Vaccini Informa

La modalità di conservazione dei vaccini e i loro danni

La modalità di conservazione dei vaccini e i loro danni

agosto 31
01:01 2014

I DANNI CAUSATI DAI VACCINI

Veniamo ora ai danni che potenzialmente possono provocare i vaccini pediatrici.

La modalità di conservazione dei vaccini

vaccino (1)


Il primo importante problema dei vaccini riguarda la loro modalità di conservazione, in merito alla quale la regione Emilia-Romagna nella famosa delibera nr. 256 del 13-03-2009 ha ampiamente evidenziato agli operatori sanitari l’importanza di “disporre nella sede vaccinale di attrezzature indispensabili atte a garantire il mantenimento della catena del freddo e a rivelare una sua eventuale interruzione”.

Si consideri che inizialmente i vaccini vengono spediti dalla casa produttrice alle Ausl, che li stoccano in grandi magazzini e da qui spediti alle varie sedi vaccinali. Lungo tale percorso la catena del freddo non deve mai essere interrotta. Mi sorge spontanea una domanda: come fanno ad accorgersi dell’interruzione?

Non è il caso che la delibera regionale (o meglio una legge nazionale) specifichi meglio, imponendole e non lasciandole alla buona volontà delle Ausl, quali debbano essere le tipologie di strumenti da adottare per rilevare l’interruzione e che si faccia carico di identificare uno standard procedurale non dico a livello nazionale ma quantomeno a livello regionale? A noi chi ci dice che l’interruzione sia stata rilevata e che a seguito di tale evento i vaccini siano stati buttati? A proposito, quali sono le modalità di smaltimento previste, visto che ai sensi del Dpr 15 luglio 2003 nr. 254 sono considerati rifiuti pericolosi a rischio infettivo? Mi piacerebbe sapere dove sono andate a finire le innumerevoli dosi di vaccino anti-suina non utilizzate.

I vaccini hanno una scadenza che va monitorata e devono essere stoccati nel frigorifero secondo una precisa procedura: non vanno posizionati negli sportelli ma nella parte centrale del frigorifero, non ammassati. Le celle frigorifere devono essere di capacità adeguata tenendo presente che ogni cella non dovrebbe venire riempita per più della metà della sua capacità. Vanno inoltre lasciati spazi vuoti tra le confezioni e fra queste e le pareti, ecc., ecc.

Sempre e solo da un punto di vista matematico, si può dire che le variabili in gioco, solo per la corretta conservazione dei vaccini siano davvero tante. Se poi aggiungiamo che la professionalità del nostro sistema sanitario non sempre è al top, mi vengono i brividi (e non di freddo) a pensare che, ripeto, non esista un sistema (procedura + attrezzature + controlli) standard replicato in tutte le sedi vaccinali.

La delibera in questione indica che gli strumenti di rilevazione delle temperature devono essere applicati ai frigoriferi, ma forse sarebbe meglio applicarli sulle confezioni dei vaccini, in modo che il rilevatore segua sempre il vaccino in ogni istante della sua esistenza, trasporto e conservazione, vista l’importanza VITALE della questione.

D’altronde lo si fa già con le bottiglie di vino: alcune aziende applicano sulla bottiglia un rilevatore di temperature che traccia le temperature minima e massima a cui la bottiglia viene sottoposta durante il trasporto o la conservazione, che restano visibili a chi le acquista, al fine di garantire al consumatore finale di acquistare un prodotto non alterato da una cattiva conservazione. Se lo si fa per il vino non vedo perché non lo si possa fare per i vaccini. Ma facciamo finta che da questo punto di vista sia andato e che andrà sempre tutto bene e iniziamo ad analizzare i possibili danni dei vaccini.

Le ultime sentenze sui danni da vaccino

 

sentenze

La Corte d’appello di Torino a luglio 2012 ha ammesso un risarcimento da 1,8 milioni di euro nei confronti di una ragazza di 29 anni, in stato vegetativo da 24 dopo la vaccinazione antidifterica/antitetanica eseguita nel 1988, con l’aggravante di un riconosciuto errore medico per la mancata somministrazione di cortisone alle prime manifestazioni di crisi seguite alla vaccinazione.

Il Tribunale di Rimini con la sentenza n. 2010\148, Ruolo n°2010\0474, Cron. N° 2012\886 ha condannato il ministero della Salute a risarcire la famiglia del piccolo B.V., riconoscendo un nesso di causalità tra il vaccino trivalente (contro morbillo, parotite e rosolia) a cui venne sottoposto nel 2004 e l’autismo insorto successivamente. Nesso di causalità: il tribunale non si è sostituito ai medici e alla ricerca medica, per cui è inutile che da più parti si cerchi di screditare la sentenza adducendo il fatto che il giudice non abbia competenza in materia, perché lui si è limitato esclusivamente, come i genitori del bimbo, a constatare che prima della vaccinazione stava benissimo e poi è diventato autistico, punto.

Il bambino avrebbe iniziato a manifestare sintomi preoccupanti (diarrea e nervosismo) il giorno stesso della vaccinazione, mentre tra il 2004 e il 2005 sarebbero sopraggiunti segni di grave disagio psico-fisico fino al riconoscimento, il 31 agosto 2007, dell’invalidità totale e permanente al 100%. Che questo fosse riconducibile alle vaccinazioni praticate lo affermava già lo specialista Niglio nel giugno 2008 e a confermarlo arrivava, un anno dopo, anche lo specialista Montanari.

Che tale condizione fosse riconducibile “con ragionevole probabilità scientifica” alla somministrazione del vaccino MPR avvenuta presso la Asl di Riccione è stata poi la valutazione dell’ausiliare medico-legale, che per i giudici va accolta. La sentenza ha suscitato grande clamore non solo in Italia, ma in tutto il mondo (cercate in internet “autism vaccine” e salteranno fuori una sfilza di articoli e discussioni inerenti la sentenza di Rimini). Persino il Daily Mail in Inghilterra l’ha ripresa in un articolo del 16 giugno 2012 intitolato “MMR: A mother’s victory.”

 

Questi sono solo alcuni esempi, se ne possono trovare altre di sentenze di questo tipo. Quello invece che non ci è dato sapere con trasparenza dal Ministero della Salute è quanti e quali siano i casi accertati, ovvero denunciati, di reazioni avverse e di danni da vaccino. Si tenga presente di un aspetto molto importante: ora che grazie a organizzazioni e personalità mediche esterne al sistema sanitario nazionale si inizia a informare i cittadini e ora che i media riprendono tali sentenze, le denunce crescono.

Ma è comunque molto probabile che i casi reali di danni da vaccini siano nettamente più alti di qualsiasi stima o dato ufficiale che il Ministero un giorno volesse farci la cortesia di comunicare. Quello che ho trovato è il ”Rapporto sulla sorveglianza post-marketing 2009-2010” dell’AIFA.

Segnalare le reazioni avverse

farmacovigilanza1


Se vostro figlio ha avuto una reazione avversa insorta dopo la vaccinazione potete (anzi dovete) segnalarla ai responsabili del sistema di Farmacovigilanza. Nella seguente pagina dell’agenzia del farmaco è spiegato nel dettaglio come fare:

http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/modalit%C3%A0-di-segnalazione-delle-sospette-reazioni-avverse-ai-medicinali.

