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Donna morta per melanoma ed omeopatia: nessuna correlazione.

Donna morta per melanoma ed omeopatia: nessuna correlazione.

aprile 16
07:26 2016

Vacciniinforma ringrazia il Dr. Ascani per il suo intervento in merito al caso del decesso di una donna di Torino.

E’ notizia di pochi giorni fa di una donna di Torino deceduta a causa di un neo maligno non adeguatamente trattato.

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Era in cura presso una dottoressa, medico di medicina generale e “omeopata”, che seguiva le teorie del dr. Hamer secondo cui ogni malattia è generata da uno choc e da un trauma emotivo, superato il quale il corpo è in grado di autocurarsi. Il medico in questione quindi si sarebbe limitato a somministrare delle “gocce omeopatiche” unitamente a consigli di natura psicologica nonostante il neo, di natura maligna, sia passato da una grandezza di pochi millimetri nel 2005, a 11 cm nel 2014 finché non ha causato metastasi e quindi il decesso del paziente.

Tre considerazioni si possono fare sulla base delle (poche) notizie attualmente a nostra disposizione:

1) colpevolizzare la medicina omeopatica per quanto accaduto sarebbe come mettere sotto accusa anche l’intera medicina generale, che era anch’essa competenza della dottoressa;

2) dai dati trapelati dalle intercettazioni risulta che la dottoressa non ha prescritto alcuna cura omeopatica bensì un “placebo omeopatico” (finto medicinale omeopatico che non ha alcuna azione terapeutica);

3) le teorie del dr. Hamer non hanno nulla a che vedere con l’omeopatia che si basa su metodiche terapeutiche e principi completamente differenti.

COME MEDICO OMEOPATA CONSIGLIO L’INTEGRAZIONE

Ogni medico, a prescindere dalle sue competenze specifiche, deve agire secondo scienza e coscienza mettendo sempre al primo posto la salute del paziente sia sulla base dell’evidenza di efficacia e dei limiti della metodiche terapeutiche utilizzate, sia sulla risposta individuale del paziente al trattamento messo in atto.
La medicina omeopatica non è affatto contraria alla rimozione chirurgica dei nei di natura maligna, pratica che ha raggiunto ormai risultati innegabili di efficacia e di sicurezza, se fatta in tempo. In questi casi è di fondamentale importanza la valutazione e la visita presso il proprio dermatologo di fiducia (nel dubbio consultarne anche più d’uno) che, dopo gli opportuni esami, consiglierà se intervenire o meno chirurgicamente e in che tempi.

Secondo la visione omeopatica però quello che dobbiamo curare non è solo il neo ma anche quello che vi sta dietro, in questo caso un tumore maligno, malattia che coinvolge “tutta la persona” e non soltanto un lembo di pelle. La pelle infatti rappresenta una valvola di sfogo dell’organismo che tende a reagire ad un disordine interno, profondo, cercando di eliminare le proprie “tossine” verso l’esterno, proprio per preservare gli organi interni, più importanti. E’ qui che l’omeopatia può entrare efficacemente in gioco rinforzando il “terreno” del paziente e curando le le cause che hanno portato a determinare tali manifestazioni patologiche.

 

fonte Omeosan

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