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Sanità Italiana? “Noi vendiamo all’estero”.

Articolo di  “Il Sole24Ore”

Il gruppo di costruzioni Astaldi mette in vendita i quattro ospedali toscani di Prato, Pistoia, Lucca e Apuane, realizzati in project financing con un investimento di 419 milioni e un percorso tormentato che si è protratto per 12 anni (l’avviso pubblico della Regione risale al 2003 mentre l’ultimo ospedale, quello delle Apuane, è stato inaugurato il 15 gennaio scorso) .

Ospedali-in-vendita

La decisione di Astaldi di uscire dalle principali concessioni di lavori pubblici che detiene, anticipata oggi dal quotidiano digitale Edilizia e Territorio-Sole 24 Ore , si lega alla volontà di ridurre l’indebitamento (988 milioni al dicembre scorso). Per i quattro ospedali toscani, così come per la linea 5 della metropolitana milanese e per l’ospedale di Mestre, «ci sono già pretendenti», secondo quanto annunciato dall’amministratore delegato di Astaldi, Filippo Stinellis.

Il cambio di proprietà dei quattro ospedali toscani si lega a quello, annunciato nei giorni scorsi, della cessione di un portafoglio di infrastrutture realizzate (o in via di realizzazione) in project financing dal gruppo Condotte, tra cui l’ospedale di Empoli, il people mover di Pisa e la centrale di trigenerazione energetica del polo ospedaliero di Careggi, a Firenze. Ad acquisire l’80% del portafoglio – del valore di oltre 700 milioni di euro – è stata Infracapital, divisione di investimenti in infrastrutture della britannica M&G Investments.
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“Introdurre il reato di violenza ostetrica”. Presentata alla camera, nonostante la contrarietà dei ginecologi

Parto. “Introdurre il reato di violenza ostetrica”. Arriva la proposta di legge. Ma è polemica

Presentata dal deputato  la proposta prevede anche norme per un sistema di accountability annuale, dei singoli ospedali e dell’azienda nell’insieme, accessibile al pubblico, redatto in modo trasparente e comunicato in formato aperto (pubblicazione on line, pagine web dedicate). Ma i ginecologi sono contrari.

parto

Di seguito il testo.

  • http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato3417803.pdf

Articolo di “Quotidiano Sanità”
Una norma per introdurre il reato di violenza ostetrica e per frenare coercizione, abusi verbali, carenza di consenso realmente informato. Questa, ma non solo la novità principale contenuta nella proposta di legge : “Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico” presentata alla Camera dal deputato Adriano Zaccagnini (Sinistra Italiana).

“Per trascuratezza e carenze di formazione del personale – spiega il deputato di Sinistra Italiana – in Italia c’e’ un alto tasso di abusi al momento del parto e troppo spesso senza alcuna sanzione. Spesso il personale ha una formazione non aggiornata rispetto alla promozione di un parto non medicalizzato e comunque non basata su un reale consenso informato”. Ma sul progetto è polemica con i ginecologi.

Mentre sui social ha molto successo la campagna #bastatacere. In poche settimane più di 20mila like su facebook.

Cosa prevede la proposta. La proposta di legge promuove “il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità personale della partoriente e del neonato, nonché l’appropriatezza degli interventi al fine di ridurre il ricorso al taglio cesareo, al parto vaginale operativo e a tutte le pratiche lesive dell’integrità psico-fisica della donna, incluse le umiliazioni verbali. Il capo II è dedicato ai diritti delle donne e al consenso informato, libero e consapevole ai trattamenti medici durante il travaglio e il parto”.

Tra le misure l’introduzione della “fattispecie della violenza ostetrica, una tipologia di violenza contro le donne, già classificata da legislazioni di Paesi dell’America latina e che consiste nell’appropriazione del corpo e del processo riproduttivo delle donne da parte del personale medico attraverso trattamenti disumani e degradanti e la medicalizzazione del processo del travaglio e del parto. Tali abusi producono la perdita di autonomia della donna e della capacità di decidere liberamente del proprio corpo e della propria sessualità con conseguenze sulla qualità della vita”.

