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Alcune riflessioni sull’influenza, sul vaccino e sulla loro mortalità

Alcune riflessioni sull’influenza, sul vaccino e sulla loro mortalità di Roberto Gava

GAVA ROBERTO


A causa delle recenti morti avvenute poco dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale, si è cercato di giustificare questa vaccinazione di massa affermando che è accettabile qualche caso mortale in cambio delle morti che si evitano grazie al vaccino.

Si dice che nel nostro Paese ogni anno muoiono circa 8.000 persone a causa dell’influenza. Così ha scritto l’AIFA,[1] è stato riportato in molti siti internet e lo ha comunicato anche il Presidente della Società Italiana di Medicina Generale: ”Ricordiamoci che solo lo scorso anno per complicanze legate alla patologia influenzale sono morte in Italia più di 8.000 persone e in Europa oltre 40.000″.[2]

Se queste cifre fossero vere, dobbiamo accettare il concetto che noi italiani siamo proprio deboli a livello immunitario e (anche qui) un po’ sfortunati. Infatti, in Europa ci sono 742,5 milioni di persone (dati del 2013) e in Italia 59,8 milioni (sempre dati del 2013), quindi rappresentiamo l’8% della popolazione europea e forniremmo il 20% dei decessi da virus influenzale!

 

Ma le cose non stanno così


Dal sito Flu News,[3] che è nato dalla collaborazione tra l’Istituto Superiore di Sanità, la Fondazione ISI di Torino, la Regione Piemonte e il Ministero della Salute e che integra i risultati di differenti sistemi di sorveglianza delle sindromi influenzali, possiamo rilevare i seguenti dati relativi all’inverno 2013-2014:

– Dall’inizio della sorveglianza sono stati segnalati 93 casi gravi e severi di influenza confermata, 16 dei quali sono deceduti (cfr. Tab. 1).
– L’80% dei casi gravi e l’87% dei decessi presentava almeno una patologia cronica e condizioni di rischio preesistenti.
– L’incidenza totale delle sindromi influenzali si attesta a circa 0,5 casi per 1.000 partecipanti.
– Solo il 5% dei casi di sindrome influenzale ha dichiarato di essere stato assente da scuola o dal posto di lavoro per più di un giorno.
– I dati riportati dal sistema di sorveglianza provengono da solo 13 Regioni e Province Autonome [È questo il nostro Sistema Nazionale di Sorveglianza?: n.d.a.].

Tab. 1

Regione Casi gravi Decessi
Piemonte 7 0
Lombardia 6 2
P.A. Bolzano 6 1
P.A. Trento 20 5
Veneto 10 3
Liguria 3 0
Emilia-Romagna 16 3
Toscana

1

0
Lazio 3 0
Campania 0 1
Puglia 4 0
Calabria 0 1
Sicilia 1 0
Totale 77 16

 

 

Mortalità da virus influenzale

L’epidemiologo Tom Jefferson, della Cochrane Collaboration, intervistato da Spiegel online International ha commentato:[4] “Nel caso degli anziani che muoiono di polmonite durante una sindrome influenzale, nessuno è mai andato a controllare se questi soggetti sono morti veramente di influenza o di qualche altro virus. Si ritiene che solo il 7% delle sindromi influenzali sia veramente causato dal virus dell’influenza!”.

Pertanto, se è vero che solo il 7% delle sindromi influenzali è causato dal virus influenzale vero e proprio, significa che solo il 7% delle morti attribuite alla sindrome influenzale è collegato a questo virus.

Anche se l’influenza colpisce prevalentemente i giovani, la mortalità invece riguarda prevalentemente gli anziani (l’84% dei decessi riguarda soggetti anziani con età pari o superiore a 65 anni) oppure i “pazienti ad alto rischio”, perché portatori di patologie croniche preesistenti.

 

Che differenza c’è tra sindrome influenzale e malattia influenzale?

