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Conosciamo gli effetti dei metalli pesanti nello sviluppo dei nostri figli?

L’esposizione precoce di neonati e bambini alle tossine non influenza solo la loro crescita individuale, ma la società nel suo complesso, secondo quanto affermano il Dr. Bruce Lanphear, ricercatore in ambito medico, e la Simon Fraser University, che hanno coprodotto un filmato su questo tema.

studio

Il filmato intitolato “Little Things Matter” (Le piccole cose contano, ndt), mostrato alla conferenza del 20-21 Novembre all’Università di Ottawa, illustra gli effetti delle tossine sui bambini e sottolinea il fatto che anche minimi livelli di sostanze chimiche possono causare danni irreversibili al cervello ed ostacolare lo sviluppo neurologico.

Lanphear, un esperto nel suo campo, è stato nominato ricercatore principale per il suo studio più recente che esamina esposizioni fetali e durante la prima infanzia alle maggiori tossine ambientali quali piombo, pesticidi, mercurio, alcol, PCB e fumo di sigaretta.

 

I ritardanti di fiamma tendono a disperdersi nell’ambiente contaminando le persone

Il progetto ha appena ricevuto ulteriori fondi che hanno permesso a Lanphear di studiare i bambini della coorte di nascita iniziale sino ai cinque anni di età, analizzando l’efficacia del controllo dei rischi sui livelli di piombo del sangue dei bambini ed il loro rischio di sviluppare disturbi di apprendimento e di comportamento.

 

In “Little Things Matter,” Lanphear spiega che le sostanze chimiche sono biologicamente attive anche a bassi livelli, in qualche caso influenzando il quoziente intellettivo (Q.I.) dei bambini. I PBDE, o ritardanti di fiamma, non sono chimicamente legati alle plastiche, alle schiume o ai tessuti nei quali sono utilizzati, perciò sono in grado di disperdersi esponendo le persone e l’ambiente.

 

Un Q.I. più basso nei bambini è direttamente correlato all’esposizione chimica precoce

Il punteggio medio di Q.I. nei bambini è compreso fra circa 85 e 115, mentre solo il 2,5% dei bambini (cioè 6 milioni) ha un QI pari o superiore a 130, che li classifica come “dotati”. Dall’altro lato della distribuzione, un altro 2,5% ha un Q.I. inferiore a 70, che li classifica come “ritardati.”

Gli studi mostrano che quando il carico corporeo di PBDE aumenta nelle donne in gravidanza, le abilità intellettuali del loro bambino diminuiscono. Quando i livelli di PBDE aumentano da 10 parti per miliardo (PPB) a 100 ppb, il Q.I. di un bambino diminuisce di ben 5 punti.  Uno scherma simile si riscontra quando i bambini sono esposti ai pesticidi organofosfati in età precoce.

 

Il piombo, che è stato trovato nel sangue del 100% dei soggetti in esame, causa danni simili.

 

Man mano che il livello di piombo nel sangue dei bambini aumenta da zero a 100 ppb, i quozienti intellettivi crollano di 6 punti circa. I Q.I. scendono di altri 2 punti quando i livelli di piombo aumentano da 100 ppb a 200 ppb, e diminuiscono di 1 punto ancora quando raggiungono i 300 ppb.

 

Un crollo di 5 punti nel Q.I. causato dall’esposizione al piombo comporta un aumento del 57% nel numero di bambini che vengono considerati ritardati, aumentando da 6 milioni a 9,4 milioni. Il numero dei bambini dotati scende da 6 milioni a 2,4 milioni.

 

“Esistono prove inconfutabili che i disturbi dell’apprendimento e punteggi inferiori nei Q.I. possono essere attribuiti a bassi livelli di esposizione a metalli pesanti quali piombo e mercurio, tossine persistenti come i policlorobifenili (PCB) e ad altre tossine che comprendono i pesticidi organofosfati (OP)  e i composti utilizzati come ritardanti di fiamma.  Queste tossine sono molto comuni nei nostri ambienti quotidiani,” afferma Lanphear. “I bambini sono esposti continuamente a moltissime tossine e a parecchie sostanze chimiche non testate. Queste sostanze sono biologicamente attive a dosi molto basse. Non possiamo continuare ad ignorare l’impatto delle tossine sul cervello in fase di sviluppo e sull’abilità di apprendimento dei bambini

 

Come ridurre l’esposizione alle tossine

“Molte aziende negli USA e in Canada inseriscono sostanze tossiche nei prodotti di consumo, rilasciandole nell’ambiente prima di testarne gli effetti” spiega Lanphear, aggiungendo che si dovrebbero mettere in atto regolamentazioni più restrittive al fine di proteggere i nostri bambini, come avviene ad esempio nell’Unione Europea dove le sostanze chimiche devono essere testate prima della loro messa in commercio.