Le reazioni avverse ai vaccini possono avvenire in un lasso di tempo molto variabile a seconda della loro gravità:

  • entro un intervallo di tempo breve (minuti): anafilassi, episodi sincopali, crisi d’ansia
  • entro un un intervallo di tempo più lungo (ore o giorni): reazioni locali, febbre alta, vomito, convulsioni

Per quanto riguarda l‘insorgenza di problematiche complesse che investono in maniera permanente il sistema nervoso o digestivo, come per es.sindrome di Guillain-Barrè, malattie demielinizzanti, SIDS, autismo, ma anche celiachia, allergie, ecc, dipende molto da quando i genitori iniziano ad accorgersene e da quando i medici riescono ad effettuare una diagnosi precisa.

Si può parlare anche di qualche anno. Come successo al piccolo B.V. della sentenza del Tribunale di Rimini, il problema si è manifestato subito con sintomi lievi per poi peggiorare progressivamente nell’arco di 3 anni. Eventi fatali come la SIDS (morte in culla), che viene trattata nei paragrafi successivi di questo capitolo, possono avvenire dopo 1 giorno o diversi mesi dalla vaccinazione.

Se avete già letto il rapporto AIFA 2009-2010 linkato al paragrafo precedente, a pag. 29 viene presentato il caso di una bimba che a 2 mesi aveva presentato convulsioni 3 ore dopo la vaccinazione con esavalente, deceduta nove mesi dopo improvvisamente in pieno benessere (SIDS). Purtroppo, la verità, come meglio approfondito nei successivi paragrafi, è che non esistono nè studi tossicologici di breve periodo, nè tantomeno studi di lungo periodo sulle possibili reazioni avverse.

  • I Servizi delle ASL predisposti alle vaccinazioni sono soliti assicurare che i vaccini non causano alcun effetto indesiderato importante e, se ciò accade, è un evento eccezionale. Quindi, ci viene chiesto di vaccinare i nostri figli garantendoci che i vaccini sono utili, necessari e innocui. Però i vaccini sono farmaci e sappiamo che non esistono farmaci senza effetti indesiderati.In Italia, le vaccinazioni obbligatorie per Legge sono 4 (vaccini contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B), ma vengono somministrati, senza alcuna spiegazione, inizialmente 7 vaccini (quelli precedenti, più i vaccini contro pertosse, emofilo B e pneumococco), poi altri 5 (vaccini contro morbillo, parotite, rosolia, meningococco C e varicella) e annualmente viene caldamente proposto spesso anche quello contro l’influenza. In tutto, vengono fatti passare implicitamente come obbligatori e inoculati, circa 25 antigeni vaccinali (compresi i richiami) nei primi 15 mesi di vita del bambino. I genitori sono invitati a firmare il consenso “informato” prima di vaccinare i loro figli, ma non sono assolutamente informati dei possibili danni vaccinali se non in modo superficiale e rapido. Inoltre, se chiedono che il medico vaccinatore firmi lui stesso un documento in cui dichiara quello che assicura a voce, e cioè che il vaccino non recherà alcun danno al bambino, si rifiuterà categoricamente di firmare. Quello che è peggio, è che lo stesso Ministero della Salute non dispone di dati nazionali sulla reale incidenza annua dei danni da vaccinazione. Eppure, i medici che si interessano di questo problema ricevono innumerevoli richieste di intervento nei riguardi di svariati effetti indesiderati, alcuni lievi e altri gravissimi, alcuni di breve durata e altri irreversibili, che fanno pensare che questo problema sia tutt’altro che eccezionale. Inoltre, sono sempre più numerose le domande di indennizzo che i medici legali di questo settore ricevono da genitori convinti che i vaccini eseguiti abbiano gravemente danneggiato loro figlio. Tutti i genitori che ci contattano a causa di un danno vaccinale affermano che prima di allora non sapevano assolutamente nulla del rischio che correvano con la vaccinazione, perché il consenso che essi stessi hanno dato all’atto della vaccinazione ero un consenso ben poco “informato“. Infine, sappiamo anche che la maggior parte dei genitori riferisce di aver avvisato il proprio medico di fiducia dell’evento avverso, ma di non essere stati né considerati né creduti ed è pertanto palese che in questi casi il danno vaccinale non venga segnalato agli organi di Farmacovigilanza competenti. Cogliamo l’occasione per ricordare al Lettore che esiste una scheda che deve essere compilata da tutti i cittadini in caso di reazioni al vaccino. La scheda va scaricata dal seguente sito dell’AIFA:
  • http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/modalit%C3%A0-di-segnalazione-delle-sospette-reazioni-avverse-ai-medicinali.

Oltre alla compilazione della scheda AIFA (che però invitiamo nuovamente tutti a compilare anche se il danno/disturbo vaccinale è avvenuto in passato), data la grave carenza di raccolta dati che esiste nel nostro Paese diversamente da quanto accade negli altri Stati, abbiamo pensato di contribuire anche noi nel far conoscere ai genitori questo loro dovere di segnalare i danni vaccinali e nello stesso tempo noi stessi desideriamo conoscere la realtà italiana su questa piaga che affligge talvolta gravemente alcune famiglie, perché pensiamo che non possiamo continuare a vaccinare i nostri figli senza sapere quanto questo trattamento sia dannoso! Pertanto, abbiamo pensato di organizzare un semplice ma capillare Censimento Nazionale dei Danni da Vaccini in modo da poter rendere noti, alle Autorità Sanitarie e anche ai genitori stessi, i dati sull’entità di questo grave problema che minaccia la salute di molti nostri figli. Il CoRIV (Coordinamento per la Ricerca e l’Informazione sulle Vaccinazioni) chiede pertanto a tutti i genitori, a tutti coloro che hanno un familiare che è stato colpito da un danno vaccinale e a tutte le Associazioni sensibili a questo problema, di compilare la scheda seguente. La scheda va compilata non solo da coloro che hanno un familiare attualmente danneggiato da una vaccinazione, ma anche nel caso un loro familiare sia stato danneggiato o anche solo disturbato in precedenza e ora è guarito o, disgraziatamente, deceduto.

QUALI SONO I DANNI O DISTURBI VACCINALI CHE DESIDERIAMO CENSIRE?

Vogliamo conoscere tutti i danni o disturbi vaccinali, sia quelli recenti sia quelli accaduti molti anni fa. Non desideriamo raccogliere solo i danni vaccinali gravi, ma anche quelli lievi, passeggeri e/o localizzati, perché gli studi scientifici eseguiti su questo settore raccolgono tutte le reazioni avverse causate da una vaccinazione. Non ci interessano solo i danni vaccinali riconosciuti dal pediatra o dall’ASL, ma, oltre a questi, anche tutti i disturbi che i genitori hanno attribuito al vaccino o comunque che sono insorti in conseguenza della vaccinazione: da poche ore dopo, a molti giorni dopo (a tale scopo, per cercare di non attribuire ai vaccini disturbi o danni impropri, consigliamo di leggere la tabella B finale: Guida all’individuazione di un danno da vaccino). Non ci interessano solo i disturbi o danni organici veri e propri, ma anche i disturbi caratteriali o del sonno o dei ritmi di vita che sono insorti dopo la vaccinazione. La scheda richiede pochi minuti per essere compilata e diventerà uno strumento molto chiarificatore per sensibilizzare la gente e le Autorità competenti sul grave problema dei danni da vaccino.