Per definire correttamente un’influenza bisogna distinguere fin da subito la malattia influenzale dalla sindrome influenzale.

La malattia influenzale è una malattia respiratoria acuta ad eziologia virale specifica (nel senso che è ben identificabile un preciso virus eziologico: il virus influenzale) che si presenta abitualmente come epidemia invernale e si manifesta in genere con febbre, raffreddore, tosse, cefalea e malessere generale.

influenza foto

Anche la sindrome influenzale è una malattia respiratoria acuta ad eziologia virale che si presenta abitualmente come epidemia invernale e si manifesta allo stesso modo della malattia influenzale, però si differenzia da quest’ultima per essere causata NON da un virus specifico ma da alcune centinaia di altri tipi e sottotipi di patogeni respiratori virali (per esempio tutti i tipi di virus che appartengono alle famiglie dei Paramixovirus, Pneumovirus, Rhinovirus, Echovirus e molti altri tipi meno comuni).

È palese che virus diversi da quello dell’influenza NON potranno mai rispondere ad un eventuale vaccino antinfluenzale, perché è ovvio che questo induce una risposta anticorpale che è sempre rigidamente specifica nei confronti dell’antigene utilizzato.
Pertanto, il termine “influenza” è usato in modo appropriato solo quando si riferisce alla malattia influenzale, cioè a quella patologia causata solo da un preciso virus: il virus influenzale.
La conferma di queste affermazioni ci viene anche da uno studio statunitense che ha analizzato i singoli virus che causano le infezioni respiratorie (Tab. 2).[5]

 

Tab. 2

Germe Soggetti sani Soggetti con infezione respiratoria
Rhinovirus 35% 34%
Virus influenzale 30% 9%
Virus parainfluenzale 12% 4%
Virus respiratorio sinciziale 11% 4%
Adenovirus 8% 2%
Coronavirus 8%
Altri virus 4% 14%
Batteri 23%
Sconosciuto 2%
Totale 100% 100%

 

È evidente che il virus dell’influenza è stato isolato nel 30% dei soggetti sani e asintomatici, mentre nel corso di una sintomatologia da sindrome influenzale questo virus è stato isolato solo nel 9% dei malati totali (bambini e adulti). Pertanto, secondo i dati espressi da questo studio, solo il 9% delle patologie che si esprimono con la sintomatologia influenzale è causata dal vero virus influenzale e quindi solo questo ristretto numero di casi sarebbe teoricamente prevenibile dalla vaccinazione antinfluenzale.

 

Alcune considerazioni

 

I dati italiani disponibili sono sovrapponibili a quelli americani: solo il 12,27% dei casi di sindrome influenzale (in soggetti adulti) è causato dal virus dell’influenza e nei bambini la percentuale è addirittura nettamente inferiore (circa il 8%).[6] In conclusione:

– su 100 persone che si ammalano di sintomi influenzali, solo in 9 di esse la sintomatologia è causata dal virus dell’influenza;
– se tutte e 100 queste persone venissero vaccinate, solo 3-6 eviterebbero l’influenza (perché il vaccino è efficace solo nel 30-60% dei soggetti che si ammalano a causa del virus influenzale);
– i soggetti che non hanno benefici dalla vaccinazione (94-97%), sono comunque a rischio dei non pochi e non irrilevanti effetti indesiderati del vaccino;[7]
– il virus dell’influenza colpisce generalmente soggetti immunologicamente deboli e malati, mentre il vaccino può danneggiare persone apparentemente in buona salute (ce lo dimostra anche la cronaca di questi giorni con le numerose morti post-vaccinali in persone che erano in apparente buona salute);
– l’AIFA ha comunicato che “l’esito delle prime analisi effettuate sui vaccini antinfluenzali FLUAD … è stato completamente negativo. I risultati dei test hanno confermato la sicurezza di questo vaccino antinfluenzale, escludendo la presenza di endotossine”;[8]
– il Dr. Serravalle, presidente di ASSIS (Associazione di Studi e Informazione sulla Salute), ha scritto: “L’apprendere che non sono state trovate tossine anomale nelle fiale incriminate esclude una sola tra le cause che possono avere determinato i decessi. Si tratta della causa più facile e più semplice da verificare, ma non della più probabile. Tanto è vero che le morti ci sono state, e che tutte e 13 si siano verificate dopo l’inoculazione del vaccino per pura coincidenza è difficile crederlo. Ciò che va indagato è infatti il rapporto esistente tra stimolazione artificiale del sistema immunitario e possibili eventi avversi”;[9]

