della popolazione europea e forniremmo il 20% dei decessi da virus influenzale!

 

Ma le cose non stanno così


Dal sito Flu News,[3] che è nato dalla collaborazione tra l’Istituto Superiore di Sanità, la Fondazione ISI di Torino, la Regione Piemonte e il Ministero della Salute e che integra i risultati di differenti sistemi di sorveglianza delle sindromi influenzali, possiamo rilevare i seguenti dati relativi all’inverno 2013-2014:

– Dall’inizio della sorveglianza sono stati segnalati 93 casi gravi e severi di influenza confermata, 16 dei quali sono deceduti (cfr. Tab. 1).
– L’80% dei casi gravi e l’87% dei decessi presentava almeno una patologia cronica e condizioni di rischio preesistenti.
– L’incidenza totale delle sindromi influenzali si attesta a circa 0,5 casi per 1.000 partecipanti.
– Solo il 5% dei casi di sindrome influenzale ha dichiarato di essere stato assente da scuola o dal posto di lavoro per più di un giorno.
– I dati riportati dal sistema di sorveglianza provengono da solo 13 Regioni e Province Autonome [È questo il nostro Sistema Nazionale di Sorveglianza?: n.d.a.].

Tab. 1

Regione Casi gravi Decessi
Piemonte 7 0
Lombardia 6 2
P.A. Bolzano 6 1
P.A. Trento 20 5
Veneto 10 3
Liguria 3 0
Emilia-Romagna 16 3
Toscana

1

0
Lazio 3 0
Campania 0 1
Puglia 4 0
Calabria 0 1
Sicilia 1 0
Totale 77 16

 

 

Mortalità da virus influenzale

L’epidemiologo Tom Jefferson, della Cochrane Collaboration, intervistato da Spiegel online International ha commentato:[4] “Nel caso degli anziani che muoiono di polmonite durante una sindrome influenzale, nessuno è mai andato a controllare se questi soggetti sono morti veramente di influenza o di qualche altro virus. Si ritiene che solo il 7% delle sindromi influenzali sia veramente causato dal virus dell’influenza!”.

Pertanto, se è vero che solo il 7% delle sindromi influenzali è causato dal virus influenzale vero e proprio, significa che solo il 7% delle morti attribuite alla sindrome influenzale è collegato a questo virus.

Anche se l’influenza colpisce prevalentemente i giovani, la mortalità invece riguarda prevalentemente gli anziani (l’84% dei decessi riguarda soggetti anziani con età pari o superiore a 65 anni) oppure i “pazienti ad alto rischio”, perché portatori di patologie croniche preesistenti.

 

Che differenza c’è tra sindrome influenzale e malattia influenzale?

Per definire correttamente un’influenza bisogna distinguere fin da subito la malattia influenzale dalla sindrome influenzale.

La malattia influenzale è una malattia respiratoria acuta ad eziologia virale specifica (nel senso che è ben identificabile un preciso virus eziologico: il virus influenzale) che si presenta abitualmente come epidemia invernale e si manifesta in genere con febbre, raffreddore, tosse, cefalea e malessere generale.

influenza foto

Anche la sindrome influenzale è una malattia respiratoria acuta ad eziologia virale che si presenta abitualmente come epidemia invernale e si manifesta allo stesso modo della malattia influenzale, però si differenzia da quest’ultima per essere causata NON da un virus specifico ma da alcune centinaia di altri tipi e sottotipi di patogeni respiratori virali (per esempio tutti i tipi di virus che appartengono alle famiglie dei Paramixovirus, Pneumovirus, Rhinovirus, Echovirus e molti altri tipi meno comuni).

È palese che virus diversi da quello dell’influenza NON potranno mai rispondere ad un eventuale vaccino antinfluenzale, perché è ovvio che questo induce una risposta anticorpale che è sempre rigidamente specifica nei confronti dell’antigene utilizzato.
Pertanto, il termine “influenza” è usato in modo appropriato solo quando si riferisce alla malattia influenzale, cioè a quella patologia causata solo da un preciso virus: il virus influenzale.
La conferma di queste affermazioni ci viene anche da uno studio statunitense che ha analizzato i singoli virus che causano le infezioni respiratorie (Tab. 2).[5]

 

Tab. 2

Germe Soggetti sani Soggetti con infezione respiratoria
Rhinovirus 35% 34%
Virus influenzale 30% 9%
Virus parainfluenzale 12% 4%
Virus respiratorio sinciziale 11% 4%
Adenovirus 8% 2%
Coronavirus 8%
Altri virus 4% 14%
Batteri 23%
Sconosciuto 2%
Totale 100% 100%

 

È evidente che il virus dell’influenza è stato isolato nel 30% dei soggetti sani e asintomatici, mentre nel corso di una sintomatologia da sindrome influenzale questo virus è stato isolato solo nel 9% dei malati totali (bambini e adulti). Pertanto, secondo i dati espressi da questo studio, solo il 9% delle patologie che si esprimono con la sintomatologia influenzale è causata dal vero virus influenzale e quindi solo questo ristretto numero di casi sarebbe teoricamente prevenibile dalla vaccinazione antinfluenzale.

