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Vitalizio ad una quindicenne disabile, per il giudice la colpa è dei vaccini

Vitalizio ad una quindicenne disabile, per il giudice la colpa è dei vaccini

Vitalizio ad una quindicenne disabile, per il giudice la colpa è dei vaccini
novembre 18
04:58 2016

Disabile per colpa dei vaccini
il giudice: vitalizio a una quindicenne

Sentenza a Verona. Ma il ministero della Salute si rifiuta di pagare

Articolo condiviso da CorrieredelVeneto.

TRIBUNALE

 

VENEZIA Il ministero della Salute è stato condannato a versare un vitalizio in favore di una quindicenne veronese affetta da ritardo psichico e da atassia cerebellare, un disturbo neurovegetativo che provoca la progressiva scoordinazione motoria di braccia e gambe. Per il giudice del lavoro di Verona, Maddalena Bassi, non ci sono dubbi: a causare la gravissima disabilità sono stati i vaccini, inoculati quando aveva sette mesi. A conti fatti, alla ragazzina andranno poco più di mille euro al mese per tutta la vita, oltre a circa 200mila euro di arretrati. Ma al di là delle cifre, il caso è destinato a far discutere visto che emerge proprio nel momento in cui – in seguito al crollo della percentuale di immunizzati – la comunità scientifica spinge per reintrodurre l’obbligo dei vaccini in Veneto, mentre l’Ordine dei medici ha aperto un’istruttoria nei confronti di due dottori (di Treviso e Venezia) per averne pubblicamente contestato l’efficacia.

Insomma, non tira una buona aria per gli anti-vaccinisti. La sentenza di Verona è passata in giudicato il 7 novembre del 2015 e probabilmente sarebbe rimasta segreta se i genitori della ragazzina non si trovassero ora costretti a promuovere una nuova vertenza – stavolta davanti al Tar del Veneto – perché il ministero della Salute si sta rifiutando di pagare. I magistrati dovranno quindi nominare un commissario che avrà il compito di sbloccare i fondi e rispettare la decisione del tribunale. La causa – complici una serie di ritardi nell’elaborazione della perizia disposta dal magistrato – è durata sei anni. Ma è stato proprio il lavoro del Consulente tecnico d’ufficio a spingere il giudice a dare ragione ai genitori. Nella sentenza si legge: «Il Ctu ha accertato (…) che il quadro psicomotorio è causalmente riconducibile, con elevato grado di probabilità, ai vaccini, in particolare l’Engerix B pediatrico (il siero, obbligatorio dal 1991, che contrasta l’insorgenza dell’epatite B, ndr) somministrati alla bimba in data 24 maggio 2002».

Ed è proprio «alla luce della consulenza in atti – scrive il magistrato veronese – che spetta al ricorrente l’indennità nelle sue componenti di importo fisso e di indennità integrativa speciale». Un vitalizio, quindi. Stando a quanto ricostruito dai genitori – assistiti dall’avvocato Tania Busettoi vaccini antipolio e antiepatite B furono inoculati nella neonata il 24 maggio 2002. La coppia ha altri due figli, entrambi vaccinati in tenera età e senza ripercussioni. Ma in questo caso, già nei giorni successivi la piccola cominciò a manifestare un progressivo peggioramento delle sue condizioni. La diagnosi non lasciò alcuna speranza: atassia cerebellare. E oggi, che ha quindici anni, la ragazzina soffre di un grave ritardo psichico e ha difficoltà di movimento. La causa contro il ministero della Salute venne intentata nel 2008 e i genitori si avvalsero della consulenza di Massimo Montinari, medico della Polizia bollato come «il santone italiano della guerra ai vaccini», finito nel mirino dell’Ordine di Firenze e che in molti danno in odore di radiazione. Per lui, com’era prevedibile, non c’è alcun dubbio: la disabilità è una diretta conseguenza della vaccinazione. Il giudice di Verona ha quindi incaricato il proprio consulente tecnico di riesaminare il caso e, alla fine, è arrivata la condanna del ministero della Sanità. A rendere surreale la vicenda di questa famiglia veronese è una seconda sentenza (depositata l’8 agosto 2014), stavolta del tribunale civile di Venezia, al quale i genitori si rivolsero per chiedere un risarcimento. Stesso caso, stessa bambina, stessi vaccini, ma stavolta il consulente del giudice è arrivato a conclusioni diametralmente opposte: «E’ stato escluso il nesso causale tra la vaccinazione e la patologia riscontrata, partendo dal fatto che alla minore è stata somministrata una vaccinazione del tipo “inattivato”».

E così, alla fine, la ragazzina non avrà alcun risarcimento, ma ha diritto soltanto all’indennità mensile. Sempre che il ministero della Sanità si decida a pagarla. «È vergognoso che a distanza di dodici anni dall’evento avverso – spiega l’avvocato Busetto – e con una sentenza che parla chiaro, la famiglia non abbia ancora ricevuto alcuna somma. Le terapie riabilitative sono costosissime e non tutti i genitori sono in grado di affrontare le spese».

 

http://corrieredelveneto.corriere.it/verona/notizie/cronaca/2016/17-novembre-2016/disabile-quindicenne-risarcita-un-giudice-causa-vaccino-2401066504025.shtml

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