– tra gli effetti riportati nella scheda tecnica del FLUAD ci sono anche reazioni molto gravi e potenzialmente mortali: “… shock, vasculite, encefalomielite, trombocitopenia, ecc.”.[10]
– Tom Jefferson sul British Medical Journal scrive: “Nei bambini sotto i 2 anni l’efficacia del vaccino antinfluenzale è uguale a quella del placebo e nelle persone sane sotto i 65 anni la vaccinazione non ha effetti sui giorni di degenza, sull’assenza dal lavoro o sulla morte per influenza e sue complicazioni. Le review non hanno trovato evidenza di effetto sui pazienti con asma o fibrosi cistica”.[11]


 

Conclusioni personali

Da quanto detto possiamo sintetizzare le seguenti conclusioni:

– Purtroppo ancora oggi confondiamo la malattia influenzale causata dal vero virus dell’influenza (prevenibile dal vaccino antiinfluenzale nel 30-60% dei casi), dalla sindrome influenzale che è invece causata da molti altri virus che però, pur causando gli stessi sintomi del virus influenzale, non hanno gli stessi antigeni e quindi non rispondono assolutamente alla vaccinazione.

– L’influenza non è una patologia pericolosa e solo raramente (la letteratura accreditata parla dello 0,03% dei casi) si complica con patologie gravi e pericolose per la vita.
– L’influenza ci colpisce quando siamo deboli, stanchi, stressati o comunque immunologicamente malati, come avviene ad esempio per i pazienti anziani affetti da patologie croniche. Questi sono proprio quelli per i quali si consiglia il vaccino, ma sono anche coloro che più facilmente vanno incontro a danni da vaccino antinfluenzale.

Nel nostro Paese, le morti annuali per le complicanze dell’influenza non sono 8.000, ma forse neppure il 7-9% di questa cifra; molto probabilmente non sono neppure 16 all’anno, ma sicuramente qualche decina di più. D’altra parte, a causa dell’inefficienza del nostro Sistema di Sorveglianza delle patologie e di Farmacovigilanza, non sappiamo neppure quante siano le morti causate dal vaccino antinfluenzale. Si presume che anche queste siano molte decine all’anno, ma nessuno le conta e nella stragrande maggioranza dei casi nessuno neppure le associa al vaccino. Infatti, si ritiene che la notifica dei danni da vaccini sia da cento a mille volte inferiore alla realtà. La prova è sotto gli occhi di tutti: se anche le morti avvenute 1-2 giorni dopo la vaccinazione antinfluenzale in persone che prima facevano la loro vita normalmente non vengono riconosciute come causate dalla vaccinazione dalle Commissioni Europee e Nazionali, come potrebbero essere accettate morti che avvengono alcuni giorni o settimane dopo come è scientificamente dimostrato e accettato?[12]

Queste morti riguardano essenzialmente persone anziane, immunologicamente deboli e malate per le quali, più che il vaccino, ci vorrebbe una terapia personalizzata che stimoli e rinforzi il loro sistema immunitario; una terapia che oggi, con le conoscenze che abbiamo, è certamente fattibile, ma richiede tempo, pazienza, conoscenza, assenza di pregiudizi e la capacità di utilizzare anche medicamenti non farmacologici come i nutraceutici.