 

Ci sono molte cose che si possono fare singolarmente per proteggere i propri bambini, tra cui mangiare cibo biologico, evitare l’uso di pesticidi in casa, controllare i livelli di piombo e pulire costantemente i pavimenti e le superfici per rimuovere particelle chimiche indesiderate.

 

Bibliografia

https://www.epa.gov/assessing-and-managing-chemicals-under-tsca

http://www.ecy.wa.gov/programs/hwtr/RTT/pbt/pbde.html

 

Articolo di Informasalus.

Fonte

http://www.informasalus.it/it/articoli/inquinanti-chimici-declino-qi.php

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AIFA: Vietata la Somministrazione di Codeina per gli Under 12 per Tosse e Raffreddore

La codeina non deve essere utilizzata nei bambini al di sotto dei 12 anni di età per la tosse e il raffreddore

11/05/2015
Articolo di “Agenzia Del Farmaco”
  • http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/la-codeina-non-deve-essere-utilizzata-nei-bambini-al-di-sotto-dei-12-anni-di-et%C3%A0-la-tosse-e-

    codeina


Il CMDh (Coordination Group for Mutual Recognition and Decentralised Procedures – Human) ha adottato all’unanimità nuove misure per ridurre al minimo il rischio di gravi effetti indesiderati, tra cui problemi di respirazione, con l’uso di medicinali contenenti codeina quando vengono utilizzati per la tosse e il raffreddore nei bambini.

A seguito di queste nuove misure:

  • L’uso della codeina per la tosse e il raffreddore è ora controindicato nei bambini al di sotto dei 12 anni di età. Questo significa che non deve essere utilizzata in questo gruppo di pazienti.
  • L’uso della codeina per la tosse e il raffreddore non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti tra i 12 ei 18 anni di età che soffrono di problemi respiratori. Gli effetti della codeina sono dovuti alla sua trasformazione in morfina nel corpo. Alcune persone convertono la codeina in morfina a un ritmo più veloce del normale, con conseguenti alti livelli di morfina nel sangue. Alti livelli di morfina possono portare a effetti gravi, come difficoltà respiratorie.

Gli effetti della codeina sono dovuti alla sua trasformazione in morfina nell’organismo. Alcune persone convertono la codeina in morfina ad una velocità superiore al normale, con conseguente presenza di alti livelli di morfina nel sangue. Alti livelli di morfina possono causare effetti gravi, come difficoltà respiratorie.

I nuovi provvedimenti scaturiscono dalla revisione condotta dal Comitato per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’EMA (PRAC). Il PRAC ha ritenuto che, anche se gli effetti indesiderati indotti dalla morfina possono verificarsi nei pazienti di tutte le età, il modo in cui la codeina viene convertita in morfina nei bambini al di sotto dei 12 anni di età è più variabile ed imprevedibile, rendendo questa popolazione particolarmente a rischio di effetti indesiderati.

Inoltre, i bambini che già hanno problemi di respirazione possono essere più suscettibili a problemi respiratori a causa della codeina. Il PRAC ha inoltre osservato che la tosse e il raffreddore sono condizioni generalmente autolimitanti e le evidenze a sostegno dell’efficacia della codeina nel trattamento della tosse nei bambini sono limitate. In aggiunta alle nuove misure restrittive adottate per i bambini, la codeina non deve essere somministrata a persone di ogni età per le quali è già noto che convertano la codeina in morfina ad una velocità maggiore rispetto al normale (“metabolizzatori ultra-rapidi”), né a madri che allattano al seno, in quanto la codeina può passare al bambino attraverso il latte materno.