I risultati di tale censimento verranno resi noti alle Autorità Sanitarie e ai genitori stessi. Infine una considerazione banale ma doverosa: è evidente che ogni bimbo ha delle sue specificità ed è diverso da qualsiasi altro bimbo. Per tale motivo alcuni bimbi vaccinati non svilupperanno mai reazioni avverse di alcun tipo, mentre altri sì, chi in forma più leggera, chi più grave. Dipende da molti fattori, tra cui per es. il peso, la maggiore o minore maturazione del sistema nervoso e immunitario, fattori genetici predisponenti tra cui quelli ereditabili dai genitori, allergie latenti, ecc., così come un nato prematuro, essendo meno sviluppato, ha certamente più probabilità di andare incontro a reazioni avverse. L’attenzione quindi va posta essenzialmente sulla tipologia di potenziali reazioni avverse e sulla loro gravità, rapportate all’incidenza delle malattie infettive per cui ci si dovrebbe vaccinare.

Cosa contengono i vaccini

laboratorio-analisi

 


Nei vaccini c’è il mercurio, che è contenuto in un conservante che si chiama Thimerosal, ovvero mercurio tiolato di sodio, mertiolato, etilmercuriotiosalicilato, sodio timerfonato.

Lo si trova nei vaccini contro il tetano, difterite, pertosse, antiepatite B e antiinfluenzale. E’ usato da oltre 70 anni in tanti altri farmaci. Inoltre negli adiuvanti (sostanze usate nella pratica di laboratorio per potenziare le risposte immunitarie dell’organismo; iniettati con la sostanza verso la quale si vuole immunizzare l’organismo, possono agire rendendone più lento l’assorbimento e quindi più efficace la produzione di anticorpi, oppure possono esercitare un’azione generica di stimolo sul sistema immunitario) usati nei vaccini pediatrici compaiono anche l’alluminio e la formaldeide.

Per far capire in maniera semplice il livello di pericolosità e tossicità del mercurio, si pensi che, recependo una direttiva UE del 2007, da aprile 2009 in Italia è vietata la vendita di termometri al mercurio.

Partiamo dalle leggi degli stati e dalle disposizioni degli enti preposti alla verifica della salute umana.

L’FDA (Food and Drug Administration) statunitense ha dato disposizione di eliminare il thimerosal dai vaccini pediatrici già dal 1999.

fda

Le linee guida dell’EPA (Environmental Protection Agency, l’agenzia governativa USA per la protezione dell’ambiente e della salute umana) consentono mercurio in dosi di 0,1 mcg per kilogrammo di peso per giorno. A seconda del peso, un bimbo di 3 mesi che riceve 62,5 mcg di mercurio in 1 giorno eccede le linee guida EPA per più di 78 volte (*).

E, come alcuni ricercatori hanno puntualizzato ad un meeting sul Thimerosal che si è tenuto all’IOM (Institute of Medicine) statunitense, i limiti di sicurezza EPA sono basati su un’ingestione graduale di mercurio derivante dall’assunzione di pesce. Ma questo limite non è mai stato applicato al caso in cui il mercurio venga assunto attraverso iniezione diretta (Ndr perché non ci sono studi al riguardo), essendo in questo caso in grado di attraversare la barriera ematoencefalica (Ndr che nei neonati, e ancor di più nei nati prematuri, è fragile perché il sistema nervoso non è ancora del tutto formato e sviluppato).

Secondo il Dr. Boyd Haley capo del dipartimento di chimica dell’università del Kentucky e una ricerca riconosciuta a livello internazionale sulla tossicità del mercurio (toxicity of mercury compounds), nessun quantitativo di thimerosal è sicuro, perché è ben conosciuto che i neonati non producono livelli significativi di bile o che abbiano adeguate capacità renali per diversi mesi dalla nascita. Il trasporto biliare è la principale via attraverso cui il mercurio viene rimosso dal corpo e i neonati non possono farlo bene.

Se prendiamo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che con 3,3 microgrammi per chilo sono meno restrittive, si vede che in Italia per un bambino di 5 chili le superiamo almeno di due volte. Bisogna dire che l’OMS fissa un margine di sicurezza fino a 10 volte la soglia indicata, ma allo stesso tempo ammette che un neonato con i vaccini riceve dosi di mercurio che potrebbero destare preoccupazione e quindi approva la mossa della FDA americana di far rimuovere il thimerosal dai vaccini.

In Italia nessun organismo governativo ha stabilito limiti di alcun tipo. In compenso con il decreto ministeriale del 13 novembre 2001 l’Italia aveva messo al bando il mercurio dai vaccini, salvo poi ripensarci nel 2003 quando il Ministro per la Salute (si fa per dire) Sirchia con il decreto 27 giugno 2003 pubblicato sulla G.U. nr. 153 del 4 luglio 2003 proroga l’utilizzo dei vaccini con mercurio in Italia. Oggi non è chiaro se gli attuali vaccini in commercio lo includano: i relativi bugiardini in alcuni casi parlano di tracce (?!) non specificando alcuna quantità. La pagina del Ministero dalla Salute ne conferma la presenza (25 microgrammi di mercurio per antidifterica e antitetanica, 12,5 per l’antiepatite B), anche se a onor del vero è datata 22/07/2002.


In quest’altra pagina del Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/malattieInfettive/newsMalattieInfettive.jsp?id=618&menu=inevidenza&lingua=italiano) invece si cita testualmente che “Il tiomersale è un derivato del mercurio usato costantemente fino al 2000 come conservante in alcuni vaccini somministrati durante l’infanzia. Serve ad impedire contaminazioni batteriche delle preparazioni da iniettare, soprattutto quando i vaccini sono preparati in fiale multi dose. In Italia, il decreto ministeriale del 13 novembre 2001 pubblicato in G.U. n. 66 del 19.03.2002, ha richiesto, in via precauzionale visto che la questione della neurotossicità di questo conservante rimaneva controversa e poco fondata dal punto di vista scientifico, a tutte le aziende produttrici di vaccini di eliminare il tiomersale entro il 31 dicembre 2002 e di ritirare dal commercio i vaccini contenenti tiomersale entro il 30 giugno 2003”, omettendo il successivo decreto del 2003 che lo proroga.

In ogni caso i vaccini “teoricamente” senza mercurio disponibili negli anni passati sono stati solo quelli combinati (quattro, cinque, sei vaccini in un’unica iniezione); se un genitore voleva somministrare al proprio figlio solo i vaccini obbligatori non aveva scelta, poiché non esistevano antidifto-tetanici e antiepatite B senza mercurio. L’antipolio Sabin e Salk è sempre stato privo di thimerosal.

infanrix


In realtà, nel vaccino INFANRIX HEXA (della GSK) spacciato per “libero da sali di mercurio”, è tuttora contenuto mercurio nella quantità di 10 ppb (parti di miliardo) ovvero 0,01 ppm (parti per milione) vale a dire 0,010 mg/Litro come conferma uno studio indipendente di ricercatori australiani (Austin DW, Shandley KA, Palombo EA) Mercury in vaccines from the Australian childhood immunization program schedule (Journal of Toxicology and Enviromental health. Part A. 2010;73(10):637-40).