– La prevenzione dell’influenza richiede anche che si cerchi di assumere pochi farmaci e che si cerchi invece di eliminare le cause prime delle nostre patologie o debolezze, cause che non vengono mai toccate dalla terapia farmacologica, perché l’effetto finale di questa è sempre di tipo sintomatico-palliativo e non eziologico.

– La prevenzione dell’influenza richiede infine che si imposti una corretta igiene di vita: un’igiene prima di tutto alimentare, ma anche basata su un adeguato riposo notturno, sul movimento fisico e su un cammino di autocontrollo per cercare di ridurre tutte le occasioni di stress quotidiano che in realtà ognuno di noi in parte potrebbe evitare, se ci mettesse un po’ di buona volontà.


fluad

– Il vaccino antinfluenzale, come tutti gli altri vaccini, non è certamente esente da rischi e in questi giorni sicuramente almeno più di 20 nostri connazionali lo hanno tragicamente sperimentato di persona. Non ci sono stati spiegati i motivi per cui queste persone sono morte e quindi non possiamo neppure pensare ad una prevenzione per i futuri vaccinandi, ma oltre a fattori immunitari, flogistici e cardiovascolari, non dobbiamo dimenticare che il vaccino Fluad della Novartis contiene l’adiuvante MF59, cioè lo squalene, che gli USA non hanno inserito nei loro vaccini e che ha fatto molto parlare di sé sia per i danni vaccinali che hanno colpito i militari americani vaccinati per la Guerra del Golfo, sia per altri studi che ne ipotizzano la pericolosità inducendo un danno immuno-mediato che negli organismi predisposti si può manifestare anche in pochi giorni.[13]

Nonostante tutto questo, comunque, il messaggio fortemente tranquillizzante che ci giunge da coloro che sono pagati con le nostre tasse per dirci come ci dobbiamo proteggere dalle malattie è sempre lo stesso: ogni inverno, anche contro l’evidenza degli eventi mortali da vaccino antinfluenzale, ci viene detto che questa vaccinazione è sicura ed efficace e pertanto va incentivata, incrementata, adeguatamente finanziata e ovviamente continuata!

 

RIFERIMENTI

[1] http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/aggiornamento-fluad-il-prac-conclude-che-non-ci-sono-rischi-0.
[2] http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/14/11/28/morti-vaccino-fluad-bloccato.html.
[3] http://www.epicentro.iss.it/problemi/influenza/FluNews/FluNews_2014-13.pdf.
[4] http://www.spiegel.de/international/world/0,1518,637119-2,00.html.
[5] Monto A. S. Epidemiology of viral respiratory infections. Am. J. Med. 112 (suppl. 6A): 45; 2002.
[6] Bollettino di Informazione sui Farmaci 5-6; 2003.
[7] Gava R. La Sindrome Influenzale in bambini e adulti. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2012.
[8] http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/aggiornamento-fluad-il-prac-conclude-che-non-ci-sono-rischi-0.
[9] http://www.assis.it/vaccini-antinfluenzali-non-sono-solo-le-tossine-nelle-fiale-che-devono-preoccupare/.
[10] https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_007127_031840_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3.
[11] http://www.bmj.com/content/333/7574/912.
[12] World Health Organization. Causality assessment of adverse events following immunization. Weekly Epidemiological Record 2001; 76: 85-92; n. 12.
[13] Bhakdi S, Lackner K, Doerr HW. Possible hidden hazards of mass vaccination against new influenza A/H1N1: have the cardiovascular risks been adequately weighed? Med Microbiol Immunol. 2009 Nov;198(4):205-9.


 

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VACCINAZIONI E VIAGGI

Qual è la profilassi per le vaccinazioni in caso di viaggi all’estero??

Ecco qui una serie di articoli che vi spiegheranno il da farsi..nazione per nazione tutte le vaccinazioni consigliate .. 