Individuati anche “i diritti del neonato e pone il divieto di donazione del sangue del cordone ombelicale in quanto biologicamente appartenente al neonato”. E stabiliti “i compiti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano che, attraverso i rispettivi piani sanitari e sulla base delle risorse umane e finanziarie disponibili, devono fornire un’adeguata informazione, tramite le strutture sanitarie presenti nel territorio (consultori familiari), alla partoriente sul parto fisiologico e realizzare modelli assistenziali per il percorso della nascita e per il rafforzamento della tutela della salute e del benessere della madre e del neonato, nel rispetto delle finalità e dei requisiti individuati dalla legge.

Obbligo di previsione per le aziende sanitarie di “un sistema di accountability annuale, dei singoli ospedali e dell’azienda nell’insieme, accessibile al pubblico, redatto in modo trasparente e comunicato in formato aperto (pubblicazione on line, pagine web dedicate)”. Inoltre, le aziende sanitarie £devono fornire all’utenza strumenti telematici e cartacei per la valutazione dell’assistenza ricevuta e per la documentazione degli esiti in termini di salute. Le aziende sanitarie devono fornire anche agli operatori sanitari, dipendenti dell’azienda, strumenti di valutazione dell’assistenza prestata, in particolare quando si tratta di casi difficili, con esiti infausti”.

Previsto anche “per diminuire i contenziosi legali e il ricorso alla medicina difensiva, che le aziende sanitarie devono utilizzare il sistema di open disclosure, caratterizzato dall’assoluta trasparenza e comunicazione rispettosa tra le famiglie e gli operatori coinvolti negli eventi avversi. I risultati delle valutazioni dell’utenza e del personale sanitario dovranno essere pubblicati annualmente nel sito internet istituzionale dell’azienda sanitaria. Le aziende sanitarie devono provvedere a fornire un modello di piano del parto alle donne che intraprendono un percorso di maternità, redatto e aggiornato nel corso della gravidanza con l’aiuto di un’ostetrica. A tale fine le aziende sanitarie possono incaricare i consultori sanitari già esistenti, valorizzando i loro servizi. La rete consultoriale deve essere rivalutata e potenziata, in particolare per quanto riguarda l’offerta di corsi di accompagnamento alla nascita, i cui esiti sono di comprovata efficacia per la salute materno-infantile”.

“Le aziende sanitarie devono altresì promuovere i rapporti con il territorio e con la comunità, in particolare valorizzando il volontariato e le madri peer-to-peer. A tale fine devono essere disposti tavoli multidisciplinari e inclusivi della società civile presso le aziende sanitarie con riunioni a cadenza semestrale”.

Previsto infine che “il Ministro della salute presenti con cadenza almeno annuale alle Camere una relazione sullo stato di attuazione della legge”.

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Allerta SB 162 : Vaccini obbligatori per il personale sanitario nell’Indiana

SB 162? UNA VIOLENZA INAUDITA

Costretti a vaccinazione tutti i lavoratori ospedalieri dell’Indiana. Il Senato ha votato all’unanimità.

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Nella foto,le infermiere che preferiscono indossare maschere di protezione anziché sottoporsi a profilassi vaccinale contro l’influenza.

Fonte NVIC.org

AVVISO URGENTE PER L’INDIANA .

Tutti i dipendenti dell’ospedale dovranno sottoporsi forzatamente alla vaccinazione antinfluenzale. In Senato passa all’unanimità. Chi si opporrà, non potrà continuare a lavorare nella struttura ospedaliera.

Il disegno di legge SB 162 , prevede una forzata vaccinazione senza lasciare alcuna capacità di decisione ai dipendenti ospedalieri, nonostante l’inefficacia della vaccinazione antinfluenzale.

Il disegno di legge SB 162 è stato scritto e presentato  dai senatori Patricia Miller e James Arnold .

Approvato all’unanimità in  Senato il 2/2/16 (50 si e 0 no) ,il disegno di legge è stato modificato nel modo peggiore. Mentre la versione introdotta del disegno di legge richiedeva la vaccinazione solo in caso di consenso informato con la dovuta accettazione da parte dei lavoratori di tutti i rischi (pag. 2 righe 26-40)la versione finale OBBLIGA  a sottoporsi a profilassi vaccinale,ritenendo la medesima prativa una condizione necessaria per continuare a svolgere il proprio lavoro.

