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Quando sospettare un danno da vaccino

Quando sospettare un danno da vaccino

giugno 27
12:33 2014

Quando sospettare un danno da vaccino in un bambino piccolo?

vaccinazioni pediatriche
Quando sospettare un danno da vaccino in un bambino piccolo?
La parola al dr.Gava
Ricevo quotidianamente decine di email di genitori che chiedono consigli su come comportarsi con i loro figli che hanno avuto disturbi o patologie gravi dopo le vaccinazioni pediatriche. Purtroppo, io non sono assolutamente in grado di rispondere a tutti, anche se mi rendo conto che un bambino con danno da vaccino dovrebbe essere curato quanto prima per evitare che il danno si instauri irreversibilmente in lui alterando in particolare le sue capacità e le sue future potenzialità neuro-psichiche.

 

Ora vorrei accennare molto brevemente quando bisogna sospettare un danno vaccinale in un neonato o comunque in un bambino piccolo. A tale riguardo ricordo che i danni da vaccino hanno praticamente sempre le seguenti caratteristiche:

– Il bambino presenta una debolezza psico-fisica precedente (più il bambino è piccolo e più è a rischio di danno vaccinale; quando invece il bambino viene lasciato crescere e maturare, il rischio di danno vaccinale si riduce, anche se non scompare del tutto).

– Il vaccino slatentizza la debolezza soggettiva di ogni bambino agendo prevalentemente sul sistema immunitario e su tutti gli apparati strettamente collegati con questo: sistema nervoso centrale e periferico, apparato gastro-enterico, apparato respiratorio e apparato cutaneo (sono comunque possibili praticamente quasi tutte le patologie pediatriche, perché il sistema immunitario è alla base di qualsiasi processo flogistico e la flogosi è alla base di qualsiasi patologia, specialmente in un bambino piccolo).

– La latenza con cui il vaccino induce un danno visibile da parte dei genitori o dei medici varia da pochi giorni a circa 1-2 mesi e dipende dall’intensità dell’alterazione immunitaria, dalla maturità tessutale (o anche età anagrafica) del bambino, dalle predisposizioni genetiche, da come si è svolta la gravidanza e specialmente il parto, dai trattamenti farmacologici assunti (specie quelli con antibiotici e corticosteroidi), dalla correttezza nutrizionale dell’alimentazione assunta dal bambino e dalla madre durante la gravidanza e dopo il parto in caso di allattamento al seno, dalle malattie avute (specie virali) sia dal bambino che dalla madre durante la gravidanza e in particolare dal numero dei vaccini ricevuti e dall’età in cui sono stati somministrati.
– Il danno da vaccino è quasi sempre aspecifico e difficilmente inquadrabile dalle nostre attuali conoscenze, almeno nei primi 1-2 anni della sua manifestazione (in un tempo successivo il danno diventerà sempre più grave e quindi evidente, ma molto raramente permetterà che i medici diagnostichino con certezza il fattore eziologico che lo ha determinato, … anche perché i vaccini non vengono quasi mai presi in considerazione). – Il danno vaccinale in genere non risponde ai trattamenti farmacologici di routine (e se risponde, risponde parzialmente e richiede dosaggi elevati e in genere trattamenti farmacologici multipli).

– Il danno da vaccino raramente manifesta grandi alterazioni ematochimiche tra gli esami che comunemente vengono eseguiti e comunque non fornisce facili interpretazioni dei referti ematologici alla luce delle nostre attuali conoscenze fisiopatologiche.

A livello della diagnosi laboratoristica, il danno da vaccino va indagato con vari esami che possiamo suddividere in esami di primo e secondo livello.

Tra gli esami di primo livello, e quindi quelli più comuni e che dovrebbero essere eseguiti anche prima della vaccinazione, ricordiamo in particolare: – Esame emocromocitometrico con formula leucocitaria – VES, PCR, elettroforesi proteica – Sideremia, ferritina, glicemia, lipemia, creatinina – Fosfatasi alcalina, CPK, LDH, GGT, transaminasi, vitamina D3 – Elettroliti plasmatici (sodio, potassio, magnesio, calcio e fosforo inorganico) – Dosaggio delle immunoglobuline (IgG, IgA, IgM, IgE) – TSH, T3, T4 – Esame completo delle urine – Tipizzazione linfocitaria – Tipizzazione tessutale HLA di classe I e II – Test di intolleranza alimentare (RAST-test) – Mineralogramma del capello.

Tra gli esami di secondo livello, che dovrebbero essere eseguiti sempre quando c’è un danno vaccinale anche solo leggermente sospetto, ricordiamo in particolare:

– Valutazione dello stress ossidativo: dosaggio plasmatico del glutatione ridotto e ossidato e misura del loro rapporto (GSH/GSSG), dosaggio degli F2-isoprostani urinari, neopterina urinaria (espressione di iperattivazione immunitaria)

– Valutazione dello stress cellulare: dosaggio plasmatico del DNA cellulare libero – Valutazione del danno genomico: dosaggio della la 8-idrossi 2-deossiguanosina urinaria (8-OHdG)
– Valutazione del danno del sistema nervoso centrale: dosaggio del criptopirrolo urinario e dell’istamina plasmatica

– Valutazione delle porfirine urinarie (uroporfirine e coproporfirine), che possono essere espressione di danno farmacologico, intossicazione di metalli tossici o di sostanze chimiche tossiche, disordini genetici, iponutrizione, patologie epatiche, stress ossidativo

– Valutazione di un danno metabolico: aminoacidi plasmatici (compresa l’omocisteina) e urinari, istamina plasmatica, acidi organici e acido orotico urinario

– Valutazione della capacità di detossificazione: dosaggio della glutatione S-transferasi – Dosaggio plasmatico delle vitamine antiossidanti: vitamina A, C, E (queste vitamine rappresentano un sistema antiossidante alternativo o parallelo al sistema che vede impegnato il glutatione)

– Dosaggio plasmatico delle IgM e IgG verso i principali virus (Cytomegalovirus, Epstein-Barr virus, Varicella-Zoster virus, Herpes Simplex virus) – Dosaggio plasmatico degli anticorpi verso i virus vaccinali (epatite B, poliovirus, morbillo, parotite, rosolia) e verso i batteri vaccinali (difterite, tetano, pertosse) assunti.

Alcuni esami del secondo livello possono non essere eseguiti dai comuni laboratori convenzionati con il nostro Servizio Sanitario e allora consiglio di contattare il laboratorio FLEMING di Brescia facendosi però fare prima un preventivo di spesa perché alcuni esami potrebbero essere costosi (questo laboratorio, che appartiene ad una catena europea di laboratori molto specialistici, prevede anche l’invio del sangue con corriere in modo da non doversi recare a Brescia, ma prevede pure la collaborazione con moltissimi comuni laboratori di analisi mediche presenti nelle nostre città che eseguono il prelievo e lo spediscono poi al Fleming di Brescia).

Ricordo però che, invece di eseguire a tappeto molti esami, una adeguata visita medica e un approccio rigidamente personalizzato è indispensabile per un vantaggioso percorso diagnostico e terapeutico. Non sono molti i medici che hanno la competenza, la pazienza e la cultura sufficienti per agire in questo modo, ma i medici omeopati, specialmente di approccio unicista, sono certamente quelli che meglio di tutti hanno gli strumenti e le conoscenze appropriate per conseguire i risultati auspicati.

 

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