BUONA LETTURA

 


 

 

Da quello che emerge di seguito, ci  sono vaccinazioni raccomandate e non obbligatorie

 

http://www.torrinomedica.it/studio/profilassi/uvyz.asp#axzz2Nvl8D22W


 

 

V

Paese Febbre Gialla Malaria Profilassi raccomandata
Vanuatu vaccinazione non raccomandata dall’ OMS – Nessun obbligo di vaccinazione per i viaggiatori internazionali. Il rischio di trasmissione della Malaria è basso/moderato ed è causato principalmente da ceppi di P. falciparum esiste tutto l’anno in tutto il Paese.E’ segnalata resistenza di P. falciparum alla clorochina e sulfadossina-pirimetamina.E’ riportata una resistenza del P. vivax alla clorochina. Protezione contro la puntura di insetti + chemioprofilassi con:
1. Meflochina
2. Doxiciclina
3. Atovaquone + proguanil
(in base al tipo di farmaco-resistenza)
Venezuela vaccinazione raccomandata dall’ OMS – Nessuna richiesta di vaccinazione per i viaggiatori.
La vaccinazione è raccomandata per tutti i viaggiatori di età superiore ai 9 mesi o più, tranne per quelli menzionati di seguito.
La vaccinazione non è generalmente raccomandata (1) per i viaggiatori i cui itinerari sono limitati alle seguenti aree: l’intero stato di Aragua, Carabobo, Miranda, Vargas e Yaracuy e Distretto Federale.
La vaccinazione non è raccomandata per i viaggiatori i cui itinerari sono limitati alle seguenti aree:  gli interi stati di Falcon e Lara, l’area peninsulare del comune di Paez della provincia di Zuila, l’Isola di Margarita e le città di Caracas e Valencia.

(1) La vaccinazione è generalmente non raccomandata nelle aree dove il potenziale di trasmissione della febbre gialla è basso. Tuttavia, la vaccinazione dovrebbe essere presa in considerazione per un esiguo gruppo di coloro che viaggiano in queste aree, i quali hanno un rischio aumentato di esposizione al virus (es: viaggi prolungati, esposizione prolungata alle zanzare, impossibilità di evitare le punture di zanzara). Nel momento in cui prende in considerazione la vaccinazione, ogni viaggiatore deve tener conto del rischio di essere infettato dal virus della febbre gialla, dei requisiti per l’ammissione nel Paese, così come dei fattori di rischio individuali (es: età, stato immunitario) per quanto riguarda gravi eventi avversi associati al vaccino.

Il rischio di trasmissione della Malaria, dovuto a P. vivax ( 75%);P. falciparum (25%), è basso/moderato ed esiste tutto l’anno in alcune zone rurali di Amazonas, Bolivar e negli stati del Delta Amacuro. il rischio è basso in Apure, Monagas, Sucre e Zuila. Il rischio di Malaria, trasmessa da P. falciparum, è principalmente ristretto alle regioni (giungla ed aree rurali) degli Stati di: Amazonas (Alto Orinoco, Atabapo, Atures, Autana, Manapiare) e Bolìvar (Cedeno, El Callao, Gran Sabana, Piar, Raul Leoni, Rocio, Sifontes e Sucre). E’ segnalata resistenza di P. falciparum alla clorochina e sulfadossina-pirimetamina. Aree a rischio di P. vivax:Protezione contro la puntura di insetti + chemioprofilassi con clorochina

Aree a rischio di P. falciparum:

Protezione contro la puntura di insetti + chemioprofilassi con:
1. Meflochina
2. Doxiciclina
3. Atovaquone + proguanil
(in base al tipo di farmaco-resistenza)