Sebbene i livelli di mercurio rilevati siano sostanzialmente più bassi di qualsiasi limite di sicurezza di esposizione stabilito, i risultati di questo studio rivelano le inesattezze presenti nei messaggi di salute pubblica, nelle comunicazioni professionali, e nella documentazione ufficiale per quanto riguarda il contenuto di mercurio in questo vaccino per l’infanzia. Inoltre, mancano studi relativi ai danni neurologici che possono essere causati in neonati di 3 mesi. Si sa che 0,5 ppb di mercurio uccidono le cellule del neuroblastoma umano (Parran et al., Toxicol Sciences 2005; 86: 132-140), 20 ppb di mercurio distruggono la struttura delle membrane dei neuriti (Leong at al. – Neuroreport Journal 2001; 12: 733-37), 2 ppb di mercurio è la quantità massima contenuta nell’acqua potabile (disposizione EPA) che potrebbe causare danno renale a lungo termine.

Leggendo il foglietto illustrativo di questo vaccino, si apprende che è contenuta anche una combinazione di alluminio (fosfato di alluminio e idrossido di alluminio) alla considerevole dose (sempre riferita al neonato) di 820 microgrammi (320+500) per fiala. Un recente studio di alcuni neuroscienziati di Vancouver, CA. Shaw e L. Tomljenovic, prosegue la raccolta di domande critiche circa la presunta sicurezza dell’alluminio (presente praticamente in tutti i vaccini) e dimostra come gli effetti neurotossici siano altrettanto dannosi, se non peggiori, di quelli del mercurio.


aluminium-element


L’alluminio è una comprovata neurotossina ed è l’adiuvante più comunemente utilizzato nei vaccini, in sostituzione del thimerosal. Nonostante l’uso diffuso degli adiuvanti di alluminio, la comprensione della scienza medica in merito al loro meccanismo d’azione è ancora notevolmente scarsa.

C’è anche una relativa scarsità di dati sulla tossicologia e la farmacocinetica di questi composti ma, nonostante questo, la fantasiosa nozione che l’alluminio nei vaccini sia sicuro è spesso ampiamente accettata. Ricerche indipendenti, tuttavia, dimostrano che gli adiuvanti in alluminio hanno la potenzialità di indurre gravi disturbi immunologici e neurologici negli esseri umani. In particolare, l’alluminio sotto forma di adiuvante comporta un rischio di reazioni autoimmunitarie, infiammazioni cerebrali a lungo termine associate a complicazioni neurologiche con conseguenze negative, profonde e diffuse (v. successivo “I potenziali danni”).

La possibilità che i benefici del vaccino siano sopravvalutati e il rischio di potenziali effetti avversi sottovalutati, non è rigorosamente valutata nella comunità medica e scientifica. Un altro elemento di preoccupazione è la mancanza di qualsiasi valutazione tossicologica sulla somministrazione concomitante di alluminio con altri composti tossici riconosciuti che sono ordinariamente costituenti delle preparazioni commerciali dei vaccini. L’elenco è lungo: formaldeide, formalina, fenossietanolo, fenolo, borato di sodio, polisorbato 80, glutaraldeide.

“Bishop et al” hanno dimostrato che l’introduzione per via parentale (es. flebo) di un minimo di 20 mcg/kg di peso corporeo di alluminio per più di 10 giorni può provocare a lungo termine risultati negativi nello sviluppo neurologico dei neonati. Nel 2004, l’FDA ha istituito un limite per l’alluminio introdotto per via parenterale per i neonati con funzione renale compromessa e nati prematuri non superiore a 4-5 mcg/kg di peso corporeo/giorno, affermando che livelli superiori a quelli sono stati associati a tossicità del sistema nervoso centrale e delle ossa. Inoltre, secondo l’FDA, saturazione dei tessuti possono verificarsi a livelli ancora più bassi di somministrazione. Non è noto quale sia il limite massimo per l’alluminio per neonati sani. Ma non ci sono studi sull’introduzione dell’alluminio per via intramuscolare come avviene per i vaccini.

Nell’esavalente di cui sopra abbiamo detto che ci sono 820 microgrammi di alluminio. Nel HBVAXPRO antiepatite B ce ne sono 250.

Sempre secondo l’FDA, il limite per un litro di acqua imbottigliata è di 200 mcg.

L’alluminio è contenuto in tutti i vaccini tranne l’antipolio, l’anti-emofilo e l’anti-morbillo-parotite-rosolia.

Riporto, infine, quanto citato nella conferenza del maggio 2002 sull’Alluminio nei vaccini organizzata dal National Vaccine Program Office (del Ministero della Salute USA): “Il vantaggio immunologico conferito da questi adiuvanti è stato ben documentato, anche se la maggior parte di questa documentazione si trova in studi pubblicati prima del 1970”.

E concludono dicendo che “occorre studiare la tossicologia e la farmacocinetica dei coadiuvanti di alluminio, specificamente, nei lattanti e nei bambini (!), i meccanismi con cui l’alluminio interagisce col sistema immunitario, il fenomeno della Miofascite Macrofagica (MFM o MMF in inglese), ecc.”. In pratica è tutto ancora da studiare. Questa è una costante: non vengono fatti studi preventivi sulla sicurezza dei vaccini prima della loro immissione in commercio, ma ci si basa solo sulla famacovigilanza post marketing.

I difensori dei vaccini, interpellati sui metalli pesanti e sali presenti nei vaccini, spesso rispondono con frasi del tipo: “anche nel tonno che mangiamo c’è il mercurio”, “l’alluminio è presente dappertutto, terra, aria, acqua e lo inaliamo o ingeriamo quotidianamente”. Per capire quanto prive di alcun fondamento scientifico (e stupide) siano risposte del genere e per far capire la differenza tra ingestione e iniezione intramuscolare, una nutrizionista americana ha spiegato il seguente paradosso: “Quando un uomo assume ossigeno dall’aria attraverso la respirazione, tutto funziona bene per il corpo, i polmoni e il sistema cardiovascolare. Ma cosa succede se l’aria entra in una vena, quindi percorrendo una via diversa dal punto di vista fisiologico: può verificarsi un embolia gassosa, con possibile arresto cardiaco e conseguente morte.”

Per capire cosa sono i metalli pesanti, dei quali tante volte se ne parla anche in riferimento all’inquinamento ambientale, e quanto sono dannosi, leggete questa paginetta dell’Università degli studi di Trento:

 

http://www.ing.unitn.it/~colombo/metalli_pesanti/intro.html.


metalli nei vaccini

Di questa pagina evidenzio un passaggio molto importante che spiega come le reazioni avverse a tali metalli pesanti possano essere diverse da persona a persona, sia in termini di gravità che di tempistiche di insorgenza: “l’eliminazione di tali metalli avviene solo in minima parte, per salivazione, traspirazione, allattamento, portando a bioaccumulazione.

Bioaccumulazione significa un aumento nella concentrazione di un prodotto chimico in un organismo biologico col tempo.. I metalli si accumulano negli esseri viventi ogni volta che sono assimilati piu’ velocemente di quanto sono scomposti (metabolizzati) o espulsi”. E’ simile al concetto di saturazione, significa cioè che se ne assimiliamo un quantitativo elevato in un lasso di tempo breve (come avviene per i vaccini), potendone espellere solo una minima parte in quel breve lasso di tempo, il nostro corpo arriva subito a saturazione e si intossica.

Rivolgendomi in particolare alle mamme, che sono le prime ad interessarsi a questi aspetti, dico: che senso ha usare per i propri bimbi creme e prodotti detergenti senza nichel, alluminio e allergeni vari se poi glieli iniettiamo?