Il disegno di legge SB 162 deve essere contrastato perché :

1. Come condizione di impiego, richiede un minimo di 8 vaccini per i dipendenti dell’ospedale : influenza, varicella, morbillo, parotite, rosolia, tetano, difterite e pertosse ( pagina 2 righe 13-16 ).
Questi vaccini erano disponibili per i dipendenti ma ora sono obbligatori,nonostante anche l’opposizione dei sindacati.

Non c’è alcuna garanzia che il dipendente risponda o meno alla vaccinazione come non è sicuro che diventi lui stesso il vettore della malattia per cui si è sottoposto a vaccinazione.

Secondo il CDC (dichiarazioni del 2014-2015) il vaccino antinfluenzale è efficace solo il 19% .

La Cochrane Collaboration afferma quanto segue:
“Gli individui vaccinati con un vaccino di pertosse acellulare possono diventare portatori della pertosse e possono infettare i neonati. Non vi è alcuna prova che la sola vaccinazione degli operatori sanitari impedisca lo spargersi dell’influenza o delle sue complicanze (infezioni del tratto respiratorio inferiore, ospedalizzazione) nei soggetti sessantenni. Pertanto non esiste alcuna prova sicura che possa giustificare una vaccinazione a tappeto degli operatori sanitari”.

2. LA VACCINAZIONE  diviene una condizione di impiego. Qualsiasi vaccinazione ricevuta e sopratutto quelli raccomandati  dal Comitato consultivo in materia di immunizzazione, divengono lascia passare per l’impiego ospedaliero. ( Pagina 2 righe 29-37 ).

Anche se questo disegno di legge richiede la vaccinazione degli 8 sopra elencati, i singoli ospedali potrebbero aggiungere qualsiasi altra vaccinazione a proprio piacimento poichè la legge non pone alcun limite a questo.

E’ proprio grazie a questa ragione che si è potuto includere ulteriori vaccinazioni come ad esempio quella dell’epatite A, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo b, meningococco, pneumococco, papillomavirus umano, e Zoster .
Ci sono parecchie migliaia di studi clinici condotti sui vaccini,anche per le malattie infettive e non infettive come la gonorrea, la sifilide, clamidia, HIV / AIDS, l’herpes genitale, RSV, streptococco B, citomegalovirus, l’epatite C, la tubercolosi, e-coli, salmonella , asma, diabete, obesità, anti-cocaina ed eroina. Molti di questi saranno addirittura aggiunti al programma di vaccinazione per gli adulti i quali si ritroveranno ad avere il sistema immunitario sempre più compromesso.
3. Consente agli ospedali, il licenziamento dei dipendenti che non ricevono i vaccini necessari ( pagina 2 righe 38-42 ) e protegge l’ospedale o l’agente da qualsiasi responsabilità per gli eventuali danni  (9-13 ).

Purtroppo gli operatori sanitari si trovano a dover scegliere tra il diritto al lavoro e quello alla salute. Questo è un ricatto vero e proprio.

I produttori dei Vaccini,come gli stessi medici che li consigliano vivamente,si ritrovano ad essere già protetti dalla responsabilità di eventi avversi e decessi,tutto ciò non è giusto.
Ma in ballo cosa c’è?
La corrente nota fiscale della SB 162 afferma che questo disegno di legge potrebbe “aumentare i ricavi dell’ospedale che la effettuerà e la metterà in pratica”.
4. Rimuove l’esenzione personale. ( Pagina 2 linee 39-40 )

Questo viola i diritti sul consenso informato dei dipendenti dell’ospedale, i quali sono molto preoccupati.
Il  governo degli Stati Uniti ha pagato più di $ 3.3 miliardi di dollari per le vittime e i danneggiati da vaccino.
Sempre più persone hanno reazioni avverse a seguito di una vaccinazione.

5. Privare l’esenzione religiosa. Insomma nessuna scelta del ricevente perchè “ricevere l’immunizzazione è contro le credenze religiose del dipendente”( pagina 2 la linea 37-38 ), consentendo ad ospedale di comportarsi in maniera dittatoriale senza se e senza ma( pagina 3 linee 36-39 ).

6. Limita l’esenzione medica . Dovrà esserci un “clinicamente controindicata “, senza tenere conto dei pareri medici che sconsiglierebbero la vaccinazione ad un soggetto immunocompromesso ad esempio.

