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Vaccini: Accordo tra Stato e Regioni? Fallisce per legge e per mancanza di soldi

Vaccini: Accordo tra Stato e Regioni? Fallisce per legge e per mancanza di soldi

Vaccini: Accordo tra Stato e Regioni? Fallisce per legge e per mancanza di soldi
febbraio 02
05:15 2017

Vaccini obbligatori L’ accordo «storico» fallisce per legge (e per i pochi soldi) .

Dopo aver celebrato il patto tra ministero e regioni, la lorenzin costretta ad ammettere che «nessuna intesa è stata raggiunta»

 

ANSA CODACONS

vaccini
Il solito pasticcio all’ italiana. E, tanto per cambiare, sulla pelle degli italiani. Neanche una settimana fa era stato annunciato in pompa magna il Piano nazionale vaccini 2017-2019 e subito dopo l’ accordo Governo e Regioni sull’ esigenza di arrivare in tempi brevi ad una legge nazionale sulla «obbligatorietà delle vaccinazioni». L’ obiettivo è garantire un’ offerta vaccinale uniforme in tutte le zone del Paese. Alla soddisfazione del ministro Beatrice Lorenzin si era aggiunta quella del presidente dell’ Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, che aveva definito un «accordo storico» l’ intesa raggiunta all’ unanimità tra Stato e Regioni per «rendere obbligatorie le vaccinazioni per l’ accesso a nidi e scuole materne e rimuovere i medici che sconsigliano i vaccini». All’ idea di un piano nazionale obbligatorio si era arrivati dopo che regioni, come Emilia, Friuli Venezia Giulia e Toscana, hanno già deciso per l’ obbligatorietà delle vaccinazioni. Poi però, il Veneto, ha dal 2007 «sospeso» l’ obbligo vaccinale per le quattro vaccinazioni obbligatorie anche se lo ripristinerebbe con procedura d’ urgenza «in caso di pericolo per la salute pubblica», Lazio e Puglia sono ancora incerte, mentre la Lombardia ha ribadito il suo «no» all’ obbligatorietà. Tanto è bastato alla Lorenzin per chiarire che «nessuna intesa è stata raggiunta, ma si è trattato di una interlocuzione istituzionale su di un tema di grande interesse per le famiglie italiane». E sì, perché tanta richiesta di vaccini c’ è stata a novembre e dicembre dopo la psicosi meningite (ogni anno in Italia ci sono circa 200 casi da meningococco), ma un calo di vaccinazioni in generale si è avuto dopo la bufala vaccini -autismo che ha portato tanti genitori a rifiutare anche le vaccinazioni «base», ovvero obbligatorie, diverse da quelle raccomandate. Nel nostro Paese obbligatorie per i nuovi nati sono la vaccinazione antidifterica, antitetanica, antipolio e antiepatite B. Le vaccinazioni raccomandate, invece, sempre per i bambini sono quelle contro il morbillo, la parotite, la rosolia, haemophilus B, lo pneumococco, il meningococco C e l’ Hpv (papilloma virus). Le nuove vaccinazioni obbligatorie previste nel Piano sono l’ antimeningococco B e rotavirus (primo anno di vita), antivaricella, antiHpv anche per i maschi undicenni, antimeningococco tetravalente per gli adolescenti, antipneumococco e vaccino per l’ Herpes Zoster negli anziani, per aumentare progressivamente negli anni la copertura contro queste patologie. Dopo polio free arrivare dunque a morbillo free e rosolia free ma né le famiglie, né tutte le Regioni se la sentono di «obbligare» i cittadini a una serie di vaccini così numerosi a prescindere dalla reale esigenza di rischio epidemiologico. Un obbligo peraltro non consentito per legge in base all’ art. 32 della Costituzione che prevede la volontarietà implicita dei trattamenti sanitari, riservando l’ obbligatorietà solo in caso di previsione legislativa, la cosiddetta riserva di legge. Il «tso», il trattamento sanitario obbligatorio, infatti, viene applicato dai Comuni, se esiste un interesse collettivo, quando un cittadino che soffre di gravi disturbi psichiatrici rifiuta le cure. Impossibile dunque equiparare i vaccini ai tso ma se il Piano diventa obbligatorio allora sarà necessaria un’ altra riserva di legge. Insomma la toppa diventa peggio del buco.

L’ obiettivo della ministra Lorenzin di superare la confusione che ancora esiste tra la gente tra vaccinazioni obbligatorie e consigliate rendendo le obbligatorie, di ampliare la platea dei vaccinati e di sanzionare i medici inadempienti, fallisce davanti la legge. E non soltanto. Potrebbe naufragare anche a causa degli scarsi finanziamenti. Le nuove vaccinazioni sono comprese nei nuovi livelli essenziali di assistenza (i Lea) e quindi, sottoposti al giudizio della Commissione che dovrà studiare oltre all’ impatto dei Lea stessi sul territorio, la tempistica delle somministrazioni comprese nei 100 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio. In sostanza, obbligare o raccomandare, etica o salu te? Se per il Ministero obbligare le vaccinazioni significa fare un atto di responsabilità soprattutto nei confronti delle fasce di popolazione più fragili come i bambini, gli anziani o le persone immunodepresse, a raccomandarle dovrebbero essere soprattutto i medici che invece di dialogare con i propri pazienti si ritrovano ad applicare atti burocratici per evitare di uscire dalle «linee guida».

Intanto la Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) d’ accordo sul Piano, ritiene infrazione deontologica del medico il consiglio a non vaccinare tanto da prevedere la radiazione dall’ Albo, mentre annuncia battaglia il Codacons: «Ci rivolgeremo alla Corte europea dei diritti dell’ uomo per bloccare una iniziativa che è una violenza nei confronti delle famiglie». Sul piede di guerra anche vari gruppi di genitori: i «Genitori del NO Toscana» contano già oltre 1.500 aderenti e si vogliono costituire in Comitato contro l’ obbligo vaccinale.
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