I potenziali dannidanger vaccino

  • I danni da vaccino contemplano disturbi immunologici e neurologici cronici, quali autismo, iperattività, scarsità di attenzione, dislessia, allergie, ma anche la SIDS (ovvero la sindrome di morte infantile improvvisa detta anche “morte in culla”) sulla cui correlazione con i vaccini pediatrici esistono conferme provenienti da diversi studi internazionali.

    Nel capitolo Bibliografia & Webliografia è linkato uno studio italiano le cui conclusioni non ammettono dubbi circa il nesso di causalità tra vaccini pediatrici e SIDS.

    La SIDS rappresenta la prima causa di mortalità nella fascia di età da 1 a 12 mesi di vita ed è più frequente tra i tre e i cinque mesi, ovvero in concomitanza del primo ciclo vaccinale.

    Il VAERS (sistema americano che riporta gli effetti avversi ai vaccini) dell’ FDA (Food and Drug Administration) riceve annualmente 11.000 rapporti su serie reazioni avverse ai vaccini, di cui l’1% rappresenta le morti causate dalle reazioni al vaccino. La maggior parte delle morti sono ascrivibili al vaccino della pertosse.

    “La ragione per cui la maggioranza delle persone con autismo che conoscete ha in genere dai 22 anni in giù è proprio perché la maggioranza delle persone con diagnosi di autismo è nata dopo il 1987. Nei dati raccolti in Danimarca, California e in tutto il mondo, abbiamo trovato che l’aumento dell’incidenza dei casi di autismo è cominciato circa negli anni 1988-1989,” scrivono gli autori Michael E. Mc Donald e John F. Paul, del Laboratorio di Ricerca su Salute Nazionale ed Effetti Ambientali dell’EPA. Il livello di aumento prima del 1988 “era completamente diverso” dal livello dopo quell’anno. Il numero dei casi di autismo nei bambini in California si è addirittura triplicato dopo 1988. Fonte: articolo di Dadiv Kirby – Huffington Post, 23 Aprile 2010

    I dati sull’autismo negli USA sono, senza esagerare, drammatici. Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) il 30 marzo 2012 ha comunicato i dati del 2008 relativi ai bambini di 8 anni di età (8 anni perché è l’età media in cui le famiglie e i medici diagnosticano l’autismo): 1 bambino su 88!! La ricerca viene condotta tutti gli anni all’interno dell’ADDM Network (v. mappa) che contempla 14 stati (peraltro non ci sono gli stati con i tassi di autismo maggiori come California, Minnesota, Maine – v. mappa) e rappresenta l’8% della popolazione di bambini di 8 anni statunitense. Dal 2002 al 2008 significa un tasso di incremento del 78%.

    Jim Carrey (che ha un figlio autistico) al raduno di Green Our Vaccines nel giugno 2008 (v. capitoloSelezione di video) ha detto: “quanto pensate che siamo stupidi?“ Quante più cause possibili il CDC e tutti quei cosiddetti esperti proseguiranno ad aggiungere?… Quante ancora?… Come è possibile sparare nuove teorie cervellotiche e non considerare i vaccini?… E’ talmente evidente che più si aggiungono nuovi vaccini al calendario vaccinale dell’infanzia, più aumentano i casi di autismo. Che cosa deve accadere prima che i vaccini siano definitivamente considerati come la causa scatenante l’autismo?… Dobbiamo aspettare il 2020 quando, avanti di questo passo, l’incidenza sarà di 1 a 10?… Dobbiamo arrivare a considerare l’autismo come parte della normalità?

    Per le maggiori Associazioni mondiali (italiane escluse), l’autismo è ufficialmente diventato epidemia negli Stati Uniti. Si tratta di una situazione di emergenza nazionale che ha bisogno di un piano nazionale.

    SAFEMINDS (un’organizzazione no-profit nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sul legame tra autismo e mercurio) evidenzia come in quegli anni (1985-1990) siano stati introdotti i vaccini Hib (anti-meningite) e HepB (anti-epatite B).


    E Safeminds ricorda che:

    • da un punto di vista biologico, è molto plausibile che diversi componenti dei vaccini possano causare l’autismo. Alluminio, mercurio, endotossine e antigeni virali o batterici hanno mostrato in diverse ricerche di essere singolarmente capaci di causare danni al cervello e altri organismi, e la tossicità sinergica di questi componenti non è stata sufficientemente investigata. Recenti ricerche si sono focalizzate sull’alluminio, che a partire dal 2001 è incrementato nei vaccini in parallelo alla diminuzione del mercurio;

    • uno studio del 2007 ha evidenziato che i vaccini possono aver determinato un fattore di casualità nei ragazzi nati nel 1990-1996 in circa il 68% dei casi di autismo e nell’81% di casi della sindrome ADHD. E’ importante notare che questo studio evidenzia anche che alcuni ragazzi non vaccinati hanno sviluppato autismo e ADHD, suggerendo che i vaccini non siano il solo fattore di casualità nell’autismo e ADHD.

    Negli USA (dati 2009) le dosi (per spiegare bene a che numeri si fa riferimento in questo paragrafo si consideri che il vaccino DTP prevede 5 dosi, l’HepB 3, e così via) dei vaccini raccomandati per i bambini sotto i 5 anni sono triplicati in 25 anni. Fino al 1989 il CDC ne raccomandava 11, oggi 36! Dopo il 1990 ne sono stati aggiunti 25. Invece le tipologie di vaccini (antidifterico, antipertosse, ecc.) sono ben 15. In Italia le dosi sono 13.

    I dati sui casi di autismo in Italia sono discordanti (si tenga peraltro presente che dopo i 18 anni una persona affetta da autismo non è più classificata come tale ma rientra nella categoria “handicap mentale grave”). L’IdO (Istituto Di Ortofonologia), centro accreditato dal Servizio sanitario nazionale di diagnosi e terapia per l’età evolutiva, ha stimato un incremento dello 0,6% della sindrome in 10 anni, arrivando oggi a 1 bambino su 180.

    autismo


    Fino al 1980 in Italia si contavano dai 3 ai 5 autistici diagnosticati come tali entro il terzo anno di vita, ogni 10.000 nati, e la percentuale di bambini che mostravano segni di ritardato sviluppo psicomotorio e comunicativo sin dai primi mesi di vita, era superiore a quella dei soggetti che dopo 18-20 mesi di sviluppo normale cominciavano a perdere le acquisizioni motorie e linguistiche per scivolare più o meno rapidamente nella sintomatologia autistica.

    Il primo significativo cambiamento statistico-epidemiologico si può collocare nel quinquennio 1980-1985, quando fu possibile verificare due importanti variazioni rispetto ai rilievi precedenti: il raddoppio dei casi di autismo, ed il pareggio della percentuale di quelli definibili insorti come tali con quelli cosiddetti di autismo regressivo (ma questo può dipendere da un migliorato sistema di diagnosi). Nel decennio successivo, i dati sono diventati ancor più allarmanti e significativi: dai 3-5 autistici su 10.000 nati, si è passati a 30-35 su 10.000; e i casi di autismo regressivo (che fino al 1980 rappresentavano un terzo del totale) hanno raggiunto il 75% contro il 25% delle forme che potremmo definire congenite.