Ci sono molti motivi di salute al di fuori delle strette controindicazioni del CDC ,per questo un medico dovrebbe essere libero  di decidere se esentare  un suo paziente.

SB 162 non consente una deroga per l’immunità naturale,questo è aberrante.

Varicella, morbillo, parotite, rosolia e influenza sono tutti i virus che il dipendente avrebbe potuto contrarre in passato ricevendone pertanto l’immunità,ma su  questo non si transige.

La vaccinazione non è solo inutile e ridondante, ma mette la salute e la sicurezza del lavoratore a rischio.

Per le azioni necessarie troverete le delucidazioni al seguente link

AZIONE NECESSARIA:

http://iga.in.gov/legislative/find-legislators/ o se si è registrato con il NVIC Advocacy Portal, registrazione / login al http://NVICAdvocacy.org .Mail [email protected] .
Ricordiamo che il National Vaccine Information Center (NVIC) lavora diligentemente per preparare e diffondere le azioni di difesa legislativa e di supporto in merito a questa scottante e onerosa tematica.

 

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Cancro: meccanismi oscuri e “deviati” della ricerca

Cancro: meccanismi oscuri e “deviati” della ricerca


***Quarta parte***


Reportage documentato sui meccanismi oscuri che stanno dietro il palcoscenico della ricerca sul cancro. I motivi del fallimento, le persecuzioni ai ricercatori “deviati”, il giro d’affari, le coperture politiche e l’asfissiante propaganda di terapie pesantemente nocive.Uno strumento di notevole utilità per capire, o affrontare con coscienza, uno dei fenomeni oggi più preoccupanti per la salute umana.


.LE STATISTICHE E I RELATIVI PARAMETRI: SONO REALI E OGGETTIVI?

.L’Introduzione del termine “RELATIVO” dal parte del NCI nei parametri


cancro tabelle


Il prof. John Bailar, biostatistico dell’Università di Harvard,assieme a Smith, dell’Università dello Iowa intervennero nel 1994 all’incontro annuale della Commissione USA sul cancro, analizzando i dati degli ultimi  30 anni.

Risultato?

Sempre più persone erano colpite e morivano di cancro,eppure molte più persone sopravvivevano più a lungo

Sebbene i dati di mortalità fossero aggiustati tenendo conto della crescita e invecchiamento della popolazione,come spiegare questo paradosso?

Bailar e Smith contestarono l’introduzione da parte dell’NCI del parametro di “sopravvivenza relativa”. L’aggettivo RELATIVO fa subito “lievitare le statistiche di sopravvivenza” di 7 o 8 punti percentuali! Ciò è  avvenuto verso la metà degli anni ’60.

I DATI PERCIO’ DIVENTANO RELATIVI POICHE’ ESISTE UNA STIMA DI MORTI PREVISTE.

  • Usando i dati relativi,se un paziente affetto da cancro,muore per un’altra causa (anche a causa degli effetti della chemio) nelle statistiche questo risulta un caso di guarigione.

QUESTO RENDE PROBLEMATICO IL CONFRONTO CON LE VECCHIE STATISTICHE!

Come fa notare il Dott.Jones (1969 incontro annuale a New Orleans dell’American Cancer Society),il confronto con il passato è improponibile perché alcune forme semimaligne cutanee sono state da qualche anno classificate come Cancri.Facendo ciò, il numero di casi che avevano una lunga sopravvivenza sono aumentati istantaneamente.


 

Bailar e Smith sottolinearono pecche ancora più determinanti nell’elaborazione
statistica del National Cancer Institute (NCI).

Una cosa importante è che l’NCI ha negli ultimi, anni scelto arbitrariamente di riportare solo le cifre sui bianchi.

≪L’incidenza di morte per cancro della popolazione di colore è aumentata di uno straordinario 77% negli ultimi 30 anni. Includere le persone di colore avrebbe significato rovinare le statistiche≫.

La soluzione dell’NCI era stata allora di metterli in un gruppo separato e non sommabile al totale. Inoltre Bailar e Smith fecero notare che i dati sul cancro ai polmoni furono DICHIARATAMENTE OMESSI.

L’NCI si giustifica affermando che l’elevata incidenza di mortalità di questo tipo di cancro non ha nulla a che fare con l’efficacia o l’inefficacia dei trattamenti applicati.