Questa rivalutazione è successiva ad una precedente rivalutazione sull’uso della codeina per alleviare il dolore nei bambini, che ha portato all’adozione di diverse restrizioni, al fine di garantire che il medicinale venga utilizzato nel modo più sicuro possibile. Poiché si è compreso che considerazioni analoghe potrebbero essere applicabili anche per l’uso della codeina per la tosse e il raffreddore nei bambini, è stata avviata a livello UE una seconda rivalutazione per tale uso.

Le restrizioni per l’uso della codeina per la tosse e il raffreddore sono in gran parte allineate con le precedenti raccomandazioni per l’uso della codeina quando è utilizzata per alleviare il dolore. Poichè ora il CMDh ha adottato all’unanimità le restrizioni del PRAC, le restrizioni saranno implementate direttamente dagli Stati membri nei quali i medicinali sono autorizzati, secondo un calendario stabilito.

 

CORRELATI

  • http://www.farmacovigilanza.org/corsi/111130-01.asp

EFFETTI COLLATERALI

Gli effetti avversi più frequenti associati alla codeina, includono nausea, vomito, stipsi, sonnolenza e vertigini. Tali reazioni si manifestano maggiormente quando le dosi sono più elevate o ripetute, in particolare la stipsi può rappresentare un problema. La terapia con codeina deve essere evitata dopo un intervento chirurgico a livello intestinale.

Le cefalee da uso eccessivo di farmaci rappresentano un problema nei soggetti che utilizzano regolarmente prodotti a base di codeina (>10 giorni/mese). Anche se non è noto quale sia il rischio associato alla codeina, è probabile che le combinazioni di analgesici e oppioidi (es. codeina) siano associate ad un aumento statisticamente significativo del rischio rispetto ad altri farmaci come il paracetamolo o i FANS .
In alcuni studi epidemiologici è stato osservato un piccolo rischio, ma statisticamente significativo, di cadute, fratture e anche incidenti.
Alle dosi più elevate, o nei metabolizzatori ultrarapidi, si può verificare depressione respiratoria potenzialmente fatale, soprattutto quando la codeina è associata ad altri farmaci che provocano depressione respiratoria, come le benzodiazepine.

Allattamento

A seguito della morte di un neonato la cui madre aveva assunto codeina nel periodo post-partum, è stata sollevata la questione su quali danni potenziali provochi la codeina se utilizzata durante l’allattamento. La causa del decesso probabilmente erano le concentrazioni molto elevate di morfina a seguito dell’assunzione da parte della madre, che era una metabolizzatrice ultrarapida del citocromo CYP2D6 (7).

Bambini

I bambini hanno un’aumentata suscettibilità agli effetti avversi degli oppioidi. Sono state identificate varianti farmacogenetiche come fattore causale nel decesso e nel danno cerebrale di due bambini trattati con codeina come analgesico dopo un intervento di tonsillectomia.
Diversi paesi hanno stabilito un’età minima per l’uso della codeina. Tuttavia, essa varia notevolmente tra i diversi paesi. Alcuni ospedali pediatrici hanno eliminato la codeina dal loro prontuario.
L’Agenzia inglese che regola i Farmaci e i Prodotti Sanitari consiglia che i prodotti a base di codeina utilizzati per la tosse non vengano impiegati in soggetti di età <18 anni, in quanto i rischi superano i benefici.

Anziani

Gli anziani hanno un’aumentata suscettibilità agli effetti avversi degli oppioidi. Gli anziani possono anche assumere in concomitanza farmaci che interagiscono. La variabilità farmacogenetica può avere un considerevole impatto su effetti avversi quali sedazione, confusione, cadute e traumi. Anche se i prodotti a base di codeina spesso sono considerati sicuri, uno studio di coorte ha evidenziato che il rischio di traumi è superiore negli anziani che utilizzano questi prodotti rispetto a quelli trattati con altri oppioidi o altri sedativi.

Dipendenza ed abuso

Sebbene sia considerata un oppioide debole, con l’uso a lungo termine, la codeina, come tutti gli oppioidi, è associata a problemi di tolleranza e dipendenza. In particolare, è un problema l’abuso di codeina con prodotti combinati, in quanto ciò determina spesso un’esposizione a dosi superiori a quelle terapeutiche di paracetamolo o FANS. Sono stati riportati casi di decesso e di gravi patologie, quali epatotossicità ed emorragia gastrica.

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