    In ogni caso esistono tanti studi nel mondo che dimostrano come il thimerosal sia dannoso per le cellule neuronali e come tali danni siano simili a quelli che si ritrovano nelle persone affette da autismo. Ne riporto uno a titolo di esempio pubblicato nel 2009 da Taylor & Francis, uno dei principali editori di pubblicazioni scientifiche al mondo.


    thimerosal1


    Vaccini e danni neurologici: il bugiardino Tripedia della Sanofi Aventis

    Ma il discorso si chiude nel momento in cui nel 2011, per la prima volta compaiono nel bugiardino del vaccino DTaP (Difterite, Tetano, Pertosse) Tripedia della Sanofi Aventis le seguenti reazioni avverse: “Adverse events reported during post-approval use of Tripedia vaccine include idiopathic thrombocytopenic purpura, SIDS, anaphylactic reaction, cellulitis, autism, convulsion/grand mal convulsion, encephalopathy, hypotonia, neuropathy, somnolence and apnea.”

    Per completezza di cronaca si tenga presente che il vaccino Dtap acellulare è stato introdotto proprio negli anni 80. Prima c’era quello cellulare, del quale, tra l’altro, oggi la scienza medica dice: “ questo vaccino è gravato fondamentalmente da due ordini di problemi. Per prima cosa, anche se molto efficace nella maggioranza dei casi, il suo effetto sul campo è incostante e la sua efficacia non può essere conosciuta a priori. L’altro grosso problema è rappresentato dalla frequente comparsa di reazioni avverse. Il vaccino contiene un grande numero di antigeni pertossici; solo pochi determinano l’immunità mentre molti altri sono frequentemente causa di effetti collaterali. Le reazioni al vaccino intero erano classicamente distinte in quattro gruppi:

    • – reazioni locali e generali, lievi e transitorie come arrossamento, tumefazione, nella sede d’inoculo, febbre malessere

    • – reazioni generali gravi come febbre > 40,5 °C, pianto prolungato, collasso o sindrome ipotonia-iporesponsività che compare entro 48 ore dalla vaccinazione, episodio convulsivo in genere febbrile
    • – complicanze neurologiche gravi, in genere episodi convulsivi ripetuti nel tempo, regressione psico-motoria
    • – reazioni allergiche, shock anafilatticoSorge spontanea una domanda: non è che tra 10 anni le case farmaceutiche rilasceranno un nuovo tipo di vaccino e ci diranno che quello attuale era poco efficace e dava gravi controindicazioni? Tra cui magari l’autismo e la SIDS?

      Aggiungo che sono tanti i vaccini ritirati negli anni. In particolare il vaccino MMR (MPR in italiano) è in assoluto il vaccino che “vanta” il maggior numero di prodotti ritirati dal commercio tra i quali MMR Morupar (quello della sentenza del tribunale di Rimini, che l’AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco – aveva sì ritirato nel 2006, ma dopo ben 14 anni dal ritiro dello stesso dal Canada e 12 dal ritiro dell’Agenzia Europea del Farmaco, v. questo art), MMR Trivirex/Pluserix (v. capitolo ”Normativa e scandali vari”), MMR Immravax, ecc.

 

Il caso dei militari italiani ammalati di cancro

  • Afghanistan

    Repubblica ha effettuato un indagine per approfondire la questione dei 4.000 (!) soldati italiani ammalati di cancro, conosciuta come la sindrome dei Balcani (in quanto apparentemente legata alla missione dei nostri soldati nella ex-Yugoslavia). Inizialmente si era data la colpa all’uranio impoverito contenuto nei proiettili usati nel corso della missione. Poi l’attenzione si è spostata pesantemente sui vaccini.

    Di seguito i link alle tre inchieste di Repubblica:

    http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/10/06/news/vaccini-43980837/?ref=HREC1-1 ehttp://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/11/23/news/vaccini_pericolosi_2-46383097/?ref=HRER2-1 http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2013/01/23/news/vaccinati_a_morte_3-51127768/

    Nella seconda inchiesta pubblicata il 23 novembre 2012 sulla prima pagina di Repubblica on-line, è riportata la seguente frase: “Spinti anche dalle critiche di chi ci ha accusato (dopo la prima inchiesta) di aver sentito solo i “fanatici dell’antivaccino” siamo andati a parlarne, dall’altra parte dell’oceano, a Philadelphia, col professor Antonio Giordano, presidente dello Sbarro Institute sul cui livello scientifico e sulla cui imparzialità, nessuno ha dubbi: “C’è un nesso riconosciuto – dice il presidente dello Sbarro Institute – tra vaccini ravvicinati e abbassamento delle difese immunitarie. E in Italia è pieno di posti ad alto tasso d’inquinamento altamente pericolosi per chi ha un sistema immunitario compromesso”. A una domanda precisa (“Se venisse da lei un militare italiano che gli chiedesse un consiglio sul fatto di doversi sottoporre a una decina di vaccinazioni in un mese, cosa gli risponderebbe?”), Giordano ci ha detto: “Gli spiegherei che tanto vale suicidarsi”.

    I risultati del Progetto Signum, uno studio sull’impatto genotossico nelle unità militari commissionato nel 2004 dalla Difesa a ricercatori civili e militari facenti capo a prestigiose università (Pisa, Roma, Genova), dimostrano che sottoporre una persona a più di cinque vaccini significa comprometterne il sistema immunitario (Ndr ai neonati di 2 mesi, che hanno un sistema nervoso e immunitario non di certo sviluppato come quello degli adulti, gliene somministrano 6 o 7!).

    Nella relazione finale di Signum, consegnata il 17 gennaio 2011, si legge che lo stesso soggetto ipervaccinato, esposto ad agenti aggressivi come diossina, uranio impoverito, forte inquinamento ambientale, potrà facilmente sviluppare malattie gravi. Non solo, finora sono stati ignorati anche molti studi internazionali che sostengono la stessa evidenza e di cui ci parlano scienziati importanti che lavorano anche per altre nazioni come Giordano, Giulio Tarro medaglia d’oro del Presidente della Repubblica, infettivologo di fama mondiale, o Franco Nobile del Centro di eccellenza nazionale per la lotta ai tumori di Siena, che ha effettuato studi proprio sui militari.

    Questo è l’articolo di Repubblica che contiene queste affermazioni (consiglio di leggerlo):

    http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/11/23/news/vaccini_militari-46390509/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2012%2F11%2F23%2Fnews%2Fvaccini_pericolosi_2-46383097%2F

    Il Resto del Carlino Macerata del 24 gennaio 2013 riporta la notizia secondo la quale la commissione parlamentare appositamente costituita per indagare sui casi di tuomore dei soldati italiani ha concluso con un atto di accusa contro i vaccini.

    Un altro articolo del Resto del Carlino uscito il 24 febbraio 2013, evidenzia che le procure di Padova e Rimini stanno indagando congiuntamente su questi casi di tumore, prendendo in considerazione anche la pista dei vaccini. Questa notizia la si trova on-line anche qui:

    http://www.romagnanoi.it/news/Cronaca/741800/Uranio-e-tumori-indagine-in-tandem.html

    27 gennaio 2014. Per la prima volta, una sentenza italiana riconosce il nesso di causalità tra il cancro e le vaccinazioni fatte con tempi, modalità e controlli sbagliati

    Di seguito una sintesi di quanto riportato nell’articolo di repubblica, qui linkato

    http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2014/01/27/news/la_sentenza_lo_scandalo_dei_vaccini_ai_militari_il_ministero_della_sanit_condannato-77030693/?ref=HRER1-1

    Il ministero della Salute è stato condannato dal Tribunale di primo grado di Ferrara, a indennizzare la famiglia di Francesco Finessi, militare che nel 2002, a 22 anni, è deceduto per un linfoma non Hodgkin. Circa 150mila euro, secondo l’avvocato Francesco Terrulli. Durante il servizio militare, Francesco Finessi fu sottoposto a vaccini numerosi e troppo serrati, come testimoniato sia dal libretto vaccinale che dalle relazioni di diversi esperti.