 

Alcune considerazioni

 

I dati italiani disponibili sono sovrapponibili a quelli americani: solo il 12,27% dei casi di sindrome influenzale (in soggetti adulti) è causato dal virus dell’influenza e nei bambini la percentuale è addirittura nettamente inferiore (circa il 8%).[6] In conclusione:

– su 100 persone che si ammalano di sintomi influenzali, solo in 9 di esse la sintomatologia è causata dal virus dell’influenza;
– se tutte e 100 queste persone venissero vaccinate, solo 3-6 eviterebbero l’influenza (perché il vaccino è efficace solo nel 30-60% dei soggetti che si ammalano a causa del virus influenzale);
– i soggetti che non hanno benefici dalla vaccinazione (94-97%), sono comunque a rischio dei non pochi e non irrilevanti effetti indesiderati del vaccino;[7]
– il virus dell’influenza colpisce generalmente soggetti immunologicamente deboli e malati, mentre il vaccino può danneggiare persone apparentemente in buona salute (ce lo dimostra anche la cronaca di questi giorni con le numerose morti post-vaccinali in persone che erano in apparente buona salute);
– l’AIFA ha comunicato che “l’esito delle prime analisi effettuate sui vaccini antinfluenzali FLUAD … è stato completamente negativo. I risultati dei test hanno confermato la sicurezza di questo vaccino antinfluenzale, escludendo la presenza di endotossine”;[8]
– il Dr. Serravalle, presidente di ASSIS (Associazione di Studi e Informazione sulla Salute), ha scritto: “L’apprendere che non sono state trovate tossine anomale nelle fiale incriminate esclude una sola tra le cause che possono avere determinato i decessi. Si tratta della causa più facile e più semplice da verificare, ma non della più probabile. Tanto è vero che le morti ci sono state, e che tutte e 13 si siano verificate dopo l’inoculazione del vaccino per pura coincidenza è difficile crederlo. Ciò che va indagato è infatti il rapporto esistente tra stimolazione artificiale del sistema immunitario e possibili eventi avversi”;[9]

– tra gli effetti riportati nella scheda tecnica del FLUAD ci sono anche reazioni molto gravi e potenzialmente mortali: “… shock, vasculite, encefalomielite, trombocitopenia, ecc.”.[10]
– Tom Jefferson sul British Medical Journal scrive: “Nei bambini sotto i 2 anni l’efficacia del vaccino antinfluenzale è uguale a quella del placebo e nelle persone sane sotto i 65 anni la vaccinazione non ha effetti sui giorni di degenza, sull’assenza dal lavoro o sulla morte per influenza e sue complicazioni. Le review non hanno trovato evidenza di effetto sui pazienti con asma o fibrosi cistica”.[11]


 

Conclusioni personali

Da quanto detto possiamo sintetizzare le seguenti conclusioni:

– Purtroppo ancora oggi confondiamo la malattia influenzale causata dal vero virus dell’influenza (prevenibile dal vaccino antiinfluenzale nel 30-60% dei casi), dalla sindrome influenzale che è invece causata da molti altri virus che però, pur causando gli stessi sintomi del virus influenzale, non hanno gli stessi antigeni e quindi non rispondono assolutamente alla vaccinazione.

– L’influenza non è una patologia pericolosa e solo raramente (la letteratura accreditata parla dello 0,03% dei casi) si complica con patologie gravi e pericolose per la vita.
– L’influenza ci colpisce quando siamo deboli, stanchi, stressati o comunque immunologicamente malati, come avviene ad esempio per i pazienti anziani affetti da patologie croniche. Questi sono proprio quelli per i quali si consiglia il vaccino, ma sono anche coloro che più facilmente vanno incontro a danni da vaccino antinfluenzale.