Vietnam vaccinazione non raccomandata dall’OMS – Il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla è richiesto ai viaggiatori di età superiore ad un anno provenienti da zone a rischio di trasmissione febbre gialla. Il rischio di Malaria, dovuto principalmente a ceppi di P. falciparum , è presente durante tutto l’anno e in tutto il paese con esclusione dei centri urbani, il delta del fiume Rosso e le aree costiere pianeggianti del centro-Vietnam. Aree ad alto rischio sono le regioni sotto i 1500 mt. a sud del 18′ parallelo, soprattutto le quattro regioni montane centrali delle province di: Dak Lak, Gia Lai e Kon Tum, Dak Nong, provincia di Binh Phuoc e le parti occidentali delle province costiere di Quang Tri, Quang Nam, Ninh Thuan e Khanh Hoa. E’ segnalata resistenza alla clorochina e sulfadossina-pirimetamina e alla meflochina Protezione contro la puntura di insetti + chemioprofilassi con:
1. Meflochina
2. Doxiciclina
3. Atovaquone + proguanil
(in base al tipo di farmaco-resistenza)

Y

Paese Febbre Gialla Malaria Profilassi raccomandata
Yemen vaccinazione non raccomandata dall’ OMS – Il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla è richiesto ai viaggiatori di età superiore ad un anno provenienti da aree con rischio di trasmissione febbre gialla. La Malaria è trasmessa prevalentementemda ceppi di P. falciparum, tutto l’anno, ma soprattutto tra settembre e febbraio incluso, in tutto il Paese al di sotto dei 2000 mt. Non vi sono rischi nella città di Sanà. Il rischio di malaria sull’isola di Socotra è molto limitato. E’ segnalata resistenza di P. falciparum alla clorochina e sulfadossina-pirimetamina. Protezione contro la puntura di insetti + chemioprofilassi con:
1. Meflochina
2. Doxiciclina
3. Atovaquone + proguanil
(in base al tipo di farmaco-resistenza)Nell’isola di Socotra:

Protezione contro la puntura di insetti

Yugoslavia (ex) Nessun obbligo Nessuna

Z

Paese Febbre Gialla Malaria Profilassi raccomandata
Zambia vaccinazione generalmente non raccomandata dall’ OMS – Nessun obbligo di vaccinazione per i viaggiatori internazionali.
La vaccinazione non è generalmente raccomandata (1) per i viaggiatori che si recano nelle seguenti aree:  tutte le province del nord-ovest e dell’ovest.
La vaccinazione non è raccomandata in tutte le altre aree non sopra menzionate.

(1) La vaccinazione è generalmente non raccomandata nelle aree dove il potenziale di trasmissione della febbre gialla è basso. Tuttavia, la vaccinazione dovrebbe essere presa in considerazione per un esiguo gruppo di coloro che viaggiano in queste aree, i quali hanno un rischio aumentato di esposizione al virus (es: viaggi prolungati, esposizione prolungata alle zanzare, impossibilità di evitare le punture di zanzara). Nel momento in cui prende in considerazione la vaccinazione, ogni viaggiatore deve tener conto del rischio di essere infettato dal virus della febbre gialla, dei requisiti per l’ammissione nel Paese, così come dei fattori di rischio individuali (es: età, stato immunitario) per quanto riguarda gravi eventi avversi associati al vaccino.

Il rischio di Malaria, prevalentemente da P. falciparum, è presente in tutto il Paese (inclusa Lusaka) durante tutto l’anno. E’ segnalata resistenza di P. falciparum alla clorochina e sulfadossina-pirimetamina. Protezione contro la puntura di insetti + chemioprofilassi con:
1. Meflochina
2. Doxiciclina
3. Atovaquone + proguanil
(in base al tipo di farmaco-resistenza)
Zimbabwe vaccinazione non raccomandata dall’ OMS – Il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla è richiesto ai viaggiatori provenienti da zone a rischio di trasmissione febbre gialla. Il rischio di Malaria, dovuto prevalentemente a ceppi di P. falciparum, è presente da novembre a giugno incluso, nelle aree al di sotto dei 1200 mt. Fa eccezione la Valle dello Zambezi in cui la malaria è presente in tutto l’anno. Ad Harare e Bulawayo il rischio è trascurabile. E’ segnalata resistenza di P. falciparum alla clorochina e sulfadossina-pirimetamina. Protezione contro la puntura di insetti + chemioprofilassi con:
1. Meflochina
2. Doxiciclina
3. Atovaquone + proguanil
(in base al tipo di farmaco-resistenza)

http://www.torrinomedica.it/studio/profilassi/uvyz.asp#ixzz35phhlpVW



 