    Già a novembre era stato condannato a tre anni di carcere, dalla corte penale di Belluno, Nicola Marchetti, il capitano medico degli alpini accusato di aver falsamente attestato, nel libretto sanitario di alcuni militari di leva, di aver eseguito le visite mediche necessarie. Si scioglie uno dei nodi finora rimasti insoluti su questi casi, quello delle documentazioni carenti, di libretti vaccinali incompleti o addirittura scomparsi, di nomi di medici responsabili coperti da segreto o ignorati.

Vaccini e Sclerosi Multipla o malattie demielinizzanti

  • sclerosi multipla

    Nel 1996 in Francia la vaccinazione antiepatite B venne sospesa per la frequente comparsa di forme dimalattia demielinizzante con oltre 200 casi di Sclerosi multipla insorti negli adolescenti e preadolescenti vaccinati contro l’epatite B. Poco dopo vennero pubblicati sulla rivista “New England Journal of Medicine” due studi che concludevano che non c’era nesso causale tra vaccino e SM.

    Tali ricerche, finanziate e sostenute dalle ditte farmaceutiche che producono il vaccino, studiarono gli effetti solo nei 2 mesi successivi alla vaccinazione, e i risultati vennero pesantemente discussi in sede scientifica nelle settimane seguenti come non corretti e pretestuosi. In uno studio francese del 1998, ripreso anche in questo documento dell’allora Ministero della Sanità italiano, basato sulla medesima finestra temporale di 2 mesi, si concludeva che l’odds ratio (l’immagine sotto riportata spiega in maniera semplice cos’è) era di 1,4, equivalente a rischio (che il vaccino sia causa di SM) di livello “debole”.

    Uno studio successivo di GPRD-General Practitioner Research Database fu fatto sia su una finestra temporale di 2 mesi che di 12 mesi. L’odds ratio determinato nel primo caso fu di 1,4 mentre nel secondo (12 mesi) fu di 1,6 (livello rischio “modesto”). Lo studio ha anche messo in evidenza che l’intervallo di tempo fra l’inizio dei sintomi e la diagnosi di SM è stato considerevolmente più breve fra i vaccinati che fra i non vaccinati. Il Ministero della Salute francese ha ritenuto che i risultati dei due studi non consentissero di escludere con assoluta certezza la possibilità che la vaccinazione potesse aumentare il rischio di malattia da demielinizzazione fra i vaccinati. Infatti, entrambi gli studi, come pure lo studio pilota precedentemente condotto, hanno comunque messo in evidenza un incremento degli odds ratio.



    Per chi volesse capire meglio che cos’è l’odds ratio e come viene calcolato, può fare riferimento a questa pagina:


    http://www.quadernodiepidemiologia.it/epi/cause/ris_rel.htm.

    La Sezione giurisdizionale della Lombardia della Corte dei Conti ha emesso il 28/2/1997 una sentenza (n. 71-97PM) che ha riconosciuto in un militare la sclerosi multipla come conseguenza della vaccinazione subita.

    Il militare aveva ottenuto in precedenza un giudizio negativo dalla commissione medica ospedaliera deputata a riconoscere l’indennizzo. Poi aveva fatto ricorso al ministero, il quale aveva riconosciuto, invece, la correlazione tra la malattia demielinizzante e la vaccinazione ricevuta. Si legge nella sentenza: “Il nesso di dipendenza da causa di servizio ovvero la spiegazione causale dell’infermità deriva dalla considerazione che risulta estremamente improbabile la sua insorgenza per l’intervento di altri processi causali”. Quindi vengono applicati, come andrebbe sempre fatto, i quattro criteri fatti propri anche dall’Istituto Superiore di Sanità, cioè: la correlazione di tempo, la plausibilità medica, l’assenza di altre cause note e la presenza di altri casi documentati in letteratura.

    Un autorevole studio pubblicato nel 2004 su Neurology (Naismith RT, Cross AH. Neurology. 2004 Sep 14;63(5):772-3), una delle più autorevoli riviste internazionali di neurologia, ha consentito di seguire le persone vaccinate contro l’epatite B per un tempo sufficientemente lungo, e di rilevare un aumento notevole (3 volte) dei casi di malattia demielinizzante (sclerosi multipla) tra i soggetti vaccinati rispetto a quelli che non lo sono. Poiché anche sui foglietti illustrativi del vaccino viene segnalata la possibile evenienza di una forma demielinizzante, è bene che la presenza di forme simili in famiglia sia davvero considerata una pesante controindicazione alla vaccinazione.

    Un rapporto recente descrive l’insorgenza di encefalomielite acuta disseminata dopo la seconda immunizzazione con Gardasil (Waldemann et al. 2009 e Sutton et al. 2009) riportato su cinque pazienti che presentavano sindromi demielinizzazione multifocale o atipico entro 21 giorni dalla seconda o terza vaccinazione. Il Gardasil è uno dei 2 vaccini contro il papilloma virus distribuiti in Italia.


    gardasil2

    La fondazione statunitense Judicial Watch che si occupa di promuovere l’etica, la trasparenza e l’integrità nelle politiche e leggi del governo, appellandosi al Freedom of Information Act (FOIA) è riuscita ad ottenere alcuni documenti dalla FDA, altrimenti secretati e non accessibili ai cittadini, in cui si evidenziavano 26 decessi a seguito della vaccinazione HPV con il Gardasil tra il 1 settembre 2010 e il 15 settembre 2011, ovvero in 1 anno!

    Dai documenti dell’FDA, riassunti in questo pdf (consiglio di leggerlo) di Judicial Watch, emergono una serie di inesattezze e superficialità di giudizio sia da parte della Merck (la casa produttrice del Gardasil) che dell’FDA che ha approvato la distribuzione del vaccino, che sintetizzo così:

    • la Merck ha sempre affermato che dai test da loro eseguiti sulla sicurezza del farmaco non erano emerse differenze tra il gruppo di pazienti sottoposti al vaccino e quello di pazienti sottoposti a placebo. Peccato che il placebo usato nei test, invece di contenere le consuete soluzioni saline usate nei placebo, conteneva anch’esso dosi elevate di alluminio (nel Gardasil ce ne sono 225mcg) stranamente approvate dall’FDA, che altrettanto stranamente aveva approvato la distribuzione sul mercato del vaccino con tempi molto rapidi (6 mesi contro 10 e più mesi) al pari di quelli dei farmaci per curare cancro, AIDS, HIV, ecc.