 

Le scelte “sul campo”

oncologia


Ci sono poi alcune pecche nel modo di presentare i singoli studi scientifici o i dati elaborati dagli ospedali.

Gli oncologi possono selezionare i loro casi per esempio,e scegliere solo quei pazienti che ( si pensa) abbiano le maggiori probabilità di sopravvivenza.

≪Se si esaminano da vicino i casi operati da un chirurgo che ha una percentuale di sopravvivenza straordinariamente elevata, si scoprirà quasi sicuramente che il chirurgo ha rifiutato di operare molti pazienti con una minore possibilità di sopravvivenza a lungo termine. Le incidenze di sopravvivenza nel cartellino di chirurghi di capacità uguali possono essere basse a causa del numero di casi difficili cui non si sono voluti sottrarre≫.


La maggior parte dei dottori ci tengono ad avere un’elevata percentuale di sopravvivenza: tali statistiche possono essere decisive nel determinare l’allocazione dei finanziamenti governativi, promozioni o affluenza di altri pazienti. Lo stesso vale per i centri di ricerca.

Un famoso protocollo sulla chemioterapia che attualmente viene largamente usato per curare i cancri al seno, aveva scelto per un ampio studio SOLO quelle donne per cui la massa tumorale era stata ridotta del 60% dopo la prima sessione di cura. Nonostante questa eclatante omissione, la differenza di sopravvivenza senza tumori fra le pazienti sottoposte a trattamento e quelle non sottoposte era soltanto del 12%. Valutando i dati originari, risulta chiaro che la chemioterapia probabilmente riduce la probabilità di sopravvivenza.

E questo trattamento è quello attualmente considerato la “cura standard” per le donne affette da cancro al seno (Robert Mendelsohn, prof. di Medicina e Presidente Commissione di abilitazione medica, Università dell’Illinois) .


Sempre più spesso nella letteratura medica si parla del problema della chiusura anticipata del trial clinico, con valutazioni intermedie rispetto al punto finale precedentemente pianificato che capovolge totalmente la valutazione di un determinato protocollo chemioterapico (Hughes, AD., Pocock S.J., “Regole per interruzione dei trial clinici e valutazione dei problemi che questi presentano”, Statistics inMed, n. 7, 1231 42, 1988).

Insomma i titoli trionfalistici dei giornali (≪il 50% dei tumori oggi guarisce≫,La Stampa, 12 aprile 1995) nascondono una realtà dove l’ottimismo sembra davvero ingiustificato.

A partire dal 1975 il giornalista Daniel Greenberg  analizzò da vicino le cifre rilasciate dal National Cancer Institute e intervistò oncologi e ricercatori. Egli scoprì un ≪quadro molto più nero di quello che di solito viene dipinto alla gente dalle istituzioni di ricerca sul cancro≫.

Greenberg notò che ≪oggi il paziente, che in teoria dovrebbe beneficiare del germogliare della ricerca sul cancro avviata negli anni cinquanta, ha invece approssimativamente le stesse percentuali di probabilità di sopravvivere cinque anni di un paziente il cui cancro fosse stato scoperto prima che la ricerca sul cancro fosse iniziata.Gli studi pubblicati relativamente alle terapie convenzionali per il cancromostrano dei miglioramenti solo nel trattamento della leucemia infantile. La sopravvivenza a 5 anni di tutti i tipi di leucemie, però, rimane tragicamente bassa [4%].Il periodo medio di sopravvivenza nelle statistiche governative si misura ancora in mesi, non in anni, e questo nonostante i risultati apparentemente ottimi per la leucemia≫( A critical look at Cancer coverage, Columbia Journalism Review, 1975).


 

national cancer istitute


 

La contraffazione delle statistiche e i “non” tumori

Teniamo a mente questo precetto: per paziente guarito si intende colui che non è morto dopo 5 anni.

Nel 1984 H. Bush, del Regional Cancer Center di London in Ontario (USA),spiegò sulla rivista Science il motivo per cui le statistiche di sopravvivenza del cancro sembravano migliori di quanto fossero in realtà: ≪Queste statistiche stanno migliorando non tanto grazie ad un miglior trattamento, ma a causa delle
diagnosi sempre più precoci, le quali fanno semplicemente “partire prima” il periodo dei cinque anni≫


E’ stato documentato che i “Pap test” danno un’elevata percentuale di falsi positivi.
Cioè la diagnosi è tumore, ma il tumore non è presente. In parecchie occasioni (le statistiche canadesi e americane lo confermano) si è provveduto a togliere l’utero,in base ad una diagnosi errata o addirittura in forma preventiva, in numerosi casi di cancro niente affatto reali, ma solo “sospetti”.