 

Bisogna vaccinare un bambino quando ci si reca all’estero?


 

bambini vaccini


Molte persone si chiedono cosa fare quando devo andare all’estero per un periodo più o meno lungo con bambini non vaccinati. Come comportarsi in una tale situazione? Ecco ad esempio un’email ricevuta in questi giorni:

Buonasera dr Gava,
negli ultimi due anni ho letto con interesse alcuni suoi libri e articoli a proposito dei vaccini e proprio stasera uno sull’uso del paracetamolo nei neonati. La contatto perché vorrei avere la sua opinione.
Sono la madre di una bimba di 19 mesi NON VACCINATA e ora sono incinta all’ottava settimana. In Italia mi sento molto tranquilla e sono riuscita a tenere a bada l’ansia dei nonni e del padre. Tra circa un mese, a causa del lavoro di mio marito, ci trasferiremo negli Emirati Arabi, luogo molto occidentalizzato ma anche pieno di immigrazione dal subcontinente indiano. Tra i rischi salute ci sono epatiti, difterite, vaiolo, ecc. … compare addirittura la peste. Le condizioni igieniche sono ottime nei grandi alberghi e centri commerciali, ma nei parchi e per strada la cosa che mi ha fatto più impressione è che tutti sputano ….
Noi, vivendo là, frequenteremo i luoghi pubblici e quindi usciremo dal circuito occidentale.
Vorrei sapere se secondo lei in questo caso devo valutare la possibilità di vaccinare per alcune cose mia figlia (non per malattie esantematiche, ovviamente) e il nascituro/a.
Avendo lavorato con disabili per molti anni sono molto combattuta, ma mio marito e i nonni stanno facendo fronte comune e comincio ad essere a corto di argomenti.
La ringrazio …. S.



Premetto che non è facile rispondere a questi quesiti per email senza conoscere e senza poter visitare il bambino in oggetto e questo non solo perché è palesemente ovvio che un consiglio medico vada dato solo dopo aver visitato il paziente e capito veramente qual è il suo problema, ma anche perché la decisione se vaccinare o meno un bambino deve essere valutata veramente alla luce delle sue condizioni psico-fisiche, oltre che ambientali, e alla sua precedente storia biopatografica.


Pertanto, quello che consiglio lo riassumerei nei punti seguenti:

1 – Se è possibile, cercare un medico senza preconcetti sulle vaccinazioni e dotato di molta esperienza anche sulla gestione dei danni vaccinali e di moltissimo buon senso (oggi sempre più raro) e fargli visitare il bambino prima della partenza per l’estero.


2 – Se questo non è possibile (ed effettivamente non è una cosa sempre fattibile), direi di andare con estrema tranquillità nel Paese estero e di attendere qualche mese sia affinché il bambino si ambienti (ogni cambio di ambiente è uno stress per il sistema immunitario di una persona e questo è particolarmente vero per un bambino piccolo con sistema immunitario particolarmente immaturo) e per avere modo di capire quali sono i reali rischi effettivi e non solo i rischi teorici, che possono essere diffusi degli organi sanitari che, per motivi medico-legali e di immagine, tendono sempre a mettere le mani davanti e far prendere precauzioni eccessive per non correre il rischio di essere criticati.