      Quindi dalle tabelle recanti i risultati dei test si evince sì una percentuale di reazioni avverse simili in entrambe i gruppi di pazienti, ma anche un numero importante di reazioni avverse in entrambe. Ad un certo punto dei report c’è una tabella recante le sole reazioni avverse sul sito dell’iniezione (per capirci il punto dove è penetrato l’ago della siringa) confrontate con il vaccino, il placebo con alluminio e il placebo con soluzione salina, dalla quale si evince che con quest’ultimo placebo si sono avute percentuali di reazioni nettamente inferiori (es. per il gonfiore 25,4% – 15,8% – 7,3%).
      A tal proposito il National Vaccine Information Center dice che “un placebo reattivo (Ndr contenente cioè elementi che possono provocare reazioni, come per es. l’alluminio) può modificare artificialmente il risultato dei test di valutazione della sicurezza di un farmaco”. In sostanza dipende sempre da come i dati vengono presentati: dicendo che non c’erano differenze sulla sicurezza non hanno detto il falso, ma hanno omesso di dire la vera verità, ovvero che si erano verificate un numero importante di reazioni avverse.

    • Merck dice che non sono stati fatti test per capire se il vaccino può a sua volta essere cancerogeno o genotossico. Dice espressamente che “questo tipo di approfondimento non è fattibile perché porterebbe via troppo tempo e questo sarebbe uno svantaggio per molte donne” (Ndr ?!). Visto che il vaccino lavora inducendo reazioni spontanee e modificazioni nelle cellule, sarebbe bene indagare a fondo questi due aspetti.

    • Merck dice che il vaccino non è efficace sulle donne che hanno già il papilloma virus e che la somministrazione del vaccino in questi casi può provocare reazioni avverse di una certa entità, ma l’FDA non obbliga né consiglia uno screening preventivo atto a determinare se il papilloma virus è già presente.

    • Merck dice che non sono stati fatti studi sulla sicurezza del vaccino nelle donne in gravidanza, ma l’FDA non dice nulla in tal proposito.
    • Merck dice che non sono stati fatti test per verificare che non ci siano reazioni incrociate con altri vaccini per adolescenti ed adulti

    Direi che si tratta di un numero più che sufficiente di motivi per dubitare della sicurezza del Gardasil. Per non parlare della scarsa efficacia e della scarsa utilità visto quanto già specificato nel capitolo dove si spiega che cos’è il papilloma virus, i suoi tempi di sviluppo e le modalità di diagnosi.


    15-06-2013 Il Ministero della salute giapponese ritira la raccomandazione per la vaccinazione contro il papilloma virus (HPV)

  • Sulla sicurezza dei vaccini
  • Trovata la conferma addirittura nel sito del CDC americano, dove fino a luglio 2013 potevate trovare pubblicata la seguente notizia (datata 2007) sotto il titolo Cancer,Simian Virus SV40 and polio vaccine Fact Sheet.

    Ma il CDC a luglio 2013 la rimuove!!

    Negli USA la notizia di questa rimozione è stata subito ripresa da diversi siti web (ne linko uno come esempio: GreenMedInfo) ed ha aperto in rete un dibattito molto acceso.

    Grazie alla  pagina originale grazie alla waybackmachine, una biblioteca universale che dispone di un archivio web che è una sorta di raccolta di “fermi immagine” del World Wide Web catalogati secondo la data di acquisizione. Ecco la pagina originariamente linkata sul sito del CDC e poi rimossa:

    https://web.archive.org/web/20120508130224/http://www.cdc.gov/vaccinesafety/updates/archive/polio_and_cancer_factsheet.htm

    In ogni caso quello che segue è la traduzione fedele della notizia così come pubblicata dal CDC (l’originale in inglese la trovate nel capitolo Damages caused by vaccines):

    • SV40 è un virus trovato in alcune specie di scimmie.

    • SV40 è stato scoperto nel 1960. Poco dopo, il virus è stato trovato nel vaccino antipolio.

    • Più di 98 milioni di americani hanno ricevuto una o più dosi di vaccino antipolio tra il 1955 e il 1963, quando una parte di vaccino era stato contaminato con SV40. E’ stato stimato che 10-30 milioni di americani potrebbero aver ricevuto una dose di vaccino contaminato SV40.

    • SV40 virus è stato trovato in alcuni tipi di cancro negli esseri umani, ma non è stato determinato che causi tumori.

    • La maggior parte delle prove scientifiche suggeriscono che il virus SV40-contaminati vaccino non ha causato il cancro, ma i risultati di alcune ricerche sono contrastanti e quindi sono necessari ulteriori studi.
    • I vaccini antipolio in uso oggi non contengono SV40. Tutti i dati attuali indicano che i vaccini antipolio dal 1963 sono indenni da SV40.

    • Nel 1950 per la produzione del vaccino sono state usate cellule renali di scimmie (NDR il virus vaccinico della polio viene coltivato su terreni di coltura costituiti da cellule renali di scimmia) infette dal virus. Poiché l’SV40 non è stato scoperto fino al 1960, nessuno era a conoscenza nel 1950 che il vaccino antipolio era contaminato

    • SV40 è stato trovato nella forma iniettato del vaccino antipolio (IPV), non nel genere somministrato per via orale OPV (NDR ma anche qui ci sono ricerche che dicono il contrario).

    • Non tutte le dosi del vaccino antipolio erano state contaminate. E ‘stato stimato che 10-30 milioni di persone abbiano effettivamente ricevuto un vaccino che conteneva SV40.

    • Alcune evidenze suggeriscono che la ricezione del vaccino antipolio contaminato dall’SV40 può aumentare il rischio di cancro. Tuttavia, la maggior parte degli studi condotti negli Stati Uniti e in Europa che mettono a confronto le persone che hanno ricevuto il vaccino antipolio contaminato con l’SV40 con coloro che non lo hanno ricevuto, non hanno mostrato alcuna relazione causale tra il vaccino contaminato e il cancro (NDR questa pare essere una costante).

    Nel marzo 1992 la celebre rivista medica inglese The Lancet pubblica un articolo di Walter Kyle che riporta evidenze secondo cui l’Aids si è manifestata dopo che il virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV) è entrato nell’organismo umano attraverso appunto il vaccino antipolio contaminato da tessuti infetti di scimmia. Nell’aprile 1996 il bollettino del NVIC (National Vaccine Information Center) riporta che il microbiologo californiano Howard Urnovitz aveva prodotto evidenze secondo cui il virus di tipo 1 dell’Aids è un virus ibrido uomo-scimmia creatosi dopo che 320.000 africani avevano ricevuto negli anni’50 un vaccino antipolio sperimentale contaminato dal SIV.

    “L’SV40 svolgerebbe la sua azione non mediante l’integrazione nel DNA delle cellule mesoteliali, ma con un meccanismo di tipo episomiale. Studi sperimentali hanno dimostrato che l’iniezione intrapleurica di SV40 è in grado di indurre un mesotelioma pleurico maligno (Ndr una forma di cancro) nel 100 % di animali da esperimento (fonti: Ordine dei medici della provincia di Milano e AIRC).”

     

    http://www.infovaccini.it/doku.php?id=danni#.VAJMdXJ_uXY


  • Rapporto sulla sorveglianza postmarketing dei vaccini in Italia – Anno 2012

  • http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/rapporto-sulla-sorveglianza-postmarketing-dei-vaccini-italia-anno-2012

 

 

 

 

 

Share
Vaccini Informa

Riproduzione consentita purché l'articolo non sia modificato in nessuna parte, indicando Autore e link attivo al sito.

Autore

Vacciniinforma

Vacciniinforma

Potrebbero interessarti

0 Commenti

Ancora nessun commento!

There are no comments at the moment, do you want to add one?

Scrivi un commento

Only registered users can comment.

Vacciniinforma