Nel nostro Paese, le morti annuali per le complicanze dell’influenza non sono 8.000, ma forse neppure il 7-9% di questa cifra; molto probabilmente non sono neppure 16 all’anno, ma sicuramente qualche decina di più. D’altra parte, a causa dell’inefficienza del nostro Sistema di Sorveglianza delle patologie e di Farmacovigilanza, non sappiamo neppure quante siano le morti causate dal vaccino antinfluenzale. Si presume che anche queste siano molte decine all’anno, ma nessuno le conta e nella stragrande maggioranza dei casi nessuno neppure le associa al vaccino. Infatti, si ritiene che la notifica dei danni da vaccini sia da cento a mille volte inferiore alla realtà. La prova è sotto gli occhi di tutti: se anche le morti avvenute 1-2 giorni dopo la vaccinazione antinfluenzale in persone che prima facevano la loro vita normalmente non vengono riconosciute come causate dalla vaccinazione dalle Commissioni Europee e Nazionali, come potrebbero essere accettate morti che avvengono alcuni giorni o settimane dopo come è scientificamente dimostrato e accettato?[12]

Queste morti riguardano essenzialmente persone anziane, immunologicamente deboli e malate per le quali, più che il vaccino, ci vorrebbe una terapia personalizzata che stimoli e rinforzi il loro sistema immunitario; una terapia che oggi, con le conoscenze che abbiamo, è certamente fattibile, ma richiede tempo, pazienza, conoscenza, assenza di pregiudizi e la capacità di utilizzare anche medicamenti non farmacologici come i nutraceutici.

– La prevenzione dell’influenza richiede anche che si cerchi di assumere pochi farmaci e che si cerchi invece di eliminare le cause prime delle nostre patologie o debolezze, cause che non vengono mai toccate dalla terapia farmacologica, perché l’effetto finale di questa è sempre di tipo sintomatico-palliativo e non eziologico.

– La prevenzione dell’influenza richiede infine che si imposti una corretta igiene di vita: un’igiene prima di tutto alimentare, ma anche basata su un adeguato riposo notturno, sul movimento fisico e su un cammino di autocontrollo per cercare di ridurre tutte le occasioni di stress quotidiano che in realtà ognuno di noi in parte potrebbe evitare, se ci mettesse un po’ di buona volontà.


fluad

– Il vaccino antinfluenzale, come tutti gli altri vaccini, non è certamente esente da rischi e in questi giorni sicuramente almeno più di 20 nostri connazionali lo hanno tragicamente sperimentato di persona. Non ci sono stati spiegati i motivi per cui queste persone sono morte e quindi non possiamo neppure pensare ad una prevenzione per i futuri vaccinandi, ma oltre a fattori immunitari, flogistici e cardiovascolari, non dobbiamo dimenticare che il vaccino Fluad della Novartis contiene l’adiuvante MF59, cioè lo squalene, che gli USA non hanno inserito nei loro vaccini e che ha fatto molto parlare di sé sia per i danni vaccinali che hanno colpito i militari americani vaccinati per la Guerra del Golfo, sia per altri studi che ne ipotizzano la pericolosità inducendo un danno immuno-mediato che negli organismi predisposti si può manifestare anche in pochi giorni.[13]

Nonostante tutto questo, comunque, il messaggio fortemente tranquillizzante che ci giunge da coloro che sono pagati con le nostre tasse per dirci come ci dobbiamo proteggere dalle malattie è sempre lo stesso: ogni inverno, anche contro l’evidenza degli eventi mortali da vaccino antinfluenzale, ci viene detto che questa vaccinazione è sicura ed efficace e pertanto va incentivata, incrementata, adeguatamente finanziata e ovviamente continuata!

 

RIFERIMENTI

[1] http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/aggiornamento-fluad-il-prac-conclude-che-non-ci-sono-rischi-0.
[2] http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/14/11/28/morti-vaccino-fluad-bloccato.html.
[3] http://www.epicentro.iss.it/problemi/influenza/FluNews/FluNews_2014-13.pdf.
[4] http://www.spiegel.de/international/world/0,1518,637119-2,00.html.
[5] Monto A. S. Epidemiology of viral respiratory infections. Am. J. Med. 112 (suppl. 6A): 45; 2002.
[6] Bollettino di Informazione sui Farmaci 5-6; 2003.
[7] Gava R. La Sindrome Influenzale in bambini e adulti. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2012.
[8] http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/aggiornamento-fluad-il-prac-conclude-che-non-ci-sono-rischi-0.
[9] http://www.assis.it/vaccini-antinfluenzali-non-sono-solo-le-tossine-nelle-fiale-che-devono-preoccupare/.
[10] https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_007127_031840_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3.
[11] http://www.bmj.com/content/333/7574/912.
[12] World Health Organization. Causality assessment of adverse events following immunization. Weekly Epidemiological Record 2001; 76: 85-92; n. 12.
[13] Bhakdi S, Lackner K, Doerr HW. Possible hidden hazards of mass vaccination against new influenza A/H1N1: have the cardiovascular risks been adequately weighed? Med Microbiol Immunol. 2009 Nov;198(4):205-9.


 

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