3 – Nel caso ci siano vaccinazioni obbligatorie (come il vaccino contro la febbre gialla per alcuni Paesi), eseguirle alcuni mesi prima di partire e comunque non prima di aver adeguatamente preparato l’organismo del bambino con una terapia omeopatica personalizzata che permette di ridurre al minimo i danni vaccinali.


3 – Considerare che OGGI il pericolo più frequente non lo si corre nel non vaccinare ma nel vaccinare e questo è tanto più vero quanto più il bambino è piccolo, immunologicamente più debole anche della sua età e quanto più numeroso è il numero dei vaccini inoculati insieme. Diverso sarebbe il discorso se i vaccini venissero eseguiti singolarmente e scegliendo di volta in volta quello più importante in base alle necessità concrete del bambino e alle sue condizioni. In particolare, bisogna valutare: anamnesi familiare di patologie allergiche o autoimmunitarie o di debolezze immunitarie; storia del bambino durante la gravidanza e dopo la nascita; caratteristiche fisiche; predisposizioni patologiche e condizioni immunitarie; alimentazione e condizioni generali di igiene di vita; situazione ambientale in cui vive, ecc. (dato che questi dati non si possono valutare correttamente né per email né per telefono, è palese che serve un’adeguata visita medica).


4 – Se non ci sono situazioni di emergenza (credo siano evenienze eccezionali), attendere che il bambino cresca e che abbia almeno 2-3 anni prima di considerare l’evenienza di una ipotetica vaccinazione.


5 – La sola vaccinazione che si può considerare con un occhio mezzo benevolo è l’antitetanica, ma anche in questo caso io direi che è meglio prima farsi bene un’idea di cos’è OGGI il tetano e di quello che si può fare prima di vaccinare. Per tali motivi consiglio prima la lettura di un libretto che ho scritto proprio perché si acquisisca un’adeguata consapevolezza su questo vaccino quando si inizia a porsi il problema se somministrarlo o meno (se è vero che le ASL chiedono la firma di quello che loro chiamano “Consenso Informato”, credo sia bene che ognuno di noi sia veramente INFORMATO).


6 – In ogni caso, se serve realmente vaccinare, somministrare un solo vaccino e passare ad uno successivo solo dopo aver concluso il ciclo del primo (ma, se devo essere sincero, non ho idea di quale possa essere il secondo vaccino indicato dopo quello antitetanico, dato che anche quest’ultimo per me va usato solo in casi molto selezionati: non dimentichiamo che i bambini non sono a rischio di tetano, diversamente degli adulti o, meglio ancora, degli anziani).


7 – Non dimenticare mai che i vaccini sono farmaci veri e propri e che nessun farmaco va somministrato a caso e senza un’adeguata valutazione del rapporto rischio-beneficio per quel singolo soggetto che lo deve ricevere. Chi si lascia condizionare dall’ansia, dalla paura, da quello che fanno gli altri, da quello che si faceva una volta (quando si pensava che i vaccini facessero solo bene!), da quello che dicono gli altri (specie i nonni, che hanno ancora “nel sangue” il concetto che i vaccini sono essenziali e che sono la più innocua e potente arma protettiva), da quello che di solito dicono i medici vaccinatori … oggi corre il serio rischio di incappare in qualche problema.


Bisogna sempre informarsi per diventare consapevoli; bisogna sempre ragionare e non agire d’impulso, non demandare mai ad ignoti la gestione della salute dei propri figli, cercare un medico di fiducia dotato di tanta conoscenza e di una quantità ancora maggiore di buon senso e, se lo si è trovato, tenerselo molto stretto perché credo che, OGGI, valga ben più dell’oro.


 

fonte dell’articolo reperibile di seguito

http://www.informasalus.it/it/articoli/vaccinare-bambino-estero.php?pn=172


 

 

 

 

 

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Guida alle letture , video e articoli

libro

Vaccinazioni tra scienza e propaganda. Elementi critici di riflessione Di Claudia Benatti,Franco Ambrosi,Carla Rosa

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