Ciò sembrerebbe assurdo, se non fosse per il fatto che l’operazione,oltre a generare profitto all’oncologo, migliora anche la sua percentuale di successo, in quanto la donna operata,di un cancro inesistente, risulterà guarita.

Ogni dimissione ospedaliera risulta una guarigione

“Se una persona viene dimessa dall’ospedale si dice che è in remissione.
Quando ritorna viene curata e viene dimessa un’altra volta. Se ogni dimissione viene considerata come un dato positivo, allora i risultati migliorano. Un individuo può essere registrato in remissione ripetutamente, diciamo 9 volte, e verrà registrato morto una volta sola: allora si avrà un 90% di guarigione e il 10% di mortalità. La fortuna dei medici è che si muore una volta sola”..


 

Da un’intervista a dott. Di Bella, gennaio 1998 (di cui vi verrà fornito un link di una delle sue varie interviste)

Pubblicato il 02 feb 2015
La terza puntata sul tema della lotta al cancro attraverso interviste al Prof. Giuseppe Di Bella

 

Il parametro su cui si basa la storia clinica del malato di cancro è la “risposta al farmaco”.


chemioterapia immagine


 

Le “false guarigioni”

Un Esempio?

Se un paziente con microcitoma polmonare (un tumore particolarmente maligno e le cellule tumorali sono altamente indifferenziate,cioè riproducono esclusivamente se stesse),dopo 6 cicli convenzionali di chemioterapia che dura circa sei mesi(viene chiamata “chemioterapia di prima linea”, può ottenere
anche la scomparsa della massa neoplastica. Il paziente risulta “guarito”. Se a distanza di altri sei mesi compaiono metastasi (in questo caso in genere sono epatiche o cerebrali), cioè se il tumore riesplode, e in modo non controllabile, quella stessa persona figurerà come un nuovo paziente, perché “quello di prima” risulta guarito.

Nel caso in questione, poi, si inizierà una terapia detta di “seconda linea”che non sarà più specifica (cioè con gli stessi chemioterapici) come la precedente poiché, se la prima è fallita (il cancro si è difeso creando cloni di cellule resistenti a quel farmaco,così come succede con gli antibiotici). La possibilità di azzeramento della patologia, vista la diffusione del male, non esiste più. Nella casistica però rimane la scomparsa di quel tumore. Esiste poi una chemioterapia di “terza linea”, detta anche “di salvataggio”, che non è altro che un bombardamento finale realizzato con un cocktail di chemioterapici.


 

Alla fine nella casistica il Paziente operato = paziente clinicamente guarito

Come abbiamo detto precedentemente quindi,un paziente viene dimesso dopo un ciclo di chemio da un ospedale e risulta guarito. A distanza di un anno si presentano delle metastasi: a questo punto, per le più svariate ragioni,non torna a farsi curare nello stesso ospedale, ma in un altro.

Risulterà un nuovo caso. Quello precedente ha avuto esito favorevole,perché è guarito! Ecco perché,come avete visto, “il 50% dei tumori oggi guarisce e il restante 50% si cura”!!!
(Speciale Di Bella, gennaio 1998, Il Resto del Carlino, Il giorno, La nazione, Zanfi Editori)


Annalisa Parisi, che ha lavorato due anni come segretaria di reparto in Oncologia al S.Camillo di Trento (oggi è dipendente dell’Azienda USL) ha provato a denunciare lo scandalo delle statistiche sui malati di tumore truccate presso politici e assessori, ma senza trovare ascolto.

≪Le statistiche le fanno a modo loro. La verità è che per le statistiche, piccole o grandi che siano, prendono solo i gruppi di pazienti che fanno più comodo≫

E a proposito della guarigione del marito [grazie al protocollo Di Bella] aggiunge:

≪Ne ho visti morire tanti con lo stesso tumore di Guido, anche al primo stadio. Anche se erano molto meno gravi di mio marito, per loro la chemioterapia è stata inutile≫


 

 

 

 

 

 

